Discorso di Ivo Zambello alla conferenza di Seeheim-Jugenheim 28Mag16 La pace è stata assicurata, in questi anni, nei paesi membri ed è stata garantita, dopo la caduta del muro di Berlino, ai paesi dell' est soggiogati dall'imperialismo sovietico eccezion fatta per la ex Jugoslavia. Ma oggi la pace è messa in pericolo all'interno dell'Unione dal terrorismo e dall' avanzata, in alcuni paesi, delle forze nazionalistiche. Per realizzare politiche concrete i governi nazionali e le istituzioni europee sembrano ossessionati dal "far quadrare i bilanci", sopraffatti da eccessive regolamentazioni, da un' economia di mercato non solidale e da una selvaggia finanza. La moneta unica, che doveva essere motivo di unione, è diventata causa di disgregazione. Ciò ha generato tentativi di egemonia di alcuni paesi sugli altri. La solidarietà è stata sostituita da esclusioni nazionalistiche, autoreferenziali, immemori che l'Europa sopravviverà se saprà ispirare dedizione e vi riuscirà solo dedicandosi ad altri più che a se stessa. Sono state innalzate frontiere che credevamo abbattute per sempre. I conflitti e l' aggressività prevalgono sul dialogo. Le relazioni tra stati sono divenute fragili, egoistiche; soprattutto è venuta meno quella forma di solidarietà che è l' accoglienza a coloro che fuggono da guerra e miseria. La sovranazionalità è divenuta una specie di "club economico', in cui i soci si spartiscono i benefici a seconda delle quote di azioni; il federalismo degli stati si è trasformato in "federalismo degli esecutivi"; le stesse istituzioni europee sono frammentate al loro interno in gruppi nazionali di funzionari che, anziché badare al bene comune, ubbidiscono ai governi dei paesi di origine; al termine di ogni consiglio europeo non c'è una dichiarazione comune, ma in ventotto stanze separate ogni capo di Stato o di governo espone la propria versione sugli accordi raggiunti; lo stesso succede al Parlamento Europeo dove i deputati, di qualsiasi gruppo politico a cui appartengano, vengono convocati dai propri governanti nazionali che li incalzano perché salvaguardino gli interessi del proprio paese. Pertanto, occorre oggi rifarsi al vigore morale dei padri fondatori dell'Europa, Adenauer, De Gasperi e Schuman, e incominciare a riorganizzare l'Europa, a cui non servono leader, ma necessita invece di modelli da seguire e di ideali che possono unire. Questo è il momento delle comunità locali europee. E' il nostro turno. Muoviamoci.