tunisia

annuncio pubblicitario
TUNISIA
Superficie: 164.150 kmq
Popolazione: 9.586.000
Densità: 58 ab/kmq
Capitale: Tunisi
Forma istituzionale: Repubblica Presidenziale
Membro di: Lega Araba,OCI,ONU,OUA,Associato UE
Unità Monetaria: Dinaro Tunsino(TD)
Lingua: Arabo(ufficiale), Francese
Religione: Musulmani (99%), Cristiani (0,3%), Ebrei (0,1%)
ECONOMIA
La situazione macroeconomica della Tunisia è oggi fragile per via di una crescita asfittica incapace
di venire a capo al disagio sociale legato alla disoccupazione e alle disparità regionali. La debole
crescita dipende, da un lato, da fattori esogeni quali la contrazione dell’interscambio con i partner
commerciali europei e un contesto regionale che impatta negativamente sull’immagine del Paese, in
particolare sul settore turistico. Dall’altro lato, tra i fattori endogeni, il calo dell’export di fosfati a
causa delle perduranti agitazioni sindacali nel bacino di Gafsa (che ha registrato nel 2015 un calo di
produzione di oltre il 60% rispetto al 2010) ha contribuito al rallentamento dell’economia.
Malgrado qualche segno di miglioramento relativo alle attività manifatturiere, ai servizi e ad una
recente lieve ripresa dell’industria dei fosfati rispetto all’anno scorso, gli equilibri finanziari sono
delicati a causa di finanze pubbliche in gravi difficoltà. La Tunisia si trova, ha recentemente
dichiarato il Ministro dello Sviluppo, dell’Investimento e della Cooperazione internazionale,
Abdekefi, in uno “stato d’emergenza economica”. Più in dettaglio, la crescita (sui primi tre
trimestri) è stata soltanto dell’1,3%. Per la fine dell’anno 2016, è stimata una crescita dell’1,4%. Più
favorevoli le previsioni della Banca Mondiale che stima la crescita al 2% per il 2016 (3% nel 2017 e
3,7% nel 2018). Questo ritmo resta tuttavia ancora insufficiente per contenere la disoccupazione
massiccia (pari al 15,5%), particolarmente elevata tra i giovani diplomati (oltre il 30%).
L’inflazione resta invece contenuta al 4% grazie ad una politica monetaria prudente.
Non è tanto il deficit, pari a 6,5% del PIL, a preoccupare gli osservatori ma la struttura della spesa
pubblica. Il debito pubblico, arrivato oggi ad oltre il 60% del PIL, è più che raddoppiato negli ultimi
cinque anni, passando da 25 miliardi di dinari (10 miliardi di euro) a 55 miliardi di dinari (oltre 22
miliardi di euro). Il fardello maggiore resta la massa salariale della funzione pubblica, più che
raddoppiata a partire dall’inizio della transizione, passata da 6 miliardi di dinari (2,5 miliardi di
euro) a oltre 13 miliardi di dinari (5,3 miliardi di euro). Essa pesa oggi il 14,5% del PIL, pari a circa
il 45% delle spesa pubblica.
È chiaro che, dopo anni di misure espansionistiche dal lato delle spese correnti di funzionamento, il
Governo ha al momento pochi margini di manovra sulle finanze pubbliche da poter indirizzare
verso gli investimenti a fini produttivi. Turismo e investimenti privati sono i fattori chiave per far
tornare a crescere le riserve in valuta che al momento coprono circa tre mesi di importazioni.
Secondo le cifre dell’ONTT (Ufficio Nazionale del Turismo), le entrate provenienti dal settore
turistico hanno registrato sui primi nove mesi 730 milioni di euro, segnando un calo dell’8%
rispetto allo stesso periodo del 2015. Se si prende come riferimento l’anno 2014, la riduzione è di
oltre il 34%.
1
Il graduale assottigliamento delle riserve ha portato la Banca Centrale di Tunisia (BCT) ad
abbandonare la politica del dinaro forte (da sostenere artificiosamente) e non intervenire sul
deprezzamento della valuta tunisina che, dall’inizio di gennaio scorso, si è svalutato di quasi l’11%
rispetto all’euro. Tuttavia, il deprezzamento del dinaro non pare aver finora sortito effetti positivi, in
termini di competitività, sulla bilancia commerciale e sulle esportazioni. La principale sfida che si
trova ad affrontare oggi la Tunisia è pertanto economica più che di sicurezza. La ripresa economica
sarà la pietra angolare per consolidare l’esperienza democratica.
L’instabilità della Libia si ripercuote sulla Tunisia che ha oggi bisogno di IDE e dunque della
fiducia degli imprenditori stranieri. Per intercettare un più sostenuto flusso di investimenti privati, il
Governo ha organizzato la Conferenza degli Investimenti “Tunisia 2020” (29-30 novembre 2016).
La Conferenza è stata l’occasione per mostrare l’immagine di un Paese che offre importanti
opportunità commerciali, sinceramente desideroso di rimettere in moto il flusso degli investimenti
stranieri e creare nuovi posti di lavoro, soprattutto attraverso uno sviluppo inclusivo nelle regioni
interne. Il 2017 dovrebbe dunque sancire l’inversione di tendenza per la ripresa economica.
RELAZIONI INTERNAZIONALI
I profondi legami del Paese con il mondo arabo continuano ad essere al centro della politica estera
tunisina. La Tunisia è stata, fino al 1990, sede della Lega Araba ed ospita tuttora una riunione
annuale dei Ministri dell’Interno dell'Organizzazione. La Tunisia pre-rivoluzione aveva da tempo
impostato la propria politica estera su una scelta strategica di partenariato con l’UE, di mediazione
nelle crisi regionali e di promozione dell'integrazione maghrebina.
Oggi si assiste a segnali di maggiore dinamismo, a cominciare dalla richiesta di una rimodulazione
dei rapporti con l’Unione Europea (anche nel contesto di una annunciata “differenziazione” dei
propri orizzonti di politica estera) e dal rafforzamento della presenza nello scacchiere regionale, con
particolare riguardo alle relazioni con la Turchia ed i Paesi del Golfo. Per la sua stessa posizione
geografica, la Tunisia è attivamente impegnata nell’ambito dell’integrazione sub-regionale, in
particolare nel quadro dell’Unione del Maghreb Arabo (UMA), non solo per motivi di sicurezza, ma
anche come presupposto di una più fattiva e profonda collaborazione con l’UE.
L‘integrazione del Maghreb costituirebbe per i tunisini un importante segnale politico e avrebbe
conseguenze economiche di rilievo, come l’avvio dei grandi progetti infrastrutturali, che potrebbero
costituire un ulteriore stimolo alla crescita economica e allo sviluppo degli investimenti esteri. La
Tunisia ha mantenuto negli anni una costante attenzione nei confronti dell’Africa sub-sahariana, in
un’ottica di stabilizzazione sub-regionale, anche in ragione della preoccupazione per i focolai di
instabilità presenti nella regione sahariana.
Il Paese continua a rappresentare un partner di primaria importanza per gli Stati Uniti nella regione.
Il Governo americano non ha mancato di assicurare il proprio sostegno alla “rivoluzione dei
gelsomini” e alla delicata fase di transizione in atto, anche con importanti aiuti economici. La
Tunisia è chiamata, da parte americana, a svolgere un ruolo funzionale alla stabilizzazione della
regione nell’ambito del più ampio teatro strategico del “Grande Medio Oriente”. Sempre nel
contesto di uno stretto rapporto con l’Occidente, è da segnalare l’attenzione rivolta da Tunisi agli
aspetti della sicurezza e alla cooperazione con la NATO.
Per quanto riguarda la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo aver, in un
primo tempo, appoggiato le aspirazioni di Germania e Giappone nel quadro di una formula che
prevedesse l’attribuzione di seggi permanenti anche a Paesi in via di sviluppo, la Tunisia si è
allineata alla posizione comune africana (il c.d. “Consenso di Ezulwini”, che prevede l’istituzione di
2
sei nuovi seggi permanenti con diritto di veto, di cui due da attribuire al Gruppo Africano, e cinque
nuovi seggi non permanenti) e sostiene la necessità di una maggiore rappresentanza per il
continente africano in CdS Per la Tunisia il continuo sviluppo e rafforzamento delle relazioni con
l’UE costituisce una scelta strategica, come confermato ai più alti livelli anche dall’attuale Governo.
Il coronamento di questa ambizione è giunto con la firma, il 19 novembre 2012, dell’Accordo
Politico sul Partenariato
Rapporti con l’Italia
La Tunisia ha sempre presentato caratteristiche ideali per gli investitori italiani, grazie alla
vicinanza geografica, ad una normativa particolarmente favorevole in materia di incentivi ed al
basso costo dei fattori di produzione. La Tunisia rappresenta un ponte per l’Italia sul Mediterraneo,
una piattaforma produttiva naturale per le imprese italiane impegnate a diversificare le proprie
attività e a penetrare nuovi mercati (soprattutto in Nord Africa, Golfo e Africa francofona).
L'Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia con un saldo commerciale in attivo. Siamo il
secondo cliente e il secondo fornitore della Tunisia, con un interscambio bilaterale nel 2015 pari a
circa 5 miliardi di euro. Storicamente, l’Italia è anche il secondo investitore in Tunisia (con una
quota di mercato pari al 16%). In Tunisia, la presenza delle aziende italiane è forte e ben radicata.
Nonostante le difficoltà di questi ultimi anni, esse hanno mantenuto le loro posizioni, spesso
incrementandole. Secondo le statistiche delle competenti Agenzie nazionali (API e FIPA), risultano
attive nel Paese oltre 800 imprese (la maggior parte delle quali sono società totalmente esportatrici,
off-shore).
Le imprese italiane installate in Tunisia (miste, a partecipazione italiana o a capitale esclusivamente
italiano) impiegano oltre 60mila persone e rappresentano quasi un terzo del totale delle imprese a
partecipazione straniera. La maggior parte di esse è concentrata nella Grande Tunisi e nelle regioni
costiere. Tuttavia, grazie ad una manodopera qualificata presente sull’intero territorio, le imprese
italiane si stanno situando sempre più nelle regioni interne. Esiste un elevato grado di integrazione
tra le imprese italiane presenti in Tunisia.
Sono intensi anche i rapporti consortili con il tessuto industriale locale, alla pari di un’apprezzata
specializzazione settoriale dei giovani quadri tunisini che forniscono un apporto sostanziale allo
sviluppo delle aziende italiane in Tunisia. Una serie di riforme strutturali in campo economico,
come ad esempio la modernizzazione delle dogane (riduzione dei dazi doganali; eliminazione dei
diritti di consumazione su molti beni; dematerializzazione delle procedure) e un nuovo codice degli
investimenti, sono in cantiere per ristabilire un clima d'affari più efficiente, ispirato a sani criteri di
concorrenza, per ripristinare la fiducia degli investitori.
Una legge sul partenariato pubblico-privato è stata approvata a fine 2015. Una normativa di
dettaglio è attesa sulle energie rinnovabili per permettere l’accesso di operatori privati nel settore. E'
stato ultimato un ambizioso Piano strategico di sviluppo quinquennale 2016-2020, ispirato a
principi di crescita inclusiva e sviluppo sostenibile, che prevedrà, tra le altre cose, una serie di
progetti infrastrutturali e d’investimento, pubblici e privati, considerati prioritari per lo sviluppo del
Paese e la riduzione della disoccupazione.
L’Italia è presente nel settore manifatturiero, costruzioni e grandi opere, componentistica
automotive, bancario, trasporti, meccanico, elettrico, agro-alimentare, farmaceutico. Significativa
anche la rilevanza del settore energetico, in quanto in Tunisia passa il gasdotto TTPC che collega
Italia e Algeria. Aziende italiane si sono aggiudicate importanti commesse per Grandi Lavori nelle
infrastrutture (autostrade, rete ferroviaria veloce, centrali elettriche e altro). Il settore merceologico
3
con maggiore presenza di imprese italiane resta quello del tessile/abbigliamento, con la presenza sia
di piccole e medie imprese che di noti gruppi industriali.
La Tunisia continua a rappresentare per il nostro Paese una perdurante priorità, circostanza ribadita
nel corso delle ricorrenti visite politiche succedutesi dalla Rivoluzione ad oggi. Analogamente, è
chiara alle Autorità tunisine l’esigenza di rassicurare gli imprenditori stranieri sul miglioramento del
clima d’affari nella nuova Tunisia e, per quanto riguarda le imprese italiane, sulle opportunità di
investimento e partenariato che verranno offerte al nostro Sistema-Paese. il ripristino e la tenuta di
condizioni di sicurezza adeguate sono le premesse necessarie per garantire la continuità e il
consolidamento di una presenza economica straniera significativa, nonché l’entrata di potenziali
nuovi investitori nel Paese.
IL SETTORE AGRO-ALIMENTARE IN TUNISIA
Il Ministero dell’agricoltura
Il Ministero dell’Agricoltura e delle Risorse Idriche ha come principale scopo quello di eseguire, in
coordinamento con i Ministeri interessati, la politica dello Stato nei settori agricolo e ittico, di
monitorarne la promozione e di favorire la creazione di un clima favorevole per il suo sviluppo. Il
Ministero è incaricato di assicurare la mobilitazione di tutte le risorse naturali disponibili, di
realizzare tutti i lavori infrastrutturali miranti alla conservazione del patrimonio fondiario, di
conservare gli elementi di produzione e di sostenerli in favore di uno sviluppo agricolo generale e
continuo. (fonte: min.agric.)
Le aziende pubbliche sotto tutela del Ministero sono:
 Agenzia dei porti e delle apparecchiature da pesca (APIP)
 Agenzia fondiaria agricola (AFA)
 Agenzia per la promozione degli investimenti agricoli (APIA)
 Centro Nazionale degli studi agricoli (CNEA)
 Fondazione nazionale per il miglioramento della razza equina (FNARC)
 Società nazionale della protezione dei vegetali (SONAPROV)
 Società nazionale di sfruttamento e distribuzione delle acque (SONEDE)
 Società di sfruttamento del canale e delle derivazioni delle acque del nord (SECADENORD)
 Società tunisina di avicoltura (SOTAVI)
 Ufficio dei cereali (OC)
 Ufficio delle Terre Demaniali (OTD)
 Ufficio nazionale dell’olio (ONH)
 Ufficio dell’allevamento e del pascolo (OEP)
 Ufficio dello sviluppo silvo- pastorale del Nord-Ovest (ODESYPANO)
La Tunisia occupa una posizione geografica strategica che gli permette di stabilire dei legami diretti
con i Paesi dell’Unione Europea ed i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. Tunisi è a 3 ore di
volo dalla maggior parte delle capitali europee (1 ora da Roma). In linea con la sua tradizione
millenaria di apertura verso l’esterno, la Tunisia già dagli anni ’70 a scelto la strada della
liberalizzazione dell’economia. Sono state cosi’ adottate riforme orientate a dinamizzare ed
incoraggiare l’iniziativa privata.
Vari fattori concorrono a rendere la Tunisia un Paese « attraente » per gli investitori:
4








La prossimità ai mercati dell’UE e degli altri paesi vicini: ció permette la riduzione dei
costi di trasporto e di accorciare i tempi di consegna;
Costi di mano d’opera e di spese fisse : i costi della mano d’Opera e le spese fisse sono
molto bassi rispetto agli standard europei ;
Esistenza di accordi internazionali: la Tunisia ha sottoscritto con molti Paesi limitrofi
accordi di promozione e protezione degli Investimenti e di doppia imposizione;
Une legislazione fiscale stimolante per gli investitori: anche se il nuovo Codice degli
investimenti, appena approvato, non ha mantenuto le stesse facilitazioni per le imprese offshore, previste nella vecchia edizione, alcuni vantaggi sono comunque rimasti.
Delle strutture di sostegno: La Tunisia ha creato delle agenzie di sostegno allo sviluppo
degli Investimenti;
Un sistema di trasporto sviluppato : la Tunisia puó contare su 8 porti, 7 aeroporti e più di
32.000 chilometri di rete stradale.
Una moderna rete di telecomunicazioni: sono stati effettuati importanti investimenti per
lo sviluppo di un sistema di telecomunicazioni moderno e che copre tutte le regioni del
Paese. Inoltre sono disponibili servizi di telefonia (fissa e mobile), Swift ed Internet a
condizioni molto vantaggiose.
La disponibilità di alcune linee di credito : la Tunisia ha negoziato con alcuni Paesi delle
linee di credito (l’Italia ne ha recentemente sottoscritta una di 73 milioni di Euro).
L’Agenzia per la promozione degli investimenti agricoli (APIA)
In materia di investimento, l’Agenzia per la promozione degli investimenti agricoli (APIA),
contribuisce a concretizzare gli orientamenti generali del Governo nei campi dell’agricoltura, della
pesca, dell’agro-alimentare e dei servizi attinenti.
Missione dell’Agenzia di Promozione degli Investimenti Agricoli (APIA) è quella di promuovere
l’investimento privato in modo da accrescere la produzione e di migliorare la produttività delle
aziende agricole, ittiche e dei servizi legati a tali settori. I servizi dell’APIA si rivolgono agli
agricoltori, ai pescatori, agli investitori tunisini e stranieri e ai giovani promotori. Tali servizi
prevedono la:
 Concessione di vantaggi finanziari e fiscali previsti dal Codice per la promozione degli
investimenti ai promotori dei progetti agricoli, ittici e dei servizi legati a tale settore e alla
prima trasformazione dei prodotti agricoli
 Identificazione di opportunità d’investimento in progetti da promuovere agli operatori
privati tunisini e stranieri contribuendo così alla realizzazione degli obiettivi nazionali del
settore agricolo
 Assistenza ai promotori nell’individuazione dell’investimento e durante la fase della
realizzazione del progetto
 Opportunità di partenariato di operatori stranieri con i loro omologhi tunisini in prospettiva
di promuovere gli scambi commerciali e i progetti in partenariato
 Organizzazione di manifestazioni economiche, seminari, giornate d’informazione e incontri
di partenariato
 Partecipazione alle fiere e saloni specializzati in Tunisia e all’estero
 Formazione di giovani promotori agricoli e assistenza durante le fasi d’identificazione, di
studio e di realizzazione di loro progetti.
fonte APIA
5
Incoraggiamenti agli investimenti e al partenariato
In materia di investimento privato, l’APIA contribuisce a realizzare gli orientamenti generali nel
campo dell’agricoltura, della pesca, dell’agro-alimentare e dei servizi attinenti a tale settore.
Gli investimenti nell’agricoltura e nella pesca possono essere realizzati liberamente, conformemente
alla legislazione e alla regolamentazione in vigore. I progetti d’investimento devono essere descritti
in una dichiarazione da depositare presso i servizi dell’APIA.
Gli stranieri residenti o non residenti possono investire liberamente nello sfruttamento dei terreni
agricoli attraverso l’affitto degli stessi, anche per lunghi periodi. Tuttavia, tali investimenti non
possono in nessun caso comportare l’appropriazione dei terreni.
Gli incoraggiamenti previsti dal Codice sono accordati sotto forma di incentivi fiscali e finanziari.
Beneficiano degli incoraggiamenti previsti dal codice di promozione degli investimenti, a titolo di
sviluppo agricolo, gli investimenti volti a:
 utilizzare le risorse naturali disponibili in prospettiva di aumentare la produzione agricola e
la pesca;
 modernizzare il settore dell’agricoltura e della pesca e il miglioramento della sua
produttività;
 trasformare le produzioni agricole, della pesca;
 supportare i servizi legati alla produzione agricola e alla pesca
L’AGRICOLTURA
L’agricoltura continua ad occupare un posto importante nell’economia nazionale. Essa permette
infatti di soddisfare il fabbisogno di oltre 10 milioni di persone, alimentando anche un importante
flusso di esportazioni. Secondo recenti dati dell’APIA essa genera circa il 12% del PIL tunisino.
Il settore, che non risulta essere propriamente “performante” é oggetto di una particolare attenzione
da parte delle autorità locali che vogliono tendere all’autosufficienza alimentare per alcuni prodotti
strategici come il grano duro, il latte, le carni, ecc. e intendono innalzare gli standard qualitativi per
permettere una crescita sostenuta delle esportazioni.
In virtu’ degli accordi internazionali che hanno previsto la liberalizzazione del commercio dei
prodotti (accordo bilaterale con l’Unione Europea o, a livello multilaterale nell’ambito dell’OMC),
anche il settore agricolo tunisino é chiamato ad un confronto diretto con merci provenienti
dall’estero. Pertanto il comparto dovrà favorire l’introduzione delle più recenti tecniche di
produzione, adattandole sia alle esigenze del mercato interno, sia a quelle dei mercati esteri.
Sono infatti previste misure di sostegno finalizzate alla diversificazione degli sbocchi commerciali,
interventi a supporto della produttività e della qualità, misure di rafforzamento degli attuali sistemi
di trasformazione, stoccaggio e trasporto.
Praticamente conclusi gli sforzi governativi tunisini per la modernizzazione dell’Industria, é
intenzione del governo rivolgere la propria attenzione al settore agricolo, attualmente per renderlo
competitivo e permettere un progressivo abbattimento dei dazi doganali anche in questo comparto.
Gli standard di igiene e di qualità non sono particolarmente elevati ma vi sono grandi prospettive di
sviluppo. Il settore diventa pertanto sufficientemente interessante per le aziende italiane che abbiano
intenzione di avviare rapporti di collaborazione o per coloro che vogliano proporre i propri
macchinari, sia per la modernizzazione agricola che per la trasformazione dei prodotti alimentari.
6
Qui di seguito alcuni dati relativi al settore (Fonte APIA):





Gli investimenti agricoli in Tunisia rappresentano il 10% degli investimenti totali;
Gli operatori privati contribuiscono per il 57% degli investimenti del settore;
Gli investimenti agricoli rappresentano il 21% del PIL del settore;
Le esportazioni alimentari rappresentano l’11% delle esportazioni totali dei beni.
Le esportazioni alimentari rappresentano il 26% del PIL agricolo.
Negoziato DCFTA UE-Tunisia
Nel corso del CPC del 14 ottobre 2016 la Commissione ha fatto presente che la Comunicazione
congiunta su un rinnovato supporto dell’UE alla Tunisia (adottata il 29 settembre) contiene
numerosi risvolti commerciali, ancor più rilevanti se si tiene conto che la UE rappresenta lo sbocco
di quasi 2/3 delle esportazioni tunisine). Si tratta di un piano quinquennale che la Commissione
vorrebbe accelerare riducendo a 3 e in vista del DCFTA in corso di negoziazione, anche attraverso
una “liberalizzazione asimmetrica”.
In concreto, quindi una revisione del cumulo paneuromediterraneo per le regole d’origine e uno
sforzo sull’accesso al mercato AGRI. L’Esecutivo comunitario ha in sostanza evocato possibili,
limitate e temporanee “flexibilities” per venire incontro alle impellenti esigenze socio-economiche
del Paese, da tradurre in concreto lavorando insieme agli Stati membri (dunque ancora nulla di predefinito).
Nel dibattito sono prevalse posizioni di supporto “overall” pur con un richiamo alla attenzione sulle
regole d’origine (FR, IT, PL, ES) e sensibilità esplicite di alcuni paesi (PT, EL). L’Italia nello
specifico ha salutato il generale processo di sostegno ed accompagnamento alla stabilizzazione
tunisina, evocando nel contempo la necessità di costante e puntuale coinvolgimento del TPC (non
solo gruppo politico MaMa) anche in ragione delle sensibilità di alcuni settori produttivi nazionali.
La Commissione ha menzionato il possibile svolgimento del round (o di un incontro tecnico) il 12
dicembre a Bruxelles.
Introduzione di misure autonome a favore della Tunisia
Il PE, sciogliendo la riserva, ha approvato il 10 marzo 2016 a larga maggioranza (500 favorevoli,
107 contrari e 42 astenuti) il testo, già emendato, che a questo punto può considerarsi definitivo
nella stesura indicata nell’ordine del giorno. Risulta pertanto opportuno rammentare le significative
modifiche apportate al documento predisposto dalla Commissione UE: le misure di un contigente
olio di 35.000 tonn. saranno limitate ai due anni considerati (2016 e 2017), escludendo la possibilità
di proroghe, potrà essere importato solo olio originario dalla Tunisia, interamente ottenuto in loco e
successivamente trasportato nei Paesi UE e viene altresì prevista una valutazione di medio termine
da parte dell’esecutivo europeo, per verificare eventuali ricadute negative sulle produzioni
comunitarie.
COMMERCIO AGROALIMENTARE
Nel corso del 2015 le esportazioni di prodotti agroalimentari sono ammontate a 226,510 meuro con
un aumento del +74% rispetto al 2014.
7
I prodotti esportati di maggiore rilevanza sono stati: pesci vivi, pesci in salamoia, altre piante vive,
frumento, barbabietole da foraggio, prodotti della panetteria e pasticceria, confetture e gelatine,
preparazioni per alimentazione animale.
Le importazioni sono ammontate a 390.415 meuro in aumento del +125% rispetto al 2014.
I prodotti importati di maggiore interesse sono stati: pesci freschi o refrigerati, crostacei e molluschi
commestibili, pomodori freschi, ortaggi freschi, datteri e fichi freschi, olio di oliva 259,388 meuro
+368% pari a 85.263 tonn. +279% sul 2014, conserve di pesce, panelli residui estrazioni di oli.
Il saldo commerciale complessivo è ammontato a -163,905 meuro con un aumento della passività
del +279%.
Nel corso dei primi 9 mesi del 2016 le esportazioni di prodotti agroalimentari sono ammontate a
129,419 meuro con una riduzione del -33% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Le importazioni sono ammontate a 190,542 meuro in riduzione del -42% rispetto al 2015.
Il saldo commerciale è ammontato a -61,123 meuro con una riduzione della passività del -56%.
Si allegano le schede relative al commercio agroalimentare per i trienni 2013-2015 e 2014-2016
(gennaio-ottobre).
8
Scarica