ILO-Tunisia: la promozione di posti di lavoro di qualità
In un nuovo rapporto sulla situazione economica e la condizione dell’occupazione in Tunisia, l’ILO presenta
un’analisi approfondita dell’economia e del mercato del lavoro nel Paese e invoca una serie di misure per
rafforzare l’economia, creare posti di lavoro di qualità, aumentare i salari e promuovere l’uguaglianza e la
protezione sociale.
GINEVRA (Notizie dell’ILO) — Nel nuovo rapporto Tunisia: A New Social Contract for Fair and Equitable
Growth (“Tunisia. Un nuovo contratto sociale per una crescita giusta ed equa”) sulla situazione economica e
occupazionale della Tunisia, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) chiede massicci investimenti
per la creazione di posti di lavoro di qualità, soprattutto per i sempre più numerosi giovani disoccupati.
Il rapporto dell’Istituto Internazionale di Studi Sociali dell’ILO fa un’analisi approfondita dell’economia e il
mercato del lavoro in Tunisia e invoca una serie di misure per rafforzare l’economia, creare posti di lavoro di
qualità, aumentare i salari e promuovere l’uguaglianza e la protezione sociale.
In passato, l’economia tunisina era stata spesso elogiata per i suoi risultati macroeconomici e la sua
competitività, nonché per il suo sistema d’istruzione. Tuttavia, lo studio afferma che il Paese ha avuto una
crescita economica fondamentalmente diseguale.
“Nonostante la forte crescita economica e una forza lavoro molto istruita, l’economia non ha creato posti di
lavoro a sufficienza, né è riuscita a mantenerli”, ha dichiarato Raymond Torres, Direttore dell’Istituto. Il
rapporto asserisce che il tasso di disoccupazione giovanile in Tunisia (circa il 30%) era fra i più alti del
mondo, ma veniva trascurato con la motivazione che la crescita economica era forte.
“Il nuovo contesto politico rappresenta una grande opportunità per raggiungere una crescita inclusiva e
quindi la vera prosperità”, aggiunge il Sig. Torres. Questo significa affrontare una serie di debolezze
strutturali, fra cui:
• Un significativo deficit nella creazione di posti di lavoro di qualità: la forza lavoro è cresciuta da
meno di 3 milioni nel 1994 a circa 4 milioni nel 2010. Fra il 2004 e il 2007, sono stati creati 77.000 nuovi
posti di lavoro, la maggioranza dei quali poco qualificati.
• Una discrepanza fra i posti di lavoro creati e le competenze della manodopera: il tasso di
disoccupazione per i laureati è aumentato dal 14% nel 2005 a circa il 22% nel 2009, mentre nello stesso
periodo è diminuito per le persone senza istruzione.
• Pochi investimenti privati: nonostante i tassi di profitto in crescita, gli investimenti hanno registrato
una tendenza al ribasso fra il 1990 e il 2007. Gli investimenti privati come percentuale del PIL sono
diminuiti di 1,2 punti percentuali. La Tunisia è fra i tre paesi della regione dell’Africa del Nord e Medio
Oriente (insieme ad Algeria ed Egitto) che ha visto, in quel periodo, un calo degli investimenti espressi in
percentuale del PIL.
• Salari bassi: fra il 2004 e il 2007, la crescita annuale media dei salari reali è stata di appena il 2%,
dato inferiore alla crescita media annua della produttività vicina al 3% nello stesso periodo.
• Una forte emigrazione: si stima che il numero di lavoratori tunisini qualificati in Europa sia
raddoppiato negli anni novanta, una tendenza che è continuata negli anni duemila. In passato, la forte
emigrazione ha alleviato in parte la pressione esercitata sul mercato del lavoro tunisino, ma la crisi
globale ha reso più difficile l’accesso ai mercati del lavoro stranieri con un conseguente aumento delle
tensioni sociali interne al Paese.
• Persistenti disparità di genere: nel 2010, nonostante il miglioramento dell’istruzione, il tasso di
partecipazione al lavoro delle donne era solo del 24,8% rispetto al 69,5% per gli uomini; mentre, sempre
nello stesso anno, il tasso di disoccupazione per le donne era del 19% rispetto al 11% per gli uomini.
• Carenze in materia di protezione sociale: a titolo di esempio, nel 2008 la percentuale dei
disoccupati che ricevono sussidi era solo del 3%, l’equivalente di appena 13.000 persone.
Guardando al futuro, il rapporto afferma che “una serie di politiche sono state attuate dalle nuove autorità
(…), in particolare per quanto riguarda la disoccupazione giovanile”, ma aggiunge che questo slancio
dovrebbe essere utilizzato per affrontare le carenze del mercato del lavoro e per migliorare il dialogo
nazionale sulle questioni fondamentali.
Questi temi sono stati oggetto di discussione durante una giornata di studio organizzata in Tunisia il 28
settembre scorso dall’Istituto Nazionale del Lavoro e degli Studi Sociali (INTES), in collaborazione con
l’Associazione Tunisina di Diritto Sociale (ATDS) e con l’Associazione dei Laureati dell’INTES. Fra le misure
aggiuntive discusse nel corso dell’evento, è emersa la necessità di superare i vecchi schemi di sviluppo
incoraggiando investimenti privati più ampi e favorendo la creazione di posti di lavoro più solidi e sostenibili
attraverso politiche innovative che migliorino il livello tecnologico del paese e che valorizzino la manodopera
qualificata in Tunisia. È stata inoltre affrontata la questione del miglioramento dell’efficacia e della solvibilità
del sistema di protezione sociale, della promozione del dialogo fra datori di lavoro e lavoratori sui salari, i
diritti dei lavoratori e della creazione di un clima più favorevole agli investimenti.
“Mentre la Tunisia va avanti, si presenta un’opportunità unica per una nuova strategia socio-economica che
migliori le prospettive di lavoro e le opportunità di investimento per tutti, preparando così il terreno alla
crescita sostenibile”, ha concluso il Sig. Torres.