Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama

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LEZIONE MAGISTRALE DI TENZIN GYATSO
XIV DALAI LAMA
Sono davvero molto onorato nel ricevere questa laurea ad honorem in biologia. Certo
tutti sanno che io non sono un biologo e che anzi le mie conoscenze in questo campo
sono molto limitate. Credo però che la biologia sia molto importante. Vedete, io
spesso spiego che ci sono delle buone qualità negli esseri umani, quali l’affetto, la
compassione, per le quali di fatto credo che il fattore biologico sia il fattore chiave.
Non appena nasciamo, penso che la mente filosofica, la mente raziocinante… ma per
via della biologia, di fattori biologici, sviluppiamo immediatamente un senso di
vicinanza verso la madre e dipendiamo completamente dalla madre: fin tanto che ci
porta in grembo ci sentiamo felici e sicuri. Non appena viene separato dalla madre, il
figlio piange. Ecco, questi sono fattori biologici, perché noi abbiamo bisogno di taluni
tipi di emozioni che ci uniscano. Quindi io volevo chiedere a qualche scienziato…
come le tartarughe o le farfalle… vedete di solito le madri depongono le uova e poi se
ne vanno. I loro piccoli devono prendersi cura di se stessi. Per natura, la madre non
ha alcun senso di responsabilità, non si prende in alcun modo cura dei suoi piccoli.
Ecco quindi che i piccoli delle tartarughe o delle farfalle e le rispettive madri, se messi
gli uni insieme alle altre, non credo che siano in grado di dimostrarsi affetto reciproco.
Quindi in queste specie, i mammiferi e anche gli uccelli, la sopravvivenza dei piccoli
dipende completamente dalle cure di altri. Quindi proprio per questo fattore biologico
io credo che si vadano sviluppando talune sensazioni emotive positive. E così io
spesso mi avvalgo di questo fattore per capire meglio l’importanza della compassione.
Mi avvalgo spesso di questo fattore biologico e quindi forse per questo motivo mi
merito questa laurea ad honorem… Non saprei, non saprei… (applausi)
Ad ogni modo sono molto felice di vedere tutti i conferenzieri e molte persone che
pensano non solo al mio lavoro, ma al lavoro svolto – orma da oltre due decenni – da
un gruppo di persone, tra i quali alcuni scienziati e anche dei buddisti, tra cui ci sono
anche io. Noi portiamo con noi un valore, per due motivi. Il primo motivo è
semplicemente quello di ampliare le conoscenze dell’uomo in diversi campi. In alcuni
campi, la scienza moderna sembra essere fino a oggi quella cosa con la quale si
possono calcolare tutte le misure. Ma la mente e la coscienza non si possono misurare.
E’ un campo molto diverso, dunque. Nel frattempo, le emozioni sono sempre con
noi. Anche gli scienziati fanno esperienze emotive… Quindi per espandere le
conoscenze dell’uomo in tutti i campi, io promuovo la cooperazione tra il modo della
scienza moderna e gli antichi insegnamenti indiani. Non solo il buddismo, ma anche
l’induismo. Ci sono molte spiegazioni in merito alla mente e alle emozioni. E poi sia
l’induismo che il buddismo hanno, a mio modo di vedere, delle cose in comune, come
la pratica dello yoga e la meditazione. Quindi ho pensato che anche voi dovreste
interagire di più, perché potreste sviluppare delle nuove idee, nuove intuizioni. Quindi
questo è un primo motivo, un livello puramente accademico.
Ma poi c’è un’altra cosa. Nonostante la scienza e la tecnologia siano così progredite,
penso che la società umana abbia ancora molti problemi, molti problemi emotivi.
Quindi se per questo tipo di problema ci affidiamo solamente ai farmaci o a mezzi
esterni, io credo che la risposta non sia completa, dal momento che molti problemi
emotivi derivano non necessariamente da elementi fisici: /è l’uomo stesso/ che ha
creato taluni tipi di emozioni. In questo caso la realtà va trovata direttamente
all’interno della stessa emozione. Quindi l’antica tradizione indiana della mente, della
conoscenza della mente, delle emozioni, può essere utile quale rimedio ad alcuni
problemi emotivi. Poi però se prendiamo questo metodo, le antiche tradizioni
religiose, e ne prendiamo solo una citazione, facciamo affidamento su una sola
citazione – non è sufficiente. Dobbiamo esaminare, sperimentare, ricercare in maniera
scientifica. Quindi io la chiamo di solito etica circolare, non basata sul credo religioso,
sulla letteratura di marca religiosa o su entrambe le cose, ma piuttosto sulle ricerche,
sugli esperimenti condotti da scienziati attenti. Allora credo che possa essere più utile
per la collettività. E questo quindi il secondo motivo, per trovare un rimedio per i
nostri problemi emotivi attraverso queste tradizioni antiche – con la cooperazione
della scienza moderna. Questo è il secondo motivo.
Questa laurea ad honorem credo sia dunque una specie di riconoscimento per il
nostro operato e in particolar modo questa laurea ad honorem che giunge da
un’università che, per quanto mi è dato di capire, non è antica ma che tuttavia per la
sua sede, Roma, è il luogo in cui per migliaia di anni il pensiero e la filosofia sono stati
molto progrediti. Possiamo dunque vedere queste mura antiche, questi edifici antichi,
/…/ che ci ricordano che questo posto è molto antico e ha un patrimonio culturale
molto ricco – beh penso che questo vi sia stato già insegnato… Quindi mi sento
davvero molto onorato nel ricevere questa laurea ad honorem da parte di
un’università di Roma, che ha sede a Roma. Lo apprezzo davvero moltissimo. E
poi… E poi non so cos’altro dire! (risate e applausi)
Forse posso aggiungere qualcosa. Nel moderno sistema educativo non solo io, ma
anche i miei amici, abbiamo la stessa opinione: nella formazione moderna, la
cosiddetta formazione /…/, si presta attenzione solo alla mente o alle conoscenze del
futuro e non si presta abbastanza attenzione al lato più etico e morale. Quindi vorrei
approfittare di questo occasione per chiedervi la cortesia di pensare più a come
coltivare /il cuore/ – non la preghiera, non necessariamente la meditazione, ma
ragionare sulla base delle scoperte scientifiche. Se il cuore è più compassionevole, il
cervello funziona più normalmente, più efficacemente, e in questo modo si può
vedere la realtà con maggiore chiarezza. Se la nostra mente è troppo agitata, allora non
riusciamo a vedere la realtà come si deve. Quindi una mente calma è essenziale per
conoscere la realtà. Di solito la chiamiamo oggettività. E’ molto importante. Per
conoscere la realtà, la ricerca obiettiva e imparziale è estremamente essenziale. Questa
è una cosa. La seconda è la mente più compassionevole. Di solito gli scienziati oggi
hanno cominciato a scoprire che una mente più calma - e credo che questo sia molto
importante - aiuta a mantenere il nostro sistema immunitario. Emozioni distruttive
come la paura, l’odio, la rabbia, di fatto indeboliscono il nostro sistema immunitario.
Quindi anche dal punto di vista della salute la compassione è una cosa molto positiva.
Quindi la compassione, non presa come materia religiosa, ma semplicemente come un
elemento importante per la felicità della nostra vita. Ecco… (applausi) Ecco, volevo
dirvi questo, che di solito chiamo “etica secolare”. Secolare non significa rifiuto della
religione, della fede. Secolare, secondo gli indiani, significa rispettare tutte le religioni e
anche rispettare chi non crede. Vedere tutti come un fratello o una sorella. Grazie!
(applausi)
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