Emottisi negli apneisti Danilo Cialoni Apnea Academy research DAN Apnea Research Task force Fattori predisponesti Gli studi a cui si accennava hanno anche cercato di valutare se i soggetti colpiti avessero delle caratteristiche comuni che predisponessero allo sviluppo del fenomeno. E’ emerso che l’emottisi dell’apneista non si associa a nessuna caratteristica biometrica (atleti alti, bassi, magri oppure soprappeso sono colpiti con la stessa frequenza) anche nel caso di patologie croniche dell’apparato respiratorio (come Asma), oppure di abitudini come quella del fumo di sigaretta, non sono emerse particolari predisposizioni. Continuando ad indagare però i ricercatori hanno scoperto che i soggetti con difficoltà di compensazione, così come coloro che sviluppavano forti contrazioni diaframmatiche presentano la patologia molto più spesso rispetto al campione di confronto. Questi dati in un primo momento di difficile interpretazione sono divenuti sempre più comprensibili a mano a mano che nuovi test spiegavano il meccanismo con cui si sviluppa il fenomeno. Il dato più interessante è che i casi aumentano sensibilmente con l’aumentare della profondità operativa del subacqueo, condizione in cui ovviamente si ha un aumento della pressione ambiente e del blood-shift. Aumento della pressione ambiente, sforzi durante la manovra di valsalva per compensare, contrazioni diaframmatiche, tensioni muscolari della regione toracica sono tutte condizioni che aumentano la pressione intratoracica. Sembra quindi, in linea con quanto emerso in situazioni analoghe in altri sport, che il meccanismo che genera il fenomeno sia legato ad un aumento della pressione nel circolo polmonare. (link papers altri sport) Questa situazione determina una sindrome da stress dei capillari polmonari con stravaso di liquidi ed in particolare di globuli rossi. Si tratta di un fenomeno molto studiato in altre condizione come l’esposizione alle alte quote, oppure gli sforzi estremi sia negli uomini che negli animali ma ancora poco indagato in ambiente iperbarico. (link West) Il lavoro più diretto nel confermare la predisposizione al fenomeno è ancora una volta opera di AAR nella stimolante collaborazione con DAN Research. I ricercatori infatti hanno eseguito una serie di test genetici su polimorfismi sospettati di potersi associare al fenomeno. Il risultato è stato sorprendente ed ha confermato che esistete una predisposizione genetica legata proprio a varianti genetiche che sintetizzano enzimi legati al controllo della pressione tramite meccanismi di controllo del tono muscolare vascolare. L’ossido nitrico è uno di questi elementi e rappresenta adesso uno dei maggiori investigati nello studio della predisposizione al fenomeno. (link nostri lavori)