Guerre di religione e conflitti tra potenze Nel 1555 era stata stipulata la Pace di Augusta, fra Ferdinando d'Asburgo, in rappresentanza di suo fratello l'Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e la Lega di Smalcalda, l'unione dei principi protestanti tedeschi. Questa pace sancì ufficialmente la divisione di fatto della Germania tra cattolici e luterani e sancì il principio del cuius regio eius religio, ovvero l'obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del principe del suo stato, sia essa protestante o cattolica. I prìncipi e le città libere avevano la facoltà di introdurre la fede luterana (lo jus reformandi) nel loro territorio, pur godendo degli stessi diritti degli stati cattolici all'interno dell'Impero. La popolazione di confessione diversa da quella del principe, sia che fosse cattolica oppure protestante, doveva adattarsi alla confessione del principe oppure emigrare. Tra gli anni '70 del XVI secolo e il 1648, l'Europa fu insanguinata da una serie ininterrotta di guerre di religione. Alla lotta religiosa tra cattolici e protestanti si intrecciò il conflitto tra gli Asburgo (che regnavano sulla Spagna e sull'Impero) e la Francia. Solo nel 1648, con la pace di Vestfalia, si raggiunse l'equilibrio religioso e tramonta definitivamente il sogno degli Asburgo di unificare l'Europa sotto la religione cattolica; mentre l'Impero si frammentava, la Francia diveniva la principale potenza europea. Francia In Francia, il contrasto tra cattolici e protestanti (gli ugonotti) è sempre più profondo e sprofonda in una guerra civile, il cui episodio più grave fu la notte di San Bartolomeo (nel 1572), quando migliaia di ugonotti, convenuti per una cerimonia, furono massacrati da popolani parigini, accanitamente antiprotestanti, sobillati dalle autorità. Il nuovo re Enrico III fu protagonista di un voltafaccia: si alleò con la fazione protestante (capeggiata da Enrico di Borbone) e fece assassinare Enrico di Guisa (capo della fazione cattolica). Dopo essere stato a sua volta pugnalato da un frate domenicano per vendicare Enrico di Guisa, Enrico III, in punto di morte, designò Enrico di Borbone come suo successore, a patto che si convertisse al cattolicesimo. Enrico di Borbone salì al trono come Enrico IV. A quel punto la Spagna di Filippo II mosse guerra alla Francia. La situazione si normalizzò dopo che il re francese si proclamò cattolico (1593) e nel 1598 promulgò l'Editto di Nantes, che sanciva un compromesso tra cattolici e ugonotti (agli ugonotti venivano concessi diritti politici e piena libertà di culto, ad eccezione della città di Parigi; inoltre, agli ugonotti venivano concesse 100 Piazzeforti nel paese). Guerra dei Trent'anni Di fronte alla politica di “tedeschizzazione” e cattolicizzazione perseguita da Ferdinando II d'Asburgo nuovo sovrano di Boemia e Ungheria, il popolo della Boemia si ribellò perché la politica di Ferdinando minacciava la convivenza fra le diverse religioni che fino ad allora era stata pacifica. Così nel 1618 una folla invase il Palazzo Reale a Praga, gettò dalla finestra due rappresentanti imperiali (defenestrazione di Praga). Seguì la protesta della nobiltà che dichiarò decaduto Ferdinando II e assegnò il trono boemo a al capo dell'Unione evangelica, il calvinista Federico V. Ma il controllo della Boemia era vitale per gli Asburgo. Il re di Boemia, infatti, era uno dei sette elettori dell'Imperatore. Poiché tre seggi erano controllati dai cattolici (i vescovi di Treviri, Magonza, e Colonia) e tre dai protestanti (i principi di Palatinato, Sassonia e Brandeburgo), l'elettore boemo era l'ago della bilancia nelle elezioni imperiali. Gli Asburgo non potevano rinunciare alla Boemia e pertanto iniziarono la guerra. Da questo episodio, dunque, prese avvio la guerra dei trent'anni che avrebbe interessato l'Europa per trent'anni. La Lega Cattolica1 e la Spagna si schierarono con gli Asburgo d'Austria; l'Unione Evangelica, invece, appoggiò i Boemi. I protestanti subirono una grave sconfitta nel 1620 e la Boemia fu sottoposta a una conversione forzata al cattolicesimo. In Germania l'imperatore pretese il rispetto della clausola della pace di Augusta che imponeva ai protestanti la restituzione delle terre confiscate alla Chiesa. Contemporaneamente riprende il conflitto tra Spagna e Olanda (1621). A sostegno dell'Olanda si schierarono Danimarca e Svezia, appoggiate finanziariamente da Inghilterra e Francia. Il conflitto assumeva una dimensione europea. La Danimarca fu rapidamente sconfitta mentre la Svezia resistette più a lungo (fino al 1634). Fu l'intervento della Francia di Luigi XIII e del suo ministro il cardinale Richelieu a riparire lo scontro. Preoccupata di essere accerchiata dalla Spagna e dall'Austria, nel 1635 la Francia dichiarò guerra alle monarchie asburgiche. Il conflitto non era più una guerra di religione (la Francia era cattolica), ma di egemonia. La Francia strinse un'alleanza con la Svezia e l'Olanda e concluse vittoriosamente nel 1648 la guerra dei Trent'anni, costringendo il nuovo imperatore Ferdinando III a firmare la pace di Vestfalia. Contro la Spagna però continuò a combattere fino al 1659. Pace di Vestfalia La pace di Vestfalia segnò il definitivo crollo del disegno politico e religioso asburgico di unificare l'Impero sotto il vessillo della religione cristiana e sancì la divisione della Germania in una miriade di staterelli autonomi. Gli Asburgo esercitavano ormai la loro sovranità solo sui domini ereditari di Austria, Boemia e Ungheria, mentre la Francia raggiungeva un'incontrastata egemonia continentale. La guerra dei Trent'anni, che concluse la lunga fase delle guerre di religione, ebbe conseguenze immediate gravissime: molte regioni europee subirono enormi devastazioni, le finanze degli Stati belligeranti furono ridotte allo stremo. Nel 1659 venne firmata anche la pace dei Pirenei che chiuse il conflitto fra Francia e Spagna (la pace fu garantita anche dal matrimonio tra Maria Teresa, figlia di Filippo IV di Spagna, ed il sovrano francese Luigi XIV). 1 Ducato di Baviera; Arcivescovati di Magonza, Colonia e Treviri; Vescovati di Augusta, Costanza, Spira, Strasburgo, Worms e altri.