Guerra dei Trent'anni 1618 – 1648 Scoppia in Boemia per motivi religiosi e nazionali, ma poi si trasforma in un vasto conflitto per la supremazia in Europa. Gli antefatti 1609 l’imperatore Rodolfo d’Asburgo concede la Littera maiestatis con cui consente libertà di culto ai calvinisti boemi 1612 Mattia d’Asburgo, fratello di Rodolfo, diventa imperatore (1608 re d’Ungheria, 1611 re di Boemia). Dopo un’iniziale periodo di tolleranza, Mattia comincia a rivedere la sua politica verso i protestanti fino ad abolire di fatto la lettera di maestà 1617 l’ultracattolico Ferdinando d’Asburgo (che come arciduca di Stiria aveva già compiuto persecuzioni ai danni dei protestanti) diventa re di Boemia (1618 re d’Ungheria, 1619 imperatore come Ferdinando II) I fase (boemo-palatina): 1618 Ferdinando fa abbattere alcune chiese protestanti. La defenestrazione di Praga è il primo atto della rivolta: la Boemia, in cui già predominavano sentimenti antitedeschi e anticattolici, si ribella all'elezione di Ferdinando di Asburgo, rigidamente cattolico e cugino dell'imperatore, e offre la corona al pritestante Federico V, principe del Palatinato. Appoggiato da Massimiliano di Baviera (il capo della Lega cattolica dei principi tedeschi, a sua volta appoggiata dalla Spagna) Ferdinando doma gli insorti anche in seguito alla scarsa partecipazione dei principi protestanti. II fase (danese): il potente ministro di Filippo IV di Spagna, il duca di Olivares, persegue un progetto di egemonia europea della Spagna, con l'appoggio dell'esercito imperiale guidato da Wallenstein, ma si scontra con la Danimarca (insidiata dalla ripresa della guerra contro le Provincie Unite), l'Inghilterra e la Francia (Richelieu teme un nuovo Carlo V). Vittoria imperiale. III fase (svedese): lo spostamento del conflitto a Nord e l'occupazione imperiale di importanti porti del Baltico allarmano la Svezia, mentre anche fra i principi cattolici tedeschi diffidano delle mire personali di Wallenstein e dei possibili disegni assolutistici imperiali. Dopo alterne vicende, nuova vittoria delle truppe imperiali sugli avversari stranieri e sui principi protestanti tedeschi. IV fase (francese): il conflitto con la Francia diventa predominante, e si estende fino a coinvolgere la capacità di resistenza dell'intera struttura economico-sociale. L'imperatore, stremato, firma la pace di Vestfalia (1648), mentre la sola Spagna continuerà inutilmente la guerra per un altro decennio. Conseguenze: — fine del reale potere imperiale sulla Germania, duramente provata sul piano economico-sociale e politicamente soggetta all'autorità dei singoli principi — affermazione della Francia come massima potenza del continente — pesantemente ridimensionato il ruolo della Spagna, che si avvia a un processo di irreversibile decadenza. — l'Olanda, già autonoma e sempre più ricca, ottiene dalla Spagna il formale riconoscimento della propria indipendenza (ma la sua ascesa come potenza commerciale e marittima la porterà ben presto a scontrarsi con l'Inghilterra) — la Svezia consolida la propria egemonia sul Baltico. Per approfondire la pace di Vestfalia (1648) I trattati firmati separatamente a Münster e Osnabrück (città della Vestfalia) posero fine alla guerra dei Trent’anni e alla guerra degli Ottant’anni tra Spagna e Province unite Principali conseguenze religiose: fine delle guerre di religione in Europa (successivi conflitti solo per motivi politici) riconferma pace di Augusta estensione tolleranza ai calvinisti sanatoria territori ecclesiastici contesi fra cattolici e protestanti (1624) politiche: compensi territoriali alla Francia (città di Metz, Toul, Verdun; Lorena e parte dell’Alsazia) rafforzamento del potere dei prìncipi del Sacro Romano Impero (piena sovranità territoriale) corrispondente declino dell’autorità imperiale sui principi dell’Impero riconoscimento formale da parte della Spagna dell’indipendenza della repubblica delle Province Unite accrescimento territoriale del Brandeburgo (futuro regno di Prussia), che acquista Pomerania orientale e altri territori compensi territoriali alla Svezia che rafforzano la sua egemonia sul mar Baltico nuovo ordine internazionale: con il trattato di Vestfalia si inaugurò un sistema in cui gli Stati si riconobbero tra loro proprio e solo in quanto Stati, al di là della fede dei vari sovrani. Assunse dunque importanza il concetto di sovranità statale e nacque una comunità internazionale regolata da rapporti giuridici e diplomatici nel senso moderno del termine. La pace di Vestfalia non pose fine alla guerra tra Francia e Spagna, che terminò solo con la Pace dei Pirenei del 1659, con cui la Spagna cedé alla Francia sia una parte dei Paesi Bassi ancora in suo dominio, sia alcuni territori nella zona dei Pirenei (che assunsero il ruolo di confine fra i due Stati). La pace pose inoltre le premesse per il trapasso dinastico che si sarebbe realizzato qualche anno dopo, con l’ascesa al trono di Spagna della dinastia dei Borboni nell’anno 1700.