A tu per tu con il veterinario I DISTURBI DELLA PROSTATA I disturbi della ghiandola prostatica sono molto frequenti nel cane. I soggetti colpiti da malattia prostatica sono cani maschi con un range di età compreso dall’anno di vita all’età senile, indipendentemente dalla mantenuta attività sessuale degli stessi o alla totale assenza di accoppiamenti.Tali disturbi sono rappresentati da: prostatite batterica, iperplasia prostatica benigna, metaplasma squamosa, ascesso prostatico, cisti prostatica , paraprostatica e neoplasia prostatica. I segni clinici di queste patologie sono molto sovrapponibili e comunque tutti portano a ingrossamento della ghiandola prostatica. Le manifestazioni cliniche più comuni sono:tenesmo rettale, stillicidio di urina dall’uretra lontano dalla minzione, perdita di sangue dal pene indipendentemente dalla minzione (ematuria) e infezioni del tratto urinario ricorrenti. Inoltre si osservano segni aspecifici quali febbre, malessere e dolore nella parte caudale dell’addome più marcatamente visibili in caso di neoplasia prostatica o d’infezione batterica, infertilità ostruzione uretrale. Ricordiamo che l’adenocarcinoma prostatico può indurre alterazioni dell’andatura secondari a metastasi alle vertebre lombari e al bacino. DIAGNOSI Generalmente i segni clinici sono sufficienti alla localizzazione e alla identificazione di un processo patologico a carico della prostata ma non a differenziarne le varie affezioni. L’esame clinico della prostata si effettua mediante palpazione addominale e rettale. Entrambe le palpazioni (transrettale preferibilmente) permettono di valutarne il volume, la simmetria, la forma, la consistenza e presenza o assenza di disagio del soggetto. Normalmente per una corretta diagnosi di una malattia prostatica si ricorre a indagini radiografiche addominali, indagini ecografiche, esame citologico della prostata ecoguidato, esame delle urine completo con esame batteriologico delle stesse, a necessità biopsia ecoguidata o in laparotomia. L’approccio radiografico addominale ci permette di valutare la posizione, la forma e le dimensioni dell’organo.Oltre a valutare direttamente la prostata, è consigliato valutare l’aspetto radiografico dei linfonodi sottolombari e delle ossa pelviche per evidenziare eventuali metastasi. L’esame ecografico è l’approccio diagnostico non invasivo di maggior utilità per il medico veterinario per indirizzarsi verso la diagnosi definitiva: fornisce infatti dati ulteriori sulla omogeneità del parenchima prostatico, sulle dimensione, sul diametro uretrale (la ghiandola prostatica avvolge a manicotto l’uretra del cane). L’invasione e/o la distruzione dell’uretra che vengono quantificati con l’esame radiografico e ecografico sono immagini indicative di neoplasia prostatica. Ulteriori indagini non più d’avanguardia sono la Risonanza Magnetica, la Tomografia Assiale Computerizzata e la Scintigrafia. Affrontiamo adesso voce per voce tutte le patologie della prostata entrando nello specifico. IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA Si tratta di una modificazione del parenchima della ghiandola che risulta correlata all’età dell’animale e che determina un suo ingrossamento non associato a dolore. Nella maggior parte dei casi il proprietario dell’animale non riferisce alcun particolare problema precedente, presenza di scolo uretrale sanguinolento (ematuria), sangue nell’eiaculato, difficoltà di defecazione, feci nastriformi. L’esame radiografico conferma la presenza di prostomegalia, mentre quello ecografico mostra un interessamento diffuso di tutta la prostata. Con l’ecografia comunque vengono visualizzate strutture cistiche piccole e diffuse. Gli esami di laboratorio consigliati sono: un emogramma e un profilo biochimico che normalmente si presentano normali, le analisi delle urine invece possono dare risultati o evidenziare condizioni di ematuria. Sono assenti piuria e batteriuria a meno che il cane non abbia contratto una infezione batterica concomitante. Terapia: in caso di iperplasia benigna asintomatica qualsiasi trattamento può non essere necessario. L’approccio farmacologico consiste di antibiotici (enrofloxacina) e finasteride (composto sintetico che metabolizza rapidamente il testosterone). Quando il protocollo farmacologico ottiene risultati a corto medio termine la castrazione chirurgica è la terapia d’elezione per i cani che mostrano segni clinici continui. METAPLASIA PROSTATICA SQUAMOSA Il tumore testicolare delle cellule del Sertoli e /o terapie prolungate con estrogeni esogeni possono provocare una metaplasma squamosa dell’epitelio prostatico e di conseguenza una diminuzione del liquido prostatico all’interno del dotto della ghiandola. Tutto ciò comporta un aumento di volume della ghiandola prostatica con accumulo di liquido prostatico all’interno della stessa. I segni clinici possono essere sovrapponibili a quelli dell’ipertrofia benigna; contestualmente possono essere presenti altri segni di iperestrogenismo, quali ginecomastia (aumento di volume dei capezzoli e tessuti circostanti), femminilizzazione del soggetto. Tutti secondari a patologie ormonosecernenti causate da tumori testicolari o mal posizione nello scroto dei testicoli (criptorchidismo mono o bilaterale). Terapia: la terapia consiste nell’eliminazione della fonte di estrogeni con l’asportazione chirurgica del o dei testicoli patologici e/o l’interruzione dei farmaci estrogenici. PROSTATITE BATTERICA E ASCESSO PROSTATICO La ghiandola prostatica infettata da forme batteriche si può manifestare in forma acuta o cronica con la formazione di evidenti ascessi prostatici. La prostata presumibilmente già colpita da iperplasia cistica e metaplasma squamosa è sicuramente più a rischio d’infezione rispetto a una ghiandola normale. La più comune fonte d’infezione è la comune flora batterica uretrale è comunque possibile anche un’infezione per via ematogena. Normalmente in una prostata infetta vengono isolati i seguenti microrganismi: pseudomonas, E.coli, staphylococcus, streptococcus e proteus e occasionalmente mycoplasma. La prostatite batterica e/o ascesso prostatico, solitamente, ha un’insorgenza acuta con dolore addominale e scolo prepuziale emorragico. Il soggetto presenta ipertermia e dolore nell’area prostatica, contestualmente possono insorgere setticemia o endotossiemia. Possono essere colpite tutte le razze, ma si è potuto stabilire che nel doberman l’incidenza di queste patologie è superiore rispetto alle altre razze. Diagnosi: la diagnosi si basa sui riscontri dell’esame clinico, sull’esame di coltura del liquido prostatico e dell’urina. L’ecografia consente di distinguere in modo non invasivo una lesione prostatica cavitaria (ad esempio un ascesso) da altre che non lo sono. Ad esempio una prostatite cronica batterica. Per confermare la presenza di un ascesso, si può ricorrere all’esame citologico di parenchima prostatico prelevato mediante aspirazione con agosottile ecoguidato. Se si sospetta una raccolta suppurativa, bisogna evitare la biopsia per cutanea. Trattamento: gli antibiotici rappresentano il principale trattamento in caso di prostatite batterica. Per quanto riguarda prostatiti batteriche acute e ascessi prostatici l’approccio è diverso, queste sono gravi affezioni capaci di minacciare la vita del paziente, il trattamento dovrà essere tempestivo e aggressivo. Oltre agli antibiotici, può essere necessario ricorrere alla fluidoterapia per correggere la disidratazione e/o lo shock. Gli ascessi prostatici di grandi dimensioni vengono trattati efficacemente mediante drenaggio chirurgico. Il trattamento antibiotico in caso di prostatiti acute e ascessi prostatici va protratto per due/tre settimane. Una volta ottenuto il controllo del processo acuto della malattia si deve comunque prendere in considerazione la castrazione. PROSTATITE BATTERICA CRONICA Questa patologia prostatica può essere asintomatica, a eccezione di un infezione ricorrente del tratto urinario. La prostata può avere dimensioni normali oppure può presentarsi leggermente asimmetrica e più dura del solito e, il più delle volte, non dolente alla palpazione. I cani affetti da questa patologia di solito non hanno problemi ad eiaculare. La prostatite batterica cronica può essere difficile da risolvere. Si esegue normalmente come terapia la somministrazione a lungo termine di antibiotici con continue ripetute colture batteriche del materiale seminale per essere certi che non insorgano infezioni resistenti agli antibiotici. La castrazione è utile a scopo terapeutico. CISTI PROSTATICHE E PARAPROSTATICHE Le cisti prostatiche e paraprostatiche sono strutture uniche o multiple, rivestite di tessuto epiteliale che contengono liquido sieroematico. Le cisti sono di solito grandi e sono localizzate all’esterno del parenchima ghiandolare, ma adese all’organo mediante un peduncolo o aderenze. Queste cisti possono diventare estremamente grandi e dare dei sintomi come tenesmo in riferimento all’interferenza meccanica con i visceri addominali. Diagnosi: la diagnosi può risultare difficile senza l’ausilio di una cistografia o un ecografia con aspirazione della cisti ecoguidata. Il trattamento d’elezione consiste nell’escissione completa della cisti e l’omentalizzazione della stessa (introduzione dell’omento nella cavità lasciata vuota dalla cisti svuotata). NEOPLASIE PROSTATICHE L’adenocarcinoma prostatico è la neoplasia della prostata più comune nel cane, il tumore si osserva in cani anziani normalmente al di sopra degli 8 anni. Alcune volte un carcinoma delle cellule di transizione del tratto urinario può invadere la prostata. Entrambi questi tumori sono molto simili a livello della ghiandola prostatica. L’adenocarcinoma è localmente molto invasivo, colpendo prevalentemente i linfonodi sottolombari, delle ossa pelviche e delle vertebre lombari e a volte metastasi polmonari. In alcuni soggetti non si riscontrano segni clinici particolari, si manifesta tenesmo e feci nastriformi, stranguria, incontinenza urinaria, zoppia degli arti posteriori, letargia e scarsa resistenza agli sforzi fisici, anoressia, prostomegalia. Diagnosi: gli esami di laboratorio presentano un leucogramma infiammatorio, aumento dei valori ematici di fosfatasi alcalina, ematuria, piuria e presenza nelle urine di cellule epiteliali maligne. All’esame radiografico del torace si riscontrano noduli, in quello addominali si riscontrano ingrossamento dei linfonodi sottolombari, mineralizzazione del parenchima prostatico, focolai di osteolisi a carico delle vertebre lombari e ossa del bacino. A livello ecografico riscontriamo una iperecogenicità a focolai singoli o multipli, con asimmetria e irregolarità dei margini dell’organo. La cistografia con mezzo di contrasto può rivelarsi utile per differenziare patologie prostatiche da quelle a carico della vescica, utile ancora può essere la biopsia prostatica. TAC, RM e scintigrafia nel caso di neoplasia prostatica sono gli approcci diagnostici più appropriati per la valutazione di metastasi localizzate o sistemiche. Terapia: la prognosi dei pazienti affetti da neoplasia prostatica è sempre grave. La prostectomia si usa solo se la patologia è localizzata, la castrazione può determinare un rallentamento temporaneo dell’avanzare della patologia o una parziale remissione. Ricordiamo però che la maggior parte degli adenocarcinomi non è sensibile agli ormoni androgeni. La radioterapia, la chemioterapia e i trattamenti ormonali si sono dimostrati parzialmente utili ai fini del miglioramento della durata e qualità della vita del soggetto Dott. Andrea Villa VLP Milano Dott. Davide Corti VLP Milano