Il calcolo proposizionale Le formalizzazioni precedenti del sillogismo aristotelico e del ragionamento per assurdo ci inducono a costruire un metodo di analisi sufficiente a verificare la verità o meno di quelle argomentazioni che possono essere suddivise in proposizioni logicamente valide, le quali possano assumere in modo assolutamente deterministico valore vero (V) o falso (F). Ad esempio posso formalizzare “se la terra vola allora la terra è alata” in AB, benché l’esempio reale sia piuttosto balzano! Questo fatto, che la proposizione è un lektòn, cioè una mera espressione verbale, un espediente sintattico che non trova corrispondenza nella realtà, è uno dei risultati a noi pervenuto dalla dottrina degli Stoici. Gli esempi quindi vanno presi per quello che sono: esempi del “comportamento” delle proposizioni, non della realtà. Ma come possiamo tradurre le argomentazioni, costituite da proposizioni logicamente valide connesse tra loro, in un metalinguaggio proprio della logica? E come traduciamo tali connessioni, proprie del linguaggio comune? Qual è, insomma, la sintassi della logica? E’ possibile verificare la verità o meno delle argomentazioni al variare dei valori (V o F) assunti dalle singole proposizioni che la compongono tramite uno specifico calcolo?… Dobbiamo ora tradurre le connessioni sintattiche del linguaggio comune nei corrispondenti connettivi logici, come già è in parte avvenuto negli esempi esposti: l’intersezione () e l’implicazione (), viste nel sillogismo aristotelico e nel ragionamento per assurdo, nonché la negazione () e l’unione (). 1 L’intersezione logica Cosa succede a due proposizioni A e B, unite da un’intersezione: AB? Costruiamo una tabella aiutandoci con un diagramma di Venn ove la parte al centro rappresenta l’intersezione tra A e B: AB. A B La tabella, che seguirà, si commenta da sola se si guarda il grafico e contemporaneamente si pensa all’intersezione come alla presenza simultanea o meno di due realtà: se (e solo in questo caso) esse sono entrambe vere allora hanno una verità che le accomuna, altrimenti basta che una delle due è falsa per essere falsa l’intersezione, cioè la realtà comune. Facciamo un esempio: “piove e tira vento”. Se non piove o/e se non c’è vento la frase è falsa. Osservazione: la particella “e” nella sintassi italiana è il corrispondente del connettivo “” (intersezione logica). A B AB V V V V F F F V F F F F L’unione logica Quando nel linguaggio comune diciamo “Tatiana non esce da casa se piove o fa freddo” il presupposto “piove o fa freddo” è sicuramente da intendersi come unione di due realtà: se piove, o se fa freddo o addirittura se piove e fa freddo Tatiana non esce. Quindi l’unione logica altro non è che l’unione di questi tre casi, cosa che può essere ben rappresentata dal seguente grafico. A B 2 Da ciò detto discende che l’unica possibilità che ha l’unione AB per essere falsa è che sia A che B siano false. La tabella seguente è quindi interpretabile. A B AB V V V V F V F V V F F F La negazione logica E’ questo forse il connettivo da trattare, sia perché si può riferire ad una sola realtà, sia perché per il principio di non contraddizione una realtà A o è vera o è vera la sua negazione A. In altre parole la verità è “dentro” o “fuori” di A, come il diagramma illustra (il parallelogramma rappresenta il piano di tutte le verità possibili). A A A A V F F V L’implicazione logica Per rappresentare l’implicazione, cioè il rapporto di causa-effetto tra due proposizioni A e B, verrebbe da pensare ad un diagramma del tipo seguente. B A 3 Infatti potrei pensare che una realtà A contiene un’altra realtà B, per cui se A è vera anche B lo è, in quanto contenuta in A (in simboli: VV). Ciò è vero se si pensa al fatto che A rappresenta l’ipotesi e B la tesi in un rapporto di causa-effetto che Wittgenstein definì tautologia, cioè la tesi è solo una derivazione, quindi un “aspetto” particolare, dell’ipotesi (si ritorni alla definizione di pag.3). Eppure gli stessi Stoici convenivano che una frase costituita da un’implicazione tra una proposizione (ipotesi) falsa e una vera (tesi) non è logicamente non valida, quindi per il principio di non contraddizione deve essere necessariamente valida! Ad esempio la frase “se la terra vola, la terra esiste” è piuttosto idiota rispetto al buon senso comune, ma non rispetto alla logica formale. E qui la spiegazione con esempi pratici non è affatto delle più semplici… Ne discende che le implicazioni del tipo FV sono necessariamente vere. Le restanti possibilità sono: VF e FF. La prima è sicuramente falsa: altrimenti qualsiasi idiozia potrebbe essere l’effetto di un’ipotesi fondata. La seconda è vera poiché è normale aspettarsi una tesi falsa da un’ipotesi altrettanto falsa. A B AB V V V V F F F V V F F V Esercizio: verificare con le tabelle di verità una tautologia seguente, ereditata dagli Stoici: ((AB)A)B Ad esempio “se Pinco Pallino è stato assassinato, allora è morto (AB); ma (A) è stato assassinato, quindi è morto (B)”. Proviamo a verificare nel primo caso dei seguenti casi possibili. 4 ((A V A B frase V V ? V F ? F V ? F F ? B) V V A) B V V V V V V V La linea tratteggiata divide il primo membro dell’implicazione (la causa, l’ipotesi) dal secondo (l’effetto, la tesi) proprio come in un’equazione del calcolo algebrico. Provate ora voi a dimostrare gli altri casi e vedrete che sono tutti ”V”, cioè questa argomentazione è in effetti una tautologia! 5