ORDINE DEL GIORNO CONSIGLIO PROVINCIALE VENEZIA Per l’utilizzo della pillola RU486 Premesso che: • La legge 194 del 1978 relativa a “Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza” prevede all’art 14 che “Il medico che esegue l’interruzione della gravidanza è tenuto a fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolazione delle nascite, nonché a renderla partecipe dei procedimenti abortivi, che devono comunque essere attuati in modo da rispettare la dignità personale della donna.” All’art. 15 che “Le regioni, d'intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l'aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza”; • A luglio 2009 l’utilizzo della pillola RU486, il farmaco per l'aborto chimico, è stato approvato dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ed in dicembre 2009, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è stata autorizzata la sua immissione in commercio, cosicché la RU486 è entrata definitivamente a far parte dei farmaci utilizzabili in Italia. Tenuto conto che: • il CdA dell'AIFA aveva a suo tempo già precisato che l’utilizzo del farmaco deve essere subordinato al rispetto della legge 194, delineando un’applicazione molto rigida della suddetta legge: ricovero in una struttura sanitaria, così come previsto dall’art. 8, dal momento dell’assunzione del farmaco sino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza; stretta sorveglianza da parte del personale sanitario cui è demandata la corretta informazione sul trattamento, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative disponibili e sui possibili rischi, nonché l’attento monitoraggio del percorso abortivo onde ridurre al minimo le reazioni avverse (emorragie, infezioni ed eventi fatali); utilizzo del farmaco entro la settima settimana di gestazione anziché la nona come invece avviene in gran parte d’Europa. Visto che: • la RU486 è stata adottata in Francia nel 1988, quindi da ben 22 anni è utilizzata come strumento che affianca l’interruzione di gravidanza chirurgica. Negli anni la maggioranza dei paesi europei l’ha inserita nei protocolli. Se c’è una cosa che dovrebbe fare veramente notizia è che finalmente anche le donne italiane possono disporre del farmaco come quelle inglesi, francesi, austriache, spagnole, greche, ungheresi. L'Italia è tra gli ultimi paesi europei ad introdurre la pillola RU486 e finora molte donne che hanno scelto di abortire con il sistema farmacologico, sottraendosi così al dolore fisico di un intervento chirurgico, hanno dovuto varcare la frontiera e recarsi all'estero. Gli ostacoli alla introduzione della RU486 hanno soltanto prodotto il fenomeno del “turismo abortivo”. Considerato che: • un autorevole medico, quale Umberto Veronesi, ha affermato, in merito all’aborto, che: “Sarebbe troppo facile risolverlo dicendo no alla pillola RU486, che non è che una modalità diversa di compiere lo stesso atto. Una diversità che sta esclusivamente nella maggiore attenzione alla salute e alla psicologia femminile”. Centrando con questa dichiarazione il punto della questione: la maternità deve essere una scelta responsabile e consapevole per la donna, e non il frutto, ad esempio, del malfunzionamento di un contraccettivo. L'aborto non è certo una scelta facile per una donna e se una donna prende una simile decisione non deve essere condannata, ma compresa, protetta e soprattutto le deve essere garantita la massima sicurezza, evitando dolori inutili e, se possibile, pratiche chirurgiche invasive perché l'uso di una pillola abortiva non è certo un incentivo all'aborto bensì un mezzo che limita sofferenza fisica e psichica. Tenuto conto che: • è stato fatto recapitare a tutte le Usl ed aziende ospedaliere, dal segretario generale della Sanità Giancarlo Ruscitti, un documento operativo a tutti gli effetti per la diffusione della pillola RU486, documento datato 26 marzo 2010. Nonostante ciò non sono pervenuti ordini per la pillola in questione da parte delle aziende ospedaliere venete e molti dubbi si registrano tra i manager sanitari ed i medici per il suo utilizzo. il Consiglio Provinciale impegna la Giunta Provinciale: • ad intervenire presso la Regione Veneto affinché si avviino il più celermente possibile tutte le condizioni necessarie per la diffusione capillare del farmaco RU486 in tutte le aziende sanitarie della provincia di Venezia e della Regione Veneto; • per quanto di sua competenza, a promuovere azioni di informazione e sensibilizzazione, in collaborazione con i Comuni della provincia e con la Regione Veneto, mirate a chiarire le problematiche connesse all’interruzione della gravidanza, ai servizi di prevenzione, allo statuto del concepito ed alla sua tutela giuridica. Con la consapevolezza che per scelte così delicate e dolorose sarebbe meglio usare altri toni, investendo di più nell’educazione sentimentale e sessuale, favorendo la diffusione dei metodi contraccettivi e sostenendo strutture fondamentali quali i consultori. Venezia, 29 aprile 2010