Affrontare il dolore in modo innovativo perfezionando le tecniche

COMUNICATO STAMPA
Convegno delle neuroscienze
Dalla neuromodulazione transcranica alla stimolazione epidurale..
Quali prospettive?
Certosa di Pontignano,2 dicembre
Stimolare la corteccia cerebrale per ridurre il dolore cronico o migliorare i sintomi
della malattia di Parkinson. Siena dà il suo contributo al raggiungimento di questo
ambizioso obiettivo ospitando, il prossimo 2 dicembre, un meeting di esperti
internazionali che si confronteranno sul tema della neuromodulazione transcranica e
della stimolazione epidurale.
“Dagli anni Novanta ad oggi – spiega il professor Noè Battistini, direttore del
dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese - la
ricerca neuroscientifica ha offerto, e continua ad offrire generosamente, novità di
estremo rilievo. Una delle frontiere più promettenti è rappresentata dalle metodiche di
neuromodulazione, sofisticate tecnologie attraverso le quali è possibile modulare
l’attività cerebrale, con benefici clinici in pazienti che soffrono di dolore cronico,
disturbi del movimento o altri disordini del sistema nervoso centrale.
“La stimolazione epidurale ad esempio, – continua il dottor Simone Rossi, neurologo
– consiste nell’emissione di correnti a bassa intensità, prodotte da un pace-maker,
tramite piccoli elettrodi posizionati in corrispondenza delle aree motorie sulla
membrana che riveste il cervello”.
Lo scopo del convegno, rivolto a neurologi, neurochirurghi, neurofisiologi, psichiatri
e specialisti in analgesia, è di individuare gli aspetti rilevanti dei meccanismi di
neuromodulazione e di discuterne i risultati disponibili nel trattamento dei disturbi del
movimento, dolore, epilessia ed altre malattie neuropsichiatriche.
“Si tratta tuttavia di terapie ancora sperimentali – conclude il dottor Rossi –, e simili
interventi non possono ancora essere considerati di routine per il trattamento di ogni
forma di dolore. Questo tipo di approccio, al momento, si può applicare solo su
pazienti selezionati, con nevralgie ben definite, risultate farmaco-resistenti, che
insorgono generalmente dopo una lesione cerebrale”.
Poter contare su tecniche non invasive, come le metodiche di neuromodulazione,
permette altresì di trattare casi particolari di Parkinson in cui un intervento di tipo
tradizionale, come la stimolazione cerebrale profonda, sarebbe controindicato.
Particolare attenzione verrà rivolta anche all’utilizzo della stimolazione magnetica
transcranica, una metodica non invasiva che consente di stimolare il cervello
dall’esterno tramite impulsi magnetici, come strumento predittivo per l’efficacia
clinica degli impianti permanenti di neuromodulazione.