Stimolazione del nervo tibiale posteriore (SANS) La stimolazione del nervo tibiale posteriore secondo Stoller (SANS: Stoller's Afferent Nerve Stimulation) è un trattamento riabilitativo approdato in Europa relativamente di recente. Questa tecnica fu descritta per la prima volta da Stoller alla fine degli anni Novanta per il trattamento della sindrome della vescica iperattiva. Il punto di stimolazione, situato 4-5 cm. cranialmente al malleolo mediale, era già conosciuto dall'agopuntura cinese tradizionale come il sito per la regolazione della funzione vescicale. La neuromodulazione si ottiene stimolando elettricamente il nervo tibiale posteriore in prossimità della caviglia. Tale nervo contiene fibre che originano dalla radice sacrale S3, dalla quale partono fibre per l'innervazione della vescicale. Il razionale della tecnica è che, stimolando i nervi parasimpatici che originano a livello spinale S2-S4, si determina una stimolazione riflessa a livello detrusoriale (muscolo vescicale) e del collo vescicale. Un elettrodo di superficie viene posizionato a circa 4-5 cm. cranialmente al malleolo mediale della caviglia destra o sinistra e poco posteriormente rispetto al margine tibiale. Un altro elettrodo viene poi posizionato sulla superficie mediale del calcagno omolaterale. I due elettrodi vengono connessi ad uno stimolatore elettrico di basso voltaggio, di 9 volt. La corrente di stimolazione varia da 1 a 10 milliampere con una frequenza fissa di 20 Hz ed un’ampiezza di pulsazione di 200 millisecondi. Questa corrente viene incrementata finché non si nota la flessione dell'alluce o l'apertura a ventaglio di tutte le dita del piede. Nella maggior parte dei casi, la risposta motoria si accompagna a una risposta sensoriale di irradiazione, di formicolio, che si estende alla pianta del piede. La stimolazione elettrica viene riportata a un livello soglia tollerato dal paziente. Durante la seduta, l'aumento dello stimolo elettrico è consentito ogni volta che si verifica la riduzione di questa sensazione, per una condizione di adattamento. Le sessioni di stimolazione durano 30 minuti e sono eseguite una volta a settimana per 10-12 settimane. In un rapporto su un piccolo numero di pazienti, è stata analizzata la possibilità di una stimolazione più frequente: secondo questa pubblicazione, una stimolazione compiuta 3 volte a settimana sembra garantire gli stessi risultati ottenuti con un protocollo di stimolazione settimanale. Il vantaggio di sessioni più frequenti è quello di ottenere effetti in meno tempo (4 settimane invece di 10-12): infatti, i risultati sembrano dipendere dal numero di stimolazioni compiute e non dal tempo trascorso dall'inizio del programma di stimolazione. Il vantaggio di questa tecnica è di non essere invasiva e ben tollerata; infatti, è una terapia non chirurgica, che, in confronto alla neuromodulazione nervosa sacrale, non necessita di un impianto di uno stimolatore a permanenza.