6. MEDICINA: Parkinson, una stimolazione mirata al cervello allevia sintomi Una stimolazione indolore nei punti giusti aiuta il malato di Parkinson a controllare i sintomi della sua malattia laddove i farmaci falliscano; e la frontiera é l'impianto di elettrodi nel cervello per una stimolazione profonda e mirata. La neuromodulazione è al centro di un convegno che si è tenuto al Policlinico Gemelli, promosso dalla Unità Operativa di Neurochirurgia Funzionale e Spinale diretta da Mario Meglio. E sempre al Gemelli è in corso un progetto di ricerca per l'impianto di elettrodi in pazienti per la stimolazione del cervello profondo, spiega Beatrice Cioni, ricercatrice presso l'Istituto di Neurochirurgia dell'UCSC. Il Parkinson è una malattia degenerativa che porta alla morte di particolari cellule del cervello importanti per la coordinazione dei movimenti. In Italia ci sono oltre 200.000 malati, con 8-12 mila nuovi casi l'anno. Il Parkinson causa riduzione della mobilità, rigidità e tremore. La terapia con farmaci consente di controllare la sintomatologia ma a lungo termine la sua efficacia si riduce. E' in questi casi che trova indicazione la terapia chirurgica di neuromodulazione, in grado di facilitare il movimento e modulare le alterazioni in genere con stimolazioni elettriche di aree del cervello come il 'nucleo subtalamico', il 'globo pallido' o il 'peduncolo pontino'. 'Queste aree si trovano in profondità nel cervello - spiega Meglio - e vengono raggiunte mediante una particolare tecnica che permette, grazie a un casco e un computer, di raggiungere con precisione millimetrica la zona da stimolare". Ma la frontiera è impiantare direttamente elettrodi nel cervello che funzionino da dentro, senza necessità di caschetto. "Questo è possibile grazie alla neuronavigazione - spiega Cioni - sofisticato sistema computerizzato in cui mappe cerebrali, immagini radiologiche e dati morfologici del paziente, guidano il chirurgo per raggiungere la meta, cioè l'area del cervello da stimolare".