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AIOM NEWS
NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA
Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini
Anno II – numero 42 – 9 novembre 2004
Ricerca
01. CELLULA IMMUNITARIA ALL'ORIGINE DI METASTASI
02. CREATO 'SUPER-TOPO' RESISTENTE CON 3 COPIE DI GENI 'BARRIERA'
03. SPERANZE DAL VACCINO ANTI-PAPILLOMAVIRUS
04. VINO ROSSO PROTEGGE CONTRO CANCRO AI POLMONI
News
01. STRUMENTO A INFRAROSSI PER DIAGNOSI PRECOCE MELANOMA
02. CANCRO AL SENO, APPROVATO FARMACO CONTRO RICADUTE
03. FRUTTA E VERDURA BUONE PER CUORE, MENO CONTRO CANCRO
Dalle Regioni
01. IL 'CAMPER DELLA SALUTE' ARRIVA IN CALABRIA
02. MENO MORTI PER TEST FARMACI SPERIMENTALI
Speciale Congresso Esmo
01. IL RISPETTO DELLE REGOLE PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO AL SENO PUÒ SALVARE
LA VITA
02. UN TRATTAMENTO MENO INVASIVO PER IL CANCRO COLORETTALE: EFFICACIA
INASPETTATA IN ALCUNE CATEGORIE DI PAZIENTI
03. TERAPIA CON ANTISENSO DEL VEGF, UNA PROMESSA DELLA RICERCA
04. RISCHI PER LA PRESSIONE SANGUIGNA NEI PAZIENTI TRATTATI PER CARCINOMA
TESTICOLARE
05. LINEE GUIDA INTERNAZIONALI PER L'ONCOLOGIA MEDICA
06. RICONOSCIMENTO DELL'ONCOLOGIA MEDICA IN EUROPA
07. LA FONDAZIONE ESMO SI PREPARA PER IL FUTURO
Concorsi e Bandi
Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom
AUGURI, SANDRO!
Il presidente AIOM Roberto Labianca, il consiglio direttivo dell’Associazione e la redazione di
AiomNews abbracciano con affetto e fanno gli auguri di pronta guarigione all’amico e collega
Sandro Barni.
Ricerca
01. CELLULA IMMUNITARIA ALL'ORIGINE DI METASTASI
E' una cellula immunitaria finora trascurata dalla ricerca uno dei più potenti alleati dei tumori:
non solo li aiuta a nutrirsi e a crescere, ma favorisce lo sviluppo delle metastasi. La scoperta,
che si deve agli immunologi Gianni Marone e Amato de Paulis, dell'Università di Napoli Federico
II, è stata pubblicata sul Journal of Immunology. La cellula alleata dei tumori si chiama è un
sottotipo di globulo bianco chiamato basofilo ed è una cellula del sistema immunitario che fino
a poco tempo fa sembrava essere responsabile soltanto delle allergie. Pari solo all'1% del
sangue periferico, finora è stata relativamente trascurata dagli studiosi, come una sorta di
Cenerentola dell'immunologia, come l'aveva definitiva il Nobel Rita Levi Montalcini. “Adesso
sappiamo che, oltre ad essere coinvolto nelle allergie, il basofilo è responsabile di malattie
infettive croniche e tumori”, ha osservato Marone. Lo stesso gruppo di Marone ha infatti
scoperto recentemente che i basofili hanno un ruolo importante nella comparsa sia dell'ulcera
che del tumore dello stomaco ed ha messo a punto un anticorpo specializzato nel riconoscerli.
“Si apre una nuova stagione per lo studio di queste cellule”, ha osservato l'immunologo. La
nuova ricerca condotta dallo stesso gruppo dimostra che i basofili sono coinvolti nei tumori di
intestino e polmone, ma lo studio è appena agli inizi. - I NUOVI BERSAGLI CONTRO I TUMORI:
nel frattempo si è scoperto il meccanismo con cui queste cellule agiscono nello sviluppo dei
tumori: sulla loro superficie sono stati scoperti due nuovi recettori che spiegano come mai
queste cellule, dal sangue periferico, raggiungono il tessuto colpito dal tumore. Il primo
recettore si lega ad una sostanza chiamata urochinasi, presente nelle cellule tumorali: è questo
il segnale che spinge i basofili a migrare e che dal sangue periferico li orienta fino al tessuto in
cui è in corso un'infiammazione. L'azione di queste cellule viene poi amplificata quando si
attivano altri due recettori, chiamati FPRL1 e FPRL2. Una volta che il basofilo raggiunge la sede
del tumore, entrano in gioco i recettori che si legano ad un'altra sostanza importantissima per
il tumore: il fattore di crescita VEGF, che stimola la formazione e lo sviluppo dei vasi sanguigni
che alimentano la massa tumorale e la fanno crescere. Sul basofilo si trovano infatti altri due
recettori, chiamati FLT e FLK, entrambi attivali dal fattore VEGF. Una volta attivati, i recettori
attivano la produzione di sostanze capaci di favorire la crescita del tumore, come citochine e
chemochine “A questo punto è chiaro - ha osservato Marone - che i basofili hanno un grande
repertorio di recettori” e per lo studioso non c'è dubbio che proprio questi recettori siano “il
nuovo bersaglio per intervenire nei meccanismi che favoriscono lo sviluppo di neoplasie e
metastasi”. - LE PROSSIME TAPPE DELLA RICERCA: per la prima volta è possibile individuare i
basofili per mezzo di un anticorpo specializzato (monoclonale) chiamato BB1, grazie ad una
tecnica messa a punto dal gruppo dell'Università Federico II. “Una volta identificate queste
cellule, il prossimo obiettivo sarà bloccarle”, ha detto Marone. Si tratta cioè di mettere a punto
delle sostanze capaci di bloccare l'attività dei recettori che permettono ai basofili di rispondere
al “richiamo” delle cellule tumorali.
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02. CREATO 'SUPER-TOPO' RESISTENTE CON 3 COPIE DI GENI 'BARRIERA'
Un 'supertopo' resistente al cancro. Si tratta di un animale che conserva nel suo Dna il segreto
di una maggiore resistenza ai tumori. Tre copie, invece che due, dei geni definiti soppressori
del cancro, indicati con la sigla Ink4a/ARF locus. Gli stessi che sovrintendono alla crescita e alla
divisione cellulare: il meccanismo che, una volta 'impazzito’, apre le porte alla proliferazione
del tumore. Il supertopo è stato creato in laboratorio dagli scienziati spagnoli del Centro
nazionale di studi sul cancro di Madrid. Il gene barriera, infatti, agisce producendo due
proteine che sembrano bloccare lo sviluppo di gran parte delle cellule cancerose umane. “Gli
animali con il Dna ‘potenziato’ resistono meglio e più a lungo - spiegano i ricercatori su Genes
and Development - a noti agenti carcinogeni. Senza avere - aggiungono - effetti collaterali
sull'aspettativa di vita o sulla fertilità”. Per gli scienziati britannici l'effetto protettivo dei
supertopi deriva dalla maggiore quantità di proteine anticancro, frutto della copia in più di geni
inserita nel Dna. “Per questa ragione - aggiungono - in un prossimo futuro si potrebbe cercare
di sollecitare un maggiore rilascio di queste sostanze benefiche. Magari - dice il coordinatore
della ricerca, Manuel Serrano - tramite farmaci appositi”.
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03. SPERANZE DAL VACCINO ANTI-PAPILLOMAVIRUS
Speranze da un vaccino contro il papillomavirus, responsabile della maggior parte dei casi di
tumori al collo dell'utero. Dopo quattro anni di studio, un vaccino ‘made in Usa’, ha infatti
protetto il 94% delle 755 donne sulle quali è stato testato. I risultati sono stati illustrati in
occasione del Congresso mondiale sugli agenti antimicrobici e la chemioterapia, che si è tenuto
la scorsa settimana a Washington. Nello studio, frutto della ricerca Merck e GlaxoSmithKline,
solo sette donne sono state infettate dal virus, ma nessuna ha mostrato poi sintomi
precancerosi. Inoltre, nel gruppo di controllo, fra le 750 donne che avevano ricevuto un
placebo, 111 si sono infettate e in 12 sono state trovate cellule precancerose. Alla luce di
questi risultati, il gruppo americano Merck conta di chiedere alla FDA, entro il 2005,
l'autorizzazione al commercio. Il cancro al collo dell'utero è, fra le donne, al secondo posto per
incidenza, dopo quello al seno. Colpisce mezzo milione di donne l'anno nel mondo e ne uccide
la metà.
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04. VINO ROSSO PROTEGGE CONTRO CANCRO AI POLMONI
Un bicchiere di vino rosso bevuto ogni giorno riduce del 13% le possibilità di contrarre il cancro
ai polmoni. E' quanto afferma un team di scienziati spagnoli che ha pubblicato i risultati del
proprio studio su una rivista scientifica britannica, Thorax. La ricerca ha preso in esame un
campione di oltre 220 uomini di cui 132 affetti da cancro ai polmoni; tra questi ultimi, meno di
un terzo consuma regolarmente vino rosso. Ulteriori calcoli sull'incidenza della malattia hanno
indicato che chi beve un bicchiere al giorno ha il 13% di possibilità in meno di contrarre la
malattia, chi ne beveva due bicchieri riduceva il rischio del 26% e chi ne beveva tre del 39%.
Secondo lo studio degli scienziati dell’Università di Santiago de Compostela pubblicato su
Thorax, gli effetti benefici del vino rosso sarebbero dovuti alla presenza di tannini dal potere
antiossidante. Altre bevande alcoliche che non contengono tannini, come la birra, i
superalcolici, il vino bianco o rose’ non producono infatti lo stesso effetto protettivo. I
ricercatori hanno inoltre sottolineato che in alcuni esperimenti il vino rosso ha dimostrato di
servire a rallentare lo sviluppo e la crescita di un tumore. Da alcuni studi precedenti erano già
emerse alcune delle proprietà benefiche del vino: la bevanda contiene infatti un'alta quantità di
flavonoidi un antiossidante utile per mantenere una buona circolazione sanguigna e ridurre così
il rischio di malattie cardiovascolari. L'anno scorso da alcuni test di laboratorio avevano inoltre
evidenziato che il resveratrolo, una sostanza naturale contenuta nell'uva, nelle arachidi e in
alcune bacche serve a ridurre l'infiammazione dei polmoni.
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News
01. STRUMENTO A INFRAROSSI PER DIAGNOSI PRECOCE MELANOMA
Per la diagnosi precoce del melanoma - recentemente riconosciuto come malattia professionale
- i dermatologi hanno adesso uno strumento in più: lo “Spectro Shade”. Si tratta di un
apparecchio realizzato dalla Medical High Technologies di Verona in collaborazione con l'Istituto
Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano che, avvalendosi di uno spettrofotometro
ad infrarossi, analizza in pochi secondi le lesioni pigmentate sospette e compie
contestualmente pure una valutazione dinamica dei nei. Lo strumento, presentato nell'ambito
di un workshop di Oncologia nel centro ''Ettore Majorana'' di Erice, oltre a scrutare nello
spettro non visibile ad occhio nudo (infrarosso), è in grado di comparare i parametri riscontrati
durante l'esame con una sua memoria, grazie ad una rete neurale. “In un solo click - spiega
Silvio Pludei della Medical High Technologies - acquisisce oltre sei milioni di informazioni per
ciascuna immagine”.
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02. CANCRO AL SENO, APPROVATO FARMACO CONTRO RICADUTE
Un farmaco già usato per il trattamento del tumore della mammella in stadio avanzato ha ora
ottenuto disco verde per l'utilizzo su pazienti che sono state in trattamento per una forma
iniziale dello stesso tipo di cancro. In pratica il 'letrozolo' (appartenente alla categoria degli
antiaromatasici) verrà prescritto per evitare 'ricadute' nella malattia. A deciderlo è stata la
Food and Drug Administration (FDA), proprio sulla base dei risultati degli ultimi test. Uno
studio clinico sull'efficacia del prodotto della Novartis ha mostrato che il medicinale ha
diminuito i rischi di ricorrenza della neoplasia della metà. Tra gli effetti collaterali della cura:
vampate di calore da menopausa e dolori artritici.
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03. FRUTTA E VERDURA BUONE PER CUORE, MENO CONTRO CANCRO
Frutta e verdura buone per il cuore, meno contro il cancro. Questo il risultato di un megastudio condotto su oltre 100mila persone tenute sotto osservazione dal 1980 al 1998. Cinque o
più porzioni di frutta e verdura si traducono in una notevole diminuzione dei rischi
cardiovascolari, ma i benefici in fatto di prevenzione contro i tumori “sono ampiamente
sovrastimati”, suggeriscono i ricercatori del National Cancer Institute Usa sulla loro rivista. Una
vittoria ‘a metà’ dunque, quella della dieta ricca di fibre e vitamine e povera di grassi. “Anche
se non è detto che la parziale bocciatura di frutta e verdura nel prevenire il cancro non derivi
dalla maggiore difficoltà di registrare gli effetti a lungo termine della dieta sulle neoplasie”,
aggiungono gli scienziati. In più, qualche alimento ‘vincente’ riceve una conferma del suo
effetto anti-cancro. Si tratta delle crucifere, una famiglia di vegetali cui appartengono broccoli,
cavolfiori, cavoli e crescione. “Il loro consumo - spiegano - si associa a minori casi di tumore
negli uomini che hanno un passato di fumatori e non consumano multivitaminici”. Tornando al
cuore, invece, la palma dell'alimento più amico va alla frutta, seguita dalle verdure a foglia
verde come gli spinaci.
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Dalle Regioni
01. IL 'CAMPER DELLA SALUTE' ARRIVA IN CALABRIA
Arriva in Calabria il 'Camper della Salute', ambulatorio 'a quattro ruote' per la prevenzione dei
tumori nelle donne. L'iniziativa e' promossa dalla Lega Italiana Lotta contro i Tumori in
collaborazione con la presidenza della Regione Calabria, e si propone di sostenere la diffusione
della prevenzione oncologica femminile nel mezzogiorno d'Italia. Promossa per la prima volta
nel corso della scorsa estate in territorio barese, l'iniziativa consentirà a tutte le donne di età
compresa tra i 18 e i 70 anni, di sottoporsi gratuitamente a una visita specialistica con
personale medico qualificato e di ad esami direttamente a bordo del camper. Dotato di
macchinari di ultima generazione per effettuare pap-test, mammografia, ecografia, visite
ginecologiche, ecc., il camper della salute percorrerà un tragitto itinerante lungo tutte le
province della Calabria.
Il camper dovrebbe approdare nelle province calabresi a partire dai primi mesi del 2005
raggiungendo le zone più periferiche, “i luoghi più impervi, perché l'obiettivo è quello di
arrivare dove è più difficile organizzare la prevenzione” spiega il presidente della Regione
Calabria Giuseppe Chiaravalloti. L'iniziativa promossa in Puglia la scorsa estate ha permesso a
3.000 donne di beneficiare gratuitamente di assistenza ginecologica qualificata. Il risultato
dello screening, spiega Francesco Schittulli, presidente della LILT, ha condotto a individuare 13
casi sospetti di tumore mammario di cui tre curati tempestivamente con successo.
Ma gli organizzatori hanno obiettivi più ambiziosi: promuovere l'iniziativa ed estenderla a tutto
il territorio nazionale, coinvolgendo tutte le altre regioni italiane. “E' importante capire sottolinea Schittulli - che la prevenzione consente di ridurre notevolmente i costi sanitari sul
lungo periodo e soprattutto comprendere che il tumore è una patologia in crescita nel nostro
Paese. Perciò una cultura orientata alla prevenzione può salvare vite umane”. Il progetto
patrocinato dalla LILT e dalla regione Calabria prevede anche di entrare nelle scuole per dare
ai ragazzi 'lezioni di prevenzione', attraverso convegni su stili di vita anti-cancro e regole per
una sana alimentazione.
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02. MENO MORTI PER TEST FARMACI SPERIMENTALI
Buone notizie per i malati di cancro che accettano di partecipare a trattamenti sperimentali per
determinare l'efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci diretti appunto al trattamento dei tumori.
Un nuovo studio del Massachusetts General Hospital pubblicato su 'Jama', rivela come le morti
nel corso di queste sperimentazioni cliniche siano decisamente diminuite nell'ultimo decennio.
Nel dettaglio del periodo considerato - tra il 1991 ed il 2002 - i decessi di pazienti durante
sperimentazioni farmacologiche di nuovi prodotti anticancro sono scesi dal 3% all'1%. Il dato è
emerso dall'analisi di 213 studi che hanno coinvolto circa 6.500 pazienti nel decennio
considerato. Gli studi erano tutti relativi a test di Fase 1, ossia le prime sperimentazioni su
umani di nuovi farmaci.
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Speciale ESMO
01. IL RISPETTO DELLE REGOLE PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO AL SENO PUÒ
SALVARE LA VITA
La pratica della mammografia, l'impiego di farmaci migliori e l'educazione preventiva hanno
contribuito a ridurre il tasso di mortalità per tumore al seno nel corso degli ultimi 20 anni. In
occasione del 29esimo Congresso dell'European Society for Medical Oncology (ESMO) a Vienna,
Austria, i ricercatori hanno dimostrato come anche le strategie organizzative dei servizi
oncologici possano salvare migliaia di vite.
Il carcinoma mammario è la patologia maligna più comune nelle donne, e più di 200.000 ne
sono colpite ogni anno all'interno della sola Unione europea. Negli ultimi 20 anni, il tasso di
mortalità indotto da questa malattia è sceso significativamente.
Il dott. Joseph Ragaz, direttore del Programma oncologico presso il McGill University Health
Center di Montreal, Canada, e i suoi colleghi, hanno riscontrato l'importanza del ruolo che in
questo miglioramento ha svolto l'infrastruttura sanitaria, con la diffusione di regole di
prevenzione, le campagne sanitarie e i finanziamenti pubblici. «Abbiamo osservato che i tassi
di mortalità nel periodo compreso tra il 1980 e il 2000 sono scesi drasticamente in Canada
come nel resto del mondo occidentale», ha affermato il Dr. Ragaz. «Questo è probabilmente
dovuto a una combinazione di miglioramenti delle terapie, diffusione dello screening
mammografico e accresciuto livello di educazione preventiva. Si notano tuttavia varianti
regionali della riduzione della mortalità conseguente a carcinoma mammario, e una delle
motivazioni di questo fenomeno potrebbe essere il diverso grado di diffusione delle regole per
la prevenzione del cancro tra le popolazioni. Queste differenze sono particolarmente evidenti in
Paesi molto vasti come appunto il Canada, dove esistono metodi diversi nell'organizzazione
della cura e della prevenzione di questa malattia nelle varie province».
Il Dr. Ragaz e i suoi colleghi hanno osservato come nella provincia della British Columbia (BC)
si sia verificata una riduzione del tasso di mortalità più repentina e più estesa rispetto a tutto il
resto del territorio. La British Columbia è stata la prima provincia a istituire regole e campagne
di prevenzione sanitaria, in atto fin dalla metà degli anni Settanta. «Questi dati suggeriscono
una correlazione tra la riduzione della mortalità e l'organizzazione del sistema di cura e
prevenzione del cancro», sostiene il Dr. Ragaz. A commento della notizia, il dott. Aron
Goldhirsch, direttore del dipartimento di Medicina dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano,
afferma: «Questi nuovi riscontri sono di grande interesse proprio in ragione della loro attinenza
con l'osservanza delle regole di prevenzione. In questo modo viene esaltata l'importanza della
verifica del rispetto di tali regole. Costituiscono probabilmente anche una prova indiretta che il
paziente ottiene cure migliori quando è condotta una ricerca clinica, in quanto la
sperimentazione e gli studi sono il metodo più efficace per garantire l'aderenza a un
programma terapeutico definito».
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02. UN TRATTAMENTO MENO INVASIVO PER IL CANCRO COLORETTALE: EFFICACIA
INASPETTATA IN ALCUNE CATEGORIE DI PAZIENTI
Un'importante sperimentazione clinica le cui conclusioni vengono riferite nel corso del 29esimo
Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) a Vienna, Austria, ha
permesso di ottenere i risultati migliori ― in termini di trattamento e sopravvivenza nei
pazienti con carcinoma colorettale ― mai ottenuti in Gran Bretagna in una sperimentazione.
Secondo quanto affermato dal Professor Matt Seymour del Cancer Research UK, Cookridge
Hospital di Leeds, Regno Unito, «Lo studio FOCUS ha rivelato che per molti pazienti il
trattamento del carcinoma colorettale in fase avanzata con un approccio "a fasi", che comporta
meno effetti collaterali, ha la stessa efficacia, in termini di prolungamento della sopravvivenza,
di una chemioterapia combinata più intensiva somministrata fin dalla fase iniziale». Lo studio
FOCUS del Medical Research Council era volto a ottimizzare l'uso di fluorouracile, irinotecan e
oxaliplatino nel cancro colorettale in fase avanzata, facendo luce sulle contraddizioni emerse
nei risultati di un certo numero di sperimentazioni precedenti. Nell'arco di tre anni e mezzo, il
team di ricerca ha avuto in cura 2.135 pazienti con cancro colorettale inoperabile non trattato
in precedenza. Ai partecipanti veniva assegnata, con criterio casuale, una terapia che
comprendeva inizialmente una combinazione di due farmaci, fluorouracile e irinotecan oppure
oxaliplatino, in una delle tre seguenti sequenze:
PIANO A: ai pazienti veniva somministrato inizialmente il fluorouracile come agente unico fino
a quando la sostanza non iniziava a perdere efficacia nel controllo del tumore, quindi
l'irinotecan sempre come agente unico.
PIANO B: anche a questi pazienti veniva somministrato solo fluorouracile fino all'inizio di
perdita di efficacia, quindi si passava a un programma di chemioterapia combinata continuando
con il fluorouracile associato a un secondo farmaco, oxaliplatino o irinotecan.
PIANO C: a questi pazienti veniva somministrata la combinazione di due farmaci, fluorouracile
e irinotecan o oxaliplatino, fin dalla fase iniziale del trattamento.
«Le osservazioni fatte nel corso della sperimentazione sono state abbastanza sorprendenti»,
riferisce il Prof. Seymour. «Speravamo di essere in grado di dimostrare che la chemioterapia
combinata somministrata in prima istanza come previsto nel Piano C dava i migliori risultati nel
prolungamento della sopravvivenza dei pazienti. Ma questo non è ciò che abbiamo
constatato!». In realtà, i ricercatori hanno riscontrato che le strategie B e C producevano gli
stessi risultati in termini di sopravvivenza, mentre nel gruppo cui veniva somministrato prima il
solo fluorouracile seguito dal solo irinotecan si erano registrati risultati meno buoni. «La
strategia che implicava l'uso di un agente unico si è rivelata quella meno soddisfacente delle
tre, anche se con una differenza non statisticamente significativa. In ogni caso, sia che si
optasse in prima istanza per una chemioterapia combinata o che si iniziasse con un agente
unico seguito da un'associazione con un altro farmaco al momento della perdita di efficacia del
primo, i risultati in termini di sopravvivenza del paziente erano ugualmente buoni». «I risultati
di questo studio, sia in riferimento alla sopravvivenza che alla risposta terapeutica, sono stati
molto migliori che in qualsiasi altra sperimentazione britannica basata su una popolazione»,
sostiene il Prof. Seymour. La sopravvivenza media nel Piano B e nel Piano C è stata di 15,2
mesi con il 63% dei pazienti ancora in vita dopo un anno, e il 23% dopo 2 anni. E' sufficiente
confrontare questi dati con la sopravvivenza media di 10 mesi e il 40% di pazienti in vita dopo
un anno registrata nell'ultima sperimentazione nazionale condotta in Gran Bretagna, lo studio
CR06. La ragione principale di questi risultati sta nell'efficacia degli schemi chemioterapici. «Il
fluorouracile è stato utilizzato in molti modi diversi nel corso degli anni e per il progetto FOCUS
abbiamo sviluppato un nuovo schema chiamato "Modified de Gramont" (MdG) che ha
funzionato molto bene, dimostrandosi efficace su più pazienti e per un periodo più lungo
rispetto alle sperimentazioni precedenti, e con effetti collaterali minimi».
I trattamenti combinati dello schema MdG con l'associazione di irinotecan ovvero oxaliplatino si
sono rivelati ancora più efficaci. «Nel 29% dei pazienti trattati inizialmente con il solo MdG si è
riscontrata una riduzione importante del tumore ma nei pazienti trattati in prima istanza con
MdG associato a irinotecan ovvero oxaliplatino una riduzione analoga della massa tumorale ha
riguardato oltre il 54% dei pazienti».
Anche se ben tollerata da molti pazienti, la chemioterapia combinata ha tuttavia più effetti
collaterali del solo MdG. Pertanto la sperimentazione FOCUS ha inteso individuare se il suo
utilizzo fin dalla fase iniziale della terapia fosse sufficientemente remunerativo, in termini di
sopravvivenza o qualità della vita, da compensare gli svantaggi. «Sapevamo già che per alcuni
pazienti, specialmente quelli la cui patologia poteva diventare potenzialmente operabile, è
meglio utilizzare una chemioterapia combinata sebbene comporti maggiori effetti collaterali,
pertanto questi pazienti non sono stati inclusi nel progetto FOCUS. Per molti altri, tuttavia, la
scelta tra una terapia iniziale più intensiva o una più leggera, nella quale si tengono altri
farmaci come riserva, è un autentico dilemma. E' importante continuare nell'individuazione dei
casi che richiedono terapie intensive fin dall'inizio, ma i risultati del progetto FOCUS ci
suggeriscono che per molti pazienti un approccio meno invasivo non compromette il risultato
finale. Questa è una buona notizia e offre a pazienti e medici una scelta più ampia». Forse
altrettanto importante dei risultati iniziali della sperimentazione è il fatto che il 95% dei
pazienti che sono stati arruolati nello studio FOCUS abbia dato il consenso all'utilizzo di
campioni tumorali patologici, di cui oltre 1.200 sono già stati analizzati. Come spiega il Prof.
Seymour «Stiamo cercando un gran numero di proteine e di geni che subiscono alterazioni in
presenza di carcinomi per costruire un'impronta molecolare del tumore di ciascun paziente.
Una volta analizzati i dati, i risultati della sperimentazione contribuiranno a sviluppare dei testi
da utilizzare in futuro per individuare il farmaco più efficace per ogni singolo individuo».
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03. TERAPIA CON ANTISENSO DEL VEGF, UNA PROMESSA DELLA RICERCA
Secondo quanto affermato dai ricercatori in occasione del 29esimo Congresso della European
Society for Medical Oncology (ESMO) a Vienna, una molecola antisenso del fattore di crescita
endoteliale vascolare (VEGF, Vascular Endothelial Growth Factor) ha dato risultati promettenti
nella sperimentazione preliminare su pazienti affetti da diversi tipi di carcinoma. La molecola
RNA antisenso costituisce un approccio potenzialmente applicabile a più malattie. Grazie alla
creazione di un'immagine speculare di un gene coinvolto nel processo patologico, i ricercatori
intendono neutralizzare il gene ed evitare la trascrizione della sua proteina. Nel carcinoma, le
molecole antisenso mirate a specifici processi cellulari possono fare in modo che le cellule
tumorali prolifichino più lentamente, muoiano oppure diventino maggiormente sensibili ad altri
farmaci anticancro. Durante il congresso, il Dr. David Quinn del Norris Comprehensive Cancer
Center, University of Southern California di Los Angeles, USA, e i suoi collaboratori hanno
presentato i risultati finali di uno studio di Fase I del Veglin, un composto antisenso mirato al
VEGF, condotto su 47 pazienti malati di cancro che non avevano risposto positivamente ad altri
trattamenti. Lo studio, nel corso del quale ai pazienti sono state iniettate dosi diverse del
farmaco, era volto prevalentemente a sondarne la sicurezza. I ricercatori hanno riscontrato che
il Veglin ha una bassa tossicità, non essendovi praticamente alcuna limitazione del dosaggio
dovuta a tossicità, anche con dosi fino a 250 mg/m2. Nello stesso tempo, i ricercatori hanno
osservato un'attività clinica. «In questa sperimentazione di Fase I abbiamo individuato risposte
oggettive già in pazienti che avevano ricevuto la prima e più bassa dose di Veglin», ha
affermato il Dr. Quinn. «Abbiamo inoltre prodotto una soppressione prevedibile della VEGF nel
sangue (plasma) che ci ha permesso di seguire l'andamento della terapia attraverso un
marcatore surrogato facilmente campionabile». Sulla base di questi risultati, i ricercatori
intendono studiare gli effetti del farmaco sulla forma di tumore renale denominata
ipernefroma. Sono inoltre previste ulteriori sperimentazioni che interesseranno la
combinazione del Veglin con altri farmaci, in particolare taxani, oxaliplatino, interleuchina 2 e
gefitinib. Altre informazioni sono state fornite dai modelli animali di carcinoma, dove le ricerche
hanno suggerito che il Veglin abbia le caratteristiche potenziali per l'assunzione per via orale.
«La possibilità di somministrare questo composto oralmente è incoraggiante, in quanto
attribuirebbe al farmaco un ruolo nella terapia cronica a lungo termine». Questo potrebbe
comportare implicazioni anche nella risposta terapeutica acuta in cui livelli costanti nei tessuti
e nel plasma possono essere più efficaci dei livelli variabili ottenuti con il dosaggio intravenoso
intermittente. Come sostiene il Dr. Quinn, «In combinazione con il monitoraggio dei livelli
VEGF nel plasma, questi risultati sono entusiasmanti e possono annunciare un nuovo modello
di pratica clinica». A commento della notizia, la Dr. Elizabeth Eisenhauer del National Cancer
Institute of Canada, ha osservato che attualmente più team di ricerca sono impegnati nello
sviluppo di composti anti-VEGF. "Questo è un altro inibitore di VEGF che dà precocemente
conferme circa la sicurezza. L'effettivo impatto di questo e altri inibitori richiede comunque
ulteriori verifiche cliniche».
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04. RISCHI PER LA PRESSIONE SANGUIGNA NEI PAZIENTI TRATTATI PER
CARCINOMA TESTICOLARE
Secondo quanto affermato dai ricercatori nel corso del 29esimo Congresso della European
Society for Medical Oncology (ESMO) a Vienna, Austria, gli uomini cui sia stata somministrata
una terapia chemioterapica per carcinoma testicolare sono a maggior rischio di ipertensione.
Questa notizia pone enfasi sull'importanza di mantenere uno stile di vita sano per i pazienti
sopravvissuti al carcinoma testicolare.
Il carcinoma testicolare è la patologia maligna più comune negli uomini giovani. In seguito
all'introduzione del cisplatino come farmaco chemioterapico nella seconda metà degli anni
Settanta, la prognosi è nettamente migliorata, e oggi sopravvive più del 95% dei pazienti.
Poiché le persone colpite da carcinoma testicolare sono prevalentemente giovani, la loro
aspettativa di vita dopo il trattamento è lunga e pertanto qualsiasi effetto collaterale o
complicazione a lungo termine associata al trattamento può rivelarsi devastante.
Già rapporti precedenti hanno sporadicamente suggerito un aumento del rischio
cardiovascolare nei sopravvissuti al carcinoma testicolare, tuttavia tali indicazioni avevano
natura controversa. Nel periodo compreso tra il 1980 e il 1994, la dottoressa Hege Sagstuen
della University of Tromsø, Norvegia, e i suoi colleghi avevano tenuto sotto osservazione un
gruppo di 1.814 uomini trattati per il carcinoma di un testicolo. In una successiva osservazione
di follow-up presentata a Vienna, il team ha misurato la pressione sanguigna sistolica e
diastolica e l'indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) di 1.289 pazienti. I pazienti
sono stati divisi in gruppi in base al trattamento terapeutico: chirurgia, radioterapia,
chemioterapia con dosi inferiori a 850 mg di cisplatino o chemioterapia con dosi pari o
superiori a 850 mg. Come sostiene la dottoressa Sagstuen, «Nei pazienti curati con
chemioterapia a base di cisplatino è emersa una prevalenza di condizioni di ipertensione e di
obesità rispetto a gruppi di controllo sani e a pazienti curati con la sola chirurgia o radioterapia.
Questa prevalenza sembrava aumentare proporzionalmente alle dosi cumulative di cisplatino».
I meccanismi di fondo di questo fenomeno non sono chiari. «Abbiamo tendenzialmente escluso
che la causa fosse il basso livello di testosterone, in quanto la pressione sanguigna e il BMI
erano ancora notevolmente alti dopo aver calibrato i livelli di testosterone nelle analisi.
Accertare le cause dirette costituirà di per sé un progetto oneroso», ha affermato la dottoressa
Sagstuen.
L'ipertensione è un fattore di rischio primario per le malattie cardiovascolari. Come osserva
l'autore dello studio, il fatto che ipertensione e obesità sembrino essere riconosciuti come
effetti collaterali del trattamento con cisplatino dovrebbe rendere i medici responsabili del
follow-up dei pazienti curati con questo farmaco consapevoli della presenza di alta pressione
sanguigna e altri fattori di rischio cardiovascolare.
La vera entità dell'impatto clinico di questi risultati dal punto di vista del paziente non è ancora
ben definita. «Tutto quello che possiamo dire allo stato attuale è che i sopravvissuti al cancro
testicolare dovranno in genere tenere sotto controllo il peso ed evitare il fumo, e mantenere
uno stile di vita il più possibile sano», ha concluso la dottoressa Sagstuen. A proposito di
questo studio, il Dr. Vesa Kataja del Kuopio University Hospital in Finlandia, ha commentato:
«Nel corso degli ultimi 20 anni, specialmente grazie alla chemioterapia a base di cisplatino, i
tumori delle cellule germinali testicolari sono diventati neoplasie curabili. Gli effetti collaterali a
lungo termine della terapia diventano tuttavia molto rilevanti, in quanto questi tumori sono
diagnosticati e trattati in giovane età. La misurazione della pressione sanguigna del paziente
nel corso delle visite di follow-up dovrebbe diventare una procedura di routine per tutti i
pazienti ammalati di cancro. Come sostengono la dottoressa Sagstuen e i suoi collaboratori,
nei sopravvissuti al carcinoma testicolare trattati con chemioterapia a base di cisplatino, è
particolarmente importante il controllo della pressione sanguigna anche quando è trascorso
molto tempo dalla terapia primaria».
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05. LINEE GUIDA INTERNAZIONALI PER L'ONCOLOGIA MEDICA
Per la prima volta, due tra le più importanti associazioni oncologiche a livello internazionale
hanno deciso di pubblicare una serie di raccomandazioni sulla formazione degli oncologi
medici. La Società Europea per l'Oncologia Medica (European Society for Medical Oncology,
ESMO) e la Società Americana di Oncologia Clinica (American Society of Clinical Oncology,
ASCO) hanno oggi annunciato, in occasione del 29simo Congresso ESMO a Vienna, Austria, la
divulgazione nel prossimo mese di novembre del curriculum fondamentale universale per
l'oncologo medico (Global Core Curriculum in Medical Oncology).
Nel 2002 una joint-venture tra ESMO e ASCO, presieduta dal danese Heine H. Hansen, aveva
già iniziato a lavorare alla stesura di un documento comune che fissasse le linee guida per la
formazione degli oncologi medici. Lo scopo era quello di assicurare che i pazienti abbiano in
qualsiasi momento e ovunque si trovino la medesima opportunità di essere curati da specialisti
altamente qualificati.
«Il continuo interscambio di specialisti e il rapido flusso di informazioni a livello internazionale
hanno evidenziato l'urgenza di fissare una serie di linee guida comuni sulla formazione clinica
necessaria a ottenere la qualifica di oncologo medico», ha spiegato il prof. Hansen.
Al fine di assicurare che l'approccio sia realmente globale, il documento è stato revisionato da
alcuni eminenti oncologi in Asia, America Latina ed Estremo Oriente. Prima della stesura finale
del documento, sono stati ascoltati anche due giovani oncologi rappresentanti l'Europa e gli
Stati Uniti, allo scopo di assicurare che la nuova generazione di oncologi condivida la stessa
filosofia degli specialisti più autorevoli.
«Il trattamento medico delle malattie neoplastiche è divenuto molto complesso negli ultimi
anni, tanto da richiedere conoscenze approfondite nel campo della biologia dei tumori,
dell'azione specifica e degli effetti collaterali dei farmaci», ha affermato Paris A. Kosmidis,
Presidente ESMO.
Le linee guida sono state approvate dalla ESMO e dall'ASCO e verranno pubblicate su Annals of
Oncology (Europa) e su Journal of Clinical Oncology (US). La pubblicazione del documento è
attesa per il mese di novembre 2004.
INDICE
06. RICONOSCIMENTO DELL'ONCOLOGIA MEDICA IN EUROPA
Secondo la Società Europea per l'Oncologia Medica, un altro modo affinché i pazienti possano
essere certi di essere curati da uno specialista qualificato è il riconoscimento formale
dell'oncologia medica quale qualifica professionale specifica da parte dell'Unione europea.
Il cancro è sempre più un flagello in Europa e presto sarà anche la prima causa di morte.
Tuttavia, le differenze nella qualità delle cure fornite fanno sì che il tasso di sopravvivenza vari
sostanzialmente tra i diversi Paesi europei.
L'oncologia medica è una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale in molti Paesi
dell'Unione europea, tuttavia non viene definita come una qualifica ben precisa nella vigente
Direttiva comunitaria sui medici.
La Commissione europea ha messo a punto una nuova proposta, la Direttiva sul
riconoscimento delle qualifiche professionali, finalizzata a facilitare l'interscambio di specialisti
mediante il riconoscimento automatico dei diplomi.
Nel mese di febbraio di quest'anno, 408 dei 628 membri del Parlamento europeo hanno votato
a favore di un emendamento che include l'oncologia medica nella Direttiva, ma qualsiasi
cambiamento deve essere approvato dalla Commissione europea e dal Consiglio dei ministri.
Per questo, la ESMO ha bisogno del supporto attivo dei Paesi membri.
«Il mancato riconoscimento ostacolerebbe sempre più l'istruzione e la formazione
internazionali in un campo in cui il progresso scientifico e la necessità di un approccio
multidisciplinare sono decisivi», ha spiegato il dott. Kosmidis. «Considerando le attuali
differenze nella qualità del trattamento delle malattie neoplastiche tra i singoli Paesi europei,
cosa che ha ripercussioni direttamente sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici, è essenziale
che i politici riconoscano l'oncologia medica come una qualifica professionale specifica».
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07. LA FONDAZIONE ESMO SI PREPARA PER IL FUTURO
La Società Europea per l'Oncologia Medica (European Society for Medical Oncology, ESMO),
organizzazione non-profit leader nel campo dell'educazione e della formazione oncologica, ha
deciso di dare vita a una nuova fondazione benefica finalizzata al miglioramento delle cure per
i pazienti tumorali in Europa e nel mondo.
La nuova Fondazione ESMO avrà la missione di raccogliere fondi da indirizzare alla
realizzazione di numerose attività che hanno come scopo ultimo quello di garantire che ogni
paziente tumorale ottenga le migliori cure e i migliori trattamenti possibili. Numerosi sponsor
hanno già manifestato interesse a offrire donazioni incondizionate per scopi educativi a
supporto della Fondazione.
«La Fondazione ESMO sarà la base di appoggio per lavorare al miglioramento dei trattamenti e
delle cure a favore dei malati di cancro in Europa e nel mondo ― promette il Prof. Heinz
Ludwig, presidente della Fondazione ESMO ― e ci porterà più vicini al nostro sogno di
assicurare che nessun malato di cancro sia curato in un modo che non è il migliore possibile».
In linea con la filosofia ESMO, anche la Fondazione avrà come finalità quelle di fare avanzare
l'arte, la scienza e la pratica dell'oncologia medica e di divulgare le conoscenze acquisite al
maggior numero di destinatari possibile. Si prevede quindi il supporto alle svariate attività
dell'ESMO, quali organizzazione di conferenze scientifiche e corsi di formazione; pubblicazione
di riviste, libri e raccomandazioni; istituzione di borse di studio e organizzazione di seminari
per pazienti e famiglie.
«Esistono ancora troppe differenze in termini di quantità e qualità delle cure oncologiche
disponibili nei Paesi membri dell'ESMO; ma sono convinto che con il lavoro della Fondazione
ESMO si potranno fare grandi passi verso una maggiore equità!», ha commentato il
Prof. Herrmann, responsabile della divisione oncologica dell'ospedale universitario di Basilea,
Svizzera.
In qualità di Presidente della Fondazione ESMO, il Prof. Heinz Ludwig ha espresso gratitudine a
nome della Società a tutti i benefattori, commentando che «soprattutto in tempi difficili come
questi, dove i tagli al budget sono all'ordine del giorno, un sostegno così generoso è
fondamentale per consentire a organizzazioni senza scopo di lucro come la ESMO di fare fronte
alle proprie responsabilità».
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Concorsi e bandi
MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO PER DATA MANAGER – COORDINATORI DI
SPERIMENTAZIONI CLINICHE – Bando definitivo
Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” – Cattedra di Oncologia Medica
Direttore: prof. Oscar Alabiso
Rete Oncologica Piemontese e della Val d’Aosta
Presidente: dr. Giovanni Monchiero
Corrdinatore: dr. Oscar Bertetto
Gruppo Oncologico Nord-Ovest
Presidente: dr. Marco Merlano
Scadenza 30 novembre 2004
Da oggi è disponibile il bando definitivo. Per le informazioni clicca qui
PREMIO DI RICERCA: IL RUOLO DEGLI ANALOGHI DELLA SOMATOSTATINA NELLA
GESTIONE DELLE MALATTIE NEUROENDOCRINE
Italfarmaco bandisce 2 premi di ricerca clinica da assegnare a Laureati in Medicina e Chirurgia
di età non superiore a 40 anni, operanti presso Strutture Sanitarie del nostro Paese.
I premi saranno dell’importo di 5.000 € cadauno.
Verranno premiati i due lavori originali che avranno prodotto i risultati più interessanti in tema
di miglioramento della prognosi e della terapia del paziente affetto da patologia
neuroendocrina.
I lavori saranno valutati da una apposita commissione costituita da sei membri specialisti in
Endocrinologia ed in Oncologia (Prof. A.Angeli, Prof. E.Ghigo, Prof. A.Giustina, Dr. R.Labianca,
Prof. G.Lombardi, Prof. E.Martino) e da un Rappresentante dell’Azienda.
Scadenza 30 giugno 2005
Scarica il Bando
MANAGEMENT IN ONCOLOGIA
Nuovo insegnamento nella formazione universitaria dei medici. La Scuola di Specializzazione in
Oncologia dell’Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Amadori, ha inserito come
insegnamento “Il Management in Oncologia”. Scopo della nuova introduzione - la prima in
Italia - è rendere più completa la formazione degli specializzandi integrandola con
elementi manageriali, soprattutto alla luce delle nuove terapie biologiche fortemente
impegnative anche sul versante economico.
Per informazioni, contattare la Segreteria al tel 049.8215804. E-mail:[email protected]
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AGENDA: I PROSSIMI APPUNTAMENTI AIOM
Le segnalazioni che ci perverranno delle iniziative locali Aiom verranno pubblicate in questo
spazio
DONNE OLTRE LA MALATTIA – CONOSCERE E AFFRONTARE IL TUMORE AL SENO
Milano, 5 novembre 2004 - Aula Magna Istituto Tumori di Milano - Via Venezian, 1
Segreteria scientifica: Carmela Sigari, Fulvia Gariboldi
Segreteria organizzativa: S.MA.IL Tel: 02.95299070 - email: [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
DALLA DESCRIZIONE MORFOLOGICA ALLE CARATTERISTICHE MOLECOLARI NELLE
MALATTIE LINFOPROLIFERATIVE: UN ESEMPIO DELL’EVOLUZIONE DIAGNOSTICA E
TERAPEUTICA IN MEDICINA
Roma, 8-10 novembre 2004
Mediterranean School of Oncology - Cattedra di Oncologia Medica - University G. D’Annunzio
Tel. 0871.3556765 – Fax 08713556707 – Email: [email protected]
Corse Coordinator: Mrs. Valeria Cannavicci - E-mail: [email protected]
Info: www.unich.it/mso.cinbo
IL CANNOCCHIALE ONCOLOGICO
IL CARCINOMA MAMMARIO. POSSIBILITÀ DI STRATEGIE TERAPEUTICHE ALLA LUCE
DEI FATTORI PROGNOSTICI E PREDITTIVI
Novara, 12 novembre 2004 - Auditorium Banca Popolare di Novara (Via Negroni, 12 – Ore 10)
Presidenza: Luigi Dogliotti - Coordinamento: Oscar Alabiso
Segreteria organizzativa: MC Medical Congress Tel. 0321.331215 – email:
[email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
CORSI DI PSICONCOLOGIA PER ONCOLOGI MEDICI
Baveno (Verbania), 12-13 Novembre – Grand Hotel Dino
Direttore del corso: Riccardo Torta, Professore di Psicosomatica alla Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Torino, ricercatore al dipartimento di Neuroscienze di Torino,
responsabile del Servizio di Psiconcologia dell’ASO S.Giovanni Battista di Torino.
Inoltrata la richiesta di accreditamento al Ministero della Salute.
Segreteria Organizzativa al seguente: [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
LA SEDAZIONE NEL MALATO TERMINALE: COME, QUANDO E PERCHÉ
Milano, 13 novembre 2004 – Sala Conferenze Ospedale San Paolo (Via Di Rudinì, 8)
Segreteria Scientifica: prof. Paolo Frua; dr.ssa Laura Piva
Azienda Ospedaliera San Paolo (Milano) Tel. 02.50323085
Segreteria Organizzativa EPB – Tel. 02.4989818 – email: [email protected]
Per Scaricare il programma clicca qui
XIV CONGRESSO NAZIONALE SIURO (SOCIETÀ ITALIANA DI UROLOGIA
ONCOLOGICA)
MAIN TOPIC: LE NEOPLASIE DEL RENE E DEL SURRENE
Trieste, 9-12 dicembre 2004 – Palazzo dei Congressi (Stazione Marittima)
Segr. Scientifica: 051.6362421 – [email protected]
Segr. Organizzativa: 051.235993 – [email protected]
IL CARCINOMA DELLA PROSTATA
Genova, 18-19 Febbraio 2005 – Salone Congresso Ente Ospedaliero Ospedale Galliera – Via
Volta, 8
Info: Francesca Marangoni (European School of Oncology) – Tel. 02.43359611 –
[email protected]
Info: Alessandra Vagge (E.O. Ospedali Galliera) – Tel. 010.5634863 –
[email protected]
3RD INTERNATIONAL CONFERENCE
FUTURE TRENDS IN THE TREATMENT OF BRAIN TUMORS
Padova, 11-12 Marzo 2005 - Aula Morgagni , Policlinico Via Giustiniani, 2
Chairperson: Alba A. Brandes, GICNO - Gruppo Italiano Cooperativo Neuro-oncologia
Segreteria organizzativa: Studio E. R. Congressi: 051.4210559 [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM ALLA PAGINA
http://www.aiom.it/news/news.asp
Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Redazione: Gino Tomasini, Carlo
Buffoli
Consulenza scientifica: Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma), Laura
Milesi (U.O. Oncologia Medica, Ospedali Riuniti di Bergamo)
Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001
Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105
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Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Roche – innovazione per la salute
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