trattamento primario del carcinoma prostatico localizzato tramite

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TRATTAMENTO PRIMARIO DEL CARCINOMA PROSTATICO ORGANO CONFINATO CON
BRACHITERAPIA INTERSTIZIALE PERMANENTE: NOSTRA ESPERIENZA.
Stefano Nerozzi°; Alessandro Della Melina°; Giuseppe Canovaro°; Marco Stefanacci*, Roberto Santini*,
Luca Bernardi^; Alfredo Trippitelli°.
°U.O.Urologia, *U.O.Radioterapia, ^U.O.Fisica Sanitaria – AUSL3 PISTOIA
SCOPO DEL LAVORO
Il ruolo terapeutico della Brachiterapia Interstiziale Permanente nel trattamento del carcinoma
prostatico organo confinato è andato sempre più affermandosi, a partire dagli anni ottanta, grazie
allo sviluppo delle tecniche di imaging e dei software di Treatment Planning System (TPS) tali da
permettere una determinazione ottimale delle curve dosimetriche. Scopo del lavoro è la
presentazione dei dati relativi alla nostra esperienza su 185 pazienti, con età media di 70,8 anni
(range 47-82), trattati con questa tecnica, come trattamento primario, da Marzo 2001 ad Aprile
2013.
MATERIALI E METODI
La procedura chirurgica prevede l’inserimento all’interno della ghiandola di semi radioattivi
(I125), precaricati su ago, in base al modello d’impianto. Tale manovra è eseguita per via perineale
con guida ecografica e fluoroscopia in anestesia generale o spinale.
I pazienti sono selezionati in accordo con le indicazioni della American Brachyterapy Society
(ABS):
Stadio: T1c-T2b
PSA< 10 ng/ml
Gleason score < 7
Aspettativa di vita ≥ 10 anni
Età < 80 anni
Volume prostatico ≤ 50-60 cc.
Qmax > 15 ml/sec.
RM/TC negativa
In casi selezionati le indicazioni sono state estese.
RISULTATI
Follow-up mediano 57,4 ± 30,4 mesi (range 1,5-120,6). La D90 mediana è di 152 ± 27 Gy (range
58-217). 136 pazienti (73,5%) hanno un follow-up > 24 mesi. Di questi 24 (17,6 %) hanno avuto
ripresa biochimica di malattia. La sopravvivenza libera da recidiva biochimica (ASTRO) è del
88,4% a 5 anni. Nessun paziente è morto per carcinoma prostatico. All'analisi univariata PSA
(p=0,43), Gleason score (p=0,30), età (p= 0, 78) e basso D90 (≤ 145 Gy) (p=0,14) non sono
risultati fattori prognostici significativi per la ripresa biochimica di malattia. Nessun paziente con
D90 < 100 Gy è incorso in ripresa biochimica di malattia. Nel sottogruppo di pazienti con Gleason
score = 7 nessuna differenza è stata osservata in caso di Gleason primario uguale a 3 o a 4 (p=
0,83). 9 pazienti (4,9 %) hanno sviluppato tossicità urinaria di grado 3 e 3 pazienti (1,6 %) hanno
sviluppato tossicità rettale di grado 3.
DISCUSSIONE
I nostri dati concordano con quelli della letteratura. Questa tuttavia, in assenza di studi
randomizzati che confrontino la prostatectomia radicale con la radioterapia a fasci esterni e la
brachiterapia, non è in grado di indicare la superiorità di una terapia sull'altra nel trattamento
del carcinoma prostatico a basso rischio. Una maggior incidenza di complicanze nel primo
periodo della nostra esperienza deve far riflettere sul ruolo della curva di apprendimento anche
nell'utilizzo di questa metodica.
CONCLUSIONI
La brachiterapia interstiziale permanente, in pazienti selezionati affetti da carcinoma prostatico
localizzato, risulta essere un trattamento efficace e minimamente invasivo con risultati analoghi a
quelli della prostatectomia radicale e della radioterapia a fasci esterni.
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