Abstract - Società Triveneta di Chirurgia

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CARCINOMA SQUAMOCELLULARE DELL’ANO. CASO CLINICO E DISCUSSIONE
SULLE MODALITÀ DI TRATTAMENTO.
E. Marcotti, U Dell’Erba, MA Sistu, S. Pappalardo, P. De Antoni, C. Della Bianca
U.O Chirurgia Generale, Belluno
Paziente di sesso maschile di 60 anni. Giunge alla nostra osservazione circa due mesi dopo l’esordio
della sintomatologia con diagnosi di ascesso perianale già inciso e drenato in altra sede.
L’obiettività locale è caratterizzata da una grave flogosi perianale e perineale, con cute edematosa
ed iperemica, vegetazioni perianali e fistole multiple dalle quali fuoriesce materiale purulento.
L’esame istologico pone diagnosi di carcinoma spinocellulare G2, variante verrucoide. Esami di
stadiazione negativi.
Viene valutato in visita collegiale dall’oncologo e dal radioterapista che considerata la scarsa
risposta alla radioterapia di questo particolare tipo istologico, l’estensione della lesione,
l’insufficienza renale che non permetterebbe un trattamento chemioterapico, propone l’amputazione
addomino-perineale in accordo con l’orientamento del paziente. Viene quindi eseguito l’intervento.
L’esame istologico evidenzia un carcinoma squamocellulare dell’ano, multifocale, moderatamente
differenziato, infiltrante tutta la parete con estensione al margine anale ed ai margini radiali di
resezione ed infiltrazione dei tessuti molli perianali. Non metastasi ai 5 linfonodi regionali
esaminati. Si ottiene un buon risultato chirurgico. Nel postoperatorio, considerata la marcata
polifocalità e la positività dei margini chirurgici, il paziente viene sottoposto a radioterapia.
Il carcinoma anale è una patologia piuttosto rara, rappresenta circa il 2-4% dei tumori colorettali.
Clinicamente si manifesta come una lesione vegetante a lenta crescita, a superficie irregolare e a
volte ulcerata; può esserci dolore, sanguinamento, massa palpabile, modificazioni dell’alvo,
tenesmo. Il trattamento terapeutico del carcinoma anale ha subito una costante evoluzione. Lo scopo
principale è quello di garantire la radicalità oncologica preservando la funzione sfinteriale e
permettendo quindi al paziente una migliore qualità di vita. Oggi la radioterapia con o senza
chemioterapia rappresenta il metodo ottimale per il trattamento conservativo del carcinoma anale
consentendo un adeguato controllo locale con preservazione della funzione sfinterica. La chirurgia
con escissione locale o amputazione addomino-perineale viene riservata a casi selezionati.
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