22) Immacolata 07.12. 05

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A RCIDIOCESI DI F ERRARA - C OMACCHIO
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BASILICA CATTEDRALE
Solennità dell’Immacolata Concezione 2005
Ordinazione dei Diaconi
Omelia di S . E . M ons. P AOLO R ABITTI
Letture della Messa: Gn 3,9-15.20; Ef 1, 3-6.11-12; Lc 1, 26-38
iamo in pieno tempo d’Avvento. Una volta di più, Dio, con la Sua misericordia, la Sua
potenza, la Sua delicatissima forza, consegna alla Chiesa la parola del Suo amore,
affinché apriamo l’animo al Suo definitivo, ultimativo, supremo dono che è Gesù: il
Salvatore, il Figlio dell’uomo, Colui sul quale noi siamo esemplati; cioè: creati, benedetti,
eletti, predestinati, segnati; Colui nel quale saremo ricapitolati, cioè riannodati come al nostro
capo (II lettura).
Quanta sofferenza noi uomini sappiamo provocare in Dio! Egli ci dona l’esistenza affinché ci
apriamo alla Sua vita, e noi non ce ne curiamo!
Si ripete l’antica storia raccontata da Giobbe; gli uomini “si divertono, a suon di musica;
finiscono i loro giorni nell’edonismo; scendono tranquilli verso la loro fine e dicono a Dio:
«allontanati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie»”(Gb 21,12-14).
L’Avvento (questo mese che precede il Natale) è da più di 1900 anni che scende sull’umanità,
quale invito alle nozze di Dio con l’uomo; e l’uomo molto spesso esaspera Dio con il proprio
rifiuto.
S
* * *
Dentro l’Avvento, fiorisce la festa dell’Immacolata. L’Avvento ci reca il messaggio: “Dio ci
ha creato, benedetto, eletto, predestinato” per renderci santi ed immacolati dinanzi a Lui (Cfr.
II lettura). L’Immacolata è il grande “Test”, la riprova e la realizzazione terrena e storica di
tale messaggio. Per farci vedere il nostro destino, Iddio fa fiorire sulla terra il Suo capolavoro:
Maria: la Madre di Dio, la gloria di Israele, la beata fra tutte le donne, l’apice della creazione,
il traguardo definitivo della storia.
Ascoltiamo qualche bagliore di ciò che, nei secoli antichi, la Chiesa proclama relativamente a
Maria Immacolata: “Santuario dell’impeccabilità; tempio santificato da Dio, paradiso
verdeggiante e incorruttibile; fatta di argilla pura e immacolata” (Theoteknos di Livia,
Panegirico per l’assunzione, 5 e 6). “La vergine Maria è una terra che Dio ha lavorato; la
primizia della discendenza di Adamo che è stata divinizzata in Cristo; l’immagine del tutto
somigliante alla bellezza divina; l’argilla modellata dalle mani dell’artista divino”(Andrea di
Creta, PG 97,1068).
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Guardando al capolavoro, possiamo anche noi consegnarci al Divino Artista che desidera
plasmarci sul primo modello che è Maria, “Colei che a Cristo più si somiglia”; e può davvero
trasformarci “di gloria in gloria” e farci giungere, all’epilogo della nostra vita, santi e
immacolati a nostra volta; e così consentirci di andare noi pure “incontro a Dio, in santità e
purezza di Spirito” (Orazione della Messa).
* * *
Diceva Clemente Alessandrino: “Io conosco una vergine Madre e ad essa si addice il nome di
Chiesa” (Pedag. 1,6 PG 8,300).
Iddio sta facendo una “trasfusione”: in Maria, ha operato “cose grandi”(MEGÁLA); e nella
Chiesa sta “togliendo” (pian piano) “ogni macchia e ogni ruga” (Cfr. Prefazio della Solennità)
per renderla – come Maria – “splendente di bellezza” (Ibidem).
In Maria è sorto l’inizio della Chiesa e lo schema di tutta la sua vita. “Guarda la stella!”
diceva San Bernardo. Guarda la stella e troverai la via.
* * *
La nostra Diocesi coniuga oggi, con l’Avvento e con l’Immacolata, un nuovo passo della
propria storia e della propria santificazione verso l’avvento del regno di Dio in mezzo a noi.
Due nostri amati fratelli – Walter e Roberto – stanno per “buttare” la propria esistenza a
questa trascendente vicenda del regno di Dio che si sta faticosamente impiantando anche nel
nostro territorio.
Come Maria, come la Chiesa, sono votati all’avvento di Cristo nella pienezza della creazione,
affinché “Dio sia tutto in tutti”; così Walter e Roberto offrono oggi le loro energie, il loro
amore, la loro opera, le future fatiche a questo fine.
Lasciano la professione umana e assumono una missione divina; ed è ciò che Dio ha chiesto,
prima di tutto a Maria. Lasciano la libertà di formarsi una propria famiglia per offrire un
amore indiviso a coloro che debbono amare e servire per conto di Dio: ed è questa stessa la
metamorfosi dell’amore sponsale di Maria, che si è trasformato irrevocabilmente in “amore
verginale”.
Walter e Roberto abdicano alla personale autodeterminazione della propria esistenza, per
porsi sotto una feconda ubbidienza che li manderà là dove c’è più bisogno del loro servizio:
ed è questo stesso il mistero di Maria e di Cristo, la cui missione iniziò con la stessa parola
che voi, Walter e Roberto, avete testé pronunciato: “Eccomi! Ecco vengo o Dio per fare la tua
volontà”.
Sottolineo, cari Ordinandi, tre dimensioni del vostro diaconato, mettendole tutte in controluce
di Maria Santissima, nel mistero di Cristo e della Chiesa:
A) L’Immacolatezza:
cioè “ conservarsi incontaminati da questo mondo” inquinato. Si
realizzi in voi ciò che dice il salmo 118, 76.78.79: “Mi confermi
la tua grazia; si volgano a me i tuoi fedeli; sia il mio cuore
immacolato nei tuoi precetti”.
B) La passione per il vostro compito nella Chiesa: ben sapendo che – pur diventando
domani Sacerdoti – rimarrete intrinsecamente e
sacramentalmente Diaconi. Ecco perchè, fra poco, chiederò per
voi a Dio questa sinfonia di virtù diaconali:
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“Siano pieni di ogni virtù;
sinceri nella carità;
premurosi verso i poveri e i deboli;
umili nel loro servizio;
retti e puri di cuore;
vigilanti e fedeli nello spirito”.
C)
La irrevocabile attitudine alla comunione.
Un Diacono che si isoli è un assurdo;
un Diacono che si separi dal Vescovo è un “non- senso”;
un Diacono che non abbia misericordia è come una nube senz’acqua;
un Diacono che non serva e non unisca è simile ai fiori finti.
Invece:
dovrete essere forti e contagiosi nella speranza;
dovete amare tutti con affetto fraterno;
solleciti delle necessità dei fratelli;
premurosi nell’accogliere.
Cari Walter e Roberto:
che Gesù venga in voi;
che Maria divenga la vostra “formazione permanente”;
che la Chiesa sia la vostra Patria!
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