Solennità della Concezione della Beata vergine Maria IMMACOLATA: CAPOLAVORO DELLA GRAZIA DI DIO Genesi 3,9-15.20; Efesini 1, 3-6.11-12; Luca 1, 26-38 Il dogma della Immacolata Concezione era stato proclamato da Pio IX nel 1954 e, solo quattro anni dopo, l‘Immacolata apparve a Lourdes, alla grotta di Massabielle alla piccola Bernadette Soubirou, rivelando appunto che il suo nome era proprio quella: Immacolata Concezione. Il ritratto dell’Immacolata, secondo Luca Nel famoso quadro dell’Annunciazione dell’angelo Gabriele, il ritratto “biblico” di Maria è finemente disegnato dall’evangelista Luca; noi ci accontenteremo di delinearne solo le componenti essenziali. Il primo tratto ci viene sottolineato da quel titolo fondamentale che dobbiamo dare a Maria, che è quel famoso participio perfetto passivo che abbiamo in 1, 28: Kaire o kecharitomene, Rallegrati o tu che sei stata riempita di grazia. Ci accorgiamo subito che il soggetto è Dio che in questa creature modesta crea il suo capolavoro: il capolavoro della tenda perfetta, il santuario ideale, la nuova Sion, Maria. Ma ecco subito il secondo lineamento dell’Immacolata Madre di Gesù: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine…la vergine si chiamava Maria. La stessa ragazza più avanti dichiarerà, non conosco uomo. Comunque si debba interpretare questa frase, essa è certamente una dichiarazione secondo cui Colui che nasce all’interno di Maria non nasce , per dirla con il prologo di Giovanni né da carne, né da sangue, né da volere di uomo, ma da Dio (Gv 1, 13). Egli non nasce per intervento umano, attraverso i puri e semplici meccanismi biologici di un uomo e di una donna, ma è il perfetto dono di Dio, deposto nel grembo di una donna: Maria di Nazaret, l‘Immacolata appunto. La Verginità di Maria è una virtù squisitamente necessaria e cristologia: serve al progetto di Dio per dire che in Gesù non è il figlio di Giuseppe, ma di Dio. Ecco perché l’angelo si sofferma sulla potenza dell’Altissimo che ti coprirà con la sua ombra, e nel credo la Chiesa farà eco: Credo in Gesù Cristo che fu concepito per opera dello di Spirito Santo e nacque da Maria Vergine. Ed eccoci all’altra pennellata con cui Luca ritrae Maria attraverso la sua stessa dichiarazione: Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me la tua parola. Una espressione su cui si è ricamato molto per cercare aspetti solo di umiltà, cosa vera in Maria ma insufficiente perché il momento dell’annunciazione è il momento della comunicazione di un grande progetto. Maria non ha ragione di mettere avanti solo la sua umiltà. Per accettare deve mettere avanti anche la coscienza del mistero che in lei si compie, perché Dio agisce sulla base della sua adesione, del suo fiat, avvenga di me. Allora la parola serva si collega alla tradizione dell’A T: per cui servo era abramo, Mosè, Davide, ogni profeta e persino il Messia (il Servo di Jahvè). Servo è colui che ha la consapevolezza di avere una missione decisiva da compiere . Nel momento dell’Annunciazione Maria sigilla il mistero che si compie in lei dichiarandosi consapevole di qualcosa di irraggiungibile, inesprimibile, ineffabile. Maria ci insegna come trattare con Dio. Concludiamo facendo nostra una preghiera di padre Turoldo. “ Una fanciulla ci insegna a rispondere: come parlare col Dio nascosto che attendiamo e cerchiamo da sempre, con troppa angoscia nel cuore, da sempre! Era il silenzio vivente e rapito, il pio silenzio di tutte le cose: era preghiera che i secoli univa, il desiderio più antico del mondo. Per questo trovasti grazia, Maria, come nessuno agli occhi di Dio: né ti turbò la visione dell’angelo, ma quel saluto cui vibrano i cieli. Verrà una donna e sarà lo splendore della vera alba del mondo da te ideata Signore, tutta bella e Immacolata, ideata per noi, Signore! Verrà una donna e sarà la pianta che genera il Figlio invocato persino dalle pietre, dal gemito dell’intera creazione: Dio , eterno è il tuo amore per noi! Amen. Camilla Vitali, Missionaria del sacro Cuore di gesù