Servizi Territoriali L’approfondimento LA PET THERAPY a cura dell’equipe di “pet therapy” Il cane nella vita di tutti i giorni Frequentemente chi va a passeggiare con un cane dallo sguardo docile riceve la richiesta di poterlo toccare; è una sorta di rito istintivo, ancestrale, quasi a voler carpire all’animale emozioni e sensazioni che, di suo, elargisce con generosità e senza giudizi o ricatti. Un gesto, come il cercare un lungo e ossigenante respiro quando si é tesi o in ansia. Commovente è la scena di un cane che accompagna in modo delicato e mite una persona anziana, che guida con sicurezza un cieco per marciapiedi e semafori, che annusa sotto le macerie o una valanga di neve un essere umano vivo e lo salva. Utile risulta il cane che viene impiegato per scoprire la presenza di sostanze stupefacenti. Sorprendenti sono le testimonianze di persone che, a seguito di malattie fisiche o psichiche, sono state indotte a reagire perché è entrato nella loro vita un cane. I semplici gesti del nutrirlo, del ricambiare uno sguardo festoso e scodinzolante, dell’accompagnarlo a passeggio, del consentirgli di lambire i propri piedi quando ci si ritrova sotto il tavolo a mangiare, di lanciargli una palla e seguire il suo correre festoso, smuovono la mente, l’animo e il corpo dell’individuo e attivano dinamiche ed energie rigeneranti. Il gruppo di lavoro dell’ULSS n° 4 che ha avviato un approfondimento sul tema in oggetto è formato da cinque operatori, due Psicologi, una Neuropsichiatra infantile e due Medici Veterinari. Gli Psicologi operano in Consultorio familiare e a contatto con minori che hanno subito maltrattamenti, trascuratezze o abusi sessuali, mentre la Neuropsichiatria infantile si fa carico di bambini affetti da disabilità neuro-motorie e comportamentali, cognitive o con disturbi affettivi ed emozionali. L’efficacia relativa degli strumenti tradizionali di intervento, che agiscono prevalentemente sull’area cognitiva del minore, frequentemente inibita o compromessa, ha stimolato la ricerca di strategie che attivassero l’area emozionale, l’area percettivosensoriale, l’area relazionale e della socializzazione. L’attenzione si è così focalizzata subito sul cane che, da una ormai copiosa letteratura, è stato utilizzato sia con intendimenti educativi ed assistenziali che con finalità co-terapeutiche. L’utilizzo in modo consapevole degli animali in terapia risale al 1792, anno in cui William Tuke in Inghilterra incoraggiava i suoi pazienti, malati mentali, a prendersi cura degli animali, perchè li inducevano all’autocontrollo. L’interesse scientifico verso questo tipo di attività arriverà negli anni ‘60, quando un neuropsichiatra infantile, Boris Levinson, notò come nei bambini con difficoltà relazionali ed affettive il cane avesse una funzione di facilitatore delle relazioni sociali. Dal suo primo studio pionieristico del 1962 “Il cane come co-terapeuta” si sono moltiplicate le esperienze e i lavori sull'utilizzo di animali per la terapia, riabilitazione e per attività ricreative e questo ha suscitato nel corso del tempo sempre maggiore interesse. Le osservazioni di Levinson saranno riprese solo nel 1975 da Samuel ed Elisabeth Corson, psichiatri americani, che si occupavano di pazienti psichiatrici adulti e diedero a questo tipo di intervento il nome di terapia: nasceva così la “Pet Facilitated Therapy”, ossia la terapia facilitata dall’uso degli animali da compagnia. Questa metodologia di lavoro approda in Italia solo nel 1987 in un convegno interdisciplinare svoltosi a Milano su “Il ruolo degli animali nella società”. Il concetto di co-terapia con gli animali: la pet-therapy La denominazione di pet-therapy viene da tempo utilizzata per definire genericamente attività che comportano il coinvolgimento di animali per il conseguimento di obiettivi di carattere ricreativo-assistenziale o terapeutico. Alla base di questo approccio c’è una cospicua mole di studi che conferma la grande utilità della pet therapy in tutti quei disturbi che necessitano di una forte spinta alla socializzazione. L’interazione con l’animale da compagnia è fonte di sicurezza, rilassamento e favorisce, pertanto, l’apertura di canali di comunicazione verso l’esterno. La pet- therapy favorisce un processo di cambiamento, di maturazione della persona che può così essere sollecitata ad affrontare i propri problemi. Questo grazie al rapporto che instaura con l’animale, rapporto che si gioca sul canale non verbale che, non essendo filtrato dal linguaggio e quindi dal pensiero razionale, va dritto a contatto col mondo interno, sede delle nostre vere emozioni, dei sentimenti e degli affetti. La pet-therapy non si sostituisce alla psicoterapia, ma la affianca e rappresenta un valido strumento al quale lo Psicologo può fare ricorso, come ad esempio l’arte-terapia o la musicoterapia. Sebbene sia diventata una consuetudine classificare genericamente sotto il nome di “Pet therapy” vari tipi di attività con l’ausilio degli animali, più precisamente deve essere effettuata una distinzione tra Attività assistite con animali (A.A.A.) e Terapie assistite con animali (T.A.A.). Le Attività Assistite con gli Animali (A.A.A.) sono interventi a carattere ricreativo, educativo e ludico la cui finalità è quella di migliorare la qualità della vita della persona che ne fruisce. Rientrano tra le A.A.A. anche attività a valenza pedagogico-formativa rivolte alle scuole, effettuate nei reparti ospedalieri o in strutture residenziali. Le Terapie Assistite con gli Animali (T.A.A.) sono interventi co-terapeutici in senso stretto sul piano medico e psicologico, sulla base di un progetto i cui risultati e progressi sono monitorati e valutati secondo procedure individuate già nella fase iniziale della progettazione stessa. In pratica si tratta di attività focalizzate sulla disabilità e/o sul disagio e finalizzate a ottenere un miglioramento delle capacità adattative del paziente, tale da fargli raggiungere, compatibilmente con la patologia/problematica da cui è affetto, il massimo grado possibile di sviluppo delle sue potenzialità motorie (o più in generale fisiche), psichiche, relazionali e cognitive. La T.A.A. viene svolta e/o diretta attualmente da Psicologi e Neuropsichiatri formati in pettherapy in collaborazione con il conduttore del cane in un setting appropriato. Ruolo del medico veterinario: la scelta, la valutazione dello stato sanitario e comportamentale del cane L'animale che viene scelto per effettuare questo tipo di attività di tipo assistenziale deve garantire elevati livelli di affidabilità, sia sotto il profilo sanitario che comportamentale. Nell'attività di pet-therapy vengono selezionati solo soggetti che presentano particolari caratteristiche: sono infatti animali sottoposti ad un training educativo specifico, equilibrati, che amano e ricercano l’interazione con le persone, in grado di adattarsi rapidamente a persone sconosciute e a situazioni insolite. Devono sviluppare una buona intesa e comunicazione con il loro conduttore in modo tale da essere costantemente sotto controllo. I cani attualmente utilizzati dall’équipe appartengono alle razze Golden Retriever e Bovaro del Bernese. In tal senso è stata attivata anche una convenzione con l’Istituto zooprofilattico delle Venezie che fornirà la sua specifica consulenza in materia e che accrediterà l’idoneità dei cani in uso. Valutazione dello stato sanitario e di benessere del cane Il cane viene sottoposto ad un rigido protocollo sanitario in modo da garantire il più elevato standard di salute. Altro aspetto di fondamentale importanza è il controllo continuo dello stato di benessere dell’animale sia durante la seduta di Pet-Therapy che successivamente, nonché il suo stato di benessere nell’ambiente dove vive normalmente. Obiettivi generali della terapia con gli animali La pet-therapy si propone di ottenere dei miglioramenti verificabili nelle persone destinatarie dell’attività. In base alla letteratura esistente ed alle esperienze praticate, i principali obiettivi riguardano: l’area cognitivo-comportamentale (raggiungimento di uno stato di benessere generale e di rilassatezza psico-fisica; controllo dell’aggressività; miglioramento delle capacità di attenzione); l’area emotiva (controllo dell’emotività, instaurazione di un rapporto empatico con un altro essere vivente, accrescimento dell’autostima, acquisizione di maggior sicurezza e fiducia, sperimentare la dimensione del prendersi cura di); l’area socio-comunicativa (accrescimento della capacità di entrare in relazione con gli altri, capacità di partecipare ai giochi e di assumere dei ruoli social); l'area motoria (miglioramento delle competenze motorie e percettive). L’équipe sperimentale sulla Pet Therapy Gli Operatori coinvolti sono: dr. Lino Cavedon, Psicoterapeuta, Responsabile scientifico del Progetto pettherapy dr. Ivano Scorzato, Medico Veterinario dr. Fabrizio Berto, Medico Veterinario dr.ssa Stefanella Michielin, Neuropsichiatria infantile dr.ssa Michela Romano, Psicologa Il gruppo di lavoro intende avviare in via sperimentale e graduale la fase operativa del progetto all’interno del Centro Servizi di Montecchio Precalcino. Per l’anno in corso l’attività verrà rivolta esclusivamente all’utenza interna ai Servizi per aprirsi successivamente all’esterno. Eventuali altre richieste saranno oggetto di valutazione da parte dell’équipe pet-therapy. Successivamente la pet-therapy potrà essere indirizzata alla seguente utenza: disabili, anziani, pazienti psichiatrici, piccoli pazienti ricoverati nel reparto di pediatria e altri pazienti idonei, bambini e studenti certificati e normodotati delle scuole.