Museo etnografico della Valle di Muggio Dall’8 aprile al 26 novembre 2017 a Casa Cantoni a Cabbio, ma-do 14.00 – 17.00 una nuova mostra evento: La Valle di Muggio allo specchio. Paesaggio incantevole, paesaggio mutevole Premessa Dopo trentasette anni di impegno a favore del territorio e il riconoscimento che ha eletto la Valle di Muggio “Paesaggio dell’anno 2014”, il Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM) dedica alla Valle una mostra. Coerente con la vocazione del MEVM, il tema proposto è quello del paesaggio: un paesaggio che abbiamo ereditato, nel quale viviamo ma del quale siamo anche responsabili. La mostra illustra attraverso l’immagine gli aspetti significativi del paesaggio, ne documenta il cambiamento, evidenzia ciò che è peculiare, bello, magari mai notato, meritevole di essere salvaguardato e valorizzato. Il tema: lo specchio Ci guardiamo allo specchio: vediamo la nostra immagine riflessa, ci vediamo, ci osserviamo, vediamo come siamo, come siamo cambiati, forse ci interroghiamo su come saremo. Allo stesso modo il paesaggio che osserviamo mostrando le sue caratteristiche e i suoi elementi testimonia della vita delle generazioni passate e di quelle presenti: ne è il riflesso. Guardarci allo specchio ci aiuta a conoscerci, lo stesso vale per il paesaggio: considerare con attenzione il paesaggio che ci circonda porta a diventare consapevoli del suo valore, della sua unicità, di quanto la sua qualità è importante per la nostra qualità di vita. Ci obbliga però anche a riflettere su cosa lasceremo ai nostri discendenti. I contenuti Il paesaggio mutevole: le vedute fotografiche Il paesaggio è una costruzione della società che opera in un determinato momento su un supporto naturale, il territorio, che viene continuamente modificato. Un paesaggio è quindi di per sé mutevole essendo il frutto di una società che con il passare del tempo cambia. Una raccolta di fotografie della Valle e dei nuclei dei villaggi della prima metà del secolo scorso evidenzia le caratteristiche di un paesaggio minuziosamente organizzato tipico della civiltà rurale. Il momento del grande cambiamento è però avvenuto nell’immediato secondo dopoguerra quando anche da noi è iniziato un profondo mutamento socioeconomico. Ciò è ben visibile osservando le fotografie aeree del 1933 e confrontandole con le ortofoto del 2015. È un contrasto notevole che il visitatore può scoprire di persona. Il confronto ha anche lo scopo di indurre tutti a riflettere sulla relazione tra il passato e il presente del territorio per immaginare lo scenario futuro. Il paesaggio incantevole: le rappresentazioni pittoriche Il territorio della valle, soprattutto a partire dalla prima metà del XX secolo, ha attirato l’attenzione di vari artisti, alcuni di origine locale, altri provenienti da regioni e culture diverse. Le 58 opere selezionate per la mostra, perlopiù conservate in collezioni private e dunque in gran parte inedite, appartengono a 16 artisti e coprono una cronologia che va dalla fine del XIX secolo ad oggi. Le opere esposte offrono la possibilità di interrogarsi sulle diverse modalità di lettura del paesaggio. Se da un lato rappresentano una sorta di documento storico-artistico proponendosi come importanti tasselli della memoria collettiva, dall’altra costituiscono un palcoscenico ideale su cui gli artisti hanno riunito il risultato della personale percezione del territorio. Il loro punto di vista ci aiuta a definire meglio alcune caratteristiche del paesaggio e ci invita a prendere in considerazione anche degli aspetti che magari ci sfuggono o che non riusciamo a carpire. Nella mostra il paesaggio della Museo etnografico della Valle di Muggio, Casa Cantoni, CH - 6838 Cabbio, Tel. 0041 091 690 20 38, e-mail [email protected], sito www.mevm.ch Valle di Muggio è visto attraverso gli occhi di: Marie-Louise Manzoni-Audemars, Pietro Chiesa, Guido Gonzato, Fausto Agnelli, Anita Nespoli, Carlo Basilico, Rodolfo Soldati, Luigi Taddei, Libero Monetti, Samuel Wülser, Hans Brun, Lifang, Giuseppe Bolzani, Aldo Pagani, Bertrand Viglino e Samuele Gabai. Il paesaggio in tasca: la visione in 3D Il paesaggio contemporaneo è visualizzato in 3D per stimolare il visitatore ad essere attore nel paesaggio considerato come il palcoscenico sul quale si svolge la vita umana. Con uno speciale proiettore vengono mostrate un centinaio di immagini dei luoghi significativi della Valle. Con l'ausilio degli appositi occhiali il visitatore si trova immerso nel paesaggio in 3D. Un momento ludico a conclusione del percorso della mostra voluto anche per accrescere il nostro senso di appartenenza e di responsabilità nei confronti del paesaggio. Questa parte di mostra è basata su un progetto fotografico degli apprendisti poligrafi del Centro professionale tecnico (CPT) di Bellinzona sotto la guida di Stefano Crivelli docente SPAI. È possibile acquistare le immagini stereoscopiche del paesaggio come pure il visore tascabile che consentirà la visione in 3D. Il paesaggio come patrimonio. Quale futuro? Trattare il paesaggio unicamente da un punto di vista estetico non basta: il compito del MEVM è anche quello di mettere il visitatore nella situazione di instaurare un rapporto più intimo con il pregevole paesaggio che la nostra Valle ha ancora il privilegio di possedere. Questa mostra mira a suscitare una reazione di attaccamento nei confronti dei luoghi vissuti che, se assumono senso, verranno maggiormente rispettati e curati. Il tempo passa, guardandoci allo specchio ci vedremo cambiati e anche il paesaggio cambierà. Il MEVM è cosciente del fatto che l'avvenire non sta nel tornare al passato, ma nell’attingere al patrimonio territoriale trasmesso di generazione in generazione quale risorsa per il futuro in un'ottica di sviluppo locale durevole. Per questo alla fine della visita i visitatori sono invitati a lasciare un parere sul paesaggio attuale della Valle e specialmente sul paesaggio immaginato per il futuro. Una riflessione scritta, una citazione, un disegno, una foto selfie con, sullo sfondo, un paesaggio ritenuto bello e un selfie con paesaggio ritenuto brutto. Oggigiorno si usa spesso il termine “condivisione”: anche il paesaggio merita di essere condiviso. Colophon La mostra è stata curata da Paolo Crivelli, Silvia Crivelli e Ivano Proserpi con la collaborazione di Stefano Crivelli Progetto grafico e allestimento di Alberto Bianda, Studio grafico Theredbox communication design, Lugano Sostegno finanziario: Pro Helvetia, Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto, Centro di dialettologia e di etnografia, Repubblica e Cantone Ticino, Comune di Breggia Prestito e donazione di fotografie: Giuseppe Haug, Giovanni Luisoni, Danilo Marzoli, Centro di dialettologia e di etnografia (Fondo Giovanni Bianconi), Brigitte Masciorini (Collezione Dante Demarchi). Prestito dipinti: Museo d’Arte di Mendrisio, Comune di Arogno, Proprietari delle opere esposte. Foto aeree del 1933: Swisstopo, Ufficio federale di topografia, licenza 5701326761, Ortofoto 2015: Swisstopo, Ufficio federale di topografia, rif. KB150202-141-K. Foto in 3D: Stefano Crivelli, Centro professionale tecnico di Bellinzona Museo etnografico della Valle di Muggio Casa Cantoni, CH-6838 Cabbio T +41 (0)91 690 20 38 F +41 (0)91 690 20 39 [email protected] www.mevm.ch Museo etnografico della Valle di Muggio, Casa Cantoni, CH - 6838 Cabbio, Tel. 0041 091 690 20 38, e-mail [email protected], sito www.mevm.ch