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"Terrone" è un termine che viene utilizzato dagli abitanti dell'Italia
settentrionale e centrale per indicare un abitante dell'Italia meridionale.
È pressochè usato in tono scherzoso e confidenziale, anche se per i più
cinici,viene utilizzato come un'offesa. Sono salentina e il termine un po’
brucia! Brucia perché ti fa sentire inferiore, disprezzato, diverso,
emarginato, colpevole di esser nato "più giù" e se vogliamo, nell'equazione
"Italia" siamo “il meno" e non il "più"!
Lo stesso settentrionale che ti chiama terrone,viene a fare il bagno nel
meridione! Che senso ha disprezzare? Questa forma di razzismo un po’
rudimentale sfila tra i politici di oggi, compare negli stadi e provoca risse
e liti furibonde, crea diversità laddove non esiste. Non ho forse due mani,
due occhi, e una bocca come la ragazza del nord? Magari la dizione lascia
un po’ a desiderare, ma siamo uguali nel modo di parlare! C'è la tradizione,
la musica popolare, ci sono le sagre e il vino buono, motivo di unione e non
di dispersione. Rimango allibita sentendo ancora le parole "terrone" e
"polentone", troppo spesso sulla bocca dell'ignorante che lo dice per
sentirsi superiore.
Bisognerebbe cominciare ad eliminare questi termini dal nostro vocabolario,
perché le diversità fra nord e sud,Venezia e Palermo, Roma e
Lecce,Trieste e Reggio Calabria, non devono esistere. NON ESISTONO.
E il solo pensare e poi esprimere questo concetto, significa pugnalare il
nostro Paese,tagliarlo in due, ed annullare totalmente tutto il sentimento e
l'orgoglio che si avvertono nell'aria in questo periodo. In questo momento
storico importante in cui tanto si parla del 150° anniversario dell'unità
della nostra nazione, smettiamola di sbeffeggiare il nostro Paese con degli
stupidi epiteti.
Letizia Virginia IV Cigea
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