kinder s - ElevaMente al Cubo

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KINDER S.p.A.
sede Italia
Spettabile Kinder,
desidero fare i complimenti alla vostra azienda perché nel corso della mia vita i
vostri prodotti, uno più squisito dell’altro, hanno allietato molti miei momenti. Ho
amato, in ordine crescente, i Kinder Bueno, gli Ovetti Kinder, la barrette al cioccolato
Kinder… ma soprattutto ho amato i Kinder Cereali.
Le tavolette di Kinder Cereali sono una delle invenzioni più buone che io abbia
mai mangiato. Ne vado letteralmente pazzo.
Quand’ero un bambino che poteva godere solo della mancia domenicale dei
genitori o delle più rare mance dei nonni per levarmi qualche capriccio durante la
settimana, tra tali capricci vi era il “Kinder Cereali”, che acquistavo nella panetteria del
paese con sobrietà encomiabile, ogni due –tre settimane (allora eravamo tutti più oculati
nelle spese) e che gustavo lentamente, a piccoli piccoli morsi, per far durare la tavoletta a
lungo. A ogni morso chiudevo gli occhi, quasi che sbarrando la principale
comunicazione con l’esterno tutto il piacere della cioccolata ai cereali mi restasse più
intenso e più a lungo in bocca e nella gola..
E quando andai a vivere da solo, nei primi tempi, tra le scorte di cose buone con
cui mi viziavo (poche in verità, essendo io persona sobria di natura) non mancavano mai
le confezioni-famiglia da cinque Kinder Cereali: avere un Kinder Cereali nella dispensa
era un’assicurazione contro la tristezza, la certezza di poter contare su un momento di
delizia in grado di addolcire qualsiasi delusione. Con l’andar del tempo, per ragioni di
dieta decidendo di rinunciare a molte sfiziosità, rinnegai molti formaggi cremosi e
patatine di vario genere, ma solamente diradai l’acquisto dei Kinder Cereali.
Ebbene, dopo la vostra (inqualificabile) decisione di affidare la pubblicità dei
Kinder Cereali alla schermidora Valentina Vezzali, è con profondo rammarico che vi
porto a conoscenza di una mia dolorosa ma irrevocabile presa di posizione: ho deciso
che non mangerò mai più le tanto adorate barrette. Almeno fino a quando non mi
giungerà notizia che avrete sostituito la Vezzala con qualcun’altra.
Ho scoperto in verità solo recentemente che la suddetta signorina è la testimonial
del “mio” Kinder Cereali e questo perché, non possedendo la tivù, solo per caso, una
sera in casa di amici, ho visto l’allucinante pubblicità, ché se l’avessi vista prima avrei
rinunciato da più tempo ai Kinder Cereali.
Mi hanno assicurato i miei amici che sono ormai anni che la suddetta signorina fa
pubblicità al vostro meraviglioso prodotto, utilizzando frasi ai limiti della banalità,
immagino scelte dai pubblicitari. Spero che negli spot degli anni scorsi le cose fatte dire
alla signorina fossero più intelligenti di quelle che le ho sentito pronunciare nell’episodio
succitato. Lei, di suo, ci mette tutta la sua antipatia.
Non ho affatto una buona opinione della signorina Vezzali.
Se non sbaglio ella è l’ingenua che qualche anno fa, in una trasmissione televisiva
di cui ho sempre sentito parlar male da tutte le persone che stimo e che perciò non cito,
si avvicinò al Delinquente per antonomasia, allora Presidente del Consiglio, quando già
era noto al mondo per essere uno che menava puttane nel partito e in Parlamento, che
corrompeva e finanziava i corruttori, che trattava coi mafiosi ed esportava capitali
all’estero, che bloccava per mesi il Parlamento su leggi che facevano comodo solo a lui…
Qualche anno fa, dicevo, la suddetta signorina ebbe l’impudenza o l’insulsaggine di
pronunciare a voce alta una frase che ha dell’inverosimile: «Io da lei, signor Presidente,
mi farei anche toccare…»
Quando i mie amici mi raccontarono l’episodio, qualche mese dopo che era
accaduto, non volli crederci, replicai che la schermidora aveva tirato di fioretto e aveva
fatto una battuta pungente al Presidente Porco per saggiarne la reazione, com’era
abituata a fare sulle pedane di tutto il mondo. Ma i miei amici insistettero a dirmi che la
signorina era convinta di quel che diceva e che dai suoi occhi davvero traspariva una
sorta di venerazione nei confronti del Gaglioffo.
Una controllatina su YouTube confermò che i miei amici avevano visto giusto: dal
filmato appariva chiaramente che la signora era in sé – ed era “convinta” – quando
diceva quel che diceva, e non vi era nessuna luce di ironia o intelligenza nei suoi occhi.
Ora, a difesa della schermidora, si può dire che ella trascorre sei-sette ore al giorno
a tirare di fioretto, e dunque ha poco tempo per coltivare la sua personalità e affinare la
sua cultura; si può anche osservare che qualche anno fa gli sciocchi o i cialtroni che
credevano a SuperSilvio erano un elettore su tre, e dunque la schermidora poteva essere
tranquillamente caduta nell’abbaglio nazionale; ma l’enormità e il disgusto provocati in
me da quella frase detta con tanta superficialità (e ogni volta che voglio ridere, benché
amaramente, torno su YouTube a riguardare il filmato) hanno suscitato in me un
sentimento che rasenta il disprezzo.
Purtroppo la signorina è stata da voi scelta come testimonial, e davvero non si
capisce in virtù di che cosa…
Forse voi pensate che l’immagine di un campione sportivo possa far presa sul
pubblico più ampio… Certamente l’idea che passa è che mangiando Kinder Cereali non
si diventa né più accorti né più intelligenti.
E poiché mi ritengo sì accorto e intelligente da aver capito sin dal primo momento
quali erano gli abbietti motivi che inducevano il Malvivente a “scendere in campo”,
ritengo che la Vezzali non mi rappresenti. Dico: non è meglio essere campioni di
discrezione e di intelligenza piuttosto che di spada?
Come, gli affari sono affari, dite?
Ebbene, se gli affari sono affari, dovete anche mettere in conto che le persone
non vogliano rendersi complici dell’esaltazione mediatica che una sprovveduta tiracolpi
fa, malgré soi, del peggior criminale che l’Italia ha conosciuto in questo ventennio.
Insomma, se gli affari della Kinder aumenteranno grazie all’impiego della Vezzali,
questo non sarà grazie a me. E per sostenere quanto dico sono disposto a rinunciare a
una delle cioccolate più buone che io abbia mai assaggiato.
Oh, amministratori e manager della deliziosa Kinder,
provate a immaginare se invece di usare come testimonial un’antipatica – che
oltretutto, solo per aver vinto una medaglia, pretende altri soldi dallo Stato oltre a quelli
che ingiustamente prende per essere inquadrata nelle forze dell’ordine non per esercitare
il lavoro per il quale sono pagati i suoi colleghi ma per tirare di scherma tutti i giorni sei o
sette ore al giorno, cosa che solo una persona dalla spiritualità scadente può continuare a
fare per anni, fin oltre i quaranta, come un bambino dall’evoluzione mancata – provate a
immaginare di affidare il ruolo di testimonial a una persona che davvero ama i Kinder
Cereali, e farebbe passare l’idea che coi Kinder Cereali si può pure diventare
intelligenti… Eh?
Non crucciatevi, non siete i primi che prendo di mira: ogni volta che un
personaggio detestabile o superficiale o sciocco diventa testimonial di qualche prodotto,
la mia prima reazione è quella di non comprare più quel prodotto. Non ho più mangiato
Pavesini appena ho visto la Pellegrini che li mangiava, né – dovendo farlo – avrei
acquistato una Punto finché vi appariva la faccia di Giovanni Allevi, o i Danone di
Filippo Inzaghi, né passerò mai alla Edison Luce e Gas reclamizzata da Virginio Scotti…
E credete che leggerò mai i libri di Marra reclamizzati nell’ordine da lui stesso, da Ruby e
da Sgarbi?
A volte è sufficiente la stupidità della reclame per farmi passare per sempre la
voglia di sostenere aziende che commissionano tali obbrobri. Auto, detersivi, suonerie…
è sufficiente che io trascorra mezz’ora davanti alla tivù in casa di mia madre o di qualche
amico perché regolarmente due o tre prodotti vengano spuntati dalla possibile lista degli
acquisti.
Le aziende non hanno rispetto dei clienti. Ma io di me ne ho tantissimo. E
reagisco da par mio.
Come ho già detto, sono tanto legato ai Kinder Cereali che sono disposto a
ritornare sui miei passi non appena la vostra azienda sostituirà la testimonial in questione
con persona più credibile; ma vi prego di comunicarmelo direttamente al mio indirizzo,
così che non debba affidarmi al caso per venirlo a sapere (giacché ho voglia di tornare a
mangiare Kinder Cereali).
Sentitamente ringrazio per l’attenzione concessami, sperando in decisioni
favorevoli al buon gusto e al mio (buon) gusto.
Distinti saluti
Carlo Dariol
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