Fico Bianco (varietà) Relazione tecnica CENNI STORICI ED ORIGINE: Il monaco vallombrosiano Vitale Magazzini scrive nella "Coltivazione toscana" (Venezia, 1625): "i veri e buoni fichi da seccare sono gli albi, i dottati i quali si dovrebbero seccare al sole e non in forno; e nel Val d'Elsa per fargli stagionati perfetti, gli lasciano appassire sul fico". Del Dottato fa cenno anche Cosimo Trinci nel 1726, poi nel 1763 l'Accademia della Crusca lo inserisce nella quinta edizione del suo dizionario. In una tela del pittore mediceo Bartolomeo Bimbi datata 1696 sono raffigurati 51 fichi, tra cui il Dottato. E' presente nel catalogo dello Stabilimento Botanico Industriale di Pistoia del 1927/1928. Nel 1953 Baldini lo descrive come la varietà più diffusa in provincia di Firenze, e Basso nel 1960 la indica al primo posto in ordine di merito tra le varietà riscontrate nelle provincie di Pisa e Livorno. ZONA DI DIFFUSIONE: il fico è da sempre presente nei campi consociato ad altre colture o custodito negli hortus di proprietà degli agricoltori della zona. Questo è stato da sempre apprezzato come risorsa edibile e, altresì, notevolmente paesaggistica. GENERALITA’ SULL’AREALE PRATESE: La provincia di Prato si estende nella parte settentrionale della Regione Toscana, fra i rilievi del crinale appenninico principale ed il Montalbano interessando i comuni di Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano e Carmignano, per un estensione complessiva di circa 360 kmq. Il territorio è prevalentemente collinare e montano, con l’unica eccezione rappresentata dalla pianura pratese che si estende fra le ultime propaggini sud dell’Appennino ed il rilievo del Montalbano; la quota minima si ha in prossimità del corso dell’Ombrone con circa 35 m slm, mentre la massima elevazione provinciale è rappresentata dal Monte della Scoperta, lungo lo spartiacque appenninico, con 1278 m. Il clima è variabile, da quello tipicamente montano delle aree interne a nord a quello sub-mediterraneo delle aree più meridionali, Le precipitazioni medie annue variano dagli 800-1000 mm delle zone del Montalbano e della piana pratese agli oltre 1500 delle aree interne appenniniche, con temperature medie annue che oscillano fra i 10 ed 15 gradi C° (temperatura del mese più freddo attorno ad 1 grado e del mese più caldo 24,5). I suoli risultano estremamente variabili, sia per composizione chimica che per caratteristiche fisiche. Nelle aree montane valbisentine, così pure sulla dorsale de Montalbano, prevalgono suoli a reazione acida o sub-acida, poco profondi e a tessitura grossolana, generalmente franco-sabbiosa, derivanti dalla disgregazione di rocce della serie toscana riconducibili alla formazione del Macigno, mentre nelle zone pedocollinari si hanno, generalmente, situazione assai eterogenee, con frequenti depositi argillosi anche molto spessi. Significativa eccezione è rappresentata dal rilievo calvanino, litologicamente riconducibile alla serie dell’Alberese, con suoli compatti a tenore idrico molto variabile nel corso dell’anno. CONSISTENZA: il fico denominato “Fico Bianco” si trova in prossimità della pista ciclabile che costeggia un podere presso la località di Spicciano nel Comune di Vaiano (PO). Si tratta di un’area ad alto valore naturalistico e paesaggistico, che ha subito intorno agli anni 60-70 la fuga dalla campagna, sono presenti infatti numerosi poderi abbandonati in prossimità dei quali sono presenti molte piante da frutto. Il fico è ubicato lungo il margine del podere delimitato da rovi. Si tratta di una vecchia pianta messa a dimora probabilmente intorno agli anni ’50 quando vi abitavano i contadini mezzadri del posto. VALUTAZIONE: il fico denominato “Fico Bianco” è una varietà tipica dell’areale della Provincia di Prato. Il “Fico Bianco” assume nominativi diversi secondo le zone in cui viene coltivato. Il “Fico Bianco” nella Lunigiana, è coltivato sotto il nome di “Fico Mattaro”, nel Massese prende il nome di “Fico Albicello”. Si trova in abbondanza nelle colline dell’Oltre po’ Pavese da Voghera a Piacenza, ove riceve i nomi di “Fico dorato”, di “Biancolino”, e di “Fico bianco”, “Fico d'oro”. Nel Parmigiano, nel Modenese e in tutte le colline del Bolognese, è distinto col nome di “Fico Gentile”. In Toscana il “Fico Bianco” viene chiamato generalmente “Fico Albo”. Si ritiene possibile considerata l’età delle piante e la ricostruzione storica del luogo che la stessa varietà possa essere presente in altre regioni d’Italia. VALUTAZIONE DEL RISCHIO: si tratta di un germoplasma a RISCHIO di erosione genetica, la cui numerosità nella stessa provincia di Siena sicuramente risulta INFERIORE ai 60-70 unità. AZIENDE COLTIVATRICI: LUOGO DI CONSERVAZIONE E/O DI RIPRODUZIONE: - Provincia: Prato - Comune: Vaiano - Localizzazzione: Spicciano - Posizione GPS della pianta: 160 mslm N 43°57.015' EO 11°08.004' COMPORTAMENTO AGRONOMICO: altezza 4 m, diametro chioma 4 m, portamento apertoespanso, vigoria elevata. è una pianta alta circa 4 m, dalla base del fusto dipartono numerose branche approssimativamente di 10 cm di diametro cadauna. Ha portamento aperto-espanso e una vigoria elevata. Fruttifica I° decade di aprile (forniti) - III°decade di agosto (fioroni). Le esigenze agronomiche della varietà non differenziano da quelle relative alla coltivazione del Fico. CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE ED ORGANOLETTICHE DEL PRODOTTO: al gusto si presenta di elevata succosità, di sapore dolce mielato (gradi Brix° 23,6) e profumato. È utilizzato per il consumo fresco. Descrizione Morfologica Caratteristiche delle foglie: il ramo dell’anno presenta 5-6 foglie di forma tri-pentalobata, la forma della base è cordata con margine crenato. Il picciolo è di colore verde-giallo di lunghezza media di 75 mm e spessore medio di 4 mm. Il colore della pagina superiore della foglia è verde. La superficie fogliare è in media 26.860 mm2, perimetro medio di 941 mm, lunghezza media di 219 mm e una larghezza media di 190 mm. Caratteristiche del frutto: peso medio dei frutti 19 g. I frutti sono di forma globosa (altezza media di 33 mm e larghezza di 33 mm ) con assenza di collo; l’apice è piatto ed il peduncolo di lunghezza media di 10 mm e spessore di 5 mm è slargato con scarsa fuoriuscita di lattice alla rottura. L’ostiolo è di medie dimensioni (diametro medio di 4 mm) con assenza di goccia. La buccia sottile e morbida a maturazione, si presenta di un colore bianco gialla. La polpa è bianco-ambrata di tessitura fine. Il frutto presenta una cavità interna alla polpa piccola. Al gusto si presenta di elevata succosità, di sapore dolce mielato (gradi Brix° 23,6) e profumato. NOTE, CURIOSITA’: Il frutto non è uno dei migliori ma è il primo a maturare. BIBLIOGRAFIA Agabbio M., 1994. “Patrimonio genetico di specie arboree da frutto – Le vecchie varietà della Sardegna”. Carlo Delfino editore 1994 Piccioli A., 1820 - Pomona Toscana.