METODO DELLE UNITA’ ABITATIVE
La mancanza di rispondenza tra le indicazioni presenti nelle liste e la situazione reale, dovuta alle difficoltà nel
tenere aggiornati gli archivi soprattutto in presenza di una notevole mobilità residenziale degli immigrati, è
stato il principale fattore che ha causato nelle indagini sugli stranieri svolte attraverso liste ufficiali un numero
elevatissimo di mancate interviste per irreperibilità dell’unità statistica estratta. Sulla base dell’assunto,
sostanzialmente confermato da alcune indagini, che esistono comunque degli alloggi che si caratterizzano per
essere destinati agli immigrati e che, pur sperimentando un continuo ricambio dei dimoranti, conservano
questa loro specifica connotazione, è stata proposta una metodologia di campionamento denominata delle
“unità abitative” che prevede la possibilità di intervistare all’interno delle abitazioni estratte uno qualsiasi degli
stranieri presenti e di raccogliere attraverso un foglio notizie sui coabitanti alcune informazioni anche sugli altri
immigrati presenti. In tal modo viene ridotta la quota delle mancate interviste per irreperibilità dell’individuo
estratto. Inoltre, una domanda “snowball” viene impiegata per avere informazioni precise su altre abitazioni
occupate da stranieri.
Il metodo proposto fa riferimento ad un universo costituito da tutti gli immigrati stranieri dimoranti sul territorio
distinti in base alla tradizionale tipologia delle possibili sistemazioni abitative (abitazioni private e convivenze)
e alla presenza o meno delle prime tra quelle ricavabili dagli archivi disponibili sugli stranieri. In tal modo gli N
immigrati vengono suddivisi in h=3 gruppi (strati) costituiti rispettivamente:
 I°. Dagli N1 stranieri che vivono nelle A1 unità abitative note al ricercatore in quanto desumibili da
una o più liste nominative disponibili;
 II°. Dagli N 2 stranieri presenti nelle A2 unità abitative ignote;
 III°. Dagli N 3 stranieri dimoranti nelle A3 convivenze (dormitori pubblici, centri di accoglienza,
ricoveri di fortuna ecc.)
E’ possibile quindi formalizzare l’universo di riferimento attraverso la seguente espressione:
3
Ah
N   N hj  N1 A1  N 2 A2  N 3
(1)
h 1 j 1
A1
con: N1  
j 1
N1 j
A1
,
A2
N2 j
j 1
A2
N2  
numero medio di stranieri dimoranti nelle abitazioni note ed
ignote.
Delle componenti presenti nella formula soltanto il valore A1 risulta per definizione già noto, in quanto
corrisponde al numero delle abitazioni individuate attraverso le liste disponibili. Al contrario il numero medio di
stranieri dimoranti in tali abitazioni deve essere ritenuto al pari delle restanti componenti dell’espressione
valore da stimare attraverso i dati campionari in quanto la situazione abitativa può risultare differente da quella
desumibile dalle liste nominative utilizzate.
La tecnica di campionamento proposta si sviluppa in due o più fasi ciascuna con campionamento a 2 stadi.
Nella prima fase dell’indagine le unità di primo stadio sono rappresentate da tutte le A3 convivenze e dalle a1
abitazioni note selezionate dall’elenco disponibile mediante estrazione casuale con probabilità 1
uguale
A1
per tutte le abitazioni della lista. All’interno di ogni convivenza viene effettuato un numero predefinito di
interviste a stranieri scelti casualmente, mentre nelle abitazioni estratte viene intervistato in modo “casuale”
uno degli abitanti.
Nella seconda fase dell’indagine le unità di primo stadio saranno costituite dalle sole abitazioni che, indicate
dagli intervistati nella prima fase attraverso la domanda snowball, non sono presenti nelle liste inizialmente
disponibili. In ciascuna di tali abitazioni viene scelta con criteri di casualità l’unità statistica di secondo stadio
rappresentata da uno degli stranieri componenti l’aggregato abitativo.
Dal momento che attraverso questa strategia di campionamento le unità statistiche presenti nell’universo non
hanno tutte la stessa probabilità di essere selezionate e, quindi, far parte del campione, per garantire la
rappresentatività del campione si rende necessario determinare dei pesi base da assegnare ad ogni unità
statistica campionata. Tali pesi sono ottenuti come reciproco della probabilità di inclusione delle unità di
secondo stadio nel campione.
La probabilità d’inclusione del generico straniero i presente nella convivenza j-esima è uguale al rapporto tra il
numero di intervistati nella convivenza ed il numero totale di stranieri ivi presenti, valore quest’ultimo ottenuto
attraverso registri o indicazioni fornite da persone particolarmente attendibili. La probabilità d’inclusione del
generico straniero i dimorante nella j-esima unità abitativa nota ( p1 ji ) è data dal prodotto tra la probabilità di
inclusione dell’abitazione tra le a1 estratte ( a1
A1 ) e la probabilità di estrazione dell’individuo all’interno
dell’abitazione. Quest’ultima, supposta l’equiprobabilità tra tutti i coabitanti, è data da reciproco del numero di
coabitanti ( 1
). In formula:
N1 j
p1 ji 
a1 1
1
e di conseguenza il peso sarà dato da
.
A1 N1 j
p1 ji
a2 1
al
A2 N 2 j
fine di determinare la probabilità di inclusione e di conseguenza il peso base sarà il reciproco di tale quantità.
In questo caso però bisogna introdurre l’ipotesi che le abitazioni indicate dagli intervistati, tra le quali sono
presenti quelle ignote visitate nella fase immediatamente successiva, possano essere assimilate ad una scelta
casuale in cui tutte le abitazioni dell’universo abbiano la stessa probabilità di essere estratte. Questa
condizione appare molto stringente in quanto si può ritenere che al crescere del numero dei coabitanti cresce
la possibilità che l’abitazione sia conosciuta dall’intervistato poiché maggiori sono le probabilità di contatto con
almeno uno degli abitanti. Inoltre, si rende indispensabile pervenire ad una stima, attraverso i dati
dell’indagine, del numero A2 delle abitazioni ignote presenti nell’universo.
Quest’ultimo è il punto più delicato di tutta la procedura di campionamento proposta che altrimenti sarebbe
assimilabile al classico campionamento a due stadi con stratificazione delle unità primarie. Diversi sono i
metodi che possono essere riadattati per tentare di pervenire ad una stima del numero delle unità abitative
ignote. Potrebbe essere utilizzato, ad esempio, uno degli stimatori proposti per il campionamento catturaricattura. Si può assumere, infatti, che le A1 abitazioni presenti nelle liste disponibili (abitazioni note)
corrispondano alle n1 unità del primo campione cattura-ricattura, mentre le b1 unità abitative indicate
attraverso la domanda snowball dagli intervistati nella prima fase dell’indagine siano assimilabili alle n 2 unità
del secondo campione ed infine, le b11 abitazioni indicate che risultano presenti nelle liste disponibili in
partenza siano uguali alle m2 unità selezionate in entrambi i campioni cattura-ricattura.
Se si fa riferimento, per la sua semplicità allo stimatore di Petersen, una stima delle A2 unità abitative ignote
può essere ottenuta dalla formula:
Anche per gli stranieri dimoranti nelle unità abitative ignote può essere utilizzata la formula p 2 ji 
Ab
Aˆ 2  1 1  A1
b11
b11
A1

b1
A1  A2
In pratica il numero totale delle abitazioni occupate da stranieri ( A1 + A2 ) è ottenuto moltiplicando il numero di
abitazioni in lista per il reciproco della frazione di abitazioni già presenti in lista sul totale di quelle indicate.
Per avere una stima soddisfacente è necessario, però, il verificarsi delle seguenti condizioni:
in quanto si suppone valga l’uguaglianza:
a. le abitazioni occupate da stranieri non debbono variare nell’intervallo di tempo compreso tra la data di
riferimento delle liste e la conclusione dell’indagine;
b. le abitazioni note ed ignote debbono avere la stessa probabilità di essere indicate;
c. le indicazioni fornite dagli intervistati debbono poter essere assimilabili ad un campione casuale
semplice.
E’ da osservare che le condizioni b e c sembrano essere quelle più difficili da garantire.
La stima del numero di abitazioni ignote permette non solo di determinare i pesi base per gli intervistati
dimoranti in queste abitazioni, ma anche di pervenire ad una valutazione della presenza straniera complessiva
nell’area considerata dopo aver provveduto a stimare le altre componenti dell’equazione (1). In particolare, il
numero medio di stranieri dimoranti nelle abitazioni note ( N1 ) e in quelle ignote ( N 2 ) possono essere ottenuti
con le procedure classiche di inferenza statistica sulla base delle indicazioni fornite dagli intervistati nel foglio
notizie sui coabitanti, mentre la numerosità N 3 degli stranieri presenti nelle convivenze può essere ottenuto in
modo empirico.
Questa metodologia di campionamento è stata applicata in indagini sugli immigrati stranieri svolte in alcuni
comuni di media dimensione del Lazio, mentre maggiori difficoltà sono state riscontrate nell’indagine pilota
svolta a Viterbo. In generale, sembra che il limite principale di questa tecnica di campionamento rimanga
comunque il fatto che nelle grandi città la tenuta degli archivi appare particolarmente problematica e
l’individuazione delle abitazioni occupate da stranieri può risultare difficile all’interno di edifici di grandi
dimensioni.