PARAFRASI Come tutte le traduzioni, non esiste una sola parafrasi possibile per un testo poetico, che è unico e irripetibile nella sua ricchezza di linguaggio e di significato. Come tutte le traduzioni, possiamo fare una parafrasi “letterale” oppure “libera”: in una prima fase di studio dei testi poetici è doveroso fare una parafrasi il più possibile letterale, cioè tradurre il testo cambiando o aggiungendo solo lo stretto indispensabile. Fasi di lavoro: 1. Traduzione: cercare sul vocabolario o nelle note il significato di tutte le parole che non si conoscono; verificare che il significato delle parole che si conoscono sia lo stesso (es. gentile) 2. Analisi del periodo: riconoscere le principali, le coordinate e le subordinate e riordinarle partendo dalla principale 3. Ricostruzione della sintassi diretta: individuare i predicati e i relativi soggetti e con il sistema dei “numerini” riordinare le frasi che presentano la sintassi inversa 4. Integrazione: il testo poetico è breve, perciò spesso lascia dei sottintesi o usa parole che accennano solo a significati più ampi; la parafrasi deve sciogliere questi “misteri” del testo, e risulterà probabilmente più lunga del testo perché: a. Spiega con giri di parole ciò che il poeta lascia sottinteso dietro a una parola (es.: adorna va spiegato in che senso) b. Aggiunge ciò che nella poesia per brevità è sottinteso: soggetto, a volte verbo, parti di collegamento (es. stella dïana al v.3) Non è ammesso modificare i tempi dei verbi originali, nemmeno trasformare frasi attive in passive o viceversa, modificare i soggetti, eliminare frasi. La scrittura finale deve poi risultare fluida e corretta grammaticalmente. Nella prova di analisi del testo è necessario avere a portata di mano un vocabolario. Ripassare le pagine 94-100 del testo del biennio (Panebianco-Varani, L’esperienza del testo (Poesia e teatro), Zanichelli Studiare le pagine 9-12 della Guida alla scrittura allegata al testo di letteratura del triennio