DefInizione ed obiettivi CATETERISMO CARDIACO E’ una procedura diagnostica che consente di valutare le strutture e le funzioni del cuore, delle valvole cardiache e la visualizzazione delle arterie coronarie. Permette inoltre di ottenere le pressione nelle camere cardiache e nei grossi vasi (aorta ed arterie polmonari), determinare la concentrazione e la saturazione d’ossigeno nelle camere cardiache e determinare la gittata cardiaca. Consente quindi di individuare il tipo, la sede, la morfologia ed il grado di severità delle lesioni cardiache o coronariche. DATA PREPRO CEDU RA DIAGNOSI INFERMIERISTICA Ansia correlata all’esecuzione della procedura e all’esito dell’esame Deficit di conoscenze relative all’esecuzione della procedura e POST riduzione della mobilità PRO correlata a prescrizione CEDU di riposo a letto e a RA restrizione dei movimenti dell’ arto interessato; OBIETTIVO Il paziente: comprenderà e metterà in atto quanto spiegato; si presenterà con livelli di ansia tollerabili; saprà affrontare argomentazioni sul proprio stato di salute. Il pz comprenderà le motivazioni della restrizione e manterrà la posizione richiesta INTERVENTI Stabilire un rapporto di fiducia con il paziente; Analizzare il momento migliore e il grado dio comprensione del paziente per fornire le spiegazioni Fornire informazioni esaurienti riguardo la routine ospedaliera le procedure pre e post procedura, le possibili complicanze e le restrizioni delle attività nel periodo successivo alla procedura. Rassicurare il pz e i suoi familiari; Informarsi con il paziente e i familiari se ha messo in atto in passato un proprio metodo per ridurre l’ansia. Facilitare la presenza, prima della procedura, di un famigliare se fosse di conforto; In caso di necessità consultare un medico per eventuali prescrizioni farmacologiche. Spiegare al paziente di mantenere un completo riposo a letto con l’arto interessato dalla procedura in estensione; Per l’eliminazione assistere il pz con padella o pappagallo * Rischio di squilibrio idrico correlato a: - ritenzione urinaria da globo vescicole; - diaforesi - uso di alte dosi di diuretici; - emesi importante da mdc. * Rischio di nausea e/o vomito correlato ad uso del mezzo di contrasto o crisi vasovagale Rischio di crisi vaso vagale secondaria a: 1. uso del mezzo di Aiutare il pz a mangiare imboccandolo se necessario vietare qualunque movimento che possa generare un aumento della pressione nel sito di inserzione del catetere; Si spiegherà al paziente di non sollevare la testa dal cuscino per non la pressione intraaddominale; Avrà un bilancio idrico Favorire la presenza di un familiare se gradita. non superiore a più di un litro Il pz. Non presenterà nausea; Il pz non presenterà vomito. Il pz non presenterà una riduzione della pressione arteriosa Mantenere l’infusione di liquidi a velocità costante conteggiandoli nelle entrate; Controllare e conteggiare la diuresi; Monitorare il bilancio idrico secondo protocollo; Valutare l’insorgenza di globo vescicale dopo 3-4 ore dalla procedura; Adottare accorgimenti che favoriscano lo svuotamento della vescica; Ricorrere a cateterismo vescicale se necessario; Valutare l’aumento dei lq di infusione in caso di emesi abbondante o diaforesi eccessiva; Mantenere il pz digiuno per un’ora dopo la procedura; Il pz verrà invitato a bere a piccoli sorsi ed infine a mangiare; In caso di vomito sollevare la testata del letto per un massimo di 30°, ruotare la testa su di un lato per facilitare il vomito, prolungare il digiuno fino a scomparsa dei sintomi: Esercitare una pressione sul punto di inserzione del catetere arterioso onde evitare la frantumazione del coagulo; Invitare il pz a respirare lentamente e a rilassarsi, somministrare eventuale antiemetitico se prescritto; 2. 3. 4. 5. contrasto e/o vaso- superiore al 10-15%. dilatatori, Il pz non riferirà sudorazione algida, rimozione degli bradicardia, dolore introduttori; toracico, nausea e ritenzione urinaria lipotimia . acuta; sanguinamento este-rno o sottocutaneo; Ipoglicemia. * Rischi di oligoanuria correlato ad I.R.A. da effetto tossico del mezzo di contrasto. Rischio di sanguinamento correlato alla riapertura dell’accesso vascolare dovuto a cause Il pz assumerà ed eliminerà liquidi in maniera bilanciata; Il pz. Manterrà parametri vitali stabili ed emodinamici nella norma. Il pz. Metterà in pratica tutti gli accorgimenti che lo tutelano da possibili complicanze; Monitorare la PA come da protocollo; Ristabilire il bilancio idrico con la somministrazioni di lq ev fino al ripristino dei valori normali; Se il pz ha una storia di insufficienza congestizia , consultare il medico prima di insistere con la fluido terapia; Sospendere l’eventuale uso di vaso-dilatatori( nitrati transdermici ed in vena); Sollevare la pediera del letto; Se l’ipotensione è accompagnata da altri segni(bradicardia, dolore toracico…) consultare il medico; Se persistono pallore, nausea, bradicardia(polso inferiore ai 50 battiti/m) preparare per la somministrazione di atropina ev. Nei pz diabetici eseguire controlli programmati dei destrostick; in caso di ipoglicemia infondere sol glucosate e.v. o zuccheri ad assorbimento rapido per os; In caso di dolore documentare ed informare il medico su: descrizione del dolore toracico, durata e fattori che ne influiscono; Eseguire E.C.G. a 12 derivazioni ; Individuare nel pre-procedura i pz con storia di insufficienza renale; Eseguire un prelievo di controllo per i valori di creatinina e/o elettroliti; Eventualmente spm provvedere alla somministrazione continua di SF 0,9% alla velocità di 100 ml/h continuare nel post-procedura fino al successivo controllo ematico; Somministrare integratori elettrolitici per bocca o endovena spm; accidentali( movimenti bruschi, vomito, tosse violenta…) o a trattamento anticoagulante. Rischio di alterazione dell’integrità circolatoria nella zona di introduzione del catetere correlato al rischio di complicanze procedurali: Aneurisma o pseudo.aneurisma Collaborerà ad individuare segni e sintomi di sanguinamento, . IL pz contribuirà a rilevare eventuali manifestazioni di complicazioni tromboemboliche. Il pz manterrà la cute integra e rosea. Monitorare il sito di inserzione del catetere ogni ora nelle prime 4 ore, poi ogni 4 ore; Valutare che non compaiano lividi che tendono ad estendersi, epistassi o sanguinamenti anomali; Evitare traumi che possano provocare eventuali sanguinamenti; Se la medicazione è sporca, circoscrivere la zona per valutare la velocità e l’entità della soffusione emorragica; In caso di sanguinamento nel punto di inserzione, eseguire compressione sull’arteria con entrambe le mani a piatto a monte del foro, oppure con una mano a monte e l’altra sul foro cutaneo; In caso di terapia anticoagulante valutare l’insorgenza di emorragie spontanee; Se si rilevano sanguinamenti sospendere eventuale terapia e.v. con anticoagulanti e avvisare il medico Consigliare al pz di comprimere con la mano il sito per starnutire, ridere o cambiare posizione; Mantenere una compressione meccanica del sito per almeno 7 ore dopo la procedura per mezzo di un sacchetto di sabbia da 1 kg; Rilevare segni eventuali quali: diminuzione della diuresi, tachicardia, ipotensione; Monitorare i valori ematici della coagulazione, spm, in caso di trattamento anticoagulante; Rilevare segni quali: sensazioni di svenimento, di stordimento, di eccessiva debolezza. Osservare il punto di entrata del catetere o l’aspetto dell’arto in questione; Valutare eventuali emorragie, tumefazioni, dolorabilità ; Trombosi arteriosa; Embolia polmonare. Rischio di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato a insufficiente conoscienza delle cure del sito di inserzione, del-le attività alla dimissi-one, della dieta, dei farmaci dei segni e sintomi di complicanze, degli esercizi fisici e del follow-up. Il pz sarà in grado di spiegare gli accorgimenti a cui dovrà attenersi motivandone la necessità; Spiegherà l’azione , il dosaggio, gli effetti dei farmaci prescritti; Spiegherà in che modo la dieta incide sui fattori di rischio cardiocircolatori; Si mostrerà convinto a cambiare stile di vita se necessario; Sa riconoscere segni e sintomi da riferire tempestivamente; Parteciperà ai programmi di follow-up Confrontare i polsi arteriosi nella sede di entrata e nella regione distale, con i polsi dell’arto opposto e con quelli prima dell’esame; Valutare prurito o torpore ai piedi nonché temperatura e colore; Avvertire il medico se il pz ha le dita fredde, la cute pallida, torpore, prurito o dolore al piede, se i polsi pedidei sono assenti o il pz non può muovere le dita; Rilevare la presenza di un soffio o di una massa pulsante in espansione all’altezza dell’inguine; Si forniscono al pz delle istruzioni per la gestione a domicilio: per le prime 48 ore post-procedura si consiglierà al pz. di evitare di sollevare, tirare o spingere oggetti pesanti, di salire le scale, evitare di tenere la coscia flessa sull’anca per periodi prolungati. Nella posizione seduta dovrà mantenere l’arto inferiore esteso. si consiglierà di detergere il sito di inserzione con acqua e sapone lasciandolo poi scoperto perché il punto è ormai completamente chiuso. si inviterà il paziente a riferire la comparsa di : - TC > di 37.5° potrebbe essere indice di una possibile infezione; - gonfiore, arrossamento, dolore acuto, intorpidimento o sensazione di freddo dell’arto interessato. Riferirà eventuale comparsa di tachicardia o bradicardia, dispnea ed affanno, nausea o vomito dopo sforzo, pallore e senso di svenimento, disturbi dell’equilibrio o della deambulazione, affaticamento prolungato dopo sforzo; Si educherà il pz a mettere in atto alcune norme igenico-dietetiche quali: controllo del peso, del consumo di alcool, del consumo di colesterolo negli alimenti e quello del sale; inoltre ridurre o meglio abolire il fumo; Invitare il pz ad incrementare l’attività fisica fino a raggiungere una tolleranza allo sforzo compatibile con il proprio stile di vita; Fornire al pz dei numeri telefonici di riferimento cui rivolgersi per ogni evenienza