EUROPA TRA SEICENTO E SETTECENTO (XVII-XVIII sec.) Con la GUERRA DEI TRENT’ANNI (1618/1648) gli equilibri del continente vengono stravolti: Il conflitto europeo termina con la PACE DI WESTFALIA (24 OTTOBRE 1648) La guerra tra Francia e Spagna si protrae, tuttavia, fino al 1659: pace dei Pirenei (la politica matrimoniale prevede l’unione di Maria Teresa di Spagna con Luigi XIV di Francia) Solo nel 1660 si conclude anche la prima guerra del Nord, voluta dalla Svezia. Il fine del conflitto determina la successiva politica europea caratterizzata dai seguenti elementi: La ridefinizione dei confini dell’Impero asburgico e il frazionamento politico della Germania; all’interno dell’impero la concessione della libertà di culto. La fine delle guerre di religione e la necessità di una politica laica. La definitiva dimostrazione che politica è diventata «europea»: le vicende di uno Stato hanno ripercussioni su tutti gli altri. La ricerca e il mantenimento di un equilibrio europeo diventerà l’obiettivo della politica internazionale dei decenni successivi. la vincita della Francia che migliora le sue frontiere nordorientali, diventa prima potenza europea, ma esaurisce le proprie risorse finanziarie. L’emergere di nuove potenze quali la Prussia e la Svezia. Il consolidarsi dei Paesi Bassi dove, alla fine del Cinquecento, i protestanti avevano reagito alla politica repressiva spagnola di Filippo II e proclamato la loro indipendenza. Il Seicento è per l’Olanda il “Secolo d’Oro”, la Repubblica delle Sette Province Unite emerge in Europa in molti ambiti: economia, commercio, scienza ed arti. la sconfitta della Spagna il declino politico e militare si incrementa e diverrà irreversibile alla fine del secolo con la morte senza eredi di Carlo II e l’inizio del conflitto per la successione. I motivi del declino spagnolo oltre che alla perdita della guerra dei Trent’anni vanno fatti risalire allo scontro tra Filippo II ed Elisabetta I d’Inghilterra (l’invincibile armata, allestita da Filippo II per contrastare i corsari inglesi, era stata sconfitta dalla flotta di Elisabetta I al largo delle isole britanniche segnando la fine del tentativo della Spagna d’imporre il cattolicesimo e la propria egemonia in Inghilterra) ed all’arrestarsi del progresso economico (espulsione dei moriscos: musulmani convertiti al cristianesimo e cattiva gestione dei proventi di oro e argento americani prima del loro esaurimento) Tra Cinquecento e Seicento ci furono STAGNAZIONE DEMOGRAFICA e CRISI ECONOMICA GENERALIZZATA, a causa delle numerose guerre e della ripresa di epidemie (peste-lanzichenecchi) e carestie. Il rallentamento della crescita della popolazione fu particolarmente evidente nell’area mediterranea e centro-europea, mentre le regioni settentrionali vissero un periodo di espansione. Si intensificano gli effetti delle scoperte geografiche; Inghilterra e Olanda trovano nel commercio atlantico la loro ricchezza. (vedere politica coloniale): L’Italia perde il controllo del mediterraneo; in particolare Venezia che si trova costretta a spostare i propri interessi verso l’agricoltura. Per tutto il XVII sec. subisce la DOMINAZIONE SPAGNOLA 1 periodo di decadenza: l’economia entra in crisi, numerose sono le carestie e le epidemie, la concorrenza dei Paesi Atlantici determina la perdita d’importanza dei porti italiani e la decadenza del settore tessile. In particolare: REGNO DI NAPOLI: il malcontento popolare è all’origine delle rivolte delle classi più povere contro il governo spagnolo autore di nuove gabelle (1647: Masaniello) inizialmente gli Spagnoli concedono riforme, ma poi ritorno ad una situazione feudale con una nobiltà ricca e potente che priva lo Stato della sua autorità e ostacola lo sviluppo di un’economia produttiva (permane il LATIFONDO) DUCATO DI SAVOIA: è l’unico Stato che riesce a mantenere l’indipendenza grazie ad una politica senza scrupoli che porta Emanuele Filiberto ad allearsi ora con la Francia, ora con la Spagna a seconda della convenienza del momento FRANCIA: le guerre di religione tra Cattolici e Calvinisti (Ugonotti) hanno il proprio apice nella Strage di S.Bartolomeo (1572) durante la quale gli Ugonotti vengono massacrati dai cattolici e si concludono, sotto il regno di Enrico IV, con la proclamazione dell’Editto di Nantes (1598) libertà religiosa, di coscienza e di culto, per gli Ugonotti e maggiori diritti politici, militari e territoriali. [L’editto di Nantes sarà revocato da Luigi XIV con l’Editto di Fontainebleu del 1685 con la falsa motivazione che in Francia non ci siano più Calvinisti, ma in realtà per interessi politici (assolutismo); la nuova persecuzione contro gli Ugonotti verrà attuata con estrema crudeltà] Con LUIGI XIII (figlio di Enrico IV), abilmente consigliato da RICHELIEU, la Francia rafforza il potere centrale e la burocrazia e, in politica estera, vince la guerra dei Trent’anni. MAZARINO (successore di Richelieu) deve combattere contro la FRONDA: una rivolta dei nobili parigini, insoddisfatti delle conseguenze economico-finanziarie della guerra dei trent’anni e determinata da tre fattori principali: l’aumento della pressione fiscale, la rimessa in discussione dei privilegi dei parlamentari e le intenzioni assolutiste del sovrano; Mazarino riesce a dominarla grazie ad una notevole abilità politica e può così procedere con la propria politica che porterà la Francia di LUIGI XIV ad avere un ruolo di egemonia in Europa (POLITICA ESPANSIONISTICA: vengono invase le Fiandre, inizia la guerra con l’Olanda la Francia ottiene la Franca Contea e l’ampliamento dei confini settentrionali). Con Luigi XIV il “Re Sole” il modello politico francese è ASSOLUTISTA ed accentratore (vedere libro di testo pagg. 62-65). Tale modello viene “imitato” in tutto il continente e in particolare da Carlo I d’Inghilterra, Pietro il Grande di Russia e Federico Guglielmo di Prussia. INGHILTERRA (periodo delle Rivoluzioni): l’autorità regia è temperata dalla presenza di un parlamento forte. Sotto il regno di ELISABETTA I (figlia di Enrico VIII), si verifica una grande espansione economica e uno sviluppo sociale e letterario (Shakespeare). Con GIACOMO I (figlio di Maria Stuart, regina cattolica di Scozia) comincia un’epoca di ASSOLUTISMO e di tensioni col Parlamento che sfoceranno in uno scontro tra il Parlamento stesso e CARLO I (successore di Giacomo I). 2 Carlo I scioglie il Parlamento (1625) e tenta d’imporre alla Scozia calvinista la religione anglicana ribellione prima della Scozia poi dell’Irlanda cattolica; richiesta di Carlo I di aiuto al Parlamento (riconvocato) senza concedere nulla in cambio rivoluzione inglese/guerra civile (1642-1649 Re contro Parlamento) si scontrano i Cavalieri, sostenitori del re, e le “teste rotonde” (sostenitori del parlamento). Nel 1648 (battaglia di Preston) le truppe del Parlamento guidate da OLIVER CROMWELL sconfiggono il re appoggiato dagli Scozzesi. Nel 1649 Cromwell fa giustiziare il re, nasce la REPUBBLICA denominata COMMONWEALTH OF ENGLAND e costituita dall’unione di Scozia, Irlanda ed Inghilterra (1649-1660). Successivamente Cromwell, di fronte ad un parlamento diviso in troppe fazioni in lotta tra loro e preoccupato di una possibile anarchia, epura il parlamento dai moderati ed instaura una dittatura militare autoproclamandosi LORD PROTETTORE d’Inghilterra, Scozia e Irlanda. Durante la dittatura Cromwell soffoca l’opposizione cattolica in Irlanda ed attua una politica di espansione verso le Americhe (ATTO DI NAVIGAZIONE: merci inglesi trasportate solo da navi inglesi). Alla sua morte il Paese entra in crisi nuova convocazione del parlamento e ritorno della monarchia con Carlo II. Il suo successore Giacomo II Stuart (suo fratello) cerca di ristabilire una monarchia assoluta, ma il suo tentativo determina nel 1668 una nuova rivoluzione, la cosiddetta GLORIOSA RIVOLUZIONE, perché rapidissima e senza spargimento di sangue: Giacomo II viene sconfitto e il Parlamento offre la corona a GUGLIELMO D’ORANGE. GUGLIELMO D’ORANGE e MARIA STUART governano l’Inghilterra dopo aver giurato fedeltà alla DICHIARAZIONE DEI DIRITTI e alla COSTITUZIONE. Tale atto segna la nascita della prima MONARCHIA COSTITUZIONALE che, in Inghilterra, soppianta per sempre l’assolutismo. Altro importante segnale del cambiamento è che il Parlamento vede, per la prima volta in Europa, la compresenza di due partiti: gli WHIGS, liberali, filoparlamentari e protestanti (diventeranno poi partito laburista o dei lavoratori) e i TORIES, conservatori, difensori del sovrano e della Chiesa anglicana e favorevoli ai grandi proprietari terrieri. (vedere libro di testo pagg. 54-57) TERMINOLOGIA: POLITICA COLONIALE: estensione della sovranità di una nazione su territori e popoli all’esterno dei propri confini. La politica coloniale assunse caratteri diversi nel corso dei secoli: nel ‘500 è caratterizzata dall’espoliazione dei territori conquistati; nel ‘600 dalla diffusione di piantagioni e dalla conseguente necessità di manodopera ⇒ TRATTA SCHIAVI NERI; tra ‘700 e ‘800 dall’ imperialismo. Nel corso del Seicento Olandesi, Inglesi e Francesi fondano grandi compagnie commerciali per salvaguardare i propri interessi economici (la prima Compagnia delle Indie Orientali viene istituita nel 1602 dagli Olandesi); in questa prima fase non possiamo parlare di imperialismo, infatti l’Olanda (come precedentemente il Portogallo) cerca di garantirsi il dominio dei traffici acquisendo il controllo di porti e centri strategici del commercio mondiale, ma non impone il proprio dominio su territori all’esterno dei propri confini. 3 Inglesi e Francesi proseguono la politica di colonizzazione in America e in Africa. Successivamente l’Inghilterra fonda, per prima, colonie di popolamento (America del Nord). Il traffico degli schiavi dall’Africa all’America subisce un’impennata: da circa un milione del ‘500 si arriva a più di tre milioni di neri deportati. (COMMERCIO TRIANGOLARE) MONARCHIA: forma di governo che prevede la figura di un sovrano (per elezione o per ereditarietà) con carica a vita (può tuttavia abdicare) e la possibilità di accentrare in sé tutti i poteri in caso di necessità. La monarchia ha assunto nel corso dei secoli significati diversi: - MONARCHIA FEUDALE (LEX FACIT REGEM): il sovrano è limitato dalle leggi, anche se è il magistrato supremo. La legge determina e fonda il potere del sovrano; i nobili hanno un potere enorme (privilegi); il re e l’intera corte formano un corpo a se stante separato dai sudditi. Sono presenti Assemblee rappresentative. - MONARCHIA ASSOLUTA (REX FACIT LEGEM): il potere del sovrano è assoluto ed imposto ai sudditi; poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono totalmente accentrati nelle mani del sovrano che gli esercita in modo indiscusso; la monarchia è quindi al di sopra dello Stato e delle leggi. Gli unici vincoli per il re sono il rispetto per le leggi di successione al trono e l’ortodossia religiosa. - MONARCHIA COSTITUZIONALE (LEX FACIT REGEM): è la forma di governo che si afferma nel passaggio dello Stato assoluto allo Stato liberale e si caratterizza per la netta separazione dei poteri tra il Re (potere esecutivo) ed il Parlamento (potere legislativo). Il re è affiancato dal Parlamento, ma sovrano e Parlamento rappresentano due centri di potere autonomi (dualismo di poteri). Il re deve rispettare la Costituzione (legge fondamentale dello Stato) e la Dichiarazione dei Diritti. Nella monarchia costituzionale hanno trovato riscontro i principi della divisione dei poteri, tuttavia, il sovrano rimane il capo indiscusso dell’esecutivo e non è sottoposto al controllo del Parlamento, mentre il potere legislativo compete in modo quasi esclusivo a quest’ultimo. Il Governo è responsabile sia verso il re sia verso il Parlamento. La monarchia è organo dello Stato. Dalla monarchia costituzionale hanno avuto origine le forme di governo degli stati contemporanei. - MONARCHIA PARLAMENTARE: prevede una spartizione dei poteri tra monarca e Parlamento. È, in pratica, una forma di governo democratico repubblicano nella quale i poteri del re sono simili a quelli di un presidente della Repubblica parlamentare (le differenze principali sono nella successione ereditaria, e nel fatto che, in teoria, il re può avocare a sé tutti i poteri in momenti di gravi crisi sociali o di governo, trasformando la monarchia da parlamentare in assoluta) Il dualismo re/Parlamento è superato. Il Governo risponde solo al Parlamento. Il Re rimane il rappresentante dell'unità nazionale, “custode della Costituzione”, egli ha solo una funzione rappresentativa, il compito di ratificare le leggi e, in misura diversa a seconda delle diverse costituzioni, contribuisce a nominare i giudici nelle più alte corti di giustizia. 4 5