Rettiche di storno e di imputazione

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LIBRI E REGISTRI OBBLIGATORI
Normativa
civilistica
Normativa
fiscale
(II.DD. – IVA)
Normativa
sul lavoro
NORMATIVA CIVILISTICA
Art. 2214: l’imprenditore commerciale deve tenere
- libro giornale
- libro inventari
- altre scritture secondo natura e dimensioni
dell’impresa
- originale lettere, fatture, telegrammi ricevuti
- copia lettere, fatture, telegrammi spediti
Art. 2215 (nuovo testo):
LIBRI CONTABILI:
- obbligo numerazione progressiva pagine, prima di
essere messi in uso;
- Bollatura dall’ufficio registro imprese o notaio, solo
se richiesta da leggi speciali
- Indicazione numero di pagine (nell’ultima)
- È soppressa la “vidimazione iniziale”
- Libro giornale ed inventari: no bollatura né
vidimazione
Art. 2421
I libri previsti in questo articolo devono essere numerati
progressivamente in ogni pagina e bollati
NORMATIVA FISCALE II.DD. (D.P.R. 600/1973)
Libro giornale e libro inventari
Libri obbligatori IVA
Scritture ausiliarie (conti di mastro)
Libro cespiti ammortizzabili (“storia fiscale” dei
beni ammortizzabili)
- Scritture ausiliarie di magazzino (al superamento di
determinati parametri)
- Libri sociali obbligatori per le società di capitali
- Libro matricola e libro paga  leggi sul lavoro
-
NORMATIVA FISCALE IVA (D.P.R. 633/1972)
- Registro acquisti
- Registro fatture emesse
- Registro corrispettivi
Per i registri “fiscali”:
- obbligo di numerazione progressiva in ogni pagina
- no vidimazione iniziale
- no bollatura
Libri sociali obbligatori (per le società di capitali)
art. 2421
- Libro soci (n° azioni, generalità soci, trasferimenti
azioni, ecc.)
- Libro obbligazioni (se ne sono state emesse  solo
s.p.a. e s.a.p.a.) – importo obbligazioni, generalità,
trasferimenti, ecc.
- Libro adunanze e deliberazioni assemblee (verbali)
- Libro adunanze e deliberazioni C.D.A.
- Libro adunanze e deliberazioni collegio sindacale
(se esiste)
- Libro dei revisori
- Libro adunanze e deliberazioni comitato esecutivo
(se esiste)
- Libro adunanze e deliberazioni assemblee degli
obbligazionisti (se sono state emesse obbligazioni)
Per tali libri:
- obbligo numerazione pagine
- bollatura
- vidimazione (ufficio registro imprese o notaio)
REDDITO D’ESERCIZIO
Incremento del capitale netto per effetto della
gestione durante un certo periodo di tempo
Maggiore ricchezza prodotta dalla gestione
Si distingue tra
REDDITO TOTALE
Riguarda l’intera vita
dell’azienda
REDDITO
D’ESERCIZIO
E’ relativo alle
operazioni di gestione
(ESERCIZIO) compiute
in un dato periodo
amministrativo (ANNO)
Sia il reddito totale sia il reddito d’esercizio
possono essere determinati in modo
SINTETICO
Differenza tra capitale
netto FINALE e capitale
netto INIZIALE
ANALITICO
Sommatoria di
tutti i ricavi
MENO
sommatoria di
tutti i costi
Più precisamente:
determinazione SINTETICA del reddito totale:
+ Capitale finale di liquidazione
(-) capitale di costituzione
(-) ulteriori apporti di capitale
+ rimborsi di capitale
+ utili distribuiti
= Reddito totale
Grandezza CERTA
(ma attenzione a:
- inflazione
- azienda che fa parte di un gruppo).
DETERMINAZIONE ANALITICA DEL
REDDITO TOTALE
 Totale ricavi – Totale costi = reddito totale
(variazione del capitale netto iniziale)
 Totale ricavi > Totale costi  utile
(incremento del capitale netto iniziale)
 Totale ricavi < totale costi  perdita
(decremento del capitale netto iniziale)
Dal punto di vista monetario/finanziario, si ha:
 Entrate – Uscite = Reddito totale
(variazione del capitale netto iniziale)
 Entrate > Uscite = Utile
(incremento del capitale netto iniziale)
 Entrate < Uscite = Perdita
(decremento del capitale netto iniziale)
ESEMPIO
La società “Pinco & Pallino”, durante la sua
(breve) esistenza ha compiuto le seguenti
operazioni, tutte regolate in contanti:
-
apporto di capitale iniziale dei titolari, 5.000
acquisto beni strumentali, 5.000
acquisto merci, 30.000
vendita merci, 44.000
pagamento stipendi, 6.000
pagamento prestazioni di servizi, 2.500
pagamento imposte, 500.
I beni strumentali usati vengono ceduti per 2.000.
Capitale finale di liquidazione (in contanti) = 7.000
+ Capitale finale
- Capitale iniziale
= Reddito totale
: 7.000
: 5.000
: 2.000
In modo “analitico”:
+ Ricavi totali
: 46.000
- Costi totali
: 44.000
= Reddito totale
: 2.000
La determinazione del reddito d’esercizio è invece
governata dal principio di competenza economica
Correlazione tra utilizzo dei fattori strutturali e
d’esercizio nei processi di produzione economica
durante il periodo amministrativo e beni e servizi
realizzati nel periodo.
COMPETENZA ECONOMICA
Può essere individuata con due criteri:
1)TEMPO ECONOMICO
 considera più attentamente l’unità
gestione nel tempo e nello spazio
della
 si prestava ad “aggiustamenti”
 non
adatta
alle
“standardizzazione”
esigenze
di
2)TEMPO FISICO
 Considera il semplice scorrere del tempo
(periodi di uguale durata)
 Mira a conoscere il “reddito prodotto”
 Adatto alle esigenze di “standardizzazione” e
di informazione esterna
Gestione  unitaria  finalizzata a realizzare gli
obiettivi del soggetto economico
Unità della gestione  operazioni in corso  cicli
economici, industriali, mercantili, monetari in
corso
Il bilancio fronteggia A (attivo) con
P (passivo) + N (netto)
Ipotizziamo:
CN iniziale = 20
Entrate
= 90
Acquisto fattori d’esercizio =
Acquisto fattori strutturali =
Uscite monetarie
=
Debiti
=
85
20
95
10
A fine esercizio sono valori certi solo:
Cassa = 15
Debiti = 10
Fattori strutturali: possibilità di utilizzo futuro?
Fattori d’esercizio: integralmente consumati o
ancora utilizzabili?
Ricavi: correlati ai costi o anticipati?
Sfasamento tra dinamica finanziaria e dinamica
economica
Variazioni di cassa = possono esprimere costi o
ricavi ma anche anticipi
Accertamento di crediti o debiti: può avvenire
anche in epoca successiva allo scambio o alla
prestazione di servizi (interessi, fitti), fatture da
emettere o da ricevere
Si possono avere variazioni finanziarie certe nella
loro eventualità ma non nell’importo.
Si può avere anche un utilizzo o una cessione di
beni o servizi senza che si siano verificate le
relative variazioni finanziarie
Per determinare il valore del capitale di
funzionamento a fine esercizio, occorre perciò:
- quantificare i V.F. certi, assimilati e presunti;
- stimare la quota parte dei costi e ricavi
anticipati da rinviare per competenza
economica ai futuri esercizi;
- valutare i V.F. che ancora non si sono
verificati ma sono correlati con la produzione
economica del periodo;
(sottrattive) di storno
Rettifiche
(aggiuntive) di imputazione
Reddito = Ricavi – Costi
Competenza economica = correlazione (matching)
tra:
- utilizzo fattori strutturali e d’esercizio
- beni e/o servizi realizzati nel periodo stesso
SCHEMA LOGICO RETTIFICHE D’IMPUTAZIONE
Imputazione di un costo
Dare del conto di
costo da imputare
Avere del conto
al valore finanz.
presunto passivo
Epilogo
Al Conto Economico
a Stato Patrimon.
Attribuzione di un ricavo
Dare del conto al
valore finanz. presunto
attivo
Avere del conto
del ricavo da
attribuire
Epilogo
a Stato Patrimoniale
a conto economico
Nel successivo esercizio, i conti transitori di bilancio
verranno riaperti e rettificheranno i valori reddituali, in
modo da evitare la duplicazione di costi o ricavi.
RETTIFICHE DI STORNO E DI IMPUTAZIONE
indiretto
Possono essere effettuate con metodo
Diretto
Metodo indiretto  si imputano e si stornano i costi ed i
ricavi attivando specifici conti economici di chiusura
Metodo diretto  si imputano e si stornano i costi e i
ricavi negli specifici conti accesi alle variazioni
d’esercizio
Metodo indiretto  permette l’iscrizione dei valori
stimati e congetturati separatamente da quelli certi
Metodo diretto  è di più facile applicazione e permette
di avere nel conto economico i valori di competenza
(già “assestati”)
La contropartita dei conti economici può essere data:
- da conti transitori di bilancio (ad esempio
rimanenze, ratei, risconti, fatture da emettere,
fatture da ricevere, ecc.)
- da conti non transitori (permanenti), che
permangono nei successivi esercizi: ad es. fondi
amm/to, fondi rischi, fondo T.F.R.
FATTURE DA EMETTERE O DA RICEVERE
Sono relative a vendite già effettuate al 31/12 ma non
ancora fatturate, ad acquisti o prestazioni di servizi già
ricevuti ma di cui non è ancora pervenuta la fattura
Ad es. al 31/12 rileviamo fatture da emettere per merci
già vendute € 5.000 (IVA 22%) e fatture da ricevere per
prestazioni di servizi per € 3.000 (IVA 22%).
________________
Fatture da emettere
________________
Spese di pubblicità
________________
________________
a Diversi
6.100,00
a Merci c/vendite 5.000,00
a IVA su vendite 1.100,00
________________
a Fatture da ricevere
3.000,00
________________
N.B. Data delle operazioni
N.B. IVA solo su fatture da emettere (DPR 633/1972, art.
6  esigibilità dell’imposta)
Fatture da emettere e fatture da ricevere: sono conti
transitori di bilancio, accesi a valori finanziari presunti,
che verranno chiusi allo stato patrimoniale finale
________________
Fatture da ricevere
________________
Stato Patrim. Finale
________________
a
a
________________
Stato Patrim. Fin. 3.000,00
________________
Fatture da emettere 6.000,00
________________
Nell’esercizio successivo, i conti transitori vengono
riaperti e successivamente chiusi al momento in cui
arriva o viene emessa la fattura
________________ 27/01 _________________
Cliente Rex
a Fatture da emettere
________________
_________________
6.000,00
________________ 18/02 _________________
Diversi
a Fornitore Derrick
3.660,00
Fatture da ricevere
3.000,00
IVA su acquisti
660,00
________________
__________________
Procedure alternative (meno consigliabili):
PER LE VENDITE:
________________ 27/01 _________________
Cliente Rex
a Diversi
6.100,00
a Merci c/vendite
5.000,00
a Fatture da emettere 1.100,00
________________ d/d _________________
Merci c/vendite
a Fatture da emettere 5.000,00
________________
_________________
PER GLI ACQUISTI:
________________ 18/02 _________________
Diversi
a Fornitore Derrick
3.660,00
Spese di pubblicità
3.000,00
IVA su acquisti
660,00
________________ d/d __________________
Fatture da ricevere a Spese di pubblicità 3.000,00
________________
__________________
RATEI ATTIVI E PASSIVI
Ratei: conto transitorio che esprime un valore
finanziario presunto attivo (ratei attivi) o passivo (ratei
passivi).
Ratei attivi  quota di ricavo maturato per competenza
a regolamento posticipato
Ratei passivi  quota di costo maturato per
competenza a regolamento posticipato
Ratei attivi e passivi  quantità congetturate
Esempio:
Al 31/12/14 risulta che il prossimo 1/6 dobbiamo pagare
un canone semestrale posticipato per manutenzione
attrezzature = € 600,00
Imputazione in proporzione al tempo
____________________
_________________
Spese di manutenzione a Ratei passivi
100,00
____________________
_________________
Spese di manutenzione chiude a C/E (tra i costi)
Ratei passivi epiloga a S/P (tra le passività)
Nel successivo esercizio, il conto Ratei passivi viene
riaperto:
Ratei passivi
_______________________
100,00
Ricevimento fattura:
__________________ 31/05/ _________________
Diversi
a Fornitore ROS
732,00
Spese di manutenzione
600,00
IVA su acquisti
132,00
__________________
__________________
Ratei passivi
a Spese di manutenz. 100,00
__________________
__________________
Nel caso dei ratei attivi per ricavi a manifestazione
finanziaria posticipata, le scritture sono specularmente
opposte
RATEI ATTIVI
Al 31/12/14 risulta che il prossimo 1/6 dobbiamo
incassare un fitto attivo semestrale posticipato per
l’importo complessivo di € 3.600,00
Imputazione in proporzione al tempo
____________________
_________________
Ratei attivi
a Fitti attivi
600,00
____________________
_________________
Fitti attivi chiude a C/E (tra i ricavi)
Ratei attivi epiloga a S/P (tra le attività)
Nel successivo esercizio, il conto Ratei attivi viene
riaperto:
Ratei attivi
_______________________
600,00
Emissione fattura:
_____________ 31/05/ ____________________
Cliente Boi
a
Diversi
4.392,00
a Fitti attivi
3.600,00
a IVA su vendite
792,00
_____________
__________________
Fitti attivi
a
Ratei attivi
600,00
_____________
__________________
INTERESSI E SPESE SU C/C BANCARI
Sono addebitati dalla Banca con “valuta” 31/12 con
l’estratto conto al 31/12.
Sono perciò di competenza dell’esercizio in chiusura.
Esempio:
Interessi attivi = € 100,00
Interessi passivi = € 80,00
Oneri bancari = € 20,00
Ritenuta IRES 26% su interessi attivi
_________________
________________
Diversi
a
Diversi
126,00
Interessi passivi c/c
80,00
Erario c/ritenute IRES
26,00
Oneri bancari
20,00
a Banca c/
26,00
a Interessi attivi c/c 100,00
_________________
________________
N.B. Erario c/ritenute IRES = conto finanziario
Esprime un credito per imposte (IRES) trattenute alla
fonte (dalla banca), che l’azienda sconterà
successivamente dall’IRES da versare
ACCANTONAMENTI PER FONDI SPESE FUTURE
Oneri già maturati ma di manifestazione finanziaria
futura (spesso incerti nell’importo)
Fondi spese future  normalmente conti non transitori
Esprimono valori finanziari presunti per debiti futuri
Negli esercizi futuri permettono di “assorbire” il costo,
già imputato in precedenza, senza aggravare il C/E
Esempio: Fondo TFR, da calcolarsi secondo le norme di
legge.
Fondo TFR = debito presunto verso i dipendenti per le
indennità maturate al 31/12
Dal fondo occorre sottrarre il credito verso i dipendenti
per il recupero contributi (già anticipati dall’azienda
all’INPS)
Se ipotizziamo:
Accantonamento dell’esercizio: € 296,00
Recupero contributi: € 20,00
La rilevazione in P.D. sarà:
___________________
_________________
Accantonamento TFR a Diversi
296,00
a Fondo TFR
276,00
a Dipendenti c/recupero
contributi
20,00
___________________
_________________
Il fondo TFR viene utilizzato al licenziamento o
dimissioni del dipendente.
In quel momento l’azienda dovrà pagare:
- Il fondo TFR maturato al 31/12 precedente
- L’indennità maturata nella frazione di anno in corso
Dovrà scontarsi lo 0,50% maturato sugli stipendi
dell’anno e rilevato nel dare del conto “Dipendenti
c/recupero contributi”
Dovrà operare (quasi sempre) una ritenuta fiscale da
versare poi all’erario.
_________________
_________________
Diversi
a
Diversi
2.500,00
Fondo TFR
2.000,00
Indennità TFR
500,00
a Banca c/c
2.200,00
a Erario c/riten.IRPEF 200,00
a Dipendenti c/recupero
contributi
100,00
_________________
_________________
Fondo imposte: relativo solo a debiti incerti o futuri (ad
esempio per contenzioso)
Per le imposte sul reddito dell’esercizio, si imputa:
________________
________________________
Imposte sul reddito a
Erario c/imposte sul reddito
________________
________________________
Erario c/imposte: debito calcolato dall’impresa stessa.
SCHEMA LOGICO RETTIFICHE DI STORNO
Storno di un costo
Dare del conto economico
transitorio o non transitorio
Avere del conto
del costo da
stornare
Epilogo
Allo Stato Patrimoniale
al Conto Economico
Storno di un ricavo
Dare del conto del
ricavo da stornare
Avere del conto
economico transitorio
o non transitorio
Epilogo
a Conto Economico
a Stato Patrimoniale
Rettifiche di storno: rinviano costi o ricavi che hanno
già avuto la manifestazione finanziaria, ma si ritengono
in competenza – in tutto o in parte – di esercizi futuri.
Generalmente, lo storno dei costi e ricavi avviene in
modo diretto, utilizzando cioè lo stesso conto di
reddito.
Solo per insiemi indistinti di costi (ad es. lavori in
economia o rimanenze) si opera uno storno indiretto.
Nelle rettifiche di storno:
conto di contropartita del costo  sempre un altro
o ricavo da stornare
conto di natura
economica
transitorio
se il rinvio è solo
al successivo esercizio
non transitorio
se il rinvio è riferito a
più esercizi
RIMANENZE FINALI DI MAGAZZINO
Evidenziano cicli operativi in corso, destinati a trovare
conclusione negli esercizi successivi.
Rappresentano costi anticipati da stornare e rinviare ai
futuri esercizi.
Dal punto di vista patrimoniale rappresentano
rimanenze attive del capitale di funzionamento.
Le rettifiche avvengono in modo indiretto, utilizzando
dei conti transitori chiamati “Magazzino Merci” o
“Magazzino prodotti finiti” ecc., oppure “Rimanenze di
merci” o “Rimanenze di prodotti finiti”, ecc.
ESEMPIO:
Ipotizziamo che al 31.12.2014 (primo anno di attività) le
rimanenze di merci da inventario siano pari a 5.000.
_______________ 31/12/14____________________
Magazzino merci
a
Variazione riman. Merci 5.000
_______________
____________________
Variazione Riman.
a
Conto Economico
5.000
Merci
________________
____________________
Stato Patrimoniale
a
Magazzino merci
5.000
________________
____________________
Riapertura dei conti al 01.01.2015
_______________ 01/01/15__________________
Magazzino merci
a
Stato Patrim. Iniziale
_______________
_________________
Variazione Riman.
a
Magazzino Merci
Merci
_______________
__________________
Se al 31.12.2015 dall’inventario risultano merci in
magazzino per 7.000, i mastrini evidenziano:
Magazzino merci
5.000
7.000
5.000
Variaz. Riman. Merci
5.000
7.000
5.000
5.000
Per cui al 31.12.2015 avremo:
_______________ 31/12/2015______________
Variazione Riman.
a
Conto Economico
Merci
________________
_______________
Stato Patrimoniale
a
Magazzino merci
________________
_______________
2.000
7.000
RISCONTI ATTIVI E PASSIVI
Sono conti economici transitori di chiusura.
Risconti attivi  esprime uno storno di costi =
rimanenza attiva del capitale di funzionamento per
servizi già acquisiti ed utilizzabili nel futuro esercizio
Risconti passivi  esprime uno storno di ricavi =
rimanenza passiva del capitale di funzionamento per
servizi con corrispettivo già incassato ma da erogare
nel futuro esercizio
Esprimono quantità congetturate, normalmente su base
temporale.
RISCONTI PASSIVI
Il 1/11 incassiamo un fitto attivo anticipato per il periodo
1/11 – 1/5, per complessivi € 3.000 + IVA 22%
_________________ 01/11 _______________
Clienti
a Diversi
3.660,00
a Fitti attivi
3.000,00
a IVA su vendite 660,00
_________________
_______________
In sede di operazioni di rettifica, si storna la parte
anticipata (3.000/6 x 4)
_________________
Fitti attivi
_________________
a
_______________
Risconti passivi
_______________
2.000,00
RISCONTI ATTIVI
Il 1/11 paghiamo un fitto attivo anticipato per il periodo
1/11 – 1/5, per complessivi € 3.000 + IVA 22%
_________________ 01/11 _______________
Diversi
a Fornitori
3.660,00
Fitti passivi
3.000,00
IVA su acquisti
660,00
_________________
_______________
In sede di operazioni di rettifica, si storna la parte
anticipata (3.000/6 x 4)
_________________
Risconti attivi
_________________
a
_______________
Fitti passivi
_______________
2.000,00
AMMORTAMENTO DEI COSTI
AD UTILITÀ PLURIENNALE
Costi ad utilità pluriennale  riguardano la produzione
economica di più esercizi
Sul piano finanziario  investimenti di lungo rigiro che
si riconvertono in risorse finanziarie in tempo > 1 anno
Sul piano economico  costi anticipati per
- acquisto da terzi
- produzione interna (“in economia”)
- apporto soci
Ammortamento: procedimento contabile per ripartire il
costo pluriennale tra i periodi amministrativi nei quali si
utilizza il fattore.
Quota di ammortamento = costo di utilizzazione ritenuto
di competenza dell’esercizio
Rappresenta una quantità congetturata.
Piano di ammortamento: deriva da un processo
valutativo che considera
- valore da ammortizzare
- tempo (vita fisica/vita economica)
- criterio di ripartizione quote
Ammortamento: riguarda solo i beni ad utilizzo limitato
nel tempo (no terreni, salvo costi per migliorie
fondiarie)
DISMISSIONE DEI CESPITI AMMORTIZZABILI
a)Valore netto contabile = costo storico - fondo amm/to
b)Valore di realizzo = prezzo di vendita del bene usato
Se b>a  plusvalenza
Se b<a  minusvalenza
Plusvalenze e minusvalenze  conti di reddito non
attribuibili direttamente all’attività caratteristica
dell’impresa (e soprattutto non di competenza esclusiva
dell’esercizio)
ESEMPI:
Macchinario costo storico € 15.000
Fondo ammortamento: € 9.000
a) Viene rivenduto ad € 5.000 + IVA 22 %
b) Viene rivenduto ad € 7.000 + IVA 22%
a)________________
__________________
Diversi
a Diversi
16.100,00
Cliente Zeta
6.100,00
Fondo amm/to macchinario
9.000,00
Minusvalenze
1.000,00
a Macchinari
15.000,00
a IVA su vendite
1.100,00
_________________
__________________
b)________________
___________________
Diversi
a Diversi
17.540,00
Cliente Zeta
8.540,00
Fondo amm/to macchinario
9.000,00
a Macchinari
15.000,00
a IVA su vendite
1.540,00
a Plusvalenze
1.000,00
_________________
__________________
INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI PER
LAVORI INTERNI
Storno indistinto di costi sostenuti all’interno
dell’azienda per le cosiddette “costruzioni in economia”
(esempio l’impresa industriale che costruisce mobili e
realizza all’interno il nuovo studio dell’amministratore).
Se ipotizziamo che durante l’anno l’impresa abbia
sostenuto i seguenti costi complessivi:
- Materie prime
770.000
- Stipendi
180.000
- Altri costi industriali 90.000
E che siano stati destinati alla realizzazione interna del
nuovo ufficio per l’amministratore i seguenti costi:
- Materie prime
- Stipendi
- Altri costi industriali
12.000
4.000
2.000
La vigente normativa impone di non stornare
direttamente tali costi, ma di rilevare il fatto con una
rettifica di storno indistinto:
_____________ 31/12/… ____________________
Mobili e arredi a
Incrementi di immobil. 18.000
Per lavori interni
___________________
_________________
Incrementi di immob. a Conto Economico
18.000
Per lavori interni
___________________
_________________
SVALUTAZIONE ELEMENTI PATRIMONIALI
E FONDI RISCHI
Fronteggiano oneri futuri o perdite previste negli
elementi patrimoniali
-
Rischi su crediti commerciali
Rischi variabilità cambi esteri
Rischi svalutazione titoli in portafoglio
Rischi collaudo ed accettazione su commesse
…..
Il rischio può essere:
- trasferito a terzi (ad es. contratto di factoring,
polizza di assicurazione, ecc.)
- fronteggiato internamente (autoassicurazione) con
opportuni accantonamenti in bilancio
Fondi rischi  conti economici non transitori di bilancio
Funzionano in avere
Vengono alimentati con accantonamenti
in appositi conti di reddito
_________________
_________________
Accantonamento
a Fondo rischi per ….
per ……..
_________________
_________________
Accantonamento  chiude a C/E tra i costi d’esercizio
(esprime spesso una rettifica dei ricavi previsti)
Fondo  chiude a S/P
Crediti e debiti in valuta estera (non euro): vengono
contabilizzati al cambio del giorno dell’operazione.
Al 31/12, per i crediti e debiti a breve, se:
- cambio sfavorevole per l’azienda, si rileva il
maggior onere presunto;
- cambio favorevole per l’azienda, si rileva l’utile in
formazione
_______________
Perdite presunte
_______________
Fornitori estero
_______________
____________________
a Fornitori Estero
____________________
a Utili presunti su cambi
____________________
E successivamente (in fase di ripartizione dell’utile):
_______________
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Utili presunti su
a Riserva non distribuibile
cambi
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Così si evita l’imputazione anticipata di un ricavo
ancora “non realizzato”
PERDITE PRESUNTE SU CREDITI
Formalmente  rettifiche di imputazione
Sostanzialmente  rettifiche di storno (minori incassi di
ricavi già contabilizzati nell’esercizio)
Ad es. si ipotizzano a fine esercizio perdite presunte su
crediti verso clienti per € 500
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Svalutazione crediti
a Fondo svalutaz.
500,00
(perdite presunte su crediti) crediti
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Fondo svalutazione crediti: può essere inteso come
- posta rettificativa dell’attivo (del conto clienti)
- fondo rischi
In quanto fondo, viene utilizzato al momento in cui le
perdite, dapprima “presunte”, diventano “reali”:
Ad es.:
Credito verso cliente Alfa = € 2.400
Fondo svalutazione crediti = € 500
Il cliente paga a saldo
€ 1.700
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diversi
a Cliente Alfa
2.400,00
Banca c/c
1.700,00
Fondo svalutazione crediti
500,00
Perdite su crediti
200,00
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Tale tecnica di utilizzazione si applica a tutti i fondi
rischi
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