LIBRI E REGISTRI OBBLIGATORI Normativa civilistica Normativa fiscale (II.DD. – IVA) Normativa sul lavoro NORMATIVA CIVILISTICA Art. 2214: l’imprenditore commerciale deve tenere - libro giornale - libro inventari - altre scritture secondo natura e dimensioni dell’impresa - originale lettere, fatture, telegrammi ricevuti - copia lettere, fatture, telegrammi spediti Art. 2215 (nuovo testo): LIBRI CONTABILI: - obbligo numerazione progressiva pagine, prima di essere messi in uso; - Bollatura dall’ufficio registro imprese o notaio, solo se richiesta da leggi speciali - Indicazione numero di pagine (nell’ultima) - È soppressa la “vidimazione iniziale” - Libro giornale ed inventari: no bollatura né vidimazione Art. 2421 I libri previsti in questo articolo devono essere numerati progressivamente in ogni pagina e bollati NORMATIVA FISCALE II.DD. (D.P.R. 600/1973) Libro giornale e libro inventari Libri obbligatori IVA Scritture ausiliarie (conti di mastro) Libro cespiti ammortizzabili (“storia fiscale” dei beni ammortizzabili) - Scritture ausiliarie di magazzino (al superamento di determinati parametri) - Libri sociali obbligatori per le società di capitali - Libro matricola e libro paga leggi sul lavoro - NORMATIVA FISCALE IVA (D.P.R. 633/1972) - Registro acquisti - Registro fatture emesse - Registro corrispettivi Per i registri “fiscali”: - obbligo di numerazione progressiva in ogni pagina - no vidimazione iniziale - no bollatura Libri sociali obbligatori (per le società di capitali) art. 2421 - Libro soci (n° azioni, generalità soci, trasferimenti azioni, ecc.) - Libro obbligazioni (se ne sono state emesse solo s.p.a. e s.a.p.a.) – importo obbligazioni, generalità, trasferimenti, ecc. - Libro adunanze e deliberazioni assemblee (verbali) - Libro adunanze e deliberazioni C.D.A. - Libro adunanze e deliberazioni collegio sindacale (se esiste) - Libro dei revisori - Libro adunanze e deliberazioni comitato esecutivo (se esiste) - Libro adunanze e deliberazioni assemblee degli obbligazionisti (se sono state emesse obbligazioni) Per tali libri: - obbligo numerazione pagine - bollatura - vidimazione (ufficio registro imprese o notaio) REDDITO D’ESERCIZIO Incremento del capitale netto per effetto della gestione durante un certo periodo di tempo Maggiore ricchezza prodotta dalla gestione Si distingue tra REDDITO TOTALE Riguarda l’intera vita dell’azienda REDDITO D’ESERCIZIO E’ relativo alle operazioni di gestione (ESERCIZIO) compiute in un dato periodo amministrativo (ANNO) Sia il reddito totale sia il reddito d’esercizio possono essere determinati in modo SINTETICO Differenza tra capitale netto FINALE e capitale netto INIZIALE ANALITICO Sommatoria di tutti i ricavi MENO sommatoria di tutti i costi Più precisamente: determinazione SINTETICA del reddito totale: + Capitale finale di liquidazione (-) capitale di costituzione (-) ulteriori apporti di capitale + rimborsi di capitale + utili distribuiti = Reddito totale Grandezza CERTA (ma attenzione a: - inflazione - azienda che fa parte di un gruppo). DETERMINAZIONE ANALITICA DEL REDDITO TOTALE Totale ricavi – Totale costi = reddito totale (variazione del capitale netto iniziale) Totale ricavi > Totale costi utile (incremento del capitale netto iniziale) Totale ricavi < totale costi perdita (decremento del capitale netto iniziale) Dal punto di vista monetario/finanziario, si ha: Entrate – Uscite = Reddito totale (variazione del capitale netto iniziale) Entrate > Uscite = Utile (incremento del capitale netto iniziale) Entrate < Uscite = Perdita (decremento del capitale netto iniziale) ESEMPIO La società “Pinco & Pallino”, durante la sua (breve) esistenza ha compiuto le seguenti operazioni, tutte regolate in contanti: - apporto di capitale iniziale dei titolari, 5.000 acquisto beni strumentali, 5.000 acquisto merci, 30.000 vendita merci, 44.000 pagamento stipendi, 6.000 pagamento prestazioni di servizi, 2.500 pagamento imposte, 500. I beni strumentali usati vengono ceduti per 2.000. Capitale finale di liquidazione (in contanti) = 7.000 + Capitale finale - Capitale iniziale = Reddito totale : 7.000 : 5.000 : 2.000 In modo “analitico”: + Ricavi totali : 46.000 - Costi totali : 44.000 = Reddito totale : 2.000 La determinazione del reddito d’esercizio è invece governata dal principio di competenza economica Correlazione tra utilizzo dei fattori strutturali e d’esercizio nei processi di produzione economica durante il periodo amministrativo e beni e servizi realizzati nel periodo. COMPETENZA ECONOMICA Può essere individuata con due criteri: 1)TEMPO ECONOMICO considera più attentamente l’unità gestione nel tempo e nello spazio della si prestava ad “aggiustamenti” non adatta alle “standardizzazione” esigenze di 2)TEMPO FISICO Considera il semplice scorrere del tempo (periodi di uguale durata) Mira a conoscere il “reddito prodotto” Adatto alle esigenze di “standardizzazione” e di informazione esterna Gestione unitaria finalizzata a realizzare gli obiettivi del soggetto economico Unità della gestione operazioni in corso cicli economici, industriali, mercantili, monetari in corso Il bilancio fronteggia A (attivo) con P (passivo) + N (netto) Ipotizziamo: CN iniziale = 20 Entrate = 90 Acquisto fattori d’esercizio = Acquisto fattori strutturali = Uscite monetarie = Debiti = 85 20 95 10 A fine esercizio sono valori certi solo: Cassa = 15 Debiti = 10 Fattori strutturali: possibilità di utilizzo futuro? Fattori d’esercizio: integralmente consumati o ancora utilizzabili? Ricavi: correlati ai costi o anticipati? Sfasamento tra dinamica finanziaria e dinamica economica Variazioni di cassa = possono esprimere costi o ricavi ma anche anticipi Accertamento di crediti o debiti: può avvenire anche in epoca successiva allo scambio o alla prestazione di servizi (interessi, fitti), fatture da emettere o da ricevere Si possono avere variazioni finanziarie certe nella loro eventualità ma non nell’importo. Si può avere anche un utilizzo o una cessione di beni o servizi senza che si siano verificate le relative variazioni finanziarie Per determinare il valore del capitale di funzionamento a fine esercizio, occorre perciò: - quantificare i V.F. certi, assimilati e presunti; - stimare la quota parte dei costi e ricavi anticipati da rinviare per competenza economica ai futuri esercizi; - valutare i V.F. che ancora non si sono verificati ma sono correlati con la produzione economica del periodo; (sottrattive) di storno Rettifiche (aggiuntive) di imputazione Reddito = Ricavi – Costi Competenza economica = correlazione (matching) tra: - utilizzo fattori strutturali e d’esercizio - beni e/o servizi realizzati nel periodo stesso SCHEMA LOGICO RETTIFICHE D’IMPUTAZIONE Imputazione di un costo Dare del conto di costo da imputare Avere del conto al valore finanz. presunto passivo Epilogo Al Conto Economico a Stato Patrimon. Attribuzione di un ricavo Dare del conto al valore finanz. presunto attivo Avere del conto del ricavo da attribuire Epilogo a Stato Patrimoniale a conto economico Nel successivo esercizio, i conti transitori di bilancio verranno riaperti e rettificheranno i valori reddituali, in modo da evitare la duplicazione di costi o ricavi. RETTIFICHE DI STORNO E DI IMPUTAZIONE indiretto Possono essere effettuate con metodo Diretto Metodo indiretto si imputano e si stornano i costi ed i ricavi attivando specifici conti economici di chiusura Metodo diretto si imputano e si stornano i costi e i ricavi negli specifici conti accesi alle variazioni d’esercizio Metodo indiretto permette l’iscrizione dei valori stimati e congetturati separatamente da quelli certi Metodo diretto è di più facile applicazione e permette di avere nel conto economico i valori di competenza (già “assestati”) La contropartita dei conti economici può essere data: - da conti transitori di bilancio (ad esempio rimanenze, ratei, risconti, fatture da emettere, fatture da ricevere, ecc.) - da conti non transitori (permanenti), che permangono nei successivi esercizi: ad es. fondi amm/to, fondi rischi, fondo T.F.R. FATTURE DA EMETTERE O DA RICEVERE Sono relative a vendite già effettuate al 31/12 ma non ancora fatturate, ad acquisti o prestazioni di servizi già ricevuti ma di cui non è ancora pervenuta la fattura Ad es. al 31/12 rileviamo fatture da emettere per merci già vendute € 5.000 (IVA 22%) e fatture da ricevere per prestazioni di servizi per € 3.000 (IVA 22%). ________________ Fatture da emettere ________________ Spese di pubblicità ________________ ________________ a Diversi 6.100,00 a Merci c/vendite 5.000,00 a IVA su vendite 1.100,00 ________________ a Fatture da ricevere 3.000,00 ________________ N.B. Data delle operazioni N.B. IVA solo su fatture da emettere (DPR 633/1972, art. 6 esigibilità dell’imposta) Fatture da emettere e fatture da ricevere: sono conti transitori di bilancio, accesi a valori finanziari presunti, che verranno chiusi allo stato patrimoniale finale ________________ Fatture da ricevere ________________ Stato Patrim. Finale ________________ a a ________________ Stato Patrim. Fin. 3.000,00 ________________ Fatture da emettere 6.000,00 ________________ Nell’esercizio successivo, i conti transitori vengono riaperti e successivamente chiusi al momento in cui arriva o viene emessa la fattura ________________ 27/01 _________________ Cliente Rex a Fatture da emettere ________________ _________________ 6.000,00 ________________ 18/02 _________________ Diversi a Fornitore Derrick 3.660,00 Fatture da ricevere 3.000,00 IVA su acquisti 660,00 ________________ __________________ Procedure alternative (meno consigliabili): PER LE VENDITE: ________________ 27/01 _________________ Cliente Rex a Diversi 6.100,00 a Merci c/vendite 5.000,00 a Fatture da emettere 1.100,00 ________________ d/d _________________ Merci c/vendite a Fatture da emettere 5.000,00 ________________ _________________ PER GLI ACQUISTI: ________________ 18/02 _________________ Diversi a Fornitore Derrick 3.660,00 Spese di pubblicità 3.000,00 IVA su acquisti 660,00 ________________ d/d __________________ Fatture da ricevere a Spese di pubblicità 3.000,00 ________________ __________________ RATEI ATTIVI E PASSIVI Ratei: conto transitorio che esprime un valore finanziario presunto attivo (ratei attivi) o passivo (ratei passivi). Ratei attivi quota di ricavo maturato per competenza a regolamento posticipato Ratei passivi quota di costo maturato per competenza a regolamento posticipato Ratei attivi e passivi quantità congetturate Esempio: Al 31/12/14 risulta che il prossimo 1/6 dobbiamo pagare un canone semestrale posticipato per manutenzione attrezzature = € 600,00 Imputazione in proporzione al tempo ____________________ _________________ Spese di manutenzione a Ratei passivi 100,00 ____________________ _________________ Spese di manutenzione chiude a C/E (tra i costi) Ratei passivi epiloga a S/P (tra le passività) Nel successivo esercizio, il conto Ratei passivi viene riaperto: Ratei passivi _______________________ 100,00 Ricevimento fattura: __________________ 31/05/ _________________ Diversi a Fornitore ROS 732,00 Spese di manutenzione 600,00 IVA su acquisti 132,00 __________________ __________________ Ratei passivi a Spese di manutenz. 100,00 __________________ __________________ Nel caso dei ratei attivi per ricavi a manifestazione finanziaria posticipata, le scritture sono specularmente opposte RATEI ATTIVI Al 31/12/14 risulta che il prossimo 1/6 dobbiamo incassare un fitto attivo semestrale posticipato per l’importo complessivo di € 3.600,00 Imputazione in proporzione al tempo ____________________ _________________ Ratei attivi a Fitti attivi 600,00 ____________________ _________________ Fitti attivi chiude a C/E (tra i ricavi) Ratei attivi epiloga a S/P (tra le attività) Nel successivo esercizio, il conto Ratei attivi viene riaperto: Ratei attivi _______________________ 600,00 Emissione fattura: _____________ 31/05/ ____________________ Cliente Boi a Diversi 4.392,00 a Fitti attivi 3.600,00 a IVA su vendite 792,00 _____________ __________________ Fitti attivi a Ratei attivi 600,00 _____________ __________________ INTERESSI E SPESE SU C/C BANCARI Sono addebitati dalla Banca con “valuta” 31/12 con l’estratto conto al 31/12. Sono perciò di competenza dell’esercizio in chiusura. Esempio: Interessi attivi = € 100,00 Interessi passivi = € 80,00 Oneri bancari = € 20,00 Ritenuta IRES 26% su interessi attivi _________________ ________________ Diversi a Diversi 126,00 Interessi passivi c/c 80,00 Erario c/ritenute IRES 26,00 Oneri bancari 20,00 a Banca c/ 26,00 a Interessi attivi c/c 100,00 _________________ ________________ N.B. Erario c/ritenute IRES = conto finanziario Esprime un credito per imposte (IRES) trattenute alla fonte (dalla banca), che l’azienda sconterà successivamente dall’IRES da versare ACCANTONAMENTI PER FONDI SPESE FUTURE Oneri già maturati ma di manifestazione finanziaria futura (spesso incerti nell’importo) Fondi spese future normalmente conti non transitori Esprimono valori finanziari presunti per debiti futuri Negli esercizi futuri permettono di “assorbire” il costo, già imputato in precedenza, senza aggravare il C/E Esempio: Fondo TFR, da calcolarsi secondo le norme di legge. Fondo TFR = debito presunto verso i dipendenti per le indennità maturate al 31/12 Dal fondo occorre sottrarre il credito verso i dipendenti per il recupero contributi (già anticipati dall’azienda all’INPS) Se ipotizziamo: Accantonamento dell’esercizio: € 296,00 Recupero contributi: € 20,00 La rilevazione in P.D. sarà: ___________________ _________________ Accantonamento TFR a Diversi 296,00 a Fondo TFR 276,00 a Dipendenti c/recupero contributi 20,00 ___________________ _________________ Il fondo TFR viene utilizzato al licenziamento o dimissioni del dipendente. In quel momento l’azienda dovrà pagare: - Il fondo TFR maturato al 31/12 precedente - L’indennità maturata nella frazione di anno in corso Dovrà scontarsi lo 0,50% maturato sugli stipendi dell’anno e rilevato nel dare del conto “Dipendenti c/recupero contributi” Dovrà operare (quasi sempre) una ritenuta fiscale da versare poi all’erario. _________________ _________________ Diversi a Diversi 2.500,00 Fondo TFR 2.000,00 Indennità TFR 500,00 a Banca c/c 2.200,00 a Erario c/riten.IRPEF 200,00 a Dipendenti c/recupero contributi 100,00 _________________ _________________ Fondo imposte: relativo solo a debiti incerti o futuri (ad esempio per contenzioso) Per le imposte sul reddito dell’esercizio, si imputa: ________________ ________________________ Imposte sul reddito a Erario c/imposte sul reddito ________________ ________________________ Erario c/imposte: debito calcolato dall’impresa stessa. SCHEMA LOGICO RETTIFICHE DI STORNO Storno di un costo Dare del conto economico transitorio o non transitorio Avere del conto del costo da stornare Epilogo Allo Stato Patrimoniale al Conto Economico Storno di un ricavo Dare del conto del ricavo da stornare Avere del conto economico transitorio o non transitorio Epilogo a Conto Economico a Stato Patrimoniale Rettifiche di storno: rinviano costi o ricavi che hanno già avuto la manifestazione finanziaria, ma si ritengono in competenza – in tutto o in parte – di esercizi futuri. Generalmente, lo storno dei costi e ricavi avviene in modo diretto, utilizzando cioè lo stesso conto di reddito. Solo per insiemi indistinti di costi (ad es. lavori in economia o rimanenze) si opera uno storno indiretto. Nelle rettifiche di storno: conto di contropartita del costo sempre un altro o ricavo da stornare conto di natura economica transitorio se il rinvio è solo al successivo esercizio non transitorio se il rinvio è riferito a più esercizi RIMANENZE FINALI DI MAGAZZINO Evidenziano cicli operativi in corso, destinati a trovare conclusione negli esercizi successivi. Rappresentano costi anticipati da stornare e rinviare ai futuri esercizi. Dal punto di vista patrimoniale rappresentano rimanenze attive del capitale di funzionamento. Le rettifiche avvengono in modo indiretto, utilizzando dei conti transitori chiamati “Magazzino Merci” o “Magazzino prodotti finiti” ecc., oppure “Rimanenze di merci” o “Rimanenze di prodotti finiti”, ecc. ESEMPIO: Ipotizziamo che al 31.12.2014 (primo anno di attività) le rimanenze di merci da inventario siano pari a 5.000. _______________ 31/12/14____________________ Magazzino merci a Variazione riman. Merci 5.000 _______________ ____________________ Variazione Riman. a Conto Economico 5.000 Merci ________________ ____________________ Stato Patrimoniale a Magazzino merci 5.000 ________________ ____________________ Riapertura dei conti al 01.01.2015 _______________ 01/01/15__________________ Magazzino merci a Stato Patrim. Iniziale _______________ _________________ Variazione Riman. a Magazzino Merci Merci _______________ __________________ Se al 31.12.2015 dall’inventario risultano merci in magazzino per 7.000, i mastrini evidenziano: Magazzino merci 5.000 7.000 5.000 Variaz. Riman. Merci 5.000 7.000 5.000 5.000 Per cui al 31.12.2015 avremo: _______________ 31/12/2015______________ Variazione Riman. a Conto Economico Merci ________________ _______________ Stato Patrimoniale a Magazzino merci ________________ _______________ 2.000 7.000 RISCONTI ATTIVI E PASSIVI Sono conti economici transitori di chiusura. Risconti attivi esprime uno storno di costi = rimanenza attiva del capitale di funzionamento per servizi già acquisiti ed utilizzabili nel futuro esercizio Risconti passivi esprime uno storno di ricavi = rimanenza passiva del capitale di funzionamento per servizi con corrispettivo già incassato ma da erogare nel futuro esercizio Esprimono quantità congetturate, normalmente su base temporale. RISCONTI PASSIVI Il 1/11 incassiamo un fitto attivo anticipato per il periodo 1/11 – 1/5, per complessivi € 3.000 + IVA 22% _________________ 01/11 _______________ Clienti a Diversi 3.660,00 a Fitti attivi 3.000,00 a IVA su vendite 660,00 _________________ _______________ In sede di operazioni di rettifica, si storna la parte anticipata (3.000/6 x 4) _________________ Fitti attivi _________________ a _______________ Risconti passivi _______________ 2.000,00 RISCONTI ATTIVI Il 1/11 paghiamo un fitto attivo anticipato per il periodo 1/11 – 1/5, per complessivi € 3.000 + IVA 22% _________________ 01/11 _______________ Diversi a Fornitori 3.660,00 Fitti passivi 3.000,00 IVA su acquisti 660,00 _________________ _______________ In sede di operazioni di rettifica, si storna la parte anticipata (3.000/6 x 4) _________________ Risconti attivi _________________ a _______________ Fitti passivi _______________ 2.000,00 AMMORTAMENTO DEI COSTI AD UTILITÀ PLURIENNALE Costi ad utilità pluriennale riguardano la produzione economica di più esercizi Sul piano finanziario investimenti di lungo rigiro che si riconvertono in risorse finanziarie in tempo > 1 anno Sul piano economico costi anticipati per - acquisto da terzi - produzione interna (“in economia”) - apporto soci Ammortamento: procedimento contabile per ripartire il costo pluriennale tra i periodi amministrativi nei quali si utilizza il fattore. Quota di ammortamento = costo di utilizzazione ritenuto di competenza dell’esercizio Rappresenta una quantità congetturata. Piano di ammortamento: deriva da un processo valutativo che considera - valore da ammortizzare - tempo (vita fisica/vita economica) - criterio di ripartizione quote Ammortamento: riguarda solo i beni ad utilizzo limitato nel tempo (no terreni, salvo costi per migliorie fondiarie) DISMISSIONE DEI CESPITI AMMORTIZZABILI a)Valore netto contabile = costo storico - fondo amm/to b)Valore di realizzo = prezzo di vendita del bene usato Se b>a plusvalenza Se b<a minusvalenza Plusvalenze e minusvalenze conti di reddito non attribuibili direttamente all’attività caratteristica dell’impresa (e soprattutto non di competenza esclusiva dell’esercizio) ESEMPI: Macchinario costo storico € 15.000 Fondo ammortamento: € 9.000 a) Viene rivenduto ad € 5.000 + IVA 22 % b) Viene rivenduto ad € 7.000 + IVA 22% a)________________ __________________ Diversi a Diversi 16.100,00 Cliente Zeta 6.100,00 Fondo amm/to macchinario 9.000,00 Minusvalenze 1.000,00 a Macchinari 15.000,00 a IVA su vendite 1.100,00 _________________ __________________ b)________________ ___________________ Diversi a Diversi 17.540,00 Cliente Zeta 8.540,00 Fondo amm/to macchinario 9.000,00 a Macchinari 15.000,00 a IVA su vendite 1.540,00 a Plusvalenze 1.000,00 _________________ __________________ INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI Storno indistinto di costi sostenuti all’interno dell’azienda per le cosiddette “costruzioni in economia” (esempio l’impresa industriale che costruisce mobili e realizza all’interno il nuovo studio dell’amministratore). Se ipotizziamo che durante l’anno l’impresa abbia sostenuto i seguenti costi complessivi: - Materie prime 770.000 - Stipendi 180.000 - Altri costi industriali 90.000 E che siano stati destinati alla realizzazione interna del nuovo ufficio per l’amministratore i seguenti costi: - Materie prime - Stipendi - Altri costi industriali 12.000 4.000 2.000 La vigente normativa impone di non stornare direttamente tali costi, ma di rilevare il fatto con una rettifica di storno indistinto: _____________ 31/12/… ____________________ Mobili e arredi a Incrementi di immobil. 18.000 Per lavori interni ___________________ _________________ Incrementi di immob. a Conto Economico 18.000 Per lavori interni ___________________ _________________ SVALUTAZIONE ELEMENTI PATRIMONIALI E FONDI RISCHI Fronteggiano oneri futuri o perdite previste negli elementi patrimoniali - Rischi su crediti commerciali Rischi variabilità cambi esteri Rischi svalutazione titoli in portafoglio Rischi collaudo ed accettazione su commesse ….. Il rischio può essere: - trasferito a terzi (ad es. contratto di factoring, polizza di assicurazione, ecc.) - fronteggiato internamente (autoassicurazione) con opportuni accantonamenti in bilancio Fondi rischi conti economici non transitori di bilancio Funzionano in avere Vengono alimentati con accantonamenti in appositi conti di reddito _________________ _________________ Accantonamento a Fondo rischi per …. per …….. _________________ _________________ Accantonamento chiude a C/E tra i costi d’esercizio (esprime spesso una rettifica dei ricavi previsti) Fondo chiude a S/P Crediti e debiti in valuta estera (non euro): vengono contabilizzati al cambio del giorno dell’operazione. Al 31/12, per i crediti e debiti a breve, se: - cambio sfavorevole per l’azienda, si rileva il maggior onere presunto; - cambio favorevole per l’azienda, si rileva l’utile in formazione _______________ Perdite presunte _______________ Fornitori estero _______________ ____________________ a Fornitori Estero ____________________ a Utili presunti su cambi ____________________ E successivamente (in fase di ripartizione dell’utile): _______________ _____________________ Utili presunti su a Riserva non distribuibile cambi _______________ _____________________ Così si evita l’imputazione anticipata di un ricavo ancora “non realizzato” PERDITE PRESUNTE SU CREDITI Formalmente rettifiche di imputazione Sostanzialmente rettifiche di storno (minori incassi di ricavi già contabilizzati nell’esercizio) Ad es. si ipotizzano a fine esercizio perdite presunte su crediti verso clienti per € 500 ______________________ ________________ Svalutazione crediti a Fondo svalutaz. 500,00 (perdite presunte su crediti) crediti ______________________ ________________ Fondo svalutazione crediti: può essere inteso come - posta rettificativa dell’attivo (del conto clienti) - fondo rischi In quanto fondo, viene utilizzato al momento in cui le perdite, dapprima “presunte”, diventano “reali”: Ad es.: Credito verso cliente Alfa = € 2.400 Fondo svalutazione crediti = € 500 Il cliente paga a saldo € 1.700 ________________ __________________ diversi a Cliente Alfa 2.400,00 Banca c/c 1.700,00 Fondo svalutazione crediti 500,00 Perdite su crediti 200,00 ________________ __________________ Tale tecnica di utilizzazione si applica a tutti i fondi rischi