PATOLOGIA PROF.EBOLI 16/06/06 ORE 8:30-10:30 1ORA Iperglicemia e insulina sono i 2 blocchi con cui si ragiona quando si parla di diabete mellito di qualsiasi tipo.La caratteristica fondamentale del diabete mellito è quella di essere una malattia multisistemica(è l’unica multisistemica del metabolismo)e quando le malattie sono multisistemiche sono devastanti.Noi ci siamo incentrati subito sul diabete mellito di secondo tipo che vi prego di non classificare come insulino-indipendente perché è ormai una definizione arcaica.Cos’è il diabete mellito di SECONDO TIPO?Intanto in senso generale la diagnosi di diabete mellito è relativa ad una situazione di iperglicemia,questa iperglicemia a seconda delle situazioni può essere un test di glucotossicità (però fatto dopo 2ore,non quello di cui abbiamo sempre parlato) che superi un valore di 200mg,una iperglicemia a digiuno che superi il valore di 130mg eppoi delle misurazioni random(cioè a caso) di glicemia che superino i 200mg.Questo è il trattamento per i soggetti con diabete mellito franco(franco vuol dire che il soggetto ha una malattia tale per cui la situazione glicemica deve essere trattata).Vediamo ora alcuni criteri generali dei livelli del trattamento di questa iperglicemia: 1)la situazione di iperglicemia costante non richiede di essere trattata farmacologicamente 2)richiede trattamento farmacologico trattandosi di ipoglicemizzanti orali 3)richiede trattamento farmacologico con insulina 4)il paziente deve assumere insulina per la sua sopravvivenza ed è solo a questa quarta categoria che si applica il concetto di insulino-dipendenza. Tutto ciò è applicabile a tutti i tipi di diabete mellito ma veniamo ora a quello di secondo tipo che ha 2 componenti fondamentali: 1)la resistenza periferica all’insulina la quale si svela(da un punto di vista di medicina di laboratorio)con un test di glucotossicità ad un ora,superiore a quello normale;questa situazione si può o meno accompagnare ad una situazione di iperinsulinemia 2)l’aspetto meiopragico riferibile ad una situazione di insufficienza relativa di insulina rispetto alla condizione glicemica,questo dato meiopragico così detto consta di difetti multipli di accoppiamento glucosio-insulina,possono essere vari ovviamente(quindi non è che non possiamo catalogare il difetto in un modo o nell’altro,ci possono essere varie condizioni)però è molto importante saperlo perché poi nei fatti è questa meiopragia(tanta o poca a seconda delle situazioni,della predisposizione e dello sforzo della massa beta nei riguardi della condizione e dello stile di vita del soggetto)che poi condiziona lo sviluppo della malattia cioè in sostanza per molti anni,10 o 20anni,il soggetto ha una resistenza periferica a causa della quale si crea una condizione di iperglicemia che và ovviamente compensata attraverso un’attività delle cellule beta.Finché(e questo fintanto che temporalmente può essere molto corto vedi il discorso del diabete mellito in età adolescenziale o pediatrica,o anche molto lungo a seconda delle situazioni)la massa beta del pancreas diventa relativamente insufficiente a tamponare l’iperglicemia che è causata dalla resistenza periferica(quando succede questo sicuramente sappiamo che la massa beta ha assunto delle modificazioni istopatologiche e compare l’iperglicemia costante nel paziente).é chiaro questo punto?perchè l’entrata del diabete mellito di secondo tipo è quanto di più subdolo ci possa essere nel senso che il soggetto è prevalentemente un obeso ,quindi ha tutta una condizione dismetabolica di base e l’unico sintomo che può rilevare è il discorso della poliuria che si verifica quando l’iperglicemia supera la soglia di riassorbimento,il glucosio và a livello urinario e abbiamo la diuresi osmotica ma in modo molto subdolo perchè se poi noi consideriamo abitudini eventuali del paziente a bere per esempio coca cola o quantaltro(che sono bevande che comportano una diuresi osmotica)è ovvio che poi il tutto può anche passare inosservato.In tutte le famiglie in cui c’è una predisposizione ereditaria terrei a stanare i soggetti(soprattutto quelli giovani)quando sono in resistenza periferica di insulina perché la resistenza periferica di insulina è un dato funzionale(non è strutturale) che accomuna il diabete alla sepsi,alla cachessia neoplastica,alla gravidanza e a tantissime altre situazioni.Che cos’è poi nei fatti la resistenza periferica oltre il dato della misurazione?questa resistenza periferica di insulina è una difettosa traduzione del segnale del post-recettore insulina,quindi non è tanto un aspetto che riguardi il recettore dell’insulina di per sè quanto il fatto che c’è una via di traduzione del segnale che funziona poco.I dati convergono sostanzialmente sugli IRS,cioè sui substrati del recettore insulina,che è una catena di substrati la quale chiaramente è fosforilata in tiroxina dal recettore dell’insulina il quale è una tirosino-chinasi che oltre ad autofosforilarsi,foforila questi substrati e da questi poi partono vie di trasduzione molto importanti che non sono soltanto quella metabolica(per cui conosciamo il rapporto insulina/glucosio)ma sono anche altre vie molto importanti di regolazione genica .Non c’è nulla di genetico sostanzialmente a reggere questo,non ci sono nemmeno dei modelli di riferimento poiché si trova in tantissime situazioni inclusa l’obesità,anche perché tutti gli obesi sono insulino-resistenti.Questo sostanzialmente si attua in tre compartimenti che sono i compartimenti cardine del diabete mellito di II tipo nonché della resistenza periferica: sono il fegato , il muscolo ed il tessuto adiposo.cosa c’è da ricordare? 1)Per quello che attiene il MUSCOLO sostanzialmente un deficit ossidativo del glucosio, nel senso che il glucosio entra di meno e nello stesso tempo viene meno ossidato quindi la via preminente del muscolo quando è in attività viene fortemente rallentata. Chi sembra che faccia questo?un grosso contributo è sicuramente la diversione verso il metabolismo degli acidi grassi che si verifica nel momento in cui l’ossidazione del glucosio non procede,sarebbero infatti gli acidi grassi che interferirebbero con questa traduzione del segnale con conseguente diminuita entrata di glucosio.I figli di persone con resistenza periferica all’insulina o col diabete tipo2 conclamato i quali hanno resistenza periferica ma sono secchissimi,sono giovani e non hanno problemi,hanno comunque meno cellule muscolari di tipo1 che sono quelle che ossidano meglio il glucosio,questo è un deficit bioenergetico mitocondriale. 2)Per quello che attiene il FEGATO il problema fondamentale della resistenza periferica all’insulina è la diversione verso la gluconeogenesi perché il fegato è l’organo che regge in piedi il discorso dell’immissione di glucosio nel sangue nel momento in cui chiaramente si segnala una cosiddetta fame di glucosio da parte delle cellule e ciò avviene non solo quando non c’è proprio glucosio(crisi ipoglicemica) ma anche quando il recettore dell’insulina per alcuni motivi non funziona.Anche lì chi lo fa?ci sono sostanze a vario titolo, ordine e grado che interferiscono attivando fortemente la via gluconeogenetica. Un grosso contributo per la produzione di queste sostanze che quindi spostano il metabolismo(perché di fatto poi il diabete non è solo metabolismo del glucosio cioè è un metabolismo più complesso)verrebbe fuori da sostanze prodotte dal tessuto adiposo(che è un tessuto endocrino a tutti gli effetti al pari delle altre strutture del sistema endocrino) perché attraverso sostanze note e anche citochine specifiche segnala varie condizioni ed è proprio da questo disturbo omeostatico complessivo dei lipidi che si verifica, che emerge il fatto di un disturbo che c’è nel tessuto adiposo, non solo il fatto che si producano sostanze che poi vanno ad interferire o a forzare la situazione degli altri ma anche che nell’ambito del tessuto adiposo si verifichi (in un discorso fortemente patologico) la resistenza periferica come diminuita attività antilipolitica dell’insulina.Ciò non sembra paradossale in un tessuto di un obeso,l’obesità viscerale è la più evidente perchè in ambito viscerale la lipolisi di un soggetto con resistenza periferica continua è caricata dai glucocorticoidi e dalle catecolammine anche dopo un lauto pasto(lauto pasto vuol dire comunque quando l’insulina è comunque ad un ottimo livello).Questo è abbastanza importante perché poi di fatto il tessuto adiposo diventa una fonte continua ed ininterrotta di …..(?) tale per cui questo sostiene il discorso della resistenza.La resistenza come ho detto precede di dieci venti anni lo sviluppo della malattia quindi è molto importante diagnosticare il più precocemente possibile e trattare il più precocemente possibile la resistenza periferica. Come si tratta la resistenza periferica? Dipende dalle tipologie di diabete: in caso di diabete mellito, oppure in caso di gestazione è un discorso, comunque si tratta con: -un grande dimagrimento soprattutto in regione addominale perché lì è il nocciolo della questione. -l’esercizio fisico moderato e continuato -un appropriato regime alimentare. Chiaramente non ci deve essere nulla di transitorio altrimenti la situazione riprende,così preveniamo ad un soggetto predisposto di ammalarsi di diabete. Adesso veniamo all’altro punto, cioè la cosiddetta MASSA BETA.Quello che si verifica nella massa beta è alla fine(alla fine vuol dire quando emerge il diabete mellito franco),quando c’è sicuramente un’insufficienza relativa della massa (quando dico relativa non è che dico che la massa scompare ma dico relativa).Ed il caso abbastanza significativo lo abbiamo trattato tra la condizione di un soggetto normale, di un obeso che non svilupperà(non predisposto, non con meiopragia)e di un obeso che svilupperà o ha sviluppato il diabete.Il quadro dell’obeso che non svilupperà il diabete è chiaramente un quadro di ipertrofia,iperplasia reattiva di compenso delle cellule beta che è fisiologico aspettarsi. Il quadro viceversa della persona obesa che poi svilupperà il diabete mellito è quello di una condizione insulare che è fortemente deformata,questa deformazione è data anche e soprattutto dall’amiloidosi che marca il diabete mellito di II tipo.Nelle insule c’è questa amiloide che è fatta di amilina che è una proteina che viene cosecreta con l’insulina.Ciò, nel momento in cui la malattia è franca, ovviamente diventa sempre più anche deficit insulinico.Ma quando dico deficit insulinico non intendo deficit assoluto intendo deficit relativo appunto alla situazione da compensare.Questo è il nocciolo fondamentale,chiaramente se noi ci avviciniamo alla beta , c’è il grande concetto della regolazione della crescita, della differenziazione della beta etc…,che in soggetti predisposti è alterato ab inizio(poi non è chiaro se quello che noi vediamo con l’amiloidosi è causa o conseguenza di,perché non si è capito ancora).Cosa possiamo tirare fuori dal nocciolo della questione?Al momento attuale proprio nulla in senso genetico perchè la situazione è molto oscura dal punto di vista di supporto,ci sono pochissimi casi di diabete mellito MODI, che è un diabete dell’adulto ad esordio giovanile, è un diabete di pochissime famiglie ovviamente,è un diabete per la cui iperglicemia a volte bastano gli ipoglicemizzanti orali,a volte invece richiede l’insulina che sostanzialmente colloca l’ambito genetico mutazionale in un caso che è il MODI2, che forse è il più conosciuto nella glucochinasi( è un enzima chiave di entrata del glucosio)tale per cui il glucosio viene fosforilato e si attiva nella trasduzione glicolitica del segnale,anche tutta la parte mitocondriale che porterà ad un aumento del rapporto ATP/ADP,la chiusura dei canali potassio,l’accumulo del calcio intracellulare e il rilascio delle vescicole stesse.Il nocciolo oscurissimo è quello dei fattori di trascrizione nucleari,i quali se mutati portano il soggetto ad avere diabete mellito. Quindi sono fattori di trascrizione mutati non solo nella cellula beta (poiché la malattia è genetica)ma sono mutati in tutte le altre cellule (per esempio portando il rene policistico).Anche i fattori di trascrizione avranno un qualche significato ed è su questi che in qualche modo si sta puntando l’attenzione perché per il resto la situazione è completamente oscura. Credo, tranne la terapia che adesso riprendo, di aver grosso modo discusso la complessità del diabete mellito, perché il diabete mellito di II° tipo è molto complesso .La patogenesi direi che è molto oscura. Adesso andiamo alla TERAPIA che è abbastanza importante.Ne voglio discutere con voi perché voi vi trovate anche storicamente ad un cambio culturale per quello che riguarda il trattamento del diabete che è un cambio culturale fondamentale. -Abbandonati ormai da tempo per ragioni che riguardavano anche le complicanze ed altre cose diciamo le SOLFURINUREE(controllate perché non so proprio dove cercarle)cioè una famiglia di agonisti del canale potassio. Perché si usavano queste? Si usavano perché sostanzialmente chiudevano quel canale potassio e se lo chiudevano attivavano poi una serie di reazioni che portavano alla secrezione di insulina. Le solfurinuree sono dei segretagoghi ma sono dei segretagoghi che possono andar bene se noi non abbiamo ancora una massa beta fortemente disfunzionale . -Abbiamo poi due categorie molto importanti che sono i BIGUANITI e il PIOGLIDAZONE(controllate come sopra) diciamo il tiazolo tiniadone .I biguaniti sono importanti anche se poi il loro effetto non è chiaro perché la medicina è una pratica empirica(si prova,se riesce bene,poi se qualcuno spiega perché meglio sennò si và avanti).I biguaniti hanno vari effetti sulla resistenza periferica ciò vuol dire che il discorso dislipidemico viene diminuito,la gluconeogenesi epatica viene diminuita ed hanno anche il vantaggio di diminuire l’assorbimento del glucosio .I TZT sono degli agonisti che agiscono su dei recettori nucleari che hanno una sigla PPAr (ce ne sono di vario tipo in particolare il gamma),questi stanno un po’ dappertutto ma soprattutto nel nucleo degli adipociti e l’attivazione di questi recettori attiva cioè normalizza il discorso lipemico che è un discorso fondamentale. Lo normalizza nelle cellule adipose e quindi le ricadute si risentono poi anche nelle altre. -Recentemente è venuto fuori che dei composti(normalmente utilizzati nel trattamento dell’ipertensione )che sono i SARTANI(cioè solo una categoria di antiipertensivi,non tutti,perché vi ho detto che ci sono tanti antipertensivi come i beta bloccanti che addirittura peggiorano la situazione)sono degli antagonisti(gli altri erano agonisti) del recettore tipo 1 dell’angiotensina tipo2.I sartani sono molto utilizzati nell’ipertensione e quello che si è visto è che il profilo glicemico del paziente tendeva a normalizzarsi e si è poi capito che questi sartani non solo hanno effetto per quello che riguarda questo recettore ma hanno anche un effetto agonistico sui PAR,cioè sull’altra categoria di composti.Diciamo che il pioglidazone(la categoria dei TZD non riesce a far bene altrettanto)và benissimo per il diabete però meno bene come antipertensivo(noi avendo un soggetto con resistenza periferica sicuramente abbiamo un soggetto:1)affetto da sindrome metabolica perché la sindrome metabolica resta il cardine fondamentale su cui convergono dati glucosio-insulina e dati che riguardano l’ipertensione,2)affetto da microalbuminuria.è ovvio che i sartani potrebbero essere una possibilità che scherzosamente si può dire prendere 2 piccioni con una fava che non è poi male(mmmhhhhhh) perché nella complessità di una sindrome metabolica il discorso farmacologico è complesso. -Eppoi c’è un ultima parte perché si sta cambiando completamente terapia nei riguardi del diabete mellito di secondo tipo somministrando insulina AB INIZIO.Perchè lo si fa?lo si fa sostanzialmente per mettere il pancreas a riposo,perché il pancreas di un soggetto con diabete mellito di secondo tipo ha una situazione che può diventare compromessa:qui c’è un concetto di blocco completo perchè prima il diabete mellito di secondo tipo era definito insulino-indipendente erroneamente(definizione ormai arcaica) e l’insulina veniva considerata l’ultima spiaggia della situazione quando tutto non andava bene e questa iperglicemia continuava ad essere costante,allora è chiaro che uno ammollava l’insulina infatti il primo caso da cui siamo partiti per la crisi ipoglicemica era un soggetto obeso trattato per anni con ipoglicemizzanti orali(che è un classico),al quale poi siccome non c’era più controllo veniva somministrata l’insulina,ma nelle fasi iniziali di adattamento quel soggetto si beccava una crisi ipoglicemica(Non tutti sono d’accordo,è una cosa molto nuova.). I noccioli fondamentali del diabete mellito di secondo tipo non stanno più nel diabete mellito di secondo tipo ma stanno nello snidamento della sindrome metabolica e della resistenza periferica (che precede di 10-20anni la malattia) per prevenire le conseguenze devastanti del diabete mellito come il rischio equivalente cardiovascolare.Detto questo credo di aver detto tutto del secondo tipo. Per quanto riguarda il PRIMO TIPO,perché voglio discuterne?perchè per tradizione questo primo tipo è sempre stato considerato un diabete giovanile,però sta venendo fuori che esiste (non mi metterò a parlare della patogenesi o meno perché già sapete che il diabete mellito di primo tipo è una malattia autoimmune)un tipo di diabete mellito di primo tipo dell’adulto,la sigla è LADA è cioè un diabete dell’adulto latente autoimmune(latente perché invece di venire fuori nel soggetto ventenne viene fuori nel cinquantenne).é molto importante che capiate questo:quando io ho un cinquantenne con una diagnosi di diabete mellito generico è importante che io escluda la componente autoimmune perché se questa componente autoimmune esiste allora ho un diabete di primo tipo e questo soggetto deve essere trattato in un certo modo perché è un soggetto che nel giro di qualche anno diventerà comunque un insulino-dipendente (come tutti i soggetti affetti dal primo tipo) ed il cui marker è quello degli anticorpi anti-insula;però potrebbe anche diventare marker di questo tipo(non si è fatto mai fino ad ora nel momento in cui faccio la diagnosi di diabete mellito ad un cinquantacinquenne perché penso che sia giustamente un diabete mellito di secondo tipo ). Quindi diciamo che questa autoimmunità sembrerebbe non solo riferirsi a condizioni pediatrico- adolescenziali tradizionalmente conosciute quanto anche a categorie di situazioni non previste dell’adulto.La cosa importante sarebbe quindi la discriminante diagnostica,in quel caso effettivamente l’insulina và fatta perché in effetti se il soggetto ha una situazione autoimmune và trattato.é chiaro che al primo tipo si ha una deficienza assoluta di insulina quindi in modo caratteristico il suo esordio è molto brutale:non è solo iperglicemia(poliuria o meno nel bambino in cui possono verificarsi vari casi) ma è anche coma chetosico quindi c’è un discorso di chetonemia associata al primo tipo che è molto vistosa e che non compare mai nel secondo tipo(perché nel secondo tipo anche quando vanno in coma,il coma è sempre osmolare,da glucosio e non c’è questa componente chetosica).Veniamo al primo,che cosa succede?noi abbiamo un soggetto spesso in età pediatrico-adolescenziale con tutta la base autoimmune(il discorso dell’HLA,del mimaggio virale e della componente infettiva,per il diabete c’è il famoso coxsackie ed altri ma non ne parliamo).Recentemente ci sono stati un gruppo di ricercatori abbastanza accreditati i quali hanno detto che il vero antigene in questione nella malattia autoimmunitaria è l’insulina(alcuni questionano ciò).è chiaro che qui c’è un’insufficienza assoluta cioè noi abbiamo un’insulite autoimmune con tutta la situazione infiammatoria,le citochine,che porta alla distruzione della beta e ad un deficit assoluto di insulina.Ma cosa succede di molto importante da un punto di vista ormonale?cessa la controregolazione ormonale operata dall’insulina su tutti gli altri ormoni che sono iperglicemizzanti quindi qui c’è un discorso che nel secondo tipo non c’è,nel senso che noi abbiamo effettivamente una iperglicemia da mancata controregolazione dell’insulina,però in più abbiamo una gluconeogenesi epatica esasperata che è fortemente portata avanti a scapito della massa muscolare e adiposa del soggetto,quindi all’esordio (che poi coincide quasi sempre col coma iperglicemico e chetosico del bambino),noi abbiamo un soggetto fortemente disidratato(per questa poliuria marcata dovuta a iperglicemia)con una chetosi molto elevata,il soggetto è molto magro perché ha perso non solo la massa adiposa ma anche la muscolare ed è chiaro che questo soggetto è insulino-dipendente e quindi dovrà dipendere sempre dall’insulina.Recentemente si è notato che anche il primo tipo sta anticipando come data,tanto a far capire che l’ambiente(stile di vita e quantaltro)sicuramente ha un’importanza nel peggiorare la situazione di deficienza insulinica.è chiaro che se il bambino è obeso come tutti gli altri bambini però è un soggetto che si ammalerà di diabete mellito di primo tipo è ovvio che la richiesta di insulina caricherà su una situazione autoimmune nel pancreas molto più grave.Come pure si è visto che in questi bambini trattati con l’insulina(insulino-dipendenti a vita)l’esercizio fisico continuativo è molto importante nel controllo glicemico (senza che porti crisi ipoglicemiche)ma anche lipemico del soggetto(perché ovviamente in una condizione disfunzionale c’è sempre più o meno l’aspetto chetosico e dell’acetil-coA che può andare verso la sintesi di colesterolo.)Chiuderei col diabete mellito di primo tipo che come patogenesi interessa più l’immunopatologia evindenziando invece l’aspetto coma chetosico e questa disregolazione che si ha con mancata controregolazione da deficit insulinico assoluto nei riguardi degli ormoni(di cui abbiamo parlato:le catecolammine, i glucocorticoidi etc etc….) che sono tutti iperglicemizzanti . 2ORA Le complicanze del diabete mellito sono molto importanti e si verificano comunque anche in un soggetto che è compensato da un punto di vista glicemico.Mi risparmio e vi risparmio un lucido del robbins con tutte le complicanze dalla necropatia all’ipertensione e tutto il resto….Soltanto volevo dire due cose che con le complicanze hanno molto a che fare: -la NEUROPATIA PERIFERICA presente almeno nel 50% dei soggetti diabetici(non si sa come trattare la neuropatia.Recentemente è emerso un lavoro ma su un modello murino il quale sembrerebbe dire che i ricombinanti che favoriscono la produzione del 2GF,cioè del fattore endoteliale vascolare,migliorano la neuropatia ma lasciamo perdere il discorso) -la MICROALBUMINURIA(si trova nelle sindromi metaboliche insieme all’ipertensione,alla dislipidemia soprattutto ipoHDL,all’adiposità viscerale etc….)cioè le tracce di albumina che si possono trovare nelle analisi delle urine.Si è capito che la microalbuminuria è da collegare alla nefropatia diabetica(ben più grave rispetto alla nefropatia vascolare cioè quella su base ipertensiva)che riguarda una glomerulopatia molto specifica del diabete.Si è capito poi che questo dato di microalbuminuria(il quale sembrava insignificante)è invece un marker molto precoce di quello che sarà la glomerulopatia diabetica. DOMANDA:dal momento in cui viene rilevata una microalbuminuria,c’è una terapia? RISPOSTA:la terapia è cercare di vedere la situazione glicemica del paziente,sempre li ritorniamo per questo io ho sempre messo il glucosio davanti a tutto e ho trattato persino la crisi ipoglicemica(che non è necessaria nell’ambito dell’esame di patologia però molto importante in senso concettuale perché l’omeostasi del glucosio è la più importante che esista)attorno alla quale ruota poi la sindrome metabolica,il rischio equivalente(praticamente la prima causa di morte che noi abbiamo),la disfunzione da stress,il discorso dei glucocorticoidi e delle catecolammine,il discorso dell’apertura della forbice tra godimento economico e cultura che ovviamente prima non c’era. Adesso andiamo al DISCORSO MOLECOLARE cioè il paziente diabetico è un paziente macro e microvascolare,ovvero l’endotelio ovunque si trovi è la cellula target più lesa (oltre a questa c’è anche il mesangio).Questi danni sono più rilevanti rispetto al danno osmotico(ad esempio la cataratta che ha importanza minore).Tutti voi conoscete dalla medicina di laboratorio l’emoglobina glicosilata(che è una delle tante proteine glicosilate),misurabile perché si trova nel plasma,ma il nocciolo della questione è la sua glicosilazione operata dal glucosio.Il glucosio che entra produce questi AGE (advanced glicosilation end,end sta per finale perché si appiccica questa glicosilazione all’NH2 terminale della proteina che viene così glicosilata).Questi AGE marcano il tempo in cui si sono verificati e possono riguardare proteine intracellulari (e quindi inficiarne la funzionalità proteica)oppure questi prodotti possono andare all’esterno e creare una serie di danni,vediamo quali:per esempio questi precursori glicosilati(ex proteine ovviamente glicosilate) possono andare in sede di matrice e fare dei cross-linking(essendo glicosilati)con tutta la matrice e quindi distorcere tutto l’ambiente della matrice che vuol dire anche integrine e quantaltro(stiamo parlando di una cellula endoteliale).Questi prodotti nel plasma si possono legare alle proteine come nel caso dell’emoglobina glicosilata ma non solo.Andiamo però ad un altro dicorso cioè che nella cellula endoteliale(ma anche in altre cellule per esempio nei macrofagi o nelle cellule del mesangio) esistono dei recettori per questi prodotti di glicosilazione che si chiamano rAGE. Questi recettori ( li abbiamo incontrati già quando abbiamo parlato dell’alhzaimer) sono importanti perché purtroppo la loro attivazione è l’attivazione di un sistema chiaramente pro-infiammatorio nella cellula. Se è un sistema pro-infiammatorio significa che sostanzialmente l’habitat macrofagico-mesangiale o quantaltro sarà un habitat in cui verranno fortemente sintetizzati fattori di crescita e citochine (come il discorso di un’infiammazione cronica che accompagna tutte le lesioni micro e macrovascolari del diabete ). Questo è il nocciolo della questione relativa alla complicanza tale per cui noi ci aspettiamo il rischio equivalente, che è poi il rischio infiammatorio( così come l’infarto del miocardio non ha solo alla base la trombosi della coronaria ma è significativa la condizione infiammatoria del soggetto , spesso misurabile come proteina C reattiva). E’ l’infiammazione cronica cioè protratta che si collega alla malattia da stress , che a livelli molecolari si risolve nelle caratteristiche immuni infiammatorie quali le citochine , i fattori di crescita e quindi tutta la parte più strettamente fibroblastica. Sul libro è fatta anche molto bene la parte dell’istopatologia del diabete che io non tratterò. Adesso veniamo alla parte delle dritte. Ci inoltriamo in un argomento che non piace a nessuno studente e che tradizionalmente è chiesto agli esami. Quindi adesso do alcune coordinate a voi che oggi siete presenti . ……poi spargete la voce……la prova scritta riguarda anche queste patologie. Si tratta di due capitoli, uno riguarda il capitolo delle malattie del metabolismo ereditarie , l’altro capitolo riguarda la gotta. Perché li divido in due? Perché le prime sono ereditarie , invece la gotta non è un problema ereditario che va presentato come gotta e basta ma vorrei presentare il problema come iperuricemia che è la vera situazione.Alcune iperuricemie sono anche gottose ( articolazioni con tutta la parte infiammatoria acuta , con i cristalli di urato e la parte cronica o meno ), in altre situazioni questo non c’è ; e poiché io sono più inclinata all’importanza clinica del problema , io vi vorrei far prestare attenzione non tanto alle primarie quanto invece alle secondarie che sono un grandissimo problema clinico perché si verificano tutte le volte che c’è un grande catabolismo cellulare ( leucemia, chemioterapia, o quanto altro) , perché lì si presenta questo problema dello smaltimento che non si presenta nei rettili ( i rettili hanno l’uricasi ma noi non ce l’ abbiamo,questo è uno dei pochi svantaggi rispetto al rettile) . Quindi ci interessano più le secondarie, che poi sono acute e mi interessano perché c’è sotteso un problema renale . Per quello che attiene alle primarie, è il solito grosso buio di tipo poligenico, poliformico, multifattoriale …….. queste le trovate tutte sul libro di testo e ve le studiate. Su questa parte è stata fatta una cosa nuova importante : l’inflammasoma , cioè i cristalli di urato e l’infiammazione , ma se non la sapete non sposta di una virgola a nessuno .Viceversa sapere che cosa è una gotta e l’aspetto iperuricemico ( se dipende dal fatto che si producono molto più o che sono meno escreti a livello renale , questo è un discorso che va saputo) e anche i livelli di glicemia per cui il cristallo di urato satura poi la situazione e quindi interferisce con la funzione articolare.La gotta preferisco trattarla più come iperuricemia con riferimento alle secondarie ,è anche trattata bene sui libri. Viceversa un problema più concettuale c’è per le malattie del metabolismo ereditarie,quelle che tratta la patologia generale sono le cosiddette TESAURISMOSI anche dette malattie da accumulo.Essendo delle multisistemiche(come il diabete)ed ereditarie le potete trovare nei capitoli stretti stretti della genetica(le basi genetiche delle malattie:tra queste,che però non rientra tra le patologie da accumulo,c’è molto interessante il discorso della fibrosi cistica che non è soltanto mutazione del sistema del trasportatore,ma c’è anche tutta la oligogenicità di accompagno polimorfica o mutazionale che poi è quella che determina la prevalenza sintomatologica e clinica della fibrosi cistica . Questa ultima infatti non compare in un solo modo(c’è la parte respiratoria, quella intestinale e quantaltro), non è data solo dalla mutazione del gene ma da un corollario di altri geni(come a dire che Mendel non basta più perché è grandissimo ma ormai si è capito che per l’espressione di tutte le malattie non basta più solo la mutazione nota ma poi ci deve essere un corollario di appoggio che poi permette la comparsa del fenotipo associato ). Queste malattie del metabolismo ereditario o le trovate nel versante genetico o se ci sono capitoli particolari nel libro di testo ( Robbins) : per esempio tra malattie dello sviluppo, cioè quelle pediatriche che non riguardano le genetiche perché non tutte sono congenite, oppure le trovate al livello della fisiopatologia sistematica ( nel fegato, nel sistema nervoso, insomma in tutte le situazioni che caratterizzano le multisistemiche ) . Cerchiamo di capire l’istologia .Innanzitutto queste sono malattie da accumulo,che è accumulo di prodotti abbastanza complesso a monte di qualcosa che non si è verificato.Questo accumulo di prodotti può avvenire nei lisosomi(prevalentemente) oppure può avvenire al di fuori della cellula; quelle malattie in cui si evidenzia l’accumulo nei lisososomi si chiamano anche malattie lisosomiali (che è un capitolo su cui si discute molto) e costituiscono un sottocapitolo delle malattie ereditarie abbastanza importante. Come si dividono queste malattie ereditarie? Si dividono in base alla tipologia del substrato che si accumula ; questo substrato può appartenere alla serie glucidica , lipidica , proteica amminoacidica. La patologia generale sceglie le glicogenosi ed anche la galattosiemia per quello che attiene il discorso glucidi, poi sceglie le lipidosi con particolare riferimento alle sfingolipidosi per quello che attiene al metabolismo lipidico(che poi coincide con le malattie lisosomiali)e poi tradizionalmente per quello che riguarda gli amminoacidi sceglie il metabolismo della fenilalanina. Il metabolismo della fenilanalina è importante perchè riguarda malattie dette:errori congeniti del metabolismo e sono uno dei pochi casi in cui la dieta appropriata permette il non evidenziarsi della malattia ; è importante anche perché nelle forme eterozigoti ( quindi la madre è portatrice sana),se la madre è affetta da queste iperfenilalaninemie e decide di avere un figlio, deve essere tenuta a dieta stretta prima e durante tutta la gravidanza ,il tempo necessario al formarsi dei fosfolipidi , altrimenti il figlio si becca la scarica della iperfenilalaninemia. Attorno alla fenilalaninemia ruotano 3 patologie di cui questa è la più importante ; ci sono forme di mutazione della fenilalanina idrossilasi e forme di mutazione dei cofattori che lavorano insieme ad essa;se manca questo enzima abbiamo un accumulo di fenilalanina e questo riguarda il capitolo della fenilchetonuria (soggetta a trattamento dietetico in cui si abolisce la fenilalanina , c’è l’adattamento del soggetto negli anni ), l’altro quadro è l’alcaptonuria ( cosiddetta perché il soggetto ha questo alcaptone, questo pigmento nelle urine , per cui c’è urina scura ) anche detta ocronosi ( cosiddetta perché il pigmento si accumula anche nelle articolazioni ) data dalla omogentisilossidasi . Poi c’è il cosiddetto albinismo . Andiamo invece alla parte degli zuccheri , e qui presenta un lucido dell’Harrison relativo alla glicogenosi ed alla galattosemia , entrambe sul libro .Queste glicogenosi possono essere di tipo muscolare,di tipo epatico o anche di tipo cardiaco (tipo 2 con una cardiomegalia del soggetto,la tipo2 è anche una malattia lisosomiale al contrario di tutte le glicogenosi).Questa è una cellula,il glucosio lo facciamo entrare ed ha la possibilità di diventare glucosio6fosfato o glucosio1fosfato ; questo ultimo , attraverso vari giri, va a finire a glicogeno e quando serve,da glicogeno torna alla base . Quindi abbiamo qui una serie di enzimi che mappano le glicogenosi, altro mappaggio riguardano gli enzimi che da glucosio1 fosfato si fanno tutta la glicolisi fino alla piruvato chinasi,mitocondrio, lattico deidrogenasi.Nel reticolo endoplasmico c’è la glucosio6fosfatasi(tipo1) che è la più importante di tutti e permette la scissione del glucosio6fosfato a glucosio e garantisce il mantenimento della glicemia nelle condizioni in cui il glucosio si abbassa . La tipo 2 sta piazzata nei lisosomi ( per questo è anche una malattia lisosomiale) e dalla glicoproteina glicogeno porta a glucosio libero. La forma epatica è clinicamente ipoglicemica , perché essendo il deficit a livello epatico è ovvio che il quadro sarà epatico e quindi ipoglicemico . La forma muscolare è clinicamente ipotonica . Per quello che attiene le malattie lisosomiali sono presenti su tutti i libri ,sono malattie multisistemiche che talvolta riguardano il SNC con prognosi pessima . Se non c’è il coinvolgimento nervoso , si può provare in due modi , cioè con due terapie : la prima è abbastanza accreditata,la seconda è venuta in mente ad un collega di cardiologia e ci si sta provando . Il primo riguarda la terapia sostitutiva:con 250 milioni delle vecchie lire si costruisce un ricombinante funzionante,gli si creano molti mannosi6fosfato attorno e si manda in infusione(avendo tanti mannosi ,viene preso dai recettori perché le cellule hanno tali recettori , ed entrando in esse, il paziente sopravvive ; sempre se non c’è un discorso di sistema nervoso , perché non può attraversare la barriera). Il secondo ( è un problema del passaggio nel reticolo e non una mutazione del sito attivo dell’enzima) consiste nel somministrare al paziente dosi subliminali di un inibitore dell’enzima che riguardi il sito attivo . Sembra paradossale , ma quando si da questo inibitore in dosi subliminali, esso si attacca al sito attivo dell’enzima e lo raddrizza , tiene la molecola dritta quel tanto che basta per far sì che la molecola se ne vada dentro i lisosomi; l’inibitore è spiazzato dal substrato su cui deve lavorare che è in quantità nettamente superiore ad esso . La galattosiemia ve la cercate. Queste sono malattie in cui il discorso non riguarda solo la sintesi della proteina enzimatica ma anche tutto il trasporto di questa proteina attraverso il reticolo e il golgi ; poi ci sono tutti i fattori che accompagnano questo trasporto. Le malattie lisosomiali hanno quindi molto a che vedere con le patologie del folding proteico . Ringrazio tutti e sono disponibile per qualsiasi chiarimento circa la mia parte. Francesco Ricci Saluto: -pierpaolo augurandogli che una lieve ma discreta forma di dissenteria lo accompagni in questi mesi estivi per avermi fatto sbobinare l’ultima lezione dell’ultimo giorno(dai pierpà che è tutta salute!) -tutti i membri della comunità gay di salamanca fondata dal buon fabione e quelli della comunità gay di valladolid di cui il silenzi si fa portavoce e a cui tutta la parte più semplice dell’università dimostra grande solidarietà:Nicola,peppe,luca,andrea,Giorgio persano e non,pio,Alessandro,MARIO,Gabriele,giulio,giacomino,enzo,davide,remo e tanti altri………….. -antonio che se continua a fare le serate con la combriccola di lucidi non sarà più in grado nemmeno di spiegarci da che lato si apre il libro -alessandro,mario,Giorgio,flaminia e pio perchè se non la smettete di rovinare antonio non ci sarà più nessuno che ci spiega come si toglie il cellofan al libro -vabbè poi tutti che siete troppi….buone vacanze………ciao belli -Ah dimenticavo,siamo una squadra fortissimi…ITALIA-FRANCIA 6-4 voi TRANS noi ALPINI