AFFRONTARE IL MAL DI SCHIENA CON L’INNOVATIVO ESAME POSTURALE SPINOMETRIA FORMETRIC Una soluzione rapida e non invasiva ottimizza il percorso diagnostico della lombalgia aspecifica La lombalgia è una delle cause più comuni di ricorso al medico e di assenza dal lavoro. Solo in una piccola parte dei casi ne viene diagnosticata la causa, mentre in oltre l’85% la si classifica come “lombalgia aspecifica”. Ciò fa sì che l’orientamento terapeutico sia rivolto alla mera risoluzione dei sintomi e non alla rimozione delle cause sottostanti. Nonostante molte lombalgie risolvano spontaneamente (o con cure conservative) entro 4 settimane, sono comuni i casi di recidiva e cronicizzazione, il che ha dimostrato l’inadeguatezza del modello “patologico-anatomico” in questo contesto. Ecco perché negli ultimi decenni sono stati sviluppati modelli alternativi, basati su un approccio globale al paziente, che richiede di valutare tutti gli aspetti potenzialmente responsabili della sintomatologia. Questo ha dato origine ad una maggior comprensione del ruolo dell’assetto posturale nella genesi della lombalgia. La postura, risultato dell’interazione tra elementi psicologici, controllo neuromotorio, sistema muscolo-scheletrico, fattori ergonomici e condizionamento sociale, sarebbe responsabile di gran parte delle lombalgie recidivanti e, in molti casi, delle patologie degenerative del rachide. Occorre però chiarire cosa renda una postura inadeguata. E’ diffusa la convinzione che esista una “postura ideale”: l’esperienza clinica testimonia, invece, come i due elementi che rendono adeguata una postura siano l’equilibrio globale del corpo e una corretta distribuzione del carico meccanico sulle strutture anatomiche deputate (dischi intervertebrali, articolazioni, legamenti, muscoli). Quindi l’analisi dei fattori posturali coinvolti nella lombalgia dovrà essere orientata alla ricerca di uno squilibrio globale o di un sovraccarico funzionale segmentale, proseguire con un’indagine delle potenzialità del paziente di correggere gli elementi alterati, attraverso un recupero del controllo posturo-motorio globale e segmentale, e identificando i vincoli funzionali che richiedano soluzioni ortesiche o ergonomiche. Qual è quindi il giusto approccio diagnostico alla lombalgia? Prima di tutto, dopo anamnesi ed esame clinico, bisogna escludere patologie specifiche. Se sono presenti “bandierine rosse” come febbre, traumi, dolore notturno o a riposo, deficit di sensibilità o forza, sospetto di patologia neoplastica o osteoporosi, sarà necessario ricorrere agli esami di diagnostica per immagini. Quando sarà esclusa una lombalgia specifica, sarà possibile ricercare una causa posturale della sintomatologia. È la fase più delicata del processo diagnostico, che richiede una misurazione quantitativa dei parametri posturali, in particolare quelli relativi all’allineamento frontale e sagittale del tronco. Considerando che gli strumenti clinici soffrono di una notevole mancanza di ripetibilità, oggi la metodica più diffusa è la radiografia in stazione eretta. Tuttavia, essa presenta una serie di limiti e controindicazioni: esponendo a raggi X, è molto invasiva; è inadeguato alla descrizione dell’allineamento sagittale del rachide, poiché richiede un posizionamento innaturale degli arti superiori; richiede un tempo di attesa (dalla prenotazione, al ritiro del referto, al ritorno dal medico) che rende spesso tardiva la presa in carico riabilitativa del paziente. Fortunatamente, è in fase di diffusione capillare anche in Italia un esame strumentale della postura non invasivo, ripetibile e non operatore-dipendente, già routinario in altri paesi europei: la spinometria formetric. L’esame si basa sulla proiezione di bande di luce alogena sul dorso del paziente, e sulla rilevazione con una telecamera della luce riflessa. Da questa immagine del tronco viene rapidamente ricavata la rappresentazione tridimensionale della colonna vertebrale, da cui vengono automaticamente calcolati i parametri posturali di interesse: eventuali eterometrie degli arti inferiori, la posizione tridimensionale del bacino, l’equilibrio frontale e sagittale del tronco, le curvature segmentali. È anche possibile stimare l’effetto dell’introduzione di ortesi o soluzioni ergonomiche, eseguire test che evidenzino la presenza di un’alterazione del controllo motorio o di vincoli funzionali, impostare e monitorare il percorso riabilitativo, ed integrare altri esami (stabilometria, baropodometria) per completare la valutazione biomeccanica e posturale. A cura del Dr. Romildo Don - Istituto Auxologico Italiano [email protected] · www.hakomed.it