Il Brasile cresce e attira sempre di più le nostre piccole e
medie aziende
Fra gli Stati indicati dagli esperti di economia come potenziali future potenze economiche,
il Brasile è quello che sembrava aver maggiormente tradito le aspettative. Mentre le altre
due economie emergenti, Cina in primis e poi India, stanno facendo registrare crescite
notevoli e a tratti impressionanti, il Paese sudamericano non è stato finora in grado di
raggiungere i loro livelli. Ultimamente, però, il Brasile ha iniziato ad ottenere risultati
ragguardevoli, con una crescita stimata che si aggira intorno al 10%. Questo è per giunta
un dato medio, ma vi sono zone del Paese dove il tasso di crescita rispetto all’analogo
periodo dello scorso anno raggiunge il 14%. E’ il caso della sua capitale, San Paolo, dove
il balzo in avanti dell’economia tocca un più 14,1%, seguito dalla regione del Mato Grosso
do Sul (+12,5%) e da quelle del Rio Grande del Nord e del Mato Grosso (+11,9%
entrambe).
L’economia del Brasile, dunque, sembra che cominci a girare veramente a ritmo
sostenuto: aumentano i consumi delle persone e di conseguenza la produzione. Molti
sono gli articoli e i settori che vedono un incremento delle vendite a due cifre. Vi sono per
esempio gli elettrodomestici, il cui acquisto è aumentato del 12,7%, oppure i prodotti
farmaceutici e cosmetici (+12%), passando per libri e riviste (25,9%) e, infine, per i capi
d’abbigliamento (28,6%). Questo ottimo risultato è da ricercare soprattutto nella stabilità
politica. In particolare, il Brasile è riuscito a mettere in campo delle scelte vincenti sul piano
internazionale che gli hanno garantito la fiducia di molte imprese, così come di società di
rating, che ultimamente hanno fatto avanzare il Paese nelle loro valutazioni. Il Brasile
sembra aver scelto di ripercorrere il modello vincente già utilizzato con successo da molti
suoi predecessori, ed in particolare dalla Cina, ovvero attirare i capitali esteri.
I piani economici adottati, hanno permesso al Brasile di restituire al Fondo Monetario
Internazionale dei prestiti che aveva contratto. La ricapitalizzazione del Brasile, resa
possibile proprio dai fondi stranieri, ha permesso al Paese di non dover sopportare gravosi
debiti sui prestiti e questo ha contribuito a migliorare ulteriormente la situazione del Paese.
Si aggiunga poi il fatto che la decisione di mantenere alti i tassi di interesse, utile per
attirare capitali stranieri, sta anche avendo come conseguenza quella di evitare un
consumo eccessivo, primo passo per una forte inflazione. Inoltre, il grande slancio
economico è avvenuto grazie anche a un grande programma di investimenti pubblici che
hanno lanciato nuove concessioni nel campo della costruzione stradale, portuale e
aeroportuale e nel settore ferroviario. La crescita, inoltre, va ricercata anche nella
domanda mondiale: la grande richiesta di materie prime e di prodotti agricoli, che sono la
forza del Brasile, ha fatto sì che il Brasile crescesse.
Se la gestione politica è uno dei principali motivi che stanno rendendo possibile questa
crescita, il secondo, come visto, è l’interesse da parte dei capitali e delle imprese
straniere. E qui subentra il ruolo dell’Italia. Anche le aziende italiane, infatti, stanno
facendo la loro parte, specie quelle di grandi dimensioni come Pirelli e Fiat, che hanno
grossi capitali investiti nel Paese.
Ma la presenza italiana non si ferma qui. Anche le piccole e medie imprese stanno avendo
un grande incremento, sia per le prospettive di crescita del mercato interno brasiliano, sia
per l’ottima piattaforma d’ingresso che il Paese rappresenta per tutta l’America latina. La
situazione oggi è differente rispetto a quella degli anni Novanta, quando le imprese
arrivavano e si trovavano di fronte un Paese povero. Il Brasile ha ormai tutto e funzionano
sempre di più le joint venture con le imprese locali. Vi sono ancora settori, però, dove il
Paese soffre delle mancanze, ed è proprio qui che si sta concentrano l’interesse delle
nostre imprese, in settori quali il tessile, il design e quello delle macchine industriali. In
quest’ultimo settore, ad esempio, vi è stata per le aziende italiane una crescita superiore a
tutte quelle che bilateralmente hanno i Paesi europei con il Brasile.
L’Italia oggi è al decimo posto nell’interscambio con il Brasile. Siamo sui 7 milioni di dollari
e le nostre esportazioni del 2007 rispetto al 2006 sono cresciute del 20%. L’Italia, quindi,
in Brasile ha ancora grandi margini di crescita.
Enrico Leporati