TEORIA MATEMATICA IN BREVE Le funzioni matematiche: Si raccomanda lo studio di pagina 17 della dispensa. DEFINIZIONE DI FUNZIONE Si dice FUNZIONE una relazione che associa ad ogni valore della variabile x (appartenente ad un particolare insieme detto DOMINIO) uno e uno solo valore della y (appartenente all’insieme detto CODOMINIO) x è detta variabile INDIPENDENTE y è detta variabile DIPENDENTE La funzione si indica con la seguente simbologia: y=f(x) (leggi y uguale effe di x) e significa appunto che il valore di y è funzione di x DEFINIZIONE DI DOMINO O CAMPO DI ESISTENZA Insieme dei valori che si possono attribuire alla variabile indipendente x DEFINIZIONE DI CODOMINIO insieme dei possibili valori che la variabile dipendente y può assumere CLASSIFICAZIONE DELLE FUNZIONI Le funzioni si possono classificare in base alla natura delle espressioni in cui compare la variabile indipendente x; in particolare si hanno le FUNZIONI ALGEBRICHE (razionali intere e fratte, irrazionali pari e dispari). Una funzione si dice RAZIONALE se le operazioni che si devono eseguire sulla variabile indipendente x sono quelle di addizione, sottrazione, moltiplicazione divisione ed elevamento a potenza con esponente intero. In particolare si dice che la funzione è RAZIONALE INTERA se non compaiono operazioni con la variabile x al divisore. Si dice RAZIONALE FRATTA se compare la variabile x al divisore (denominatore). Una funzione si dice IRRAZIONALE se sulla variabile x si applica, oltre alle operazioni già elencate, anche l’estrazione di radice. In particolare se l’indice della radice è un numero pari si dice che la funzione è IRRAZIONALE PARI, se invece l’indice è dispari si dice la funzione è IRRAZIONALE DISPARI. COME SI INDIVIDUA IL DOMINIO NELLE FUNZIONI RAZIONALI INTERE Le operazioni di addizione, sottrazione e moltiplicazione sono sempre possibili quindi per le funzioni razionali intere il dominio è dato da x R (qualsiasi valore di x appartenente all’insieme dei numeri reali), ovvero ( -∞;+ ∞) COME SI INDIVIDUA IL DOMINIO NELLE FUNZIONI RAZIONALI FRATTE si pone il denominatore ≠ 0 perché non c’è un corrispettivo numerico per il calcolo ( un numero diviso zero non ha significato) COME SI INDIVIDUA IL DOMINIO NELLE FUNZIONI IRRAZIONALI PARI si pone il radicando ≥ 0 perché l’operazione di estrazione di radice di indice pari ha risultato reale se il radicando è positivo o nullo ( la radice quadrata di zero o di numero positivi esiste) COME SI INDIVIDUA IL DOMINIO NELLE FUNZIONI IRRAZIONALI DISPARI il dominio è dato da qualsiasi valore di x appartenente ai numeri reali ( -∞; +∞) perché l’operazione di estrazione di radice di indice dispari ha sempre senso purché esista il radicando (si può estrarre la radice sia nei numeri positivi che negativi) COME SI INDIVIDUANO LE INTERSEZIONI CON GLI ASSI si risolve tramite sistema ( per l’intersezione con asse x poniamo y=0 ; per l’intersezione con asse y poniamo x=0) COME SI INDIVIDUA LA POSITIVITÀ (segno di una funzione) Si pone la funzione > 0 LIMITI A CHE COSA SERVONO I LIMITI Servono per individuare il comportamento della funzione agli estremi del dominio e per individuare gli eventuali asintoti. LIMITE SINISTRO E DESTRO Limite sinistro: limf (x) xa descrive il comportamento della funzione nell’intorno sinistro di a (x assume dei valori “molto vicini ad a” ma più piccoli) Limite destro: limf (x) xa descrive il comportamento della funzione nell’intorno destro di a (x assume dei valori “molto vicini ad a” ma più grandi) LIMITI NOTEVOLI a a lim x 0 x 0 Ovvero: se si divide un valore FINITO (a diverso da 0) per un valore INFINITESIMO (“molto vicino a 0) allora si ottiene un valore INFINITO (“molto grande in valore assoluto”) a a 0 lim x x Ovvero: se si divide un valore FINITO (a) per un valore INFINITO (“molto grande in valore assoluto”) allora si ottiene un valore INFINITESIMO (“molto vicino a 0”) Per le operazioni sui limiti vedere tavola riassuntiva pag. 50 Per il calcolo dei limiti per funzioni razionali intere e fratte vedi da pag. 51 a pag. 56. QUALI SONO LE FORME INDETERMINATE E QUALI SONO LE TECNICHE DI ELIMINAZIONE 0/0 scomposizione (si scompongono sia il numeratore che il denominatore e si semplifica) ∞/∞ si raccoglie il termine di grado massimo sia a numeratore che a denominatore e si nota che al tendere di x a ∞, i termini di grado inferiore tendono a 0 diventando trascurabili +∞ - ∞ si raccoglie il termine di grado massimo e si nota che al tendere di x a ∞, i termini di grado inferiore tendono a 0 diventando trascurabili CONCETTO DI ASINTOTO L’asintoto è una retta alla quale la funzione di avvicina indefinitamente, ovvero la distanza fra retta e funzione tende a 0. Una funzione può ammettere asintoti - verticali che hanno equazione del tipo x= costante - orizzontali che hanno equazione del tipo y=costante - obliqui che hanno equazione del tipo y=mx+q COME SI TROVANO GLI ASINTOTI Una funzione ammette un asintoto verticale se lim f ( x)= ∞ x→a− ¿ lim f ( x)= ∞ e/o x→a+ ¿ L’equazione dell’asintoto è x=a Una funzione ammette un asintoto orizzontale se f(x)a lim x L’equazione dell’asintoto è y=a Una funzione può ammettere asintoto obliquo solo se f(x) lim x Se una funzione ammette asintoto obliquo questo ha equazione y=mx+q dove f(x) mlim e x x f(x q ) mx lim x questi limiti devono esistere ed essere finiti. FUNZIONE CRESCENTE in un intervallo I Una funzione y=f(x) si dice (strettamente) crescente nell’intervallo I se x1, x2 I se x 1< x 2 allora se f (x 1)< f ( x 2) (al crescere di x cresce anche la y ) FUNZIONE DECRESCENTE in un intervallo I Una funzione y=f(x) si dice (strettamente) crescente nell’intervallo I se x1, x2 I se x 1< x 2 allora se f (x 1)> f ( x 2) (al crescere di x la y decresce) MASSIMI E MINIMI DI UNA FUNZIONE MASSIMO RELATIVO DI UNA FUNZIONE Se la funzione è prima crescente e poi è decrescente, il punto in cui la tangente è orizzontale si dirà punto di massimo relativo. MINIMO RELATIVO DI UNA FUNZIONE Se la funzione è prima decrescente e poi è crescente, il punto in cui la tangente è orizzontale si dirà punto di minimo relativo. (nota bene: se si hanno più punti di massimo o minimo relativi e la funzione è limitata, allora è possibile individuare i minimi o massimi assoluti mettendo a confronto i valori delle y corrispondenti ai massimi o minimi relativi) DERIVATA DI UNA FUNZIONE INCREMENTO DI UNA FUNZIONE Sia y=f(x) una funzione definita in un intervallo I e, fissato un particolare punto x di questo intervallo, diamo ad x un arbitrario incremento h, cioè consideriamo il punto x+h. In questo punto la funzione assumerà il valore f(x+h); la differenza f(x+h)-f(x) rappresenta l’incremento che la funzione subisce quando passa dal valore x al valore x+h. (nota bene: h è l’incremento dalla x, mentre f(x+h)-f(x) è l’incremento della y) RAPPORTO INCREMENTALE Il rapporto f(xh )f(x) h fra l’incremento della funzione e quello della variabile indipendente si chiama rapporto incrementale. Questo rapporto indica come cresce (o decresce o rimane costante) la y (valore della funzione) al variare della x . Il rapporto incrementale indica la velocità con cui avviene la variazione di y al variare di x. (nota bene: si potrebbe anche pensare come y , x dove indica differenza ovvero incremento) DEFINIZIONE DI DERIVATA Si chiama derivata della funzione y=f(x) nel punto x, il limite, se esiste, del rapporto incrementale al tendere a 0 dell’incremento dato alla variabile indipendente. Ovvero: f( x h ) f( x ) y ' lim h h 0 La derivata, quindi il limite del rapporto incrementale per h tendente a 0 indica la velocità istantanea con cui avviene la variazione di y rispetto al variare di x. La derivata può essere indicata anche con f’(x) Dy Df(x). SIGNIFICATO GEOMETRICO DELLA DERIVATA Vedi disegno a pagina 66! Il rapporto incrementale di una funzione f(x) si identifica con in coefficiente angolare (m) della secante che unisce i punti P(x;f(x)) e Q(x+h;f(x+h))del grafico della funzione. Se facciamo tendere h a 0 (h-> 0), il rapporto incrementale tende alla derivata e il punto Q tende a coincidere con il punto P, ovvero la secante diventa tangente. Dunque: La derivata di una funzione f(x), in un punto, rappresenta il coefficiente angolare della retta tangente in quel punto alla curva relativa alla funzione f(x). (nota bene: la tangente ad una curva è una retta che tocca la curva in un solo punto) CORRISPONDENZA FRA SEGNO DELLA DERIVATA E LA MONOTONIA DELLA FUNZIONE La derivata è positiva se la funzione cresce (la tangente è crescente ed ha il coefficiente angolare positivo ovvero m>0) La derivata è negativa se la funzione decresce (la tangente è decrescente ed ha il coefficiente angolare negativo ovvero m<0) La derivata è = 0 la funzione è stazionaria (la tangente è costante, cioè orizzontale ed ha il coefficiente angolare nullo ovvero m=0) TEOREMI SUL CALCOLO DELLE DERIVATE - La derivata della somma di due funzioni è uguale alla somma delle derivate delle funzioni stesse. Ovvero: se y=f(x)+g(x) allora y’=f’(x)+g’(x) - La derivata del prodotto di due funzioni è uguale al prodotto della derivata della prima funzione per la seconda funzione più il prodotto della prima funzione per la derivata della seconda. Ovvero: se y=f(x).g(x) allora y’=f’(x).g(x)+f(x).g’(x) - La derivata del quoziente di due funzioni (con denominatore diverso da 0 nei punti in cui è calcolata la derivata) è uguale ad una frazione che ha come denominatore il quadrato del denominatore e per numeratore il prodotto della derivata del numeratore per il denominatore non derivato meno il prodotto del numeratore non derivato per la derivata del denominatore. Ovvero: f (x) se y g(x) f'( x ) g ( x ) f( x ) g '( x ) ' allora y 2 g ( x ) RICERCA DEI MASSIMI E DEI MINIMI DI UNA FUNZIONE Nei punti dove si annulla la derivata la funzione può avere un massimo o di minimo relativo, poiché in tali punti la tangente è parallela all’asse delle ascisse. Ricordiamo inoltre che - se la funzione è crescente in un punto allora derivata in quel punto è positiva. - se la funzione è decrescente in un punto allora derivata in quel punto è negativa. Per trovare i punti di massimo minimo relativo bisogna quindi studiare la seguente disequazione : y' 0 Individuando i punti in cui la funzione si annulla (quindi i potenziali massimi o minimi relativi) e gli intervalli in cui la derivata è positiva e quindi la funzione crescente oppure la derivata è negativa e quindi la funzione decrescente. Se in un punto c la derivata si annulla e la derivata y’ in un intorno sinistro di c è positiva e in un intorno destro di c è negativa allora per x=c la funzione ha un punto di massimo relativo. Se in un punto c la derivata si annulla e la derivata y’ in un intorno sinistro di c è negativa e in un intorno destro di c è positiva allora per x=c la funzione ha un punto di minimo relativo. Per ottenere le ordinate dei punti di massimo o di minimo relativi basterà sostituire nella funzione il valore delle x.