11/11/2004 MEDICINA INTERNA PROF. ROCCHI TERAPIA DELL’ IPERTENSIONE Ci sono delle linee guida dell’OMS che ci permettono di definire e classificare i livelli di pressione arteriosa. La pressione arteriosa ottimale si attesta su valori pari a 120 mmHg di PAS e 80 mmHg di PAD;è comunque da considerarsi normale una PAS < 130 e una PAD < 85. L’ OMS definisce di grado lieve (GRADO 1) una ipertensione con valori di PAS di 140-159 e PAD di 90-99; moderata (GRADO 2) con valori di PAS di 160 – 179 e PAD di 100-109; grave (GRADO 3) con una PAS ≥ 180 e PAD ≥ 110. Sebbene di solito l’ipertensione diastolica e la sistolica siano concomitanti esistono situazioni (che riscontriamo soprattutto negli anziani) nelle quali si ha una ipertensione sistolica isolata: si hanno cioè valori di PAS ≥ 140 con PAD < 90. Sono definite “borderline” situazioni con PAS tra 140 e 149 mmHg e PAD < 90. Naturalmente bisogna sempre fare una misurazione accurata della pressione, con una corretta proporzione tra braccio e manicotto di gomma , sempre posizionato almeno 2 cm sopra la piega del gomito e sempre sopra l’arteria omerale. Anche lo stato d’animo del soggetto influisce , oltre che una corretta posizione . Lo step successivo è quello di cercare di capire se ci sono dei fattori di rischio associati. Innanzitutto il sesso : quello maschile è più esposto rsp a quello femminile. Un altro fattore molto importante è il fumo: non si può prescindere nella terapia dell’ipertensione arteriosa da una modificazione delle abitudini di vita pericolose. Altro fattore è caratterizzato dall’ipercolesterolemia :in questo caso più che guardare al colesterolo totale (l’OMS definisce pericolosi valori di colesterolo totale > 250 mg/dl) dobbiamo valutare la proporzione tra colesterolo totale e HDL o tra LDL e HDL. Fattori come il diabete o una storia familiare di malattia cardiovascolare prematura sono universalmente riconosciuti come fortemente predisponenti ad un maggior rischio cardiovascolare. Altri fattori predisponenti sono l’obesità (ma in genere il soprappeso , inteso come un aumento della circonferenza–vita oltre i 100 cm), la sedentarietà, il fibrinogeno aumentato, la razza negra, l’iperomocisteinemia (i livelli plasmatici dell’omocisteina aumentano in situazioni di carenza di folati e vitamina B12).Un altro fattore un po’ misconosciuto è l’ipertricosi auricolare. Occorre fare un accenno alla dieta : un apporto dietetico eccessivo in carni e proteine aumenta l’introduzione alimentare di sodio ed è importante notare che l’ipertensione si realizza quando si ha un apporto di sodio superiore rispetto al passato di quel soggetto : c’è sempre un aumento di volemia oltre ad un aumento delle resistenze (cioè iper-reninemia, ipersimpaticotonia): i due fattori (il sodio e le ammine simpaticomimetiche) in concomitanza sostengono i valori pressori: il sodio sensibilizza la parete delle arteriole alle ammine stesse e agli steroidi. Si deduce l’importanza del controllo del sodio , tanto più importante quanto più il soggetto si avvicina alla terza età (>65 anni) in cui la funzionalità renale decade fisiologicamente )e con essa la eliminazione del sodio. 1 Ci sono persone anziane trattate con una politerapia antiipertensiva senza diuretici : questo è un grave errore , perché alcune classi di antiipertensivi hanno come effetto collaterale una aumentata ritenzione di sodio.Se quindi ho un soggetto relativamente giovane posso partire con un farmaco differente dal diuretico (ad es. se ho in cura un manager stressato, tachicardico,che prende l’aereo tutti i giorni, sentendo il polso tachicardico, con una PAS un po’ alta ma anche solo con una PAD un po’ alta penso ab un β bloccante; ma se il β bloccante non funziona prima di passare ad altri farmaci penso al diuretico). A volte ci sono pazienti trattati con 4 o 5 farmaci antiipertensivi ma senza il diuretico: è assurdo perché se non elimino il sodio non otterrò mai il risultato clinico sperato. In Questi soggetti si ha una specie di “ipertensione reattiva” : essi in clinostatismo hanno magari 180 mmHg di pressione ma se li misuro in ortostatismo vanno a 110 mmHg per cui l’organismo compensa l’effetto degli antiipertensivi erroneamente somministrati.Quindi bisogna fare attenzione a dare molti farmaci se non ho lcun esito e bisogna misurare sempre la PA anche in ortostatismo. Un fattore che va sempre monitorato nell’anziano è la funzionalità renale : essa va controllata tramite la Creatinina , la Renina, l’Acido Urico ma soprattutto gli Elettroliti: sodio e potassio plasmatici e urinari nelle 24 h, fondamentali nell’insorgenza di una patologia ipertensiva resistenza. C’ è una ipertensione primaria , in cui permane la funzionalità renale ed in cui il sodio ha un gran ruolo nell’aumento della PA; c’è una ipertensione in corso di insufficienza renale o, in genere, di nefropatia medica cronica; una idronefrosi monolaterale può dare ipertensione, ma è molto rara; un’altra causa chirurgica è l’ipertensione renale da stenosi dell’arteria renale,che può essere legata ad esempio ad una placca o ad un aneurisma dell’arteria renale. Ci sona anche cause endocrine : in particolare si ricordi l’ Iperaldosteronismo primario ( il secondario è tipico invece della cirrosi epatica o ad es. dell’insufficienza cardiaca congestizia ).Dal punto di vista clinico l’ iperaldosteronismo si manifesta con un’ ASTENIA che invece non riscontriamo nell’iperteso (tutt’al più diventa astenico dopo l’utilizzo degli antiipertensivi);inoltre importante è un’anamnesi positiva ai CRAMPI, legati all’acidosi metabolica,favorita da uno squilibrio idroelettrolitico: l’ aldosterone trattiene il sodio ed elimina il potassio : si ha quindi una ipopotassemia plasmatici per cui l’organismo per compensare porterà fuori dalle cellule il calcio in cambio di idrogenioni: si avrà quindi una condizione di ipercalcemia interstiziale con un ambiente intracellulare più acido e una alcalosi plasmatica ,con una conseguente iperreflessia , astenia e segni di acidosi metabolica. In una condizione del genere troveremmo valori di K di 2 – 2,5 : essi sono fisiologici in pazienti che magari hanno eseguito uno sforzo fisico (ad es. una partita a tennis, magari in estate) o sono in terapia con diuretici alcalinizzanti , diuretici dell’ansa o tiazidici , altrimenti bisogna vedere il potassio urinario e noteremmo una iperpotassiuria. Se ancora resta il dubbio di un iperaldosteronismo primario si può fare il dosaggio della Renina e dell’Aldosterone. In caso di una rsp positiva useremmo un farmaco Antialdosteronico. 2 Un esame invece sempre utile per lo studio dell’ ipertensione è l’esame del fondo oculare: ci sono 4 gradi di alterazione del fondo oculare secondo la progressione e lsa cronicizzazione di una situazione di ipertensione. Oltre una certa età è importante eseguire un elettrocardiogramma, magari cercando segni di un ipertrofia ventricolare, con l’esame obiettivo del torace magari con una Rx. C’è una stratificazione del rischio secondo cui a seconda dei fattori di rischio associati e dei valori pressori il rischio di malattia aumenta. Dobbiamo essere in grado di capire se l’ ipertensione è solo funzionale o sottende dei danni cardiovascolari. FARMACI SNC Clonidina Metildopa β bloccanti Renina Angiotensina Aldosterone ACE INIBITORI Saralasina Antialdosteronici GANGLI DEL SNV Bloccanti gangliari (guanetidina e bretilio) aumento della secrezione di acqua e sodio SODIO Rene α : vasi di capacitanza β : cuore α - bloccanti β bloccanti α : vasi di resistenza α – bloccanti vasodilatatori Diuretici β bloccanti Guanetidina e bretilio sono solo sperimentali . Quando si parla di recettori α bisogna distinguere gli agonisti α 2 (ipotensivanti) dagli agonisti α 1 (ipertensivanti). Viceversa i diuretici si distinguono in diuretici di tipo tiazidico e diuretici dell’ansa (o Saluretici = diuretici del sodio). I diuretici sono ancora i farmaci più utilizzati. I diuretici tiazidici possono essere utilizzati anche come farmaci di primo impiego ma solo quando la funzione renale è ancora conservata. Oltre i 2 mg di Creatinina usiamo i diuretici dell’ansa. 3 I vantaggi dei diuretici tiazidici sono una emivita abbastanza lunga ( circa 24 h; il CLORTALIDONE arriva alle 36 h con la conseguenza di un minor numero di somministrazioni giornaliere). Siccome l’ipertensione è più alta al mattino il diuretico va somministrato al mattino. Il classico diuretico tiazidico è l’ IDROCLOROTIAZIDE (Esidrex), oggi anche il CLORTALIDONE (Igroton).I dosaggi dell’ Idroclorotiazide arrivano a 50 mg ma conviene iniziare con metà cp; le compresse del Clortalidone sono invece da 25 mg, di cui conviene cmq dare la metà come inizio. Purtroppo questi farmaci hanno impiego limitato perché la loro efficacia non è proporzionale alla dose: se si supera una certa dose la risposta non cambia. Il secondo grande limite è legato all’insufficienza renale.Inoltre nei diabetici che hanno un ‘ ipertrigliceridemia il metabolismo lipidico è un po’ perturbato dai tiazidici (ed anche dai β bloccanti ) per cui se il soggetto è dismetabolico o ad es. ha sofferto di pancreatici non vanno usati. L’altro aspetto da considerare come effetto collaterale è l’ipopotassemia : sono diuretici tendenzialmente alcalinizzanti, al contrario degli antialdosteronici che sono acidificanti .Altri rari effetti collaterali sono ginecomastia, impotenza , discrasie ematiche ma sono legate ad idiosincrasie (intolleranze soggettive al farmaco) più che a rischi generalizzati. Se il diuretico comincia a non funzionare si possono usare delle associazioni tra cui la più famosa è quella tra Idroclorotiazide e Amiloride , che è un farmaco risparmiatore di potassio. Esiste un nuovo tiazidico , il Metolazone, molto usato dai cardiologi (spesso anche in associazione con antialdosteronici) perché ha un effetto in parte anche sull’ansa di Henle. I diuretici dell’ansa sono sostanzialmente tre: la FUROSEMIDE (Lasix), l’ACIDO ETACRINICO (Reomax) e la TORASEMIDE (Toradiur). La Furosemide è un farmaco molto efficace che agisce nel segmento midollare dell’ansa di Henle, ove è il massimo gradiente di scambi controcorrente del sodio di cui viene impedito il riassorbimento ( fattore che rende il farmaco così efficace ma anche la sua azione più rapida ma con emivita di 2 – 4 h per cui rende bassa la compliance del pz perché necessita di più somministrazioni; inoltre nell’anziano si può avere un’ipotensione ortostatica).Una buona terapia con il Lasix potrebbe essere mezza cp al mattino e mezza al pomeriggio, come inizio. L’acido etacrinico è quasi del tutto in disuso, si usa in fiale da 50 mg soprattutto in ambiente cardiologico come diuretico dell’emergenza,per la quale è ancora più efficace del Lasix (in situazioni come le emergenze ipertensive o l’edema polmonare acuto). L’altro diuretico dell’ansa è la Torasemide (Diuremid, Toradiur) compresse da 10 mg solo per os; tra i diuretici dell’ansa è quello meno impegnativo, con un’emivita più lunga. Per chi non ha una particolare insufficienza renale (che quindi non richiede un utilizzo di diuretici più forti e con dosi ingravescenti ) può andar bene. Anche i diuretici dell’ansa più forti e pronti sono più hanno effetti saluretici, quindi si avrà iponatremia con anche un’ipopotassemia, ed è per questo che si associano spesso 4 agli antialdosteronici (risparmiatori di potassio), la terza classe di diuretici, che agiscono sul tubulo contorto distale con effetti competitivi con l’aldosterone. Essi hanno una emivita di almeno 24 h ed hanno un importante effetto saluretico perché risparmiando il potassio impediscono l’alcalosi. Tuttavia quando si ha una funzione renale molto compromessa, in cui il soggetto va incontro ad una iniziale uremia, si ha una acidosi metabolica con una iperpotassemia in cui non si devono usare gli antialdosteronici che eliminano il sodio ma trattengono il potassio e quindi non giovano ad un bilancio ottimale del pH ematico. I diuretici saluretici più importanti sono il Triamterene (che non si usa quasi più), lo Spironolattone (Aldactone), il Canrenone (Luvion) e il Canrenoato . Lo Spironolattone è un pro – farmaco che viene convertito a livello epatico in Canrenone, per cui viene evitato in soggetti epatopatici . A differenza dei suoi metaboliti (Canrenone e Canrenolato di potassio, che sono idrosolubili e di conseguenza hanno minore emivita e quindi minore efficacia) ha emivita abbastanza lunga per cui 100 mg di Spironolattone corrispondono a 150 mg di Canrenone. Nell’ipertensione e in soggetti cardiopatici sono sufficienti dosaggi bassi per cui non si devono superare dosi di 50 – 100 mg per poi vedere la risposta . CALCIO ANTAGONISTI Aumento calcio citoplasmatico Secrezione di aldosterone trasmissione sinaptica Contrattilità cardiaca vasocostrizione Hanno un effetto sul calcio citoplasmatico inibendo il trasporto intracellulare del calcio. Influiscono sulle miocellule soprattutto del tessuto muscolare liscio; hanno anche alcuni effetti sul miocardio,molto meno a livello della muscolatura volontaria. All’ interno di questa classe di farmaci prima molto usati ora un po’ meno ci sono almeno quattro categorie di farmaci: A) FENILALCHILAMINE : Verapamil (Isoptin) B) DIIDROPIRIDINE : - Nifedipina (Adalat) - Amlodipina (Norvasc) - Nimodipina (Nimotop) C) BENZOTIAZEPINE : Diltiazem D) PIPERAZINE: Cinnarizina , Flunarizina 5 Derivano da prodotti estrattivi vegetali, in particolare la Cinnarizina è estratta dal carciofo; sono vasodilatatori attivi sul circolo cerebrale posteriore, utili a volte per disturbi vascolari o disturbi di memoria negli anziani, inutili nell’ipertensione. I calcio antagonisti non sono tutti uguali. Le DIIDROPIRIDINE hanno il massimo di attività solo sulla miocellula e quindi agiscono sul circolo arteriolare periferico , per cui trovano utilizzo razionale in situazioni di minor vascolarizzazione periferica per resistenze arteriolari aumentate (mani e piedi freddi). Il VERAPAMILE ha invece la sua massima efficacia sul miocardio, sia come muscolatura che come sistema di eccito – conduzione intrinseca (nodo atrio – ventricolare), pur mantenendo un minimo di efficacia sulla muscolatura vasale (possiamo dire che i suoi effetti sono per 2/3 centrali e per 1/3 periferici).Quindi si usa il Verapamile se si cerca un effetto selettivo sul miocardio di conduzione, per esempio in una situazione di ipertensione associata a delle tachiaritmie (ad es. in una tachicardia parossistica sopraventricolare è molto efficace nel ridurre la frequenza): poiché una parte dell’azione andrà sul tessuto muscolare la contrazione risulterà nel frattempo un po’ depressa. Molto importante è anche la via di somministrazione:il Verapamil è un ottimo antiipertensivo per via parenterale, molto meno per os (5 mg di Isoptin in perfusione per via endovenosa fanno molto meglio che 80 mg per via orale ) a causa di un elevato metabolismo a livello epatico. Usato per bocca ad alto dosaggio comunque si perde molto l’efficacia cardiaca ma si mantiene l’effetto periferico: il dosaggio del Verapamile per l’ipertensione quindi è più alto e serve un effetto ritardato altrimenti durerebbe 5 minuti :la differente formulazione è sottolineata dal fatto che il nome stesso dei farmaci commerciali varia (Isoptin Press). Il Diltiazem ha effetti intermedi ed è quindi più adatto se vogliamo un effetto sia periferico che centrale (ad es. in un soggetto con tachiaritmie, frequenti extrasistoli, in soggetti cardiopatici, ischemici o post-infartuati), ma non nelle urgenze. Se cerchiamo solo l’effetto periferico usiamo le Diidropiridine, ma esse avendo un preminente effetto vasodilatatore provocano una vasodilatazione periferica, quindi si avrà una minore vis a tergo, responsabile di un aumento della ritenzione idrica (edema pretibiale) di facile riscontro soprattutto se utilizzate in persone con problemi di circolo venoso (come ad es. le donne in fase perimenopausale) , soprattutto durante la stagione estiva. Un altro problema legato alla vasodilatazione periferica è la cefalea vasomotoria, legata cioè alla vasodilatazione cerebrale. Inoltre una conseguenza fisiologica della vasodilatazione periferica è la tachicardia riflessa (per la quale è necessario orientarsi di conseguenza sul Diltiazem o Verapamil. Quando c’è un’encefalopatia ipertensiva non vanno mai usate perché è una condizione spesso legata ad edema cerebrale, per cui dando un calcio – antagonista 6 periferico non facciamo altro che aumentare l’edema con una progressione verso uno stato di sopore che esita nel coma. β BLOCCANTI EFFETTI ANTI – IPERTENSIVI DEI β BLOCCANTI ↓ PORTATA CARDIACA ↓ AZIONE CENTRALE ↓ RENINA ↓ β RECETTORI PRE-SINAPTICI CENTRALE I β bloccanti hanno varie importanti azioni sia a livello centrale che a livello periferico. A livello cardiaco influenzano la portata cardiaca; in soggetti in cui invece si associano anche cefalea e tremori (quindi c’è una iperattività del sistema simpatico a livello centrale) i β bloccanti aiutano a controllare l’ipertensione; a livello renale e periferico riducono il tono dei β recettori renali ma questo induce un aumento delle resistenze vascolari e può ridurre anche la perfusione renale. Sicuramente si utilizzano i β bloccanti anche per bloccare i β recettori presinaptici del circolo periferico. I recettori β sono di due tipi: β1 e β2. I β bloccanti selettivi sono quelli che hanno una azione molto maggiore sui recettori β1 cardiaci piuttosto che sui β2 bronchiali, evitando i possibili ed importanti effetti collaterali broncocostrittori dei β bloccanti. I soggetti asmatici difficilmente possono giovarsi di un β bloccante senza veder peggiorare la loro broncocostrizione; tuttavia nella necessità di utilizzare i β bloccanti si dovrà ovviamente optare per farmaci selettivi per i recettori β1. Gli altri due importanti fattori di cui bisogna sempre tener conto nella scelta dei β bloccanti sono anche l’eventuale attività simpatico – mimetica intrinseca e le vie metaboliche utilizzate dai farmaci. I β bloccanti con attività simpatico – mimetica intrinseca più importanti sono l’Acebutololo (Sectral) e il Pindololo (Visken). Essi conservano un parziale effetto agonista sui recettori β1 cardiaci. Il blocco totale di questi recettori si traduce in bradicardia , per cui si trarrà utilità dall’utilizzo di β bloccanti totali solo quando si ha un quadro clinico di aumentata stimolazione e quindi di tachicardia (ad es. nell’ipertiroideo) mentre in un soggetto iperteso con frequenza normale conviene usare uno di questi β bloccanti con attività simpatico-mimetica intrinseca. Per evitare errori conviene monitorare la frequenza cardiaca per valutare la risposta all’utilizzo dei β bloccanti totali ed eventualmente cambiare terapia. 7 L’eliminazione dei β bloccanti avviene per via epatica o per via renale.Ad esempio il Propanololo ha una metabolizzazione massima per via epatica, mentre essa è modesta per il Pindololo, minima per Sotalolo e Acebutololo che hanno un’eliminazione quasi esclusivamente renale. Il Propanololo non si usa quasi più in senso anti-ipertensivo. Un altro fattore importante da tenere in considerazione è l’attività sui recettori α : un β bloccante che non influisce sui recettori α provocherà un ipertono α, con conseguente aumento delle resistenze periferiche; β bloccanti che invece hanno anche un effetto α bloccante ci danno la sicurezza che a livello periferico avrò un’azione vasodilatatrice: in particolare a questo riguardo conviene ricordare l’Atenololo (Tenormin), il Labetalolo (Ipolab) ed il più recente Carvedilolo (Carvipress), particolarmente indicato nei soggetti cardiopatici ove c’è una indicazione all’uso dei β bloccanti perché oltre ad una azione sui recettori α e β ha anche importanti effetti metabolici perché è un anti-ossidante, riduce i radicali liberi che sono fonte di aritmie e danno stress ossidativo e quindi danno endoteliale , che è un fattore importante nella progressione del danno ventricolare ecc. Per concludere si può dire che i β bloccanti sono importanti ma bisogna essere molto oculati. Per il trattamento dello scompenso cardiaco non si usano in fase acuta ma nel trattamento dello scompenso iniziale. Ovviamente non li useremo in soggetti vasculopatici che già hanno problemi periferici di vascolarizzazione (i β bloccanti danno nell’uso cronico un aumento delle resistenze periferiche). Ultimo aspetto da considerare è quello dei disturbi gastroenterici da β bloccanti: innanzitutto per aumento del tono α inducono stipsi e rallentano il transito. Il problema della stipsi è comunque molto maggiore per i calcio – antagonisti che danno un rallentamento molto maggiore del transito intestinale; inoltre essi oltre a dare edema in periferia lo daranno anche a livello gastrico , con conseguente riduzione della barriera difensiva anti-acida con un aumento del rischio di emorragie digestive e gastriti (si pensi ad es. a un soggetto epatopatico che già ha un edema della mucosa gastrica da stasi portale: si rischia seriamente una emorragia gastrica). ACE INIBITORI Agiscono direttamente sul sistema Renina – Angiotensina – Aldosterone e sono i più indicati nella situazione ipertensiva. Inoltre c’è un sistema Angiotensinogeno – Angiotensina II intracellulare, ipotizzato dal momento che gli ACE inibitori rimangono efficaci anche dopo la loro scomparsa dal circolo : l’Enalapril ad es. ha una emivita di 6 – 8 h ma mantiene la sua efficacia anche in seguito, per cui si utilizza comunque in monosomministrazione giornaliera. Sono farmaci molto validi valutati internazionalmente anche per la riduzione del danno miocardio, il rimodellamento del ventricolo sin, la riduzione dell’ipertrofia ventricolare sin e per la profilassi degli eventi ischemici cardiaci dopo un primo evento ischemico o infartuate ( quindi nel post – infarto e nello scompenso cardiaco). Ormai non c’è più soggetto post – infartuato che non faccia un ACE inibitore , soprattutto se iperteso ma anche se normoteso o ipoteso perché ridurre le resistenze periferiche significa ridurre il post – carico. 8 Il primo ACE inibitore è stato il Captopril (Capoten) che però avendo un’emivita di tre – quattro ore richiedeva tre o quattro somministrazioni al giorno. Ora esistono farmaci più moderni che hanno emivita più lunga. Gli ACE inibitori sono indicati soprattutto negli anziani, in particolare se diabetici o vasculopatici , con una modesta attenzione per i nefropatici, anche se attualmente è dimostrato che ritardano la progressione del danno renale (chiaramente associati a diuretici). Non si possono usare insieme agli antialdosteronici perché sono entrambi farmaci acidificanti: già il solo ACE inibitore in un soggetto con insufficienza renale può instaurare una condizione di acidosi da controllare . L’ Enalapril è da ritenersi un ottimo farmaco (in commercio Enapren), presente in dosaggi da 5 mg fino a 20 mg; di solito il dosaggio iniziale nell’ipertensione è un dosaggio intermedio (10 mg al mattino e 10 alla sera).Nei cardiopatici già ipotesi e normotesi si continuano a dare nella terapia dello scompenso a dosaggi molto bassi. Altri buoni farmaci sono il Fosinopril , il Lisinopril (Zestril o Zestoretic se vi è associato un diuretico tiazidico), Ramipril (Triatec) che ha dosaggi più bassi dei precedenti (5 mg ) ma il dosaggio cmq dipende sempre dalla risposta.Infine il Perindopril (Coversyl o Procaptan) ha dosaggi ancora inferiori (4 mg) ed è il miglior farmaco per la prevenzione primaria e secondaria dell’ Ictus anche in soggetti normotesi. E’ utile spesso l’associazione di un diuretico tiazidico perché gli ACE inibitori sono un po’ acidificanti mentre i tiazidici sono alcalinizzanti (ad es. in commercio Zestoretic, Vasoretic) SARTANI Sono inibitori dell’Angiotensina II .Sono molto importanti perché evitano gli effetti collaterali degli ACE inibitori: il principale (oltre ad un peggioramento della funzione renale) è la tosse. L’Angiotensina ha 2 tipi di recettori : AT1 e AT2 che hanno effetti contrastanti tra loro quindi si stanno studiando farmaci più selettivi sugli AT1. VASODILATATORI DIRETTI - Doxazosin - Terazosin Agiscono sulle cellule periferiche dei vasi e sono quindi farmaci antiipertensivi. Essi hanno tutti gli effetti collaterali dei calcio-antagonisti ed anche altri effetti come ad esempio la tachifilassi : alla prima dose il soggetto già con 2 mg può avere una lipotimia mentre dopo 15 gg di trattamento ha già la pressione che aveva prima della terapia. Altro effetto molto importante che si riscontra sempre è l’aumento della ritenzione di Na, da cui la necessità di associarli ai diuretici tiazidici. 9