C) Teorie della crescita e implicazioni di politica economica

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C) Teorie della crescita e implicazioni di politica
economica
a) Approccio Keynesiano
b) Teoria neoclassica
c) Modelli di crescita endogena
d) Equilibri multipli: club di convergenza
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C.a) Approccio keynesiano
Harrod (1939) e Domar (1946)
Tecnologia a coefficienti fissi
Kt
=v
Yt
1
Yt =   K t
v
v > 0 (intensità capitalistica della produzione)
1
(produttività media e marginale del capitale)
v
Consumi e risparmi
St = sYt
s > 0 (propensione marginale al risparmio)
Equilibrio macroeconomico in economia chiusa
St = I t
2
Principio della domanda effettiva: sulla base delle variazioni attese della domanda
le imprese calcolano la variazione desiderata di produzione e operano gli
investimenti necessari per realizzarla
1
1
1
∆Yt =   ∆K t =   I t =   sYt
v
v
v
•
gw
gw =
∆Yt s
=
Yt
v
è il tasso di crescita garantito o di equilibrio. Esso si verifica quando le
imprese, partendo da una situazione di pieno utilizzo delle risorse produttive al
tempo t, fanno previsioni esatte sugli incrementi della domanda, cioè previsioni
tali da riportarle in una situazione di pieno impiego al tempo t+1
• Quanto più alta è s, tanto più elevato risulta
risulta
•
gw
gw ;
tanto più elevata è ν, tanto minore
gw
è stato ricavato ponendo attenzione soltanto al lato della domanda
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Il tasso di crescita naturale (gn) (crescita del prodotto potenziale) è pari alla
somma del tasso di crescita della produttività del lavoro (ρ = ∆π/π) e del tasso di
crescita della forza lavoro (n = ∆N/N) (esogeni e costanti)
gn = n + ρ
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Nulla assicura che gn = gw. Per garantire questa coincidenza è necessario l'intervento
riequilibratore della politica economica
• Se gn > gw, si genera disoccupazione strutturale
la forza lavoro cresce troppo velocemente rispetto alla crescita compatibile
con l’equilibrio macroeconomico
s
(e quindi I) troppo bassa rispetto alle potenzialità produttive dell'economia.
Questo determina una bassa domanda attesa e quindi le imprese che non
saranno incentivate ad investire diminuiranno i loro livelli di investimenti: ad
una situazione in cui si accumula "troppo poco", le imprese rispondo
accumulando ancora di meno!
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• Se gn < gw, l'economia è in depressione (strozzatura determinata da
un'insufficiente crescita delle forze lavoro o un eccesso di risparmio)
Si risparmia troppo e si investe troppo rispetto a quanto sarebbe richiesto dalla
crescita della popolazione e delle conoscenze tecnologiche
L’eccessivo investimento determina una domanda eccessiva, ma a questo le
imprese rispondono volendo adeguare le capacità produttive, ossia investendo
ancora di più
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L’intervento pubblico su n, ρ , s e ν:
o Intervento su n. Politiche demografiche che incidano sui comportamenti
dell’offerta di lavoro poco efficaci e richiedono tempi lunghi per far sentire i loro
effetti
o Intervento su ρ (ad es. incentivazione delle attività di R&S). Soprattutto nelle
aree depresse questo è però difficile
o Intervento su s (ad es. politiche di incentivo al risparmio o politiche che
intervengano sui tassi di interesse o sull'efficienza del sistema finanziario). I
comportamenti di risparmio delle famiglie sono però piuttosto impermeabili
all'azione della politica economica
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o Intervento su ν (intensità capitalistica del processo produttivo) è più facile. Si
consideri che il sistema produttivo di ogni paese è costituito da diversi settori,
caratterizzati da una diversa intensità capitalistica. Modificare la composizione
strutturale dell'economia ha quindi ovvie implicazioni sull'intensità capitalistica dell'economia
nel suo complesso. Il modello di Harrod-Domar è stato utilizzato nella
programmazione regionale in Italia: il privilegio di modelli di industrializzazione
pesante e concentrata piuttosto che diffusa e leggera, è stato spesso ricondotto
alle necessità derivanti dalla logica di questo modello teorico
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Kaldor
Kaldor introduce un meccanismo di aggiustamento automatico della variabile s che
si muoverebbe endogeneamente in modo da garantire l'eguaglianza
L’economia è composta da due classi (lavoratori e capitalisti), che hanno due
propensioni al risparmio differenti: la propensione al risparmio dei lavoratori è più
bassa di quella dei capitalisti
s è pertanto la media (ponderata) delle propensioni al risparmio dei due gruppi => il
modo in cui il reddito si distribuisce tra lavoratori e capitalisti incide sul valore della
propensione al risparmio
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Quando gn > gw (n+ρ > s/ν), si genera disoccupazione e la quota di reddito che
spetta ai lavoratori tende a diminuire => a livello aggregato aumenta s. Meccanismo
endogeno che tende a correggere lo squilibrio: grazie all'aumento di s aumenta il
rapporto s/ν fino a quando gn = gw
Quando gn < gw (n+ρ < s/ν), la popolazione cresce con un tasso più basso rispetto a
quello del reddito che assicura l’equilibrio macroeconomico. Ci sarà una strozzatura
dovuta a carenza di fattore lavoro e ciò porterà ad un aumento dei salari e quindi
della quota sociale del reddito che spetta alla classe dei lavoratori, i quali esprimono
una bassa propensione al risparmio. Ciò determina un abbassamento di s/v. Anche
in questo caso, quindi, vi è una tendenza a correggere lo squilibrio
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Il modello di Harrod-Domar non produce una dinamica instabile se si considera
anche la distribuzione del reddito e le propensioni al risparmio tra le diverse classi.
Se c’è disoccupazione aumenta la quota del capitale e la propensione al risparmio e
viceversa
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