parte2-unita`1-2-2013-14

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Prof. Luca Vinai- prof.ssa Zucca 1
Appunti schematici storia 3
Appunti Schematici a cura del prof. Luca Vinai e della prof.ssa Laura Zucca
tratti dal libro I fili della Storia 3. Il Novecento. Ed Paravia
A.S. 2013-2014
PARTE 2 – TEMPO DI GUERRA (p. 72)
UNITA’ 1 – LA GRANDE GUERRA (p. 74)
1. LA GUERRA: 1914-16 (p. 75)
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Il conflitto è provocato dalle tensioni fra gli stati centrali (Austria-Ungheria e Germania) e la Triplice
Intesa (Inghilterra, Russia e Francia), a cui si aggiunse l’Italia. L’attentato di Sarajevo è stato solo la
miccia che ha fatto esplodere la polveriera delle alleanze: Nel momento in cui l’Austria ha attaccato la
Serbia, la Russia, che era alleata della Serbia, è entrata in guerra e questo ha fatto scattare il gioco
delle alleanze.
I Paesi in guerra trascinano nel conflitto le loro colonie, da cui ottenevano materie prime e
rifornimenti: Bulgaria e Impero ottomano si schierano con gli imperi centrali (Austria-Ungheria e
Germania), mentre con la Triplice Intesa si schierano il Giappone, gli USA, con Cina Brasile e i Paesi del
Sud America.
I Paesi entrano in guerra con entusiasmo patriottico e per altri motivi:
a. LA GERMANIA: vuole diventare una potenza mondiale e si sente soffocata dai Paesi vicini
b. L’AUSTRIA: vuole colpire la Serbia per vendicare l’arciduca Ferdinando, ma soprattutto per
impedire che i popoli slavi sotto il suo controllo si liberino sotto la guida serba
c. L’ITALIA: vuole strappare Trento e Trieste all’Austria e avere maggior influenza nel
Mediterraneo
d. LA FRANCIA: vuole recuperare l’Alsazia e la Lorena alla Germania
e. L’INGHILTERRA: teme l’accresciuta potenza navale tedesca
f. LA RUSSIA: aspira come l’Austria ad ampliarsi nei Balcani.
1914: La guerra inizia ad Occidente: la Germania invade il Belgio (che si era dichiarato neutrale!!!) e
attacca la Francia da nord. La sua avanzata è travolgente e a settembre arriva a pochi chilometri da
Parigi, ma francesi e inglesi li fermano sul fiume Marna. La guerra, che i Tedeschi avevano inteso
come guerra di movimento con pochi scontri decisivi, diventa guerra di TRINCEA (guerra logorante: la
linea del fronte dei due eserciti era ferma: i due schieramenti si affrontano in attacchi intervallata
lunghi periodi di inattività, trascorsi dentro le trincee, che erano dei lunghi fossati scavati nella terra
per ripararsi e impedire ai nemici di avanzare.
Il fronte occidentale va dalla Svizzera al Mare del Nord (800 Km.).
Sul fronte orientale i tedeschi sconfiggono pesantemente i russi (a Tannemberg e ai Laghi Masuri)
1915: sul fronte occidentale gli scontri hanno scarsi risultati, mentre sul fronte orientale i Russi devono
cedere la Polonia. La Serbia, attaccata da Austria e Bulgaria, viene sconfitta definitivamente.
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1915: a maggio l’Italia entra in guerra a fianco dell’Intesa contro le truppe austro-ungariche. Il
generale Luigi Cadorna lancia quattro offensive (dette “battaglie dell’Isonzo”) per travolgere gli
Austriaci sul fronte che va dal Trentino fino all’altopiano del Carso. Non ottiene un gran che e in un
anno perdono la vita 250.000 uomini.
Nel 1916 gli Austriaci contrattaccano con la Strafexpedition (= spedizione punitiva, dal momento che
l’Italia aveva tradito la Triplice Alleanza): gli italiani resistono sull’altipiano dell’Asiago e nell’agosto
del 1916 riescono a conquistare Gorizia.
I Russi avanzano sul fronte orientale rispondendo agli attacchi e alle conquiste tedesche. Sul fronte
occidentale i tedeschi attaccano la città di Verdun, ma i francesi resistono e insieme agli inglesi
contrattaccano sul fiume Somme. Ci furono solo dei gran morti.
La guerra viene combattuta anche per mare: Tedeschi contro Inglesi nei pressi della penisola dello
Jutland, senza vincitori né vinti: da allora però la Germania non provò più ad attaccare via mare.
L’Inghilterra aveva comunque operato un enorme blocco navale contro la Germania, che tra l’altro
utilizzava sommergibili per affondare le navi che andavano verso porti francesi e inglesi.
2. GLI EFFETTI DELLA GUERRA (p. 79)
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Tutti i Pesi in guerra non si aspettavano che la guerra durasse tanto. Tutti avevano capito che per
vincere non bastava uno scontro in campo aperto, ma che ci voleva una coalizione capace di fornire
soldati: vince chi ha più mezzi per sfiancare il nemico.
Le industrie aumentano la produzione di armi, così:
a. si ingrandiscono le fabbriche: trovano impiego ragazzi e donne
b. gli operai hanno una disciplina come quella militare
c. gli orari di lavoro aumentano e gli scioperi vengono proibiti
d. le fabbriche guadagnano tanto
le spese per la guerra crescono, così gli Stati impongono nuove tasse e i prezzi degli alimenti crescono
le donne sostituiscono al lavoro gli uomini al fronte: alcune diventano crocerossine (infermiere), altre
lavorano nei campi, nelle fabbriche e negli uffici. Di conseguenza hanno molte responsabilità che fa
acquisire loro fiducia nelle proprie capacità: gli uomini tornati dal fronte trovano donne più autonome
che vogliono riconosciuti i loro diritti.
In politica gli alti comandi militari hanno sempre più peso nelle decisioni: chi era contro la guerra
veniva considerato un disfattista e un traditore: i parlamenti hanno sempre meno importanza e
spesso in Europa si formano governi appoggiati da tutte le forze politiche.
Per cercare il favore della gente i governi fanno propaganda:
 Alimentando l’amor patrio evitando così che dilagassero dubbi, sfiducia e stanchezza per le
privazioni e i lutti continui
 Allestendo giornali, illustrazioni, fotografie e riprese cinematografiche che facessero vedere
bene quanto la guerra era importante e utile
 Controllando i giornalisti, soprattutto i reporter: dovevano seguire regole precise e non
potevano raccontare tutto.
 Censurando i giornali: si eliminano le notizie ritenute scomode.
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3. IL 1917: L’ANNO PIU’ DIFFICILE (p. 81)
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La vita nelle trincee è durissima. Quando non si combatte c’è angoscia. Di notte si esce per le
ricognizioni, d’estate si muore di caldo, d’inverno fa freddo e si è sottoposti a neve,vento e pioggia. Le
condizioni igieniche sono disastrose: polvere, topi, pidocchi. Le trincee sono su più linee e sono
collegate da camminamenti (cunicoli) che servono per portare rancio, posta e rifornimenti. L’unico
mezzo di comunicazione sono le lettere: ecco perché i soldati anche meno colti dedicano tempo a
scrivere. Quando si attacca inizia un fitto bombardamento delle trincee nemiche, subito dopo i soldati
vengono mandati all’assalto. Durante l’assalto si è però esposti al fuoco nemico, e questo vuol dire
moltissimi morti e poco successo dell’attacco. Questo porta molti soldati a:
 Impazzire
 Procurarsi ferite per ottenere di tornare a casa
 Disertare
La repressione di chi cede è spietata: ordine di sparare a chi fugge, in alcuni eserciti per uno che fugge,
a caso ne viene ucciso un altro dei presenti
Cresce il malcontento: in Francia crescono i casi di insubordinazione, crescono gli scioperi in molti
paesi. Anche il Papa Benedetto XV definisce la guerra una “inutile strage”
La Russia esce dal conflitto nel 1917 per due episodi decisivi:
 Il Paese è al collasso economico
 Scoppia una grande rivolta a Pietrogrado
 Lo zar Nicola II firma la pace di Brest-Litovsk nel marzo del 1918: la Russia perde molti terreni
che finiscono alla Germania (Finlandia, Estonia, Lettonia, Ucraina, Polonia)
Gli USA entrano in guerra nell’aprile del 1917. Ad inizio anno la Germania inizia a colpire con i
sommergibili tutte le navi, comprese quelle dei paesi neutrali. All’inizio gli americani non ne vogliono
sapere di entrare in una guerra lontana, ma il presidente Wilson li convince con due motivazioni:
 Liberare i commerci marittimi
 Far trionfare la democrazia
L’ingresso della potenza americana porterà l’Intesa alla vittoria.
In Italia gli Austriaci sferrano un attacco e sfondano il fronte italiano a Caporetto: è la disfatta: gli
Austriaci conquistano in breve 150 Km e occupano Friuli e Veneto. La linea di difesa italiana si riforma
solo lungo il fiume Piave: in una sola volta l’Italia perde quello che ha conquistato in due anni di
guerra e addirittura cede altro territorio al nemico: sconfitta umiliante.
L’Italia reagisce alla sconfitta:
 Si costituisce un nuovo governo e il generale Cadorna viene sostituito con il generale Armando
Diaz
 Ai soldati sfiduciati che erano per lo più contadini si promettono nuove terre e sussidi alle loro
famiglie
 Le industrie lavorano a pieno ritmo per ricostruire armi e materiali bellici
 I soldati vengono trattati più umanamente: la guerra non è più di attacco, ma di difesa.
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 La propaganda è più efficace: ora non si insiste più sull’attacco ai nemici per ampliare il
territorio, ma sulla difesa della propria patria, sul trionfo della democrazia.
4. LA FINE DELLA GUERRA (p. 86)
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La Germania resta potente, ma l’arrivo dell’esercito americano cambia le sorti del conflitto:
nell’agosto del 1918 gli alleati dell’Intesa sconfiggono i tedeschi ad Amiens.
Nell’ottobre del 1918 gli italiani sconfiggono gli Austriaci a Vittorio Veneto. Il 4 novembre c’è
l’armistizio: l’impero asburgico si sta disgregando: l’Ungheria si proclama indipendente da Vienna, i
Cechi chiedono autonomia e si forma lo stato della Jugoslavia, formato da serbi, croati, albanesi,
montenegrini, sloveni.
Solo la Germania continua a combattere: il suo esercito è forte, ma è rimasta sola. C’è una grande
rivolta nella flotta navale e la ribellione dilaga in tutto il Paese. Guglielmo II è costretto alla fuga in
Olanda e il 9 novembre viene proclamata la Repubblica. L’11 novembre viene firmato un armistizio
con l’Intesa. Anche in Austria Carlo I, succeduto a Francesco Giuseppe, fugge e viene proclamata la
repubblica. La I guerra mondiale è terminata: 9 milioni i soldati morti.
Nel gennaio del 1919 a Versailles (Parigi) si incontrano i 32 paesi vincitori e discutono i 14 punti
proposti dal Presidente americano Wilson:
 Una pace giusta per tutti i Paesi
 Libertà di navigazione e di commercio
 Il diritto dei popoli all’autodeterminazione: ogni popolo può dar vita ad uno stato autonomo
 Creazione di una associazione delle nazioni che cercasse di risolvere le dispute fra popoli
Alcuni di questi punti andavano contro la ricompensa che alcuni dei paesi vincitori volevano. La sorte
di Germania Austria Ungheria e Bulgaria si decide con trattati separati: la Germania deve:
 Riconoscere di essere stata la causa della guerra
 Pagare le riparazioni (danni di guerra) in 30 anni
 Ridurre la propria forza militare
 Rinunciare a parecchi territori
Nell’aprile del 1919 nasce la Società delle Nazioni: sono escluse Germania, Russia. Gli USA decidono di
non aderirvi dopo la sconfitta di Wilson alle elezioni.
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UNITA’ 2 – LA RIVOLUZIONE RUSSA (p. 104)
1. LA RUSSIA ZARISTA (p. 105)
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Alla fine dell’Ottocento gli zar governano la Russia in modo duro e la gente contadina vive nella
miseria. La Russia è una grande potenza, ma molto arretrata, con un sovrano assoluto.
Sempre a fine Ottocento comincia l’industrializzazione, ma con i capitali che arrivano dall’estero e su
supervisione dello Stato: questo perché la Russia ha una borghesia ristretta e non formata come
imprenditrice
Tra Ottocento e Novecento nascono i primi partiti politici:
 Il partito costituzionale democratico (soprannominato dei Cadetti): dà voce alla borghesia
e ai nobili che vogliono un cambiamento politico
 Il partito socialista rivoluzionario: vuole le confische di tutte le terre dei ricchi
 Il partito socialdemocratico russo (nato nel 1898): si ispira a Marx e ha molto seguito nelle
fabbriche
All’interno del partito socialdemocratico nascono nel 1903 due correnti:
 I bolscevichi: il loro leader è Vladimir Illic Ulianov detto Nicola: sostiene che ci debbano
essere dei “rivoluzionari di professione”, uomini del partito che si occupassero solo di
politica. Inoltre dice che bisogna impadronirsi del potere con la forza
 I menscevichi: sono più moderati: per loro si deve arrivare al potere in maniera graduale,
sfruttando l’arma del voto e della democrazia.
Nel 1905 scoppia la rivoluzione. Lo Zar si vede costretto a cedere visti gli insuccessi nella guerra contro
il Giappone: in Russia vengono concesse libertà politiche e civili (di parola, riunione e associazione) e
viene creato un parlamento: la DUMA, eletto a suffragio ristretto e con pochi poteri.
2. LA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO (p. 107)
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La Prima guerra Mondiale mette in ginocchio la Russia: manca il cibo e non si riesce ad armare i
soldati, inoltre la burocrazia è corrotta e inefficiente.
A Pietrogrado il 23 febbraio scoppia la rivolta: un corteo di donne e operai sfila per chiedere il pane.
La polizia non riesce a fermarle. Nicola II ordina all’esercito di sparare sulla folla, ma l’esercito si rifiuta.
Nicola II abdica e il governo passa nelle mani di un governo provvisorio.
In ogni fabbrica di Pietrogrado nel frattempo gli operai si riuniscono e nominano dei delegati: la stessa
cosa fanno i soldati. I delegati degli operai e dei soldati formano un’assemblea: il soviet (= consiglio)
dei deputati, degli operai e dei soldati: nasce a Pietrogrado una specie di GOVERNO POPOLARE.
Il governo provvisorio della Russia all’inizio cerca l’appoggio del soviet di Pietrogrado, perché il soviet
controlla le poste, le ferrovie, i telegrafi. Inoltre in tutta la Russia nascono altri soviet. Il governo
centrale spinge per una costituente e i soviet guardano di buon occhio a questa iniziativa. Presto però
nascono contrasti fra i soviet e il governo centrale: il governo provvisorio centrale vuole continuare la
guerra, mentre i soviet vogliono la pace.
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Quando scoppia la rivoluzione di febbraio Lenin, rappresentante del partito bolscevico, si trova in esilio
in Svizzera. Torna a Pietrogrado ad aprile con un programma politico chiaro, definito le tesi di aprile.
Qui sostiene che:
 I soviet non devono appoggiare il governo provvisorio
 Tutto il potere deve essere trasferito ai soviet
Lenin vuole la rivoluzione proletaria, mentre i menscevichi sono entrati nel governo provvisorio, che
oramai è molto debole.
3. LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE (p. 109)
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Le parole dei bolscevichi hanno successo: “Abbasso la guerra, la terra a chi lavora!” e ottengono la
maggioranza in molti soviet: il 25 ottobre Lenin organizza un’insurrezione per ribaltare il governo
provvisorio: le “guardie rosse”, i soldati fedeli ai bolscevichi, assaltano il Palazzo d’inverno:
conquistano il palazzo con una debole resistenza.
I menscevichi abbandonano la riunione in corso per protesta contro i bolscevichi: nasce un governo di
soli bolscevichi con a capo Lenin. Sono approvati due decreti dalla nuova assemblea, che affermano:
 La fine della guerra
 L’abolizione della grande proprietà terriera
Nel novembre del 1917 si svolgono le elezioni a suffragio universale per l’Assemblea costituente:
vincono i socialisti rivoluzionari (bolscevichi), che ottengono un consenso strepitoso. I bolscevichi
sciolgono l’assemblea costituente per paura di non controllarla e danno vita alla DITTATURA DEL
PROLETARIATO: la Russia doveva diventare socialista e per fare questo, secondo quanto insegnava
Marx, bisognava impedire alla borghesia (classe controrivoluzionaria) di reagire e di impedire la
redistribuzione delle ricchezze: solo così con il tempo i cittadini si sarebbero governati da soli
attraverso i soviet eletti da loro.
4. 1918-1922 (p. 111)
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Il trattato di Brest-Litovsk del marzo 1918 impone condizioni durissime alla Russia: i russi perdono
tanti territori fra cui Finlandia, Polonia, Ucraina: in queste terre si produceva il 25% dei prodotti agricoli
e il 75% del ferro e carbone che serviva alla Russia.
In Russia scoppia la guerra civile fra le “Armate bianche” fedeli al regime zarista e l’armata rossa dei
socialisti. Dopo il trattato di pace, le truppe dell’Intesa vanno in aiuto dell’Armata bianca per impedire
che il modello rivoluzionario venisse portato in Europa.
Grazie alla guida del socialista Trokij, l’Armata rossa, esercito efficiente e organizzato, vince i Bianchi
nel 1920. La Polonia intanto attacca e vince i l’Armata Rossa sottraendo altra terra alla Russia, ma la
Russia rivoluzionaria sopravvive ancora nel 1921.
La dittatura diventa sempre più dura: nel 1917 era stata creata la Ceka, polizia per individuare i
controrivoluzionari, viene reintrodotta la pena di morte (era stata abolita nel 1917) la costituzione
emanata nel 1918 vede i soviet come unico centro di potere e il partito bolscevico cambia nome in
Partito Comunista.
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I russi rivoluzionari speravano che gli ideali della rivoluzione fossero abbracciati dalle nazioni europee,
ma così non fu: le rivolte furono duramente represse.
Nel 1919 si fonda la terza internazionale comunista (= Comitern, nome abbreviato): sono ammessi
solo i socialisti che vogliono operare una rivoluzione nei loro paesi per portare il comunismo.
Nel 1918 viene abolita l’iniziativa privata: lo stato controlla tutto attraverso i soviet: l’armata rossa
riceve grandi risorse e i sacrifici della popolazione crescono per mantenere un esercito efficiente.
Le industrie vengono nazionalizzate e tolte ai loro proprietari: le dirige lo Stato. Le aziende agricole (=
sovchoz) vengono nazionalizzate e controllate dai soviet: vengono anche promosse le fattorie gestite
da cooperative di contadini (=kolchoz). I contadini devono consegnare i raccolti allo Stato. Le
produzioni sono pagate a prezzo bassissimo e distribuite in razioni nelle città.
I contadini però producono sempre meno, perché le condizioni sono troppo svantaggiose, le città si
riducono alla fame, le fabbriche lavorano a rilento e la produzione si ferma. Allora il governo
requisisce i prodotti agricoli con la forza. In molte regioni però i contadini formano bande armate.
Anche gli operai non sono contenti.
Nel 1921 il governo cerca soluzioni e crea la NEP (= Nuova Politica Economica): bisogna andare
incontro alle esigenze dei contadini e dei cittadini: le fabbriche con meno di 20 dipendenti ritornano
in mano ai privati e le grandi fabbriche vengono guidate da personale esperto. La NEP fa risollevare
la Russia, ma ci vuole tempo, perché la Russia deve far fonte a una dura carestia.
Nel 1922 diventa segretario generale Stalin, che subentra a Lenin, che era gravemente malato (muore
nel 1924). Prima della massima carica Stalin era stato commissario per le nazionalità. La Russia era
infatti un impero multinazionale: ai russi erano infatti sottomessi finlandesi, polacchi, kazachi, ucraini
… Per impedire che queste popolazioni si staccassero dal governo centrale, Stalin forma delle
repubbliche autonome: nasce nel 1922 l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS): in
ogni repubblica erano eletti i soviet che si riunivano a Mosca nel congresso dei Soviet dell’unione. Il
potere però rimane nelle mani del governo centrale, controllato dal Partito Comunista: la costituzione
del 1924 diceva che era l’unico partito ammesso.
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