le agevolazioni tarsu per talune categorie di persone previste dal

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LE AGEVOLAZIONI TARSU PER TALUNE CATEGORIE DI
PERSONE PREVISTE DAL REGOLAMENTO DEL COMUNE DI
SIRACUSA
L’art. 67 del D.Lgs. n. 507/93 riconosce ai Comuni la facoltà di prevedere delle agevolazioni, da intendersi come riduzioni o
esenzioni dall’applicazione della tassa in favore di talune categorie di persone. Le agevolazioni si distinguono nettamente dalle
riduzioni per particolari condizioni d’uso in quanto rappresentano l’esercizio di un potere discrezionale che si sostanzia nella
considerazione di criteri e presupposti estranei rispetto alla tassa, come per esempio il disagio economico. Anche in quest’ultimo
caso l’utente dovrà compilare apposita richiesta e l’ufficio, dopo aver preso visione della documentazione presentata, deciderà se
accogliere l’istanza o rigettarla:
1) La tassa è ridotta del 30% per i nuclei familiari in possesso di un reddito complessivo non superiore alla pensione sociale o alla
pensione minima erogata dall’INPS.
2) La tassa è ridotta in caso di Istituti religiosi convenzionati con il comune per le forme assistenziali previste a norma di legge in
proporzione ai servizi resi al comune di Siracusa.
3) Ai soggetti con accertato disagio economico, certificata dagli operatori di settore (assistenti sociali, ecc) verrà applicata una
riduzione pari al 15% dell'importo da pagare.
4) Sconto del 10% per le famiglie con soggetti diversamente abili ai sensi dell'articolo 3 comma 3 della legge 104/92.
Le suddette agevolazioni vengono applicate con effetto dal giorno successivo a quello di presentazione e sono pertanto
subordinate a specifica richiesta da parte degli interessati, a condizione che gli stessi dimostrino di averne diritto, previa verifica
ed accertamento da parte del competente Settore comunale.
Le agevolazioni, una volta concesse, competono anche per gli anni successivi, fino a che persistano i presupposti previsti dal
presente articolo. Il venir meno di tali presupposti deve essere denunciato dall’interessato entro il 20 gennaio successivo; in
difetto di denuncia, il Comune provvede al recupero del tributo dovuto, all’applicazione degli interessi per ritardata iscrizione a
ruolo e delle sanzioni previste dalle norme vigenti.
Bce: prosegue la crescita ma il quadro economico resta
incerto
Prosegue la crescita nella zona euro ma resta un contesto di "elevata incertezza". E' il quadro delineato dalla Banca centrale
europea nel suo bollettino mensile. "I recenti dati statistici e gli indicatori basati sulle indagini congiunturali - spiega la Bce segnalano una dinamica di fondo persistentemente positiva dell'attività economica nell'area agli inizi di quest'anno". Secondo
l'Eurotower, "i rischi per queste prospettive economiche restano sostanzialmente bilanciati, in un contesto di elevata incertezza".
La Bce sottolinea che “la fiducia nella sostenibilità delle finanze pubbliche è fondamentale ed è essenziale che tutti i governi
conseguano gli obiettivi di risanamento annunciati per il 2011”. "La comunicazione di misure di risanamento specificate nel
dettaglio per il 2012 e oltre - prosegue - aiuterebbe a persuadere gli operatori di mercato e il pubblico in generale riguardo alla
natura durevole delle politiche correttive. Il consolidamento della fiducia nella sostenibilità delle finanze pubbliche è
fondamentale, poichè in questo modo diminuiranno i premi per il rischio di interesse e miglioreranno le condizioni per una
crescita solida e durevole". “Favorire l'occupazione nell'area euro è la priorità ed è probabile che occorra tempo per assorbire
l'ingente numero di lavoratori licenziati nel corso della recessione, in particolare quelli estromessi dal settore delle costruzioni e
da alcuni segmenti del comparto industriale”. Questo è il monito della Bce nel suo bollettino mensile, che precisa come
“l'occupazione accelererà solo gradualmente". L'istituto di Francoforte invita, inoltre, i governi a dare "alta priorità alle riforme
tese a favorire la crescita dell'occupazione". Infine la Bce si sofferma sui rischi che possono pesare sulla ripresa: “La ripresa
economica continua ma ci sono rischi legati al caro-energia, alle spinte protezionistiche e all'impatto del disastro in Giappone
spiegando che "i rischi al ribasso riguardano le tensioni in atto in alcuni segmenti dei mercati finanziari che si potrebbero
propagare all'economia realedell'area euro".
Dal Governo incentivi per favorire le reti d’impresa
Il Governo ha presentato alle associazioni datoriali, tra cui Rete Imprese Italia, un insieme di incentivi per favorire la
realizzazione di reti d’impresa. “Nel nostro Paese – afferma Confesercenti - da sempre le Pmi più dinamiche hanno cercato
spontaneamente, e spesso realizzato, sistemi più o meno integrati di relazioni produttive, soprattutto in alcuni territori, ottenendo
anche risultati di grande successo a livello internazionale. Oggi, in un momento di difficoltà, decidere di sostenere attivamente,
con incentivi e facilitazioni, l’aggregazione e la messa in rete può essere uno strumento in più per permettere alle piccole e medie
imprese, che maggiormente stanno sopportando i costi della crisi, di ridefinire una strategia produttiva più competitiva sul
mercato globale”.
Se non si affrontano in fretta i nodi strutturali dell’economia
non ci potrà essere ripresa
“Le anticipazioni di stampa sugli obiettivi macroeconomici e di finanza pubblica contenuti nel PNR e nel DEF - si legge in una
nota a cura dell’Ufficio economico Confesercenti - ci sembrano confermare il fatto che l’Italia è uscita sì dalla crisi ma la ripresa
è molto lenta. Ci troviamo di fronte di nuovo a previsioni al ribasso rispetto alle precedenti.
Tra tre anni il PIL crescerà dell’1,6%, quindi ancora al di sotto delle necessità per mettere più saldamente sotto controllo i conti
pubblici e, soprattutto, molto distante da quel “3-4%” indicato come risultato di un ampio programma di stimoli all’economia.
Va meglio sul versante del controllo del deficit, qualche dubbio ci resta su quello del debito, soprattutto con un PIL che continua
a crescere poco, anche negli obiettivi programmatici. Ci rendiamo conto che nessuno ha la bacchetta magica e che le situazioni
sono molto complesse, però se non si affrontano in fretta alcuni nodi gordiani la nostra economia resterà in panne”.
Il Presidente Nazionale della Confesercenti, Venturi: Italiani
stanchi di crisi ‘infinita’, se la prendono con tutti
“Troppe incertezza ed una crisi infinita. Gli italiani sono stanchi di tutto questo e chiedono una svolta”. Lo sostiene Marco
Venturi Presidente Confesercenti nell’aprire i lavori della presidenza dell’Associazione nella quale ha reso noti i risultati del
sesto sondaggio Confesercenti –Ispo. Si sta, insomma, prolungando in modo pericoloso un clima di sfiducia che fa male
all’economia e al tessuto sociale del Paese". Secondo il sesto sondaggio Confesercenti-Ispo, dopo più di un anno di ripetute
rilevazioni, è come se gli italiani si sentissero intrappolati in un labirinto da cui è difficile uscire tanto che, questo è uno dei dati
più eclatanti, se la prendono con tutti: Governo, opposizioni, imprese, sindacati, banche. Dai dati si comprende che l’accusa è
quella di fare poco e si chiedono più fatti. Secondo il sondaggio infatti da ottobre 2009 ad oggi la fiducia crolla ai minimi per
tutti: nei confronti del governo scende dal 31% al 12%, nei riguardi dell’opposizione dal 12% al 6%. E, all’indomani del varo del
federalismo fiscale, non può non far riflettere la marcata flessione dei consensi ottenuti dalle regioni e dagli enti locali (dal 26%
al 14%). In flessione anche i sindacati (dal 15% all’11%), le banche (dal 9% al 7%) ed anche le Associazioni delle Pmi (dal 16%
al 14%) che pure contengono più degli altri la perdita di consensi. Una sorta di sfiducia “generalizzata” che non può non far
riflettere profondamente e che mette in primo piano la richiesta forte di fatti concreti in economia. Del resto in questi due anni di
crisi l’Italia è fra i Paesi che hanno avuto le peggiori cadute (-6,4% del Pil) con un’economia che è tornata indietro di almeno 7
anni. La bassa crescita sta diventando una sorta di sortilegio immodificabile. La prospettiva poi non induce ad ottimismi: gli
interventi e le proposte che giungono dal mondo politico sembrano incapaci di scalfire lo scetticismo di imprese e famiglie:
atteggiamento coerente con una realtà che ci rammenta come negli ultimi 30 anni il Pil italiano abbia registrato incrementi tra il 3
ed il 4% solo 6 volte e tutte negli anni Ottanta. E negli ultimi dieci anni l’anno d’oro…è stato il 2006 con il 2%. E spunta un altro
campanello d’allarme: proprio in un’area dinamica e vocata all’export come il Nord-est si segnalano sbandamenti non
insignificanti: sale la preoccupazione per la situazione economica dell’Italia dall’86% di ottobre 2009 al 97% di questa ultima
rilevazione. Dato significativo, in quanto la percentuale di preoccupazione resta invece elevatissima anche se invariata nel Nord
ovest (92%) e sale di poco al Centro (dal 93% al 97%) e nel Sud ed isole (dal 93% al 97%). Ancora più evidente appare la
crescita delle apprensioni nel Nord-est dai risultati che riguardano la situazione economica della regione: gli “allarmati” salgono
dal 74% di ottobre 2009 all’86% di oggi, mentre il dato è in discesa nel Nord-ovest (dal 79% al 77%), quasi statico nel Sud (dal
93% al 95%) ed anche in significativa salita al centro (dall’85% al 93%). Che il Nord-est si mostri assai poco “tranquillo” lo
dimostra, infine, la risposta alla domanda sul livello di preoccupazione per il proprio posto di lavoro che, rispetto al primo
sondaggio del 2011(febbraio), scende in tutte le altre aree geografiche, compreso il Sud, tranne che in quell’importante motore
economico del Paese: nel Nord-est, infatti, c’è un balzo dal 19% al 26%.Non può stupire allora che, ancora una volta per la
maggior parte degli italiani, il “peggio non è ancora passato”: era l’87% nell’ottobre del 2009, si attesta all’89% oggi. Così come
il giudizio negativo sulla situazione economica raccoglie una sorta di inquietante unanimismo: il 95% (era il 91% nel primo
sondaggio del 2009).E le insicurezze si riflettono sul mercato del lavoro rispetto al quale oggi tutte le figure professionali
appaiono molto preoccupate, a cominciare dai dirigenti e liberi professionisti per finire con i disoccupati o coloro che sono in
cerca di una prima occupazione. L’incertezza condiziona anche le previsioni sul futuro: più della metà degli intervistati (il 56%)
non vede rosa da qui ad un anno, mentre per il 40% l’evoluzione della situazione economica sarà positiva. Ed in questo caso i più
ottimisti sono donne, laureati, imprenditori e lavoratori autonomi. Altro segnale positivo viene dalle considerazioni sullo stato
della propria famiglia: fra un anno il 60% degli italiani spera in un positivo miglioramento, mentre solo un 34% resta pessimista.
Un moderato ottimismo per un “fai da te” familiare ritenuto, evidentemente, impermeabile alle variabili istituzionali che
condizionano il futuro del paese. Va anche sottolineato che comunque il numero delle famiglie coinvolte direttamente dalla crisi
resta invariato al 20% rispetto all’inizio del 2011. Eppure non va sottovaluto il rischio che queste aspettative meno negative
vengano “gelate” ancora una volta da ulteriori difficoltà. Un esempio per tutti è quello del carico fiscale, soprattutto sul piano
locale, con l’insidia delle addizionali Irpef ed Irap, cui si aggiungono per giunta aumenti medi del 4% delle tariffe. Non può
stupire allora che cali la propensione al risparmio e, nonostante tutto questo, che i consumi interni si trovino in una fase di
assoluta stagnazione: se il caro-petrolio soffia sul fuoco dell’inflazione ed al tempo stesso deprime i consumi, ancora più
preoccupante è la”rinuncia” sempre più estesa che le famiglie compiono sugli acquisti di beni alimentari. Ma è il problema del
lavoro a rimanere in cima alle apprensioni degli italiani. Lo scenario rimane in bilico: da una parte migliora leggermente il dato
relativo alla perdita del posto di lavoro (-1%) dall’altra cresce della stessa misura il coinvolgimento nella cassa integrazione.
Anche in questo caso del resto i numeri sono coerenti con le apprensioni degli italiani se si pensa che il tasso di disoccupazione è
inchiodato attorno al 9% con il timore che non si riesca a farlo decrescere rapidamente. Più in generale resta alta la
preoccupazione per la propria occupazione (63%) ben al di sopra del primo sondaggio di ottobre 2009 (quando era al 51%). Ed
ancora: le criticità reddituali e progettuali, sottintese nel problema del lavoro, emergono in maniera diretta dalla crescente
preoccupazione degli italiani per la difficoltà di ottenere prestiti e finanziamenti. La BCE non aveva ancora aumentato il costo
del denaro né si presagivano eventuali ulteriori ritocchi entro la fine del 2011 e, tuttavia, la preoccupazione per la difficoltà di
accesso al credito è aumentata: se ad ottobre 2009 “condivideva” questa preoccupazione il 55% del campione, oggi si sale al
67%. E le punte massime di questa apprensione si registrano fra i giovani (18-34enni) con ben il 78% e fra gli imprenditori e i
lavoratori con basse qualifiche (entrambi al 78%). Le realtà disagiate e quelle che dovrebbero essere il caposaldo per la
costruzione del futuro.
PRESSO LA CONFESERCENTI SONO APERTE LE
ISCRIZIONI PER I NUOVI CORSI ABILITANTI E PREPARATORI
Sono aperte le iscrizioni per frequentare i corsi abilitanti obbligatori per chi intende esercitare l’attività di vendita di generi
alimentari, di somministrazione di alimenti e bevande, di ristorazione, di agente e rappresentante di commercio.
Sono anche aperte le iscrizioni ai corsi preparatori obbligatori per sostenere gli esami abilitanti presso la Camera di Commercio
per chi intende esercitare l’attività di agente immobiliare.
I corsi per gli aspiranti commercianti nel settore degli alimenti, per chi intende esercitare l’attività di somministrazione e
ristorazione hanno la durata di 100 ore articolate nell’arco temporale di due mesi. Le lezioni si svolgeranno nei giorni di Lunedì,
Mercoledì e Venerdì dalle ore 15.30 alle ore 19.30.
Per quanto riguarda gli aspiranti agenti e rappresentanti di commercio e gli aspiranti agenti immobiliari i corsi hanno la durata di
80 ore articolate nell’arco temporale di due mesi. Le lezioni si svolgeranno nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 15.30 alle
ore 19.30.
Chi intendesse frequentarli può recarsi presso la Confesercenti in Via Ticino n° 8 (Tel. 0931/22001) e compilare la scheda di
iscrizione.
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