presso la confesercenti sono aperte le iscrizioni per i nuovi corsi

Riforma del lavoro: audizione di Rete Imprese Italia presso la
Commissione Lavoro del Senato
Le imprese sono in forte difficoltà a causa della crisi, del peso fiscale e della fase recessiva. Una riforma del lavoro troppo
dirigista che non tenga adeguatamente conto dei fattori di difficoltà potrebbe produrre effetti inaspettati”. In audizione presso la
Commissione Lavoro del Senato della Repubblica, una delegazione di Rete Imprese Italia guidata dal presidente portavoce
Marco Venturi ha illustrato le perplessità del mondo del terziario, del commercio, dell’artigianato e dell’impresa diffusa sul
disegno di legge n. 3249 per la riforma del mercato del lavoro. Tra le necessità delle imprese, ha sottolineato Venturi, “la
flessibilità in entrata”.
"'Abbiamo parlato soprattutto - ha detto Venturi - del problema dell'elevata flessibilità che serve alle piccole e medie imprese,
che sono quelle che danno più occupazione. In questo ddl ci sono meccanismi che aumentano il costo del lavoro, noi dobbiamo
mantenere la flessibilità per continuare ad occupare".
Discussi diversi punti critici, tra cui la causale per il tempo determinato, contratto di inserimento, lavoro accessorio, contributo
Aspi su apprendistato, lavoro intermittente e fondi di solidarietà bilaterali, licenziamento individuale e lo spostamento in caso di
dimissioni degli adempimenti dal lavoratore alle imprese.
Rete Imprese Italia: il costo del credito è irragionevole ed è
gravato da troppe commissioni difficilmente negoziabili
''Il costo effettivo del finanziamento delle imprese da parte delle banche ha raggiunto livelli irragionevoli a causa
dell'introduzione di commissioni difficilmente negoziabili".
Lo ha sostenuto una delegazione di rappresentanti di Rete Imprese Italia, tra cui il vice direttore generale di Confesercenti, Mauro
Bussoni, durante un'audizione alla commissione industria del Senato.
I rappresentanti di Rete Imprese Italia sono stati ascoltati nell'ambito delle audizioni sul decreto che reintroduce le commissioni
bancarie, che erano state dichiarate nulle dal dl liberalizzazioni.
Rete Imprese Italia ha ricordato, a proposito delle leggi sulle commissioni, che ''a seguito dell'intervento normativo che aveva
vietato l'applicazione delle commissioni di massimo scoperto, siano state introdotte dagli intermediari finanziari una serie di
commissioni, diversamente denominate, che in molti casi hanno finito per aumentare gli oneri a carico delle imprese piuttosto
che ridurli. In altri casi inoltre si sono ridotti i criteri di trasparenza e di confrontabilità tra le diverse offerte praticate dalle
banche''.
''Rete Imprese Italia considera opportuno ogni intervento volto a combattere la diffusa prassi bancaria di applicare commissioni
ed altri costi in modo non controllabile o difficilmente negoziabile dall'impresa ed in misura sproporzionata rispetto
all'ammontare del finanziamento concesso o in essere, che portano il costo effettivo dei finanziamenti a livelli irragionevoli''.
''Ciò che si considera assolutamente da evitare, secondo Rete Imprese Italia, è qualsivoglia normativa che permetta la sostanziale
invarianza della situazione attuale, come avvenne con l'eliminazione dalla Commissione di massimo scoperto che si concluse con
il cambio di denominazione e della base impositiva''.
Allarme BCE: disoccupazione ancora in aumento
La crisi europea non è finita. Nel suo consueto bollettino mensile, la BCE fa il punto della situazione e lancia l'allarme
occupazione: "le condizioni nei mercati del lavoro dell'area euro - si legge - continuano a deteriorarsi. Le indagini congiunturali
anticipano un ulteriore peggioramento nel breve termine" del mercato del lavoro nell'area euro. "La crescita dell'occupazione e'
rimasta negativa mentre e' proseguito l'aumento del tasso di disoccupazione".
Modesta anche la crescita economica, che dovrebbe riprendersi gradualmente nel corso del 2012. Nei primi mesi del 2012, spiega
la banca, si sono registrati livelli "modesti" di crescita nell'area euro ma ci si attende "una graduale ripresa dell'economia" nel
corso dell'anno. E' la proiezione della Banca centrale europea. "Gli indicatori relativi alla crescita economica basati sulle indagini
congiunturali - spiega la Bce - si sono praticamente stabilizzati su livelli modesti nei primi mesi del 2012 e ci si attende una
moderata ripresa dell'attività nel corso dell'anno". In particolare, il consiglio direttivo dell'Eurotower "continua ad attendersi una
graduale ripresa dell'economia dell'area dell'euro" nel corso del 2012.
E sono proprio le preoccupazioni sulla crescita ad agitare nuovamente i mercati. Secondo la Bce, le prospettive economiche della
zona euro "sono prevalentemente soggette a rischi al ribasso, che riguardano in particolare il rinnovato intensificarsi delle
tensioni nei mercati del debito dell'area" e "la loro potenziale propagazione all'economia reale". L'aumento del livello dello
spread "riscontrato in Italia e in Spagna nella seconda parte del mese si e' verificato sullo sfondo di una riconsiderazione delle
prospettive per la crescita nell'area dell'euro", sottolinea la Banca centrale. "Per la maggior parte dei paesi dell'area dell'euro - si
legge nel bollettino - i differenziali di rendimento delle obbligazioni sovrane a dieci anni rispetto ai titoli di Stato tedeschi hanno
mostrato la tendenza a un ulteriore restringimento, ancorché piuttosto marginale, nel periodo di rassegna". Tuttavia, osserva
l'Eurotower, "i differenziali per la Spagna e l'Italia sono aumentati, come anche per i Paesi Bassi, seppur in misura meno
marcata". Nel suo bollettino mensile la Bce sottolinea come i rischi al ribasso siano "altresì connessi a ulteriori rincari delle
materie prime".
Secondo l'Eurotower le prospettive per l'economia "dovrebbero essere sostenute dalla domanda estera, dai tassi di interesse a
breve termine molto contenuti nell'area dell'euro e da tutte le misure adottate per promuovere il buon funzionamento
dell'economia dell'area" ma vi e' anche "l'aspettativa che la dinamica di fondo della crescita continui a essere frenata dalle
tensioni residue nei mercati del debito sovrano dell'area dell'euro e dal loro impatto sulle condizioni di credito, nonché dal
processo di risanamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario e dall'elevata disoccupazione in parti dell'area".
La crisi impone prudenza sui conti pubblici e l'obiettivo deve essere la riduzione del rapporto debito/Pil "decisamente" sotto il
livello del 60%. Con la conseguenza che per molti paesi dell'Eurozona saranno necessari "altri notevoli sforzi di risanamento per
un periodo di tempo prolungato". "Il contesto radicalmente mutato nei mercati finanziari mondiali in generale, e per il
finanziamento del debito sovrano in particolare - spiega la Bce - impone un nuovo atteggiamento di prudenza in materia di
bilancio nel prossimo futuro. I rapporti debito/Pil andrebbero quindi portati su livelli decisamente inferiori al 60%. In molti paesi
dell'area ciò richiederà altri notevoli sforzi di risanamento per un periodo di tempo prolungato". L'Eurotower, pur riconoscendo
che esistono "chiaramente differenze tra i vari paesi riguardo alla loro capacità di ottenere avanzi primari", osserva che "molti
paesi dell'area dell'euro sottoposti a tensioni di bilancio avranno bisogno di conseguire e mantenere a lungo avanzi primari pari o
superiori al 4% del Pil". In prospettiva, si legge nel bollettino, "dovranno essere rigorosamente rispettati gli accordi raggiunti in
seguito alle riunioni del Consiglio europeo dell'8-9 dicembre 2011 e del 30 gennaio 2012 e firmati il 2 marzo, che prevedono
l'impegno a istituire nell'ambito del nuovo Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione economica e
monetaria" il nuovo fiscal compact comprensivo di un "freno al debito".
"Per promuovere la fiducia, la crescita sostenibile e l'occupazione" la Bce esorta i governi "a ripristinare posizioni di bilancio
solide e ad attuare riforme strutturali energiche". Secondo l'Eurotower, "le autorità nazionali devono dar prova della massima
responsabilità per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici, accrescere la capacità di aggiustamento dei mercati dei beni e
servizi da lavoro, incrementare la produttività e la competitività e garantire la solidità del sistema finanziario". In particolare, "i
paesi che hanno subito perdite di competitività di costo devono assicurare un aggiustamento salariale sufficiente e promuovere la
crescita della produttività".
La Bce stima per il 2012 "un fabbisogno di rifinanziamento pubblico particolarmente rilevante pari o superiore al 20 per cento
del Pil per Grecia e Cipro (che necessitano solo in parte di un finanziamento sul mercato) nonché per Belgio, Spagna, Francia,
Italia, Paesi Bassi e Portogallo". In generale, spiega l'Eurotower nel bollettino mensile, "i paesi con una notevole quota di debito
in scadenza nel breve termine sono particolarmente vulnerabili a improvvise variazioni dei tassi di interesse e del clima di
mercato".
ANZIANI ALLA DISPERAZIONE
Tempi di pensionamento incerti, ridotto potere d’acquisto, aumenti delle imposte, progressiva chiusura dei fondi per la non
autosufficienza. “E’ questa – sottolinea Massimo Vivoli, vice presidente vicario della Confesercenti e presidente della Fipac,
l’organizzazione dei pensionati dell’associazione - la situazione con cui devono fare i conti i milioni di pensionati o aspiranti
pensionati che ritenevano di potersi godere i frutti di una vita di lavoro. Parlare di tensioni sociali, di fronte a questo quadro ed in
relazione all’annunciata riforma delle pensioni, sembra riduttivo quando qualcuno arriva a togliersi la vita per un taglio di 200
euro alla pensione. Credo che la parola più giusta sia disperazione”.
“I pensionati fanno sacrifici da tanto, troppo tempo ed hanno davvero raschiato il fondo del barile per riuscire ad arrivare a fine
mese”, afferma Vivoli. “E’ tempo che altri facciano la loro parte. Non si può più imporre alla vista dei tanti anziani che vivono al
limite della povertà lo spettacolo inaccettabile degli sprechi pubblici: non ci possiamo più permettere una spesa di 6 miliardi di
euro per finanziare i costi della politica, mentre alcuni regioni annunciano l’azzeramento dei fondi per non autosufficienti per
mancanza di risorse”.
“Per non parlare della pressione fiscale. Abbiamo tasse da Paesi scandinavi e servizi da Paesi in via di sviluppo, soprattutto per
quanto riguarda la cura e l’assistenza degli anziani. Rispetto le lacrime del ministro Fornero annunciando nuovi sacrifici per i
pensionati – conclude il presidente della Fipac - ma il ministro ricordi e cerchi di asciugare quelle che milioni di anziani versano
quotidianamente per la condizione di abbandono e di drammatica difficoltà in cui sono costretti a vivere”.
Tassa sui rifiuti: l'IVA non è dovuta e i Comuni dovranno
rimborsarla ai cittadini
Ma si paga o no l'IVA sulla TIA (Tariffa igiene ambientale) in pratica la tassa sui rifiuti? Dopo vari pronunciamenti e addirittura
una Circolare del Dipartimento della politiche fiscali (circolare n. 3/2010) la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3756
depositata venerdì 9 marzo 2012, ha affermato che la Tia è un tributo e quindi non è soggetta ad Iva. Questa sentenza mette
ordine alle cose e chiude, una volta per tutte, la questione relativa all’applicazione dell’Iva sulla tariffa rifiuti in relazione all’art.
49, D. Lgs. n. 22/1997 (Tia1) e potrebbe dare nuovo impulso alle istanze di rimborso dell’Iva assolta sulla tariffa da parte dei
contribuenti.
A creare speranza sulla inapplicabilità dell'IVA alla TIA vi era stata la sentenza 238 del 2009 con la quale Corte Costituzionale
aveva riconosciuto la natura tributaria della Tia e quindi negava l'assoggettabilità all' Iva. Ma con la circolare del dipartimento
delle Finanze, sopra citata, si stabiliva che: " la Tia ha natura non tributaria e come tale deve essere assoggettata all'Iva". Su
questo pronunciamento si sono ribellate le associazioni dei consumatori chiedendo al Governo "di prendere una decisione
definitiva, in linea con la sentenza della Corte Costituzionale, e di riconoscere ai contribuenti il diritto al rimborso dell'Iva pagata
negli anni passati". Il Governo purtroppo non ha fatto nulla ma è intervenuta la sentenza di qualche giorno fa (9 marzo) che ha
finalmente fatto chiarezza in merito. Ora è spianata la strada per i relativi rimborsi.
Obbligo di registrazione dei contratti di locazione non
stipulati in forma scritta
La forma nella compravendita immobiliare è un elemento essenziale per la validità del contratto. In pratica per vendere una casa
bisogna scrivere un documento e firmarlo. Non basta quindi la stretta di mano o una pacca sulla spalla per aver definito l'accordo
che valga a termini di legge. Per la locazione, invece, è sufficiente l'accordo verbale. Ciò è ribadito anche dal Ministero
dell’Economia che dal canto suo obbliga alla registrazione anche i contratti di locazione non stipulati in forma scritta ma verbali.
Il chiarimento è avvenuto durante un question time del mese scorso presso la Commissione Finanze della Camera, nel quale i
rappresentanti del Ministero dell’Economia hanno confermato che " è soggetto a obbligo di registrazione anche il contratto di
locazione stipulato solo in forma verbale". Ciò conferma la "dignità giuridica" dell'accordo fatta tra locatore e conduttore anche
in assenza di un contratto scritto, a tal punto che la pubblica amministrazione ne reclama la registrazione.
Di questa evenienza se ne è già sentito parlare in tema di registrazione tardiva del contratto nell'ambito della "cedolare secca"
(art. 8 del D. Lgs. n. 23/2011) con la quale può essere stabilito un canone, che non risulta da contratto scritto, ma solamente
presumendolo dalla rendita catastale.
Il parametro, in questi casi è pari al triplo della rendita catastale e la durata del contratto viene fissata per legge in quattro anni a
partire dalla data di registrazione, rinnovabile tacitamente per altri quattro. In questi casi il canone risulta molto basso, perché le
rendite catastali non sono aggiornate all’effettivo valore del bene. Quindi attenzione: basta il pagamento di un canone di affitto ed
il contratto è valido ed efficace, anche se non si è sottoscritto alcun contratto.
PRESSO LA CONFESERCENTI SONO APERTE LE
ISCRIZIONI PER I NUOVI CORSI ABILITANTI E PREPARATORI
Sono aperte le iscrizioni per frequentare i corsi abilitanti obbligatori per chi intende esercitare l’attività di vendita di generi
alimentari, di somministrazione di alimenti e bevande, di ristorazione, di agente e rappresentante di commercio.
Sono anche aperte le iscrizioni ai corsi preparatori obbligatori per sostenere gli esami abilitanti presso la Camera di Commercio
per chi intende esercitare l’attività di agente immobiliare.
I corsi per gli aspiranti commercianti nel settore degli alimenti, per chi intende esercitare l’attività di somministrazione e
ristorazione hanno la durata di 100 ore articolate nell’arco temporale di due mesi. Le lezioni si svolgeranno nei giorni di Lunedì,
Mercoledì e Venerdì dalle ore 15.30 alle ore 19.30.
Per quanto riguarda gli aspiranti agenti e rappresentanti di commercio e gli aspiranti agenti immobiliari i corsi hanno la durata di
80 ore articolate nell’arco temporale di due mesi. Le lezioni si svolgeranno nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 15.30 alle
ore 19.30.
Chi intendesse frequentarli può recarsi presso la Confesercenti in Via Ticino n. 8 (Tel. 0931/22001) e compilare la scheda di
iscrizione.