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Fede e ragione accordo impossibile (dissoluzione Scolastica, fondata sul tentativo di armonizzare ragione e fede)
Empirismo radicale: ciò che oltrepassa i limiti dell'esperienza non può essere conosciuto né dimostrato; la teologia è al
di fuori del dominio della filosofia e della scienza, che può e deve rivolgersi allo studio dei fenomeni e della natura
sforzandosi di capire non il loro perché ma il come.
Le verità di fede non sono soggette ai princìpi della logica, non sono evidenti di per sé, non sono dimostrabili e neppure
probabili dal punto di vista della ragione. Ciò non vuol dire che debbano essere abbandonate, ma solo che è illegittimo
sforzarsi di interpretare razionalmente le verità rivelate, oggetto di sola fede.
Le prove dell'esistenza di Dio non hanno valore dimostrativo, possono solo indurre una ragionevole persuasione; sono
postulati della fede, sprovvisti di valore razionale
 Rifiuto dell'argomento ontologico: si riconosce l'essenza solo di ciò di cui si conosce l'esistenza, ma l'esistenza di
Dio non è auto-evidente né può essere derivata dall'essenza divina (), ed è impossibile derivare l'esistenza di Dio
dalla sua essenza
 Rifiuto dell'argomento cosmologico
 Non è vero che tutto ciò che si muove è mosso da altro (il peso, l'anima)
 Non è vero che sia impossibile risalire all'infinito la serie dei movimenti e delle cause
 Rifiuto dell'argomento causale: non è dimostrabile che Dio sia causa efficiente dei fenomeni, per spiegare i quali
bastano le sole cause naturali.
Non si può argomentare dimostrativamente intorno alla natura di Dio, il cui concetto è composto di elementi desunti per
astrazione dalle cose naturali
 Unicità: potrebbero esistere molteplici cause prime che, in quanto perfette, potrebbero volere solo l'ottimo, dunque
governerebbero il mondo in costante e necessario accordo
 Immutabilità: Incarnazione
 Creazione: non si può dimostrare che Dio sia esistito prima della creazione, l'eternità divina significa solo che Dio
non causa della sua esistenza, quindi né inizio né fine
 Trinità: contraria alla ragione
Critica della metafisica tradizionale:
 Volontarismo (il mondo procede dalla volontà misteriosa e sovra-razionale di Dio, che non sottostà ad alcuna
logica; Dio avrebbe potuto creare il mondo molto diverso da quello esistente, e dargli legge del tutto dissimili da
quelle note
 Empirismo
 Principio di economia: frustra fit per multa quod fieri potest per pauciora
Critica sostanza (precorre Locke): noi conosciamo solo le qualità sensibili, ma queste non ci dicono nulla sulla natura
della sostanza
Critica causa (precorre Hume): causa ed effetto sono intrinsecamente eterogei e separati, dall'effetto non si può risalire
alla causa
Critica finalismo (precorre Spinoza): la causalità del fine è metaforica, non reale
Gli agenti naturali agiscono in modo necessario escludendo il contingente (l'amore, il desiderio del fine); non ha senso
chiedersi perché il fuoco si genera; gli eventi naturali si verificano in virtù di leggi necessarie che garantiscono
l'uniformità
Principio di economia: rifiuto dualismo fisico di matrice aristotelica (mondo celeste, mondo terrestre)
Pluralità dei mondi, infinità, eternità del mondo 1: possibilità offerte alla riflessione filosofica
 Possibile esistenza di più mondi2, attraverso:
 negazione delle determinazioni assolute dello spazio (più universi avrebbero centri diversi e la terra non
convergerebbe necessariamente verso un unico centro)
 infinita potenza di Dio
 possibilità dell'infinito reale e della divisibilità all'infinito: non certezze dimostrabili ma possibilità della ricerca
filosofica. Il principio per cui il tutto è sempre maggiore della parte 3 vale per un tutto finito, non infinito (nella fava
ci sono tante parti quanto nell'intero universo, perché le sue parti sono infinite
 eternità del mondo: difficile concepire l'inizio del mondo nel tempo:
1
L'eternità del mondo implica la sua necessità: ciò che è eterno non può che essere prodotto necessariamente, da
sempre. Ciò esclude la creazione divina secondo un libero atto di volontà.
2
Secondo Aristotele, se esistessero più mondi la loro terra si raccoglierebbe tutta nel luogo più basso, e dunque
finirebbe per coincidere con la nostra.
3
Roger Bacon negava l'infinito sostenendone la contraddittorietà: in esso la parte dovrebbe essere identica al tutto
1
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