3. Radiografia dei giovani nella regione euromediterranea

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Comitato economico e sociale europeo
REX/399
I giovani nella regione
euromediterranea
Bruxelles, 26 settembre 2014
RELAZIONE INFORMATIVA
della sezione specializzata Relazioni esterne
sul tema
La situazione economica e sociale dei giovani nella regione euromediterranea
_____________
Relatore: Pedro NARRO
_____________
Amministratore: Georges Henri CARRARD
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Il Comitato economico e sociale europeo, in data 22 gennaio 2014, ha deciso, conformemente al
disposto dell'articolo 31 del proprio Regolamento interno di incaricare la sezione specializzata
Relazioni esterne di elaborare una relazione informativa sul tema:
La situazione economica e sociale dei giovani nella regione euromediterranea.
La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha
approvato la relazione informativa in data 18 settembre 2014.
*
*
1.
*
Conclusioni e raccomandazioni
Politica dell'occupazione
1.1
L'aumento della disoccupazione nel bacino del Mediterraneo e la mancanza di prospettive di
lavoro sono problemi condivisi che devono essere affrontati attraverso una cooperazione
regionale rafforzata, una strategia a lungo termine che possa valersi del potenziale della
gioventù mediterranea, e un profondo cambiamento culturale e di valori a beneficio delle
iniziative collettive e dell'economia sociale. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE)
chiede che venga modificato l'orientamento delle attuali politiche economiche e appoggia una
maggiore dotazione di bilancio.
1.2
Lo spirito imprenditoriale nei giovani è sotteso, come un fattore chiave, alle differenti
strategie in materia di occupazione nel Mediterraneo. Lo sviluppo di un settore privato solido
può essere ottenuto soltanto se i giovani ricevono una formazione che si adatti alle necessità
reali del mercato del lavoro. Il numero di imprese create da giovani non può essere l'unico
indicatore di base di queste strategie. I governi devono essere flessibili e compiere una
valutazione continua dell'evoluzione delle imprese create da giovani. Le misure di sostegno
all'istituzione di nuove PMI devono essere accompagnate da un appoggio istituzionale che
consenta loro di rimanere in attività nel medio-lungo termine.
La prospettiva di genere
1.3
La prospettiva di genere non può essere assente dalle politiche riguardanti i giovani nel
bacino del Mediterraneo. Le modifiche nella legislazione tese a valorizzare il ruolo delle
donne giovani devono consolidare e garantire i diritti individuali e quelli derivanti dalla
cittadinanza per le donne.
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Gioventù ed esodo rurale
1.4
Le zone rurali offrono un potenziale che è stato sondato in misura insufficiente in un contesto
di crescente insicurezza alimentare. I paesi del Mediterraneo possono attenuare il processo di
esodo rurale con l'introduzione di nuovi strumenti volti a fornire ai giovani e alle donne nuove
possibilità nei settori tradizionali (settore agroalimentare) e in quelli emergenti (turismo,
energie rinnovabili, ambiente, ecc.). La politica commerciale dei paesi mediterranei deve
essere in linea con i punti deboli e i punti di forza del rispettivo mondo rurale.
Nuove forme di partecipazione politica e sociale
1.5
Di fronte alla frustrazione e alla disaffezione per le strutture tradizionali, i giovani sviluppano
nuove piattaforme e meccanismi di partecipazione che le autorità devono prendere in
considerazione. Occorre garantire che i giovani possano effettivamente partecipare al
processo di assunzione delle decisioni e bisogna creare un nuovo clima di fiducia e
cooperazione che sostenga la transizione politica ed economica nei paesi del Mediterraneo.
1.6
Le organizzazioni "tradizionali" della società civile organizzata devono reagire e trarre
profitto dalla nuove idee e dal dinamismo che i giovani possono fornire. Le organizzazioni dei
datori di lavoro, i sindacati, le organizzazioni degli agricoltori e i consumatori devono
sviluppare in modo graduale una strategia che favorisca il ruolo attivo dei giovani.
Cooperazione e solidarietà euromediterranea
1.7
La cooperazione e la solidarietà sono fondamentali per migliorare la situazione
socioeconomica dei giovani nel Mediterraneo. Gli strumenti specifici messi a punto dall'UE
(bilaterali) o dall'Unione per il Mediterraneo (multilaterali) devono essere semplificati,
migliorati sul piano del coordinamento e dotati di maggiore visibilità in rapporto alle
organizzazioni giovanili destinatarie nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.
È indispensabile valutare i programmi in corso di realizzazione per migliorarne la portata e
l'efficacia. Una sinergia maggiore tra i donatori e un miglioramento del coordinamento
possono portare a grandi risultati nel medio e lungo termine.
1.8
Attraverso una cooperazione più stretta e il lavoro in rete, i consigli economici e sociali e
istituzioni analoghe del Mediterraneo hanno l'esperienza e la capacità per informare, ascoltare
e farsi portavoce delle proposte tese a migliorare le attuali iniziative incentrate sulla gioventù
mediterranea.
Mobilità
1.9
La rete euromediterranea dei consigli economici e sociali e istituzioni analoghe deve
impegnarsi a fondo per dare sostanza ai nuovi partenariati per la mobilità che l'UE propone
nel bacino del Mediterraneo ed evitare che diventino dichiarazioni politiche senza alcun
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seguito. La riflessione congiunta dei soggetti della società civile mediterranea in materia di
mobilità può e deve stimolare modifiche rilevanti nelle legislazioni nazionali.
1.10
La società civile deve convincersi dell'utilità delle opportunità offerte dalle nuove iniziative in
materia di mobilità e integrare in questi partenariati le sue proposte tese a facilitare il rilascio
dei visti ed evitare la "fuga" dei giovani più qualificati, in modo che sia possibile avanzare in
materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, riammissione dei lavoratori, scambio
di esperienze e formazione specifica. A questo scopo la cooperazione e il coordinamento tra
le strutture nazionali e la Fondazione europea per la formazione professionale sono
indispensabili.
2.
Introduzione
I giovani, di per sé un grande fattore di cambiamento, devono affrontare attualmente una serie
di sfide e contraddizioni dovute alla crisi finanziaria mondiale, all'evoluzione demografica e a
un percorso complesso e incompiuto di riforme sociali e politiche. Negli ultimi anni sono
state realizzate numerose analisi della situazione economica e sociale dei giovani nella
regione mediterranea, alcune delle quali realizzate sotto il coordinamento dei consigli
economici e sociali di questa regione.
2.1
Nel Medio Oriente e in Africa settentrionale il tasso di disoccupazione giovanile è tra i più
alti di tutto il mondo e si aggira in media sul 25 %, con punte fino al 32 %. Il problema è più
marcato per le giovani donne, che incontrano le maggiori difficoltà ad entrare a far parte della
forza lavoro ufficiale e a mantenere il proprio posto di lavoro nei periodi difficili sotto il
profilo economico.
2.2
La globalizzazione economica non ha fornito ai giovani gli strumenti necessari per favorirne
lo sviluppo economico e personale. Attualmente la situazione dei giovani nel bacino del
Mediterraneo è peggiorata in misura considerevole. D'altro canto, la frustrazione e
l'impoverimento cui sono sottoposti contrastano fortemente con una gioventù solidale che,
attraverso nuovi tessuti associativi, prova il suo anelito di cambiamento e la richiesta di
riforme strutturali in grado di contribuire a migliorare il contesto economico e sociale.
2.3
I giovani lottano per occupare un loro spazio nel processo decisionale, e si allontanano dalle
politiche strutturali tradizionali in materia sociale alla ricerca di nuove formule per incanalare
la loro forza e le loro aspirazioni.
2.4
L'agenda politica delle due sponde del Mediterraneo è piena di nuove iniziative e strumenti
finalizzati a rispondere alle aspettative della gioventù. Centinaia di riunioni, convegni e
incontri di alto livello discutono della situazione dei giovani, senza però che si producano
progressi significativi: lo scontento dei giovani continua a crescere, nonostante questi ultimi
siano la grande priorità nel bacino del Mediterraneo.
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2.5
La situazione dei giovani nel Mediterraneo può essere affrontata da diversi punti di vista.
In linea generale, qualunque analisi dei problemi e delle sfide della gioventù mediterranea
richiede una profonda riflessione sul fenomeno della disoccupazione e sulle misure da
adottare per creare posti di lavoro dignitosi.
2.6
Il CESE ha affrontato in numerosi pareri la problematica generale riguardante i giovani e
l'occupazione nell'Unione europea. Il Comitato ha lavorato in cooperazione con altri consigli
economici e sociali del Mediterraneo alla relazione congiunta sui giovani e l'occupazione
nella regione euromediterranea che è stata presentata al vertice del 20131. Quell'incontro
sottolineò la necessità di lavorare in modo costante e coordinato alle questioni riguardanti la
gioventù, e di continuare l'analisi delle trasformazioni sociali che la popolazione giovanile ha
di fronte.
2.7
La presente relazione non intende compiere un'analisi superflua e superficiale della
disoccupazione giovanile nel Mediterraneo, ma definire un quadro generale delle
trasformazioni sociali che interessano i giovani, nonché individuare i nuovi canali di
partecipazione, i problemi specifici delle donne e gli strumenti di cooperazione che possono
favorire lo scambio di esperienze, la mobilità e l'avvicinamento fra le culture.
3.
Radiografia dei giovani nella regione euromediterranea
3.1
In tutto il Mediterraneo, i giovani si trovano in situazioni sociali e politiche molto diverse,
talvolta diametralmente opposte, ma col comune denominatore di una crescente
disoccupazione, di grande frustrazione e di un impoverimento generalizzato. Nonostante tutto,
si osservano un grande dinamismo e una fervente attività nella mobilitazione dei giovani,
che le tradizionali organizzazioni rappresentative della società civile non hanno saputo
canalizzare. I giovani, sempre meglio organizzati e coordinati, rivendicano con forza il
proprio ruolo nel processo decisionale ed esigono una vera democrazia partecipativa a tutti i
livelli.
3.2
Sia nel Nord che nel Sud del Mediterraneo si rileva la stessa problematica incentrata sul
continuo aumento della disoccupazione giovanile. Su entrambe le sponde sorgono nuovi
movimenti che raccolgono le rivendicazioni dei giovani e che occupano un posto sempre più
rilevante e attivo all'interno della società.
3.3
Per quanto concerne le differenze Nord-Sud, appare necessario sottolineare gli andamenti
demografici contrapposti e i profondi cambiamenti politici e sociali attraversati dai paesi del
Mediterraneo meridionale. La Primavera araba, in molti casi rimasta incompiuta,
ha evidenziato un anticonformismo generazionale che si è espresso in nuove forme
associative e tramite le reti sociali. I governi devono unire le forze per offrire soluzioni a una
1
Incontro annuale dei Consigli economici e sociali e istituzioni analoghe tenutosi a Barcellona nei giorni 11 e 12 novembre 2013.
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"generazione perduta" di giovani che si trovano nelle aree di conflitto o nei campi per
profughi.
3.4
I giovani della regione euromediterranea subiscono direttamente gli effetti negativi di un
sistema economico e sociale in cui la disoccupazione cresce in misura significativa,
l'innovazione è marginalizzata, la produttività è scarsa, la manodopera qualificata è carente e
le disparità tra il mondo urbano e quello rurale sono in aumento, per non parlare del
consolidamento di differenze sociali enormi. Questa situazione condiziona non soltanto i
giovani, ma anche le strategie politiche ed economiche dei governi dei loro paesi.
4.
La grande sfida dell'occupazione
4.1
Uno sguardo alla sponda settentrionale e a quella meridionale del Mediterraneo è sufficiente
per rilevare tassi di disoccupazione che non accennano a scendere2. Nel Nord, la Spagna nel
2013 ha registrato un tasso di disoccupazione giovanile del 51,5 %, una percentuale record
nell'Unione europea. Sulla sponda meridionale del Mediterraneo la cifra oscilla in una fascia
compresa tra il 25 % e il 50 %. Queste percentuali mettono in risalto i problemi di una
generazione di giovani priva di prospettive lavorative.
4.2
Malgrado l'aumento progressivo della disoccupazione, bisogna riconoscere l'impegno e gli
investimenti che la maggior parte dei paesi del Mediterraneo hanno profuso nella formazione
e nell'istruzione. L'aumento della spesa pubblica in questo campo non si è tradotto in migliori
opportunità di lavoro per i giovani. Indubbiamente sono migliorati i tassi di alfabetizzazione e
scolarizzazione ai vari livelli, ma i risultati nel mercato del lavoro sono paradossali.
4.3
Sulla sponda meridionale del Mediterraneo, a una maggiore formazione non corrispondono
maggiori possibilità di trovare un lavoro. Il fatto che il tasso di disoccupazione sia più alto tra
i giovani diplomati solleva seri dubbi sulla qualità del sistema e sulla sua adeguatezza in
rapporto alle necessità del settore privato. Sulla sponda settentrionale del Mediterraneo,
tuttavia, sono i giovani senza qualifiche a presentare le percentuali di disoccupazione più
alte3.
4.4
In generale e secondo la consuetudine, i paesi del Mediterraneo hanno basato la loro politica
del lavoro sullo sviluppo dell'occupazione nel settore pubblico. Questa strategia è stata
assorbita da una gioventù che ha incentrato la sua formazione e le sue aspirazioni sulla
conquista di un posto di lavoro nel settore pubblico. Le facoltà di scienze sociali o di cultura
generale sono affollate di studenti, mentre le facoltà tecniche suscitano scarso interesse tra i
2
3
L'unico paese in cui la tendenza è diversa è Israele.
Relazione dell'OIL sul tema Global Employment Trends for Youth 2012 ("Tendenze occupazionali mondiali per i giovani –
anno 2012").
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giovani4. A differenza di quanto accade in altre parti del mondo, la retribuzione del pubblico
impiego nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo è superiore a quella offerta dal
settore privato. Le numerose iniziative attuate per creare un'occupazione dignitosa nel settore
privato non hanno sortito, per il momento, i risultati sperati5.
4.5
Lo sviluppo dello spirito imprenditoriale dei giovani e l'appoggio alle piccole e medie imprese
rappresentano una delle massime priorità per le autorità delle due sponde del Mediterraneo.
Nella definizione di questa nuova strategia vanno comprese le organizzazioni della società
civile e una valutazione continua dei risultati conseguiti a medio e lungo termine. Il numero
delle imprese create da giovani non può essere un indicatore utile se nel giro di tre anni la
maggior parte di queste avventure nel mondo imprenditoriale termina con un fallimento6.
4.6
La frustrazione e la perdita di motivazione implicano l'assenza di speranza di trovare un
lavoro. Sia sulla sponda settentrionale che su quella meridionale del Mediterraneo aumenta il
numero dei giovani che non studiano, non seguono corsi di formazione, non lavorano e non
cercano un lavoro (NEET). I dati ufficiali sono scarsi, però indicano per esempio il fatto che
in Spagna quasi 900 000 giovani sono in questa difficile situazione che causa una serie di
effetti collaterali che generano un nuovo contesto sociale7.
4.7
I cosiddetti NEET corrispondono a due realtà differenti: da un lato, giovani uomini
scoraggiati con precedenti esperienze lavorative e una buona preparazione (Spagna e
Portogallo) e, dall'altro, un gruppo in cui spiccano le donne senza esperienza e con una scarsa
formazione che sprofondano nello scoramento (situazione caratteristica della Grecia).
Nell'Unione europea 7 milioni di giovani si trovano al di fuori del sistema d'istruzione e del
mercato del lavoro. Sulla sponda meridionale del Mediterraneo la percentuale di NEET
continua ad aumentare arrivando fino a un terzo dei giovani8.
4.8
Il 90 % della popolazione del Mediterraneo meridionale è concentrato sul 10 % del territorio.
I giovani abbandonano le aree rurali, in cerca di nuove opportunità di sviluppo personale e di
lavoro in un contesto urbano sempre più massificato. L'investimento si concentra sulle città,
dove crescono in modo parallelo la disoccupazione e la frustrazione dei giovani. Le autorità
devono rinunciare a politiche eccessivamente incentrate sulle aree urbane che marginalizzano
lo straordinario potenziale delle zone rurali, in cui giovani e donne conducono la loro vita
4
5
6
7
8
In Marocco l'80 % degli studenti universitari è iscritto a facoltà di scienze sociali o umanistiche. Le facoltà tecniche, invece,
continuano a non interessare i giovani marocchini.
Su richiesta della presidenza cipriota dell'UE, il CESE ha elaborato il parere ECO/332 (adottato il 12 dicembre) sul tema
Sviluppo di una strategia macroregionale per la regione del Mediterraneo, in cui sono esaminati in profondità i pilastri su cui
basare una nuova strategia economica e occupazionale nella regione euromediterranea.
Cfr. Youth entrepreneurhip policy brief, (documento sulla politica imprenditoriale per i giovani) a cura dell'Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
"Giovani che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione (NEET)", Fondazione europea per il
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Indagine Martin and Bardack, 2012.
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personale e lavorativa. Le differenti strategie regionali devono essere adattate affinché sia
possibile attuare programmi specifici in aree svantaggiate.
5.
La prospettiva di genere
5.1
Le donne dei paesi del Mediterraneo patiscono una doppia discriminazione (essere giovani e
di sesso femminile), persino triplice se consideriamo le donne in situazione di povertà
economica. Devono affrontare una serie di ostacoli di carattere strutturale e culturale che
ostacolano il loro accesso all'occupazione, come evidenziato da tassi di disoccupazione
giovanile più alti per le donne rispetto agli uomini, e il loro accesso all'istruzione, soprattutto
nelle aree rurali e/o marginali. Questa situazione è a sua volta la causa di tassi di
analfabetismo maggiori.
5.2
Nel Mediterraneo meridionale maggiore è il livello di qualificazione, maggiore è il tasso di
disoccupazione femminile. Per una donna laureata, di fronte agli scarsi incentivi a trovare un
lavoro nel settore privato, in genere l'unico sbocco è il settore pubblico. Esistono pochi
programmi per le giovani donne qualificate e la loro formazione non è ricompensata.
La posizione delle donne nelle aree rurali è spesso limitata all'economia informale, senza
pieno riconoscimento del diritto alla proprietà. Le relazioni del Comitato economico e sociale
in questo campo indicano che questa situazione ostacola le iniziative imprenditoriali delle
donne9.
5.3
La partecipazione delle donne e la loro rappresentanza nella sfera pubblica diventano
gradualmente più significative, eppure continua a esistere una barriera invisibile (il cosiddetto
"glass ceiling") per quel che riguarda l'accesso a ruoli decisionali. Le difficoltà nel conciliare
la vita lavorativa con quella personale (che spesso implica anche l'assistenza a terzi)
costituiscono per molte donne un ostacolo nell'accedere al mercato del lavoro (oppure
permettono solo un accesso limitato) e alla formazione.
5.4
Le giovani donne giovani iniziano ad essere più consapevoli del valore e dell'importanza della
loro partecipazione nella società. Esse sono state particolarmente attive nel far divampare le
proteste popolari note con il nome di "primavera araba", hanno reagito contro un regime
patriarcale e si sono sollevate contro un sistema conservatore e di sottomissione per quel che
riguarda il ruolo della donna nella società. Il potenziale delle giovani donne rappresenta una
grande opportunità per i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo. Le ultime
conferenze ministeriali Euromed svoltesi a Parigi e Barcellona hanno sancito il concetto di
"leadership responsabile" e puntano sulle donne più giovani come vettore principale degli
scambi socioeconomici nella regione.
5.5
È necessario riflettere su strumenti specifici adattati alle specificità delle donne giovani e
definire misure volte a: ridurre i tassi di analfabetismo femminile; favorire e facilitare
9
Relazione del CESE sulla situazione economica e sociale delle donne nella regione euromediterranea.
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l'accesso delle bambine e delle giovani all'istruzione, soprattutto nelle aree più isolate;
aumentare la formazione professionale in linea con le esigenze del mercato del lavoro;
stimolare e appoggiare i progetti di imprenditoria innovativa femminile cercando nuove
nicchie di mercato; garantire l'accesso alla proprietà; eliminare le disparità nei diritti
lavorativi e salariali; promuovere le iniziative che rendano più agevole conciliare la vita
lavorativa con quella personale; stimolare politiche che garantiscano la rappresentanza delle
donne e la loro leadership nei ruoli decisionali. Tuttavia, è innanzitutto importante che le
donne acquisiscano la consapevolezza del valore e dell'importanza della loro partecipazione
nella società.
5.6
Come raccomandato nella terza conferenza ministeriale sul tema Rafforzare il ruolo delle
donne nella regione euromediterranea, tenutasi a Parigi il 12 settembre 2013, l'Unione per il
Mediterraneo (UpM) ha individuato, tra i vari progetti, quattro direttamente connessi a
tematiche femminili che rientrano nella sfera di competenza della divisione Affari sociali e
civili. Si tratta di:
Young Women as Job Creators ("Giovani donne creatrici di posti di lavoro"), fase I e fase II,
promosso da AFAEMME (Associazione delle organizzazioni delle donne imprenditrici del
Mediterraneo)10
Skills for Success: Employability Skills for Women ("Competenze per il successo:
competenze per l'occupabilità delle donne"), promosso da AMIDEAST11
Developing Women Empowerment ("Far progredire l'emancipazione femminile"), promosso
dalla Fondazione delle donne della regione euromediterranea12
Forming Responsible Citizens ("Formare cittadini responsabili"), promosso da Ideaborn13.
6.
Partecipazione, associazionismo e leadership
6.1
La partecipazione volontaria dei giovani ad associazioni e organizzazioni rappresenta uno
strumento cruciale per il miglioramento della coesione sociale nel Mediterraneo.
La partecipazione attiva ad organizzazioni civiche e sociali sin dalla giovinezza offre benefici
collaterali ai paesi e prepara i giovani ad assumere un ruolo più preminente in un contesto
politico e sociale indubbiamente variabile. La partecipazione civile costituisce un motore del
cambiamento politico, sviluppa uno spirito di comunità e offre soluzioni nuove e innovative
ai problemi più tradizionali.
6.2
La promozione del tessuto associativo e dei suoi valori apporta un valore aggiunto alle
strutture politiche; per questo motivo le amministrazioni devono favorire la creazione di
organizzazioni di questo tipo, ridurre gli oneri burocratici e garantirne l'indipendenza dal
10
11
12
13
http://ufmsecretariat.org/young-women-as-job-creators-project-to-begin-its-second-implementation-phase.
http://ufmsecretariat.org/skills-for-success-employability-skills-for-women-implementation-begins-in-jordan-and-morocco/.
http://ufmsecretariat.org/developing-women-empowerment/.
http://ufmsecretariat.org/forming-responsible-citizens-promoting-citizenship-education-to-prevent-school-violence-particularlyagainst-girls-and-women/.
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potere politico. Il processo di cambiamenti avviato con la primavera araba ha dato vita a una
miriade di nuove organizzazioni e strutture, però la loro scarsa esperienza e il ferreo controllo
governativo condizionano le possibilità di successo delle organizzazioni indipendenti con
dimensioni minori.
6.3
Il tessuto associativo dei giovani è mutato radicalmente negli ultimi anni. Le organizzazioni
tradizionali hanno ceduto il passo a nuove iniziative collettive caratterizzate dalla loro
capacità di mobilitazione, dal loro spirito critico e dalla loro forza rivendicativa. In molti
paesi però mancano leader giovanili che possano assumere questo ruolo nel medio-lungo
termine e non soltanto in certi momenti precisi. I leader giovani emersi dalla primavera araba
sono stati rapidamente allontanati dalla scena politica e non si è saputo trarre profitto dalla
loro motivazione e dal loro dinamismo.
6.4
Il ruolo delle reti sociali e delle nuove tecnologie. L'attivismo dei giovani nelle reti sociali e
nelle nuove tecnologie è stato lo strumento fondamentale per canalizzare lo scontento sociale
che ha innescato l'ondata di cambiamenti sulla sponda meridionale del Mediterraneo.
La necessità di un cambiamento è emersa prepotentemente su alcune reti sociali che hanno
poi svolto il ruolo di amplificatori per molte rivendicazioni rimaste, fino a quel momento,
apparentemente taciute.
6.5
La grande questione ora è stabilire che ruolo possano ricoprire le reti sociali in questo nuovo
contesto nei paesi del Mediterraneo meridionale. Questi nuovi strumenti devono essere posti
al servizio della trasparenza, della creazione di reti e dello scambio di esperienze. Bisogna
inoltre impegnarsi in misura maggiore nel diffondere e dare visibilità ai differenti progetti e
attività in cui i giovani rivestono un ruolo di rilievo. La suddetta visibilità è essenziale per
promuovere la partecipazione e il coinvolgimento dei giovani.
6.6
I giovani nel processo decisionale. I cittadini in generale e i giovani in particolare si sentono
esclusi dal dialogo sociale e lontani dai partiti politici sia sulla sponda settentrionale che su
quella meridionale del Mediterraneo. Le cause di fondo sono molto differenti a seconda della
realtà nazionale considerata. Le iniziative per coinvolgere i giovani nel nuovo contesto
creatosi in Egitto e in Tunisia hanno finito per snaturarsi e sono molto timide le iniziative che
i governi dei paesi del Mediterraneo hanno preso per consentire alla società civile di svolgere
il ruolo che le spetta nel processo di assunzione delle decisioni. Occorre analizzare quali
nuovi meccanismi di partecipazione possano essere messi in funzione e come adattare i
meccanismi tradizionali a una realtà in cui i giovani chiedono un ruolo da protagonisti più
ampio.
6.7
Il contesto politico nel Mediterraneo è molto eterogeneo e situazioni particolari - come quelle
della Spagna o della Tunisia - non possono essere estrapolate ai paesi del Mediterraneo nel
loro insieme. Anche così, è possibile osservare una tendenza comune di una gioventù che
reclama nuovi spazi di partecipazione e un altro modo di fare politica. La gioventù del
Mediterraneo guarda alla politica e alle strutture tradizionali con diffidenza, mostra
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indifferenza verso le istituzioni e non nasconde il suo disgusto per la corruzione. I giovani
sono combattuti tra la sottomissione all'ordine stabilito e la ribellione civica. Di fronte a
questa situazione e alla passività del ceto politico, i movimenti più radicali ed estremisti
traggono vantaggio da questa crescente frustrazione.
7.
Strumenti di cooperazione nel Mediterraneo
7.1
La cooperazione euromediterranea nel settore della gioventù ha un alto valore strategico e
deve essere rafforzata. L'UE, l'Unione per il Mediterraneo e i paesi della sponda meridionale
del Mediterraneo devono dare la priorità all'introduzione di strumenti specifici - tesi a
migliorare la cooperazione in materia di occupazione, mobilità e scambi culturali14 - e
rafforzare tali strumenti.
7.2
L'UE e le reti mediterranee hanno avviato numerosi programmi incentrati sui giovani del
Nord e del Sud del Mediterraneo: alcuni di questi si sono rivelati inefficaci (Università
euromediterranea), altri invece hanno si sono conclusi con risultati positivi (Erasmus
Mundus). Affinché queste iniziative rispondano alle richieste ed alle esigenze della gioventù
mediterranea, la società civile organizzata deve rafforzare la sua partecipazione alla loro
concezione e attuazione. Alcune di queste iniziative - come l'Università euromediterranea devono essere rivitalizzate e bisogna impedire che si trasformino in strutture inattive o
eccessivamente burocratiche.
7.3
Negli ultimi dieci anni gli sforzi dell'Unione europea per sviluppare un quadro di azioni a
favore dei giovani nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo sono stati
considerevoli. Globalmente, l'UE ha strutturato la sua strategia di sostegno lungo tre assi:
7.3.1
Istruzione superiore
In questo campo sono stati fondamentali i programmi Erasmus Mundus e Tempus, che
continueranno a essere realizzati nel quadro del nuovo programma Erasmus+. Questo nuovo
programma poggia su tre pilastri fondamentali: mobilità, cooperazione per l'innovazione e
scambio di nuove pratiche. L'UE deve compiere uno sforzo supplementare per coinvolgere un
numero maggiore di giovani della sponda meridionale del Mediteranno nelle azioni
pertinenti15 e migliorare l'accesso di questi giovani alle informazioni sui programmi che l'UE
realizza nella regione euromediterranea.
14
15
Il CESE ha esposto la sua posizione in rapporto alla cooperazione euromediterranea nel parere sul tema Verso una strategia
macroregionale dell'UE per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale nel Mediterraneo
GU C 170, del 5.6.2014, pag. 1.
Nel periodo 2007-2012 ai programmi Erasmus Mundus e Tempus hanno partecipato 6 600 giovani della sponda meridionale del
Mediterraneo. Dal 2007 l'UE ha stanziato 140 milioni di euro per programmi di cooperazione tra università del bacino del
Mediterraneo e una somma totale di 150 milioni di euro per borse di studio. Tutte queste informazioni sono accessibili sul sito
web www.eacea.ec.europa.eu.
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Il dialogo rafforzato in tema di istruzione superiore con i paesi della sponda meridionale del
Mediterraneo è il frutto della politica di vicinato adottata nel maggio 2012 e deve portare a
una maggiore apertura di programmi dell'UE (come Jean Monnet e Marie Curie) ai giovani
del Sud del Mediterraneo.
7.3.2
Istruzione e formazione permanente
La Fondazione europea per la formazione professionale ha incanalato e coordinato parte delle
iniziative dell'UE tese all'istruzione e alla formazione permanente dei giovani. I programmi
bilaterali e regionali, in accordo con le priorità della politica europea di vicinato, hanno
puntato a migliorare l'occupabilità dei giovani attraverso il potenziamento dell'istruzione e
della formazione permanente. Questa fondazione sta mettendo a punto strumenti per
riformare, attraverso il dialogo nazionale e regionale, i titoli che sanciscono una formazione e
il loro riconoscimento16.
7.3.3
Programmi per la gioventù
I programmi per i giovani hanno generato un nuovo dinamismo nella gioventù del
Mediterraneo e hanno cercato sia di porre fine agli stereotipi che di promuovere il dialogo
culturale e la comprensione reciproca quali basi per una nuova società. Il programma
Gioventù in azione (2007-2013) e Gioventù euromediterranea IV (2010-2016) sono stati
esempi positivi dell'azione dell'UE.
7.4
Le ultime missioni che il CESE ha compiuto in Giordania, Tunisia e Algeria hanno
evidenziato che le organizzazioni giovanili non sono consapevoli delle possibilità offerte dal
nuovo quadro di cooperazione. Esistono lacune per quanto concerne la visibilità e la
comunicazione dell'UE nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo che possono
essere limitate se si lavora a stretto contatto con la società civile organizzata. L'UE deve
appoggiarsi a organismi come il Comitato economico e sociale europeo per migliorare la
comunicazione, la partecipazione attiva e lo scambio di esperienze tra i soggetti economici e
sociali del Mediterraneo.
7.5
L'informazione e la trasparenza sono necessarie, ma non bisogna dimenticare l'enorme
burocrazia e la complessità insite nella partecipazione alle suddette iniziative. Cooperare
significa fornire sostegno e coordinamento nel quadro di una strategia inclusiva a lungo
termine. Le delegazioni dell'UE nei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo devono
essere molto attive nei loro rapporti con la società civile locale.
7.6
Le parti sociali vanno coinvolte allo scopo di migliorare l'efficienza di questi programmi e di
coordinare la miriade di strumenti messi al servizio di uno stesso obiettivo. Il coordinamento
16
Alcune delle iniziative regionali sviluppate in questo campo dalla Fondazione europea per la formazione professionale sono:
l'iniziativa dei giovani leader del Mediterraneo, la dimensione regionale delle qualifiche, la governance per l'occupazione, il
sostegno al dialogo regionale in materie legate all'occupazione e lo sviluppo delle PMI.
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e la ricerca di sinergie tra tutti i soggetti partecipanti eviteranno la duplicazione degli sforzi in
un settore in cui sono ravvisabili una gran varietà ed eterogeneità di strumenti e iniziative.
Alcune di queste preziose iniziative sono state sviluppate dai consigli economi e sociali di
paesi del Mediterraneo sotto il coordinamento del CES spagnolo. Il progetto Tresmed, con il
sostegno fornito dalla politica europea di vicinato, ha concentrato la sua attenzione sul
miglioramento del dialogo con la società civile e ha conseguito risultati importanti per quel
che concerne la formazione dei giovani e il dialogo sociale. L'UE deve portare avanti queste
iniziative, potenziarle e aumentare al massimo la partecipazione dei differenti soggetti sociali.
L'UE e i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo hanno concentrato le loro priorità
sul controllo dell'immigrazione irregolare e sui controlli alle frontiere. L'esperienza degli
ultimi anni mostra l'utilità di stringere una cooperazione molto più ampia in materia di
migrazioni economiche e riconoscimento reciproco delle competenze. L'Unione europea deve
esaminare in profondità i fenomeni migratori legati alla disoccupazione giovanile.
7.7
La rete euromediterranea dei consigli economici e sociali può approfondire e individuare il
tipo di misure che possono essere sviluppate nel quadro dei nuovi partenariati per la mobilità come quelli conclusi con il Marocco e la Tunisia - per favorire lo scambio, la formazione e
l'avvicinamento culturale non solo tra la sponda settentrionale e quella meridionale del
Mediterraneo, ma anche tra gli stessi paesi della sponda meridionale.
Bruxelles, 18 settembre 2014
Il presidente
della sezione specializzata
Relazioni esterne
José María ZUFIAUR NARVAIZA
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