La Direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo, riunita a Milano il 22 gennaio 2011,
considerato
 che la caduta del corrotto regime di Ben Ali in Tunisia è la manifestazione di un disagio
che investe tutto il Maghreb e che ha le radici in motivazioni sia economico-sociali
che civili e politiche e segna il fallimento del sostegno che soprattutto Washington e
Parigi, ma anche Roma, hanno dato al tiranno di Tunisi;
che la disperazione in cui vivono milioni di persone, soprattutto giovani, nei paesi della sponda Sud
del Mediterraneo spinge masse crescenti a cercare nell'emigrazione condizioni più umane di vita,
mentre la crisi economico-finanziaria provoca nei paesi europei reazioni di rigetto, intolleranza ed
anche di vero e proprio razzismo;
che la globalizzazione senza governo e senza regole degli ultimi vent'anni, pur avendo strappato alla
povertà e alla fame intere aree del Pianeta, ha aggravato le disuguaglianze, distrutto l'ambiente,
aumentato il prezzo delle materie prime e degli alimenti, favorito il fondamentalismo ed il
terrorismo;
tenuto conto
 che il Partenariato euro-mediterraneo (1995) e l'Unione per il Mediterraneo (2008) non
hanno realizzato l’area di libero scambio progettata per il 2010, mentre i singoli paesi
europei preferiscono regolare i rapporti con i paesi delle altre due sponde del
Mediterraneo a livello bilaterale;
che l’UE non ha rispettato l’impegno a interrompere la cooperazione economica con i paesi della
sponda meridionale del Mediterraneo che violano i diritti umani;
che il conflitto israelo-palestinese, alla cui soluzione l’UE non è in grado di contribuire a causa
della mancanza di un governo europeo e di una politica estera e di sicurezza europea, rappresenta il
principale ostacolo alla cooperazione nell’area mediterranea;
che l’opposizione della Francia e della Germania all’adesione della Turchia all’UE alimenta la
tendenza dell'Europa a chiudersi in se stessa, abbandonando alla loro sorte i popoli che non ne
fanno parte;
ricorda
che la creazione della Federazione europea rappresenta il presupposto per promuovere la pace, la
democrazia e lo sviluppo economico nel Mediterraneo e per contribuire all’evoluzione in senso
federale dell’Unione africana e della Lega araba;
chiede al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio
 di avviare un piano di aiuti verso i paesi del Maghreb per combattere la disoccupazione,
l'emigrazione, la corruzione ed il peggioramento delle condizioni ambientali;
di dotare l'Unione per il Mediterraneo di istituzioni comuni e paritarie in grado di rafforzare
l’Assemblea parlamentare euro-mediterranea e l'integrazione tra le due sponde del Mediterraneo;
di rimettere in moto i negoziati per l'adesione della Turchia e di fissare una data per tale adesione;
di aumentare il bilancio europeo con l'emissione di Union bonds e mediante una tassazione europea
per dotare l'UE delle risorse proprie necessarie a completare l'allargamento e a realizzare la politica
di buon vicinato;
di attivare al più presto la cooperazione strutturata permanente in campo militare tra un gruppo di
Stati dell’UE anche allo scopo di creare una forza di intervento e di interposizione capace di
contribuire efficacemente alla soluzione del conflitto israelo-palestinese, che rappresenta un nodo
irrisolto per promuovere una effettiva cooperazione euro-mediterranea.