Parte II: Gian Lorenzo Bernini Va in Francia e per Luigi XIV realizza busto Luigi XIV. Gli viene dato l’incarico della facciata del palazzo del Louvre. (progetto che non viene realizzato). Ci sono due progetti: uno in cui il palazzo veniva immaginato con due ali dritte. Invece il successivo dritto e con basamento roccioso. Il progetto non viene realizzato ma viene ripreso nella facciata del palazzo di Montecitorio, che però verrà completato da Carlo Fontana. Le fontane barocche si distinguono dalle fontane medievali perché in esse vi è la rappresentazione di un mito. In tutte le fontane barocche vi sono elementi mitologici. Le fontane a pila sono precedenti al periodo barocco. Le fontane ninfei riprendono quelle di scultura romana. La fontana di Villa Adriana a Tivoli si trova vicino a Roma: in questa villa vi è anche una piscina, con un elemento (l’esedra) che Borromini utilizzerà per la cappella di Sant’Ivo alla Sapienza. Mentre Bernini esce fuori dagli schemi nella scultura per manifestare un sentimento in colui che lo guarda, Borromini lo ricerca nell’architettura. Francesco Borromini nasce nel 1599 a Lissone. Ha un carattere molto introverso, che forma la sua ossessione per i particolari. Morirà suicida. Si forma come scalpellino nel cantiere del Duomo di Milano, che nel 600 non era ancora completato (verrà completato oltre il 1750). Arriva a Roma abbastanza giovane e lavora con Bernini per la sistemazione di Palazzo Barberini. Nel frattempo aveva svolto un apprendistato presso il Maderno per la costruzione della facciata di San Pietro. Le caratteristiche del suo linguaggio sono: 1) Rigore e ossessione maniacale per i particolari 2) Forzatura delle superfici in un continuo movimento tra spazi concavi e convessi 3) Impostazione antimonumentale anche nelle strutture monumentali San Carlo e le quattro fontane : è un’opera piccolissima, molto minuta., di dimensioni ridotte. Borromini nella chiesa opera una rivoluzione, perché la chiesa è in una base ellittica che genera uno spazio ricco di concavità e convessità, mentre la pianta originale era con una forma a croce. Stesso discorso per il chiostro laterale, dove la forma quadrangolare viene persa e gli angoli del quadrilatero vengono smussati. L’intero della cupola è molto particolare per le forme geometriche ripetute, e perché è ovale. L’opera è del 1637, è il primo lavoro autonomo del Borromini, ed è la ricostruzione della chiesa e dell’oratorio dell’ordine dei Trinitari. In precedenza Bernini gli aveva procurato la commissione per la Sapienza, che allora era l’antico studio romano, che poi è diventato n’università. Come prima operazione lavora alla sistemazione del corpo di fabbrica della sapienza. Dieci anni dopo gli verrà dato l’incarico per la realizzazione della cappella di Sant’Ivo alla Sapienza, che diventerà l’opera più nota. Ricorda l’esedra di Villa Tivoli. La peculiarità della chiesa è la cupola a chiocciola che all’interno prende tutti gli angoli e le smussature che sono presenti nella pianta della chiesa. San Giovanni in Laterano : opera per Papa Innocenzo X Panfili. E’ molto lontana dal centro di Roma, è il luogo dove è stato sepolto l’apostolo Giovanni. Borromini viene chiamato perché la chiesa presenta dei cedimenti: il suo compito è quello di ristrutturarla. Come operazione ingloba le colonne a due a due in colossali piloni. In tutte queste architetture è presente la Serliana: è un arco sorretto da due piloni. E’ un elemento legato all’apertura delle finestre. Viene ricodificato da Borromini. Borromini riceve l’incarico di Sant’Agnese in Agone (o Sant’Agnese in Piazza Navona). Il progetto originario era di Girolamo e Carlo Rinaldi o Rainaldi. Il progetto dei Rinaldi prevedeva una pianta a croce greca e viene modificato dal Borromini con una pianta ottagonale sfondata dalle cappelle laterali alternate con grandi pilastri. Nella facciata troviamo degli elementi tipici dell’architettura del Maderno per la struttura di San Pietro ma tutto modificato con forme concave. Dal 1657 il progetto viene riaffilato a Carlo rainaldi che lo completa seguendo il progetto del Borromini. Rainaldi ha completato il cornicione sopra il timpano. I richiami al Maderno di San Pietro sono evidenti.