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CLASSIFICAZIONE
Cluster A (strano od eccentrico)
Comprende soggetti con emotività coartata, sfiducia negli altri e tendenza
all’isolamento sociale. Alcuni autori preferiscono introdurre questi pazienti nello
spettro schizofrenico.
Il cluster A comprende:
- disturbo di personalità schizoide, tipico di persone incapaci ad instaurare e
mantenere relazioni interpersonali significative. La vita dei pazienti
schizoidi è caratterizzata da assenza di relazioni strette, anche coi familiari,
scelta di attività solitarie, incapacità di esprimere forti emozioni, ridotto
desiderio di avere esperienze sessuali, indifferenza nei confronti di
disapprovazione e critica, mancanza di amici o confidenti e coartazione
affettiva. Fondamentalmente I soggetti con disturbo di personalità
schizoide non desiderano avere rapporti interpersonali. Tali caratteristiche
sarebbero di frequente riscontro tra i parenti degli schizofrenici.
disturbo di personalità schizotipica. La personalità schizotipica è
caratterizzata da povertà del pensiero, linguaggio idiosincrasico,
esperienze percettive inusuali, credenze insolite (ad es. di tipo magico);
questi pazienti mostrano affettività coartata, ansia nei rapporti sociali,
eccentricità nell’aspetto, nel comportamento, nell’ideazione e nelle
percezioni, quali ad es. convinzioni strane, devianti rispetto alle norme
culturali (senza essere tuttavia chiaramente deliranti), idee di riferimento,
attribuzione di significati speciali e personali ad eventi ordinari, percezioni
distorte od illusioni, sospettosità pervasiva, abbigliamento stravagante,
linguaggio inappropriatamente concreto od astratto. L’approccio
farmacologico si fonda sull’uso di basse dosi di neurolettici, che possono
alleviare alcuni dei sintomi più disturbanti (esperienze percettive insolite).
- disturbo di personalità paranoide. Si tratta di soggetti caratterizzati dal
possedere una pervasiva sfiducia nei confronti degli altri; essi manifestano
la sospettosità osservata nella personalità schizotipica, ma senza
l’isolamento sociale e l’eccentricità. Le loro peculiarità sono rappresentate
dall’ipervigilanza e dalla generale sfiducia riguardo alle intenzioni degli
altri: si aspettano sempre di essere raggirati, dubitano della lealtà di amici e
colleghi e della fedeltà del coniuge, intuiscono motivi nascosti nelle azioni
degli altri e negli avvenimenti, sono irascibili e serbano a lungo rancore
per i torti subiti. Il disturbo di personalità paranoide verrebbe considerato
predisponente alla sviluppo del disturbo delirante (paranoia).
Cluster B (melodrammatico, emotivo, imprevedibile)
Comprende:
- disturbo di personalità borderline. Si tratta di soggetti caratterizzati da:
fluttuazioni dell’umore, relazioni interpersonali instabili ed intense,
intolleranza della solitudine, disforia, impulsività, comportamenti
autolesivi, tendenza all’abuso di sostanze, marcati e persistenti disturbi
dell’identità personale, cronica sensazione di vuoto o di noia, tentativi di
evitare un abbandono reale od anche soltanto immaginario.
Frequentemente i pazienti borderline presentano episodi depressivi che
tuttavia sono relativamente poco persistenti e poco gravi, mentre
manifestano una correlazione reattiva con gli eventi. Secondo alcuni autori
si tratterebbe di forme attenuate o varianti atipiche dei disturbi dell’umore,
come dimostrato da studi di comorbidità intra-familiare. Da un punto di
vista terapeutico rispondono a basse dosi di neurolettici, stabilizzanti
dell’umore ed antidepressivi (triciclici, inibitori specifici della ricaptazione
della serotonina, inibitori delle monoamino-ossidasi); da evitare le
benzodiazepine per la tendenza all’abuso ed allo sviluppo di dipendenza
manifestate da questi soggetti.
- disturbo di personalità istrionico. Si tratta di soggetti iperemotivi,
egocentrici e dipendenti, che tendono ad assumere atteggiamenti seduttivi,
sessualmente provocanti. Corrispondono alla vecchia categoria degli
isterici. Studi effettuati sui gemelli indicherebbero l’esistenza di una base
genetica. Sembra che il disturbo di personalità istrionico possa predisporre
allo sviluppo del disturbo di somatizzazione.
- disturbo di personalità antisociale. Origina quasi sempre nell’infanzia
come disturbo della condotta. Si associa ad una compromissione del
funzionamento sociale e mostra una sostanziale persistenza nel tempo. I
soggetti affetti da disturbo antisociale di personalità mostrano le seguenti
caratteristiche: fascino superficiale, assenza di deliri e di altri segni di
pensiero irrazionale, assenza di nervosismo, inaffidabilità, mancanza di
sincerità, assenza di rimorso e di sentimenti di colpa, comportamento
antisociale inadeguatamente motivato, incapacità di apprendere
dall’esperienza, egocentrismo patologico ed incapacità di amare, vita
sessuale superficiale, incapacità di pianificazione e comportamenti di tipo
criminale, il tutto corredato da mancanza di insight.
- disturbo di personalità narcisistico. Caratteristiche del disturbo sono: il
bisogno di alimentare l’autostima mediante fantasie grandiose, le
ambizioni esagerate, l’esibizionismo, la sensazione che tutto sia dovuto; vi
sono poi la tendenza a strumentalizzare le persone per il conseguimento
dei propri scopi, una esagerata sensibilità al giudizio altrui e mancanza di
empatia. La prevalenza nella popolazione clinica varia tra il 2% ed il 16%,
mentre è dell’1% circa se considerata nell’ambito della popolazione
generale.
Cluster C (ansioso o pauroso)
I soggetti con tali disturbi sono spesso ansiosi e manifestano comportamenti
apparentemente finalizzati a ridurre l’ansia. Alcuni autori hanno ipotizzato che
gli stili ansiosi rappresentino un meccanismo compensatorio ad una sottostante
diatesi affettivo-cognitiva. Qualora gli individui del cluster C manifestino
sindromi psichiatriche di Asse I, queste saranno per la maggior parte
rappresentate da disturbi dell’umore e da disturbi d’ansia.
Il cluster C comprende:
- disturbo di personalità evitante. E’ caratterizzato da: tendenza verso
l’inibizione, l’introversione, l’ansia, bassa stima di sé, evitamento delle
situazioni sociali nel timore di un rifiuto, ipersensibilità alla critica, paura
di sentirsi imbarazzati, desiderio di accettazione incondizionata, eccessiva
preoccupazione per i pericoli potenziali, sensazioni di disagio in situazioni
ordinarie. Dal punto di vista farmacoterapico risponde ad IMAO e
fluoxetina.
- disturbo di personalità dipendente. Tali soggetti presentano una modalità
di comportamento dipendente e sottomesso, determinata dalla paura di
essere abbandonati. Essi lasciano che siano gli altri a prendere le decisioni,
trovano difficile iniziare o completare un compito da soli, si sentono a
disagio e indifesi quando sono soli e in preda alla disperazione quando si
chiude una relazione. Per evitare il temuto abbandono gli individui
dipendenti possono tollerare maltrattamenti, umiliazioni, dirsi d’accordo
con le persone anche quando pensano che stiano sbagliando ed uniformarsi
ai desideri del coniuge o del superiore, anche quando tali desideri vengono
considerati irragionevoli dagli altri. Il dipendente rappresenta uno dei
disturbi di personalità più frequentemente riportati nella pratica
psichiatrica.
- disturbo di personalità ossessivo-compulsivo. I soggetti con disturbo di
personalità ossessivo-compulsivo sono inflessibili, rigidi, perfezionisti,
ipercoscienziosa, al punto che questi tratti interferiscono con il loro
funzionamento: eccessivamente preoccupati per i dettagli, perdono di vista
l’obiettivo finale dell’azione e non la portano a termine, nel tentativo di
mantenere standard troppo elevati; si sentono più a loro agio nel lavoro –
soprattutto se questo è ordinato e strutturato- che nelle attività di tempo
libero e nei rapporti di amicizia. Il perfezionismo rappresenta un ostacolo
al processo decisionale, per cui qualunque decisione viene posposta ed
evitata, in uno stato di continua ruminazione sulle priorità. Sono presenti
inoltre difficoltà nel disfarsi di oggetti, anche di nessun valore, nell’ipotesi
che possano essere utili in futuro ed una ridotta risonanza emotiva nelle
relazioni interpersonali. Studi effettuati sui gemelli indicherebbero la
presenza di una base genetica. Il disturbo di personalità ossessivocompulsivo non sembra predisporre allo sviluppo del disturbo ossessivocompulsivo, mentre vi sarebbe una correlazione col rischio di depressione.
Altri disturbi di personalità:
-
disturbo di personalità passivo-aggressivo. Tali soggetti mantengono un
comportamento ostruzionistico più per resistere alle richieste di adeguate
prestazioni che per affermare la loro volontà. Rimandano, dimenticano o
sono intenzionalmente inefficienti nei compiti che preferirebbero non
svolgere, si lamentano di ricevere richieste irragionevoli, diventano
polemici, criticano le persone che occupano una posizione di autorità, si
risentono per i suggerimenti su come essere più produttivi. Questi
individui in genere non riconoscono a livello cosciente la loro ostilità verso
figure d’autorità, sono dipendenti e mancano di fiducia nelle loro capacità.
Affinché possa essere fatta diagnosi di disturbo di personalità, il
comportamento passivo-aggressivo dev’essere pervasivo e non limitato ad
una particolare situazione. Ampia la sovrapposizione col disturbo borderline di personalità.
- personalità depressiva. Si tratta di soggetti che esperiscono sentimenti
pervasivi di infelicità, mancanza di allegria e di entusiasmo, sentimenti di
esclusione. Sono individui eccessivamente seri, privi di senso
dell’umorismo, ipercritici nei confronti degli altri e di se stessi, con una
bassa autostima e tendenza a provare colpa o rimorso. Sovrapponibile la
frequenza nei due sessi. Difficile la distinzione tra personalità depressiva e
disturbo distimico: è probabile che i due disturbi possano essere collocati
in uno spettro nel quale il disturbo di personalità rappresenterebbe la
variante ad esordio precoce ed a carattere persistente.
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