MIGRANTES: A LORETO CONVEGNO CAPPELLANI AEROPORTUALI (NoveColonne ATG) Loreto - “Costruire la Rete. Per una pastorale dell’Aviazione Civile in Italia”. Questo il tema del convegno delle Cappellanie aeroportuali italiani che si svolgerà il 9 e il 10 settembre a Loreto dove si venera la Vergine di Loreto, Patrona di tutti gli aeronaviganti. E’ stato, infatti, papa Benedetto XV a proclamarla il 24 marzo del 1920: un avvenimento che “coronava – spiega don Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio dell’Apostolato del Mare ed Aereo della Fondazione Migrantes - felicemente un vecchio desiderio di alcuni pionieri dell'aviazione. La pastorale dell’Aviazione Civile è diretta in particolare al personale navigante, anche in formazione, e a terra delle compagnie aeree, al personale aeroportuale e ai prestatori di servizi, e al personale con base nell’aeroporto per il rifornimento degli aerei o il servizio dei passeggeri. In caso di necessità o quando ritenuto utile, questo ministero – spiega don Martino - è offerto anche ai passeggeri e a categorie particolari come i rifugiati nei centri di detenzione negli aeroporti, le persone in difficoltà, i senza tetto che trovano rifugio nell’aeroporto, ecc. Indirettamente, ciò include il contatto con le famiglie delle categorie su menzionate. La pastorale dell’Aviazione Civile viene esercitata in favore di tutti coloro che, in un modo o nell’altro, appartengono al mondo dell’Aviazione Civile, temporaneamente o permanentemente, a prescindere dalla loro nazionalità, cultura o fede religiosa, e mostra un’attenzione speciale verso quanti di loro sono più poveri e piccoli, sofferenti o emarginati. In Italia sono presenti 12 centri pastorali nei principali aeroporti del nostro Paese. Il convegno si aprirà domani mattina con il saluto di don Giacomo Martino e con una meditazione dell’arcivescovo di Loreto S.E. Mons. Giovanni Tonucci. Seguirà nel pomeriggio la presentazione del manuale “ad experimentum” di linee guide per una pastorale dell’aviazione civile in Italia. Il giorno successivo, dopo la messa presieduta da S.E. Mons. Tonucci ed una visita guidata al Santuario, la presentazione del Progetto “Ricostruire la rete”. (Sis) “I SEGNI DELL’EMIGRAZIONE” : STORIE DI ITALIANI D’AMERICA (NoveColonne ATG) Roma - Accanto alle prestigiose firme di studiosi, giornalisti, docenti, insieme ai “saluti” del ministro degli Affari esteri, Franco Frattini; del sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica; di Carla Zuppetti, direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del ministero degli Affari esteri; di Gherardo La Francesca, direttore generale per la promozione e la cooperazione culturale del ministero degli Affari esteri, dell’ambasciatore Umberto Vattani, presidente dell’ICE e di Fabio Capocaccia, presidente del CISEI (Centro Internazionale Studi Emigrazione), nell’opera “I segni dell’emigrazione” sono state raccolte storie di italiani che hanno portato la nostra musica nei luoghi più improbabili… come Giuseppe Castellana che ha suonato l’Ave Maria nelle miniere australiane… storie di Italiani che con l’arte della gastronomia hanno “toccato l’anima degli americani”, come ha scritto lo chef Walter Potenza. Italiani come Lucio Caputo, presidente dell’International Trade Center e dell’Italian Wine & Food Institute, che si trovava al World Trade Center l’11 settembre 2001. Lucio Caputo ha potuto raccontare la sua storia ne “I segni dell’emigrazione”. Storie che sembrano uscite dalla fantasia di qualche abile scrittore. E di certo è stata fonte di ispirazione la vita di Alfred Zampa, originario di Ortucchio, in Abruzzo, che può vantare oggi, unico italiano dopo Giovanni da Verrazzano, un ponte dedicato alla sua memoria. In California, Alfred Zampa, un “ironworkers a metà strada tra il paradiso e l’inferno”, ha ispirato spettacoli teatrali, libri, documentari e film che raccontano la sua straordinaria vita sospesa. Un mito nato da un miracolo. Mentre costruiva il Golden Gate, Alfred cadde: solo un miracolo lo salvò, e dopo pochi mesi “arrivò la decisione che fece di Alfred, una leggenda: Voglio tornare a costruire ponti! E così - racconta il nipote Donald nell’opera - ad imperitura memoria, mio nonno creò l’Associazione A metà strada tra il paradiso e l’inferno, e divenne la voce di tutti gli uomini ‘sospesi’ nell’aria”. Tra i presenti al Circolo degli Affari Esteri il 10 settembre, anche numerosi “italiani all’estero” che con le loro storie hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. E per dar “voce” a tutti loro, Stefano Cuneo, giornalista, autore Rai nonché collaboratore di Radio Vaticana, leggerà un saluto di Martin Gonzalez Lovano, nipote di italiani emigrati in Argentina, che a conferma di quanto forte sia oggi la riscoperta delle proprie origini da parte delle nuove generazioni, ha scritto: “Sono anche cittadino italiano, e non solo di quelli che hanno il passaporto: ho il cuore, il sangue, il pensiero e la maniera di sentire ed essere un autentico italiano, come mi hanno insegnato i miei antenati, emigrati italiani”. L’opera, curata da Tiziana Grassi e Catia Monacelli, con Giovanna Chiarilli, edita da “Edizioni Il Grappolo”, ha voluto rendere omaggio anche ai “segni” lasciati dall’emigrazione nella letteratura, nella musica e nel cinema: “Binari di celluloide per il viaggio dell’emigrante. Spunti e appunti sulla presenza del treno nel cinema dell’emigrazione” è il suggestivo pezzo di Roberto Scanarotti, giornalista e già autore di “Treno e cinema-Percorsi Paralleli (Le Mani editore). “Il treno – ha scritto Scanarotti - è senza alcun dubbio uno dei principali fili conduttori del grande racconto dell’emigrazione. Dal momento in cui lo sviluppo della rete ferroviaria inizia a incidere in misura più marcata sulla storia sociale e industriale del Paese, diventa non solo l’unico mezzo di trasporto per partire, ma anche l’archivio virtuale di tante storie di speranza, di sacrificio, di sofferenza”. “Segni” ben marcati anche nella poesia. E’ davvero un “regalo” la voce di Joseph Tusiani che ha interpretato una delle sue poesie più amate, “M’ascolti tu, mia terra”. Poeta, latinista, traduttore raffinatissimo, Tusiani è autore di opere in inglese, italiano, latino e dialetto garganico. E’ definito il più grande latinista vivente. Prima degli interventi dei relatori, coordinati da Filippo Gaudenzi del Tg1, verrà proiettato un filmato che ripercorre un secolo di emigrazione. A sottolineare questo racconto, il commento musicale “Mondo Nuovo”, del compositore Stefano Vittozzi. I brani musicali di emigrazione che completano l’opera sono stati affidati alla vibrante interpretazione della cantante Francesca Muja.