Antiaritmici Le aritmie cardiache consistono in un'anomalia della frequenza o della regolarità o della sede dell'origine dell'impulso cardiaco, oppure in un disturbo della conduzione che provoca un'alterazione della sequenza normale di attivazione degli atri e dei ventricoli. In altri termini, una aritmia è il disturbo del ritmo e della frequenza cardiaca causati da un'anormale formazione (automaticità) e/o un'anormale propagazione dell'impulso (conducibilità). Il ritmo cardiaco è regolato dall’interazione della membrana cellulare con ioni quali Na+, K+, Ca++ e Cl-. Ogni volta che si manifesta un disturbo nel ritmo del cuore, esso è asseribile ad un cambiamento del rapporto tra le concentrazioni degli ioni intra ed extracellulari. Le cause che possono produrre aritmie sono molteplici: congenite, squilibri elettrolitici, farmaci, malattie cardiache, iperattività del sistema nervoso simpatico. I farmaci antiaritmici agiscono con un meccanismo aspecifico, in quanto non si legano ad uno specifico recettore ma si accumulano a livello delle membrane plasmatiche producendo una compressione che impedisce le normali funzioni biologiche. Anche se il meccanismo di azione è aspecifico, l'effetto ultimo è selettivo in quanto solo alcune delle attività funzionali della membrana vengono inibite. Le caratteristiche chimiche essenziali per la manifestazione delle attività si possono riassumere nella formula generale: R X (CH)n N+ R Y Antiaritmici H 1 E' necessario un gruppo aromatico lipofilo capace di intercalarsi tra le catene alchiliche dei Fosfolipidi di membrana; una catena alchilica intermedia (con 1 o più sostituenti X o Y) in grado di formare legami idrogeno con le proteine di membrana o con la testa Fosfolipidica; un gruppo amminico quaternario terminale capace di formare un legame salino con i gruppi anionici dei Fosfolipidi o delle proteine di membrana. Gli antiaritmici più comunemente usati possono essere classificati in quattro categorie, sulla base dei loro effetti sul potenziale d’azione cardiaco e di conseguenza sulle proprietà elettrofisiologiche del cuore: 1) Farmaci della classe I (Bloccanti dei canali del Sodio): generalmente sono anestetici locali che agiscono sulle cellule nervose e sulle membrane del miocardio rallentando la conduzione per l’inibizione della fase 0 del potenziale d’azione. 2) Farmaci della classe II (Bloccanti dei recettori -adrenergici): sono agenti che bloccano il recettore -adrenergico con conseguente impedimento della funzione del sistema nervoso simpatico nella genesi di alcune aritmie cardiache. Il loro principale effetto elettrofisiologico sta nel deprimere, per blocco dei recettori , l’afflusso di calcio accelerato adrenergicamente dal sistema nervoso simpatico. 3) Farmaci della classe III (Bloccanti dei canali del Potassio): inducono un omogeneo prolungamento del potenziale d’azione che dà luogo ad un allungamento del periodo refrattario effettivo. Si ritiene che i farmaci appartenenti a questa classe agiscono durante la fase 3 del potenziale d’azione, bloccando i canali del K. Antiaritmici 2 4) Farmaci della classe IV (Bloccanti dei canali del Calcio): sono sostanze in grado di inibire selettivamente la corrente lenta del calcio in entrata. La somministrazione di questi farmaci causa un prolungamento del periodo refrattario nel nodo atrio-ventricolare, un rallentamento della conduzione atrio-ventricolare nei tessuti atriali ed una inibizione della depolarizzazione diastolica spontanea. Questi effetti arrestano la conduzione di impulsi prematuri a livello del nodo atrio-ventricolare e perciò rendono questi medicamenti molto efficaci nel trattamento delle aritmie sopraventricolari. +25 Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 0 -100 Fase 4 Potenziale d’azione cardiaco registrato da una fibra di Purkinje Farmaci della classe I - Bloccanti del Sodio Sono anche chiamati stabilizzanti di membrana in quanto il loro meccanismo di azione è simile a quello degli anestetici locali. Interferiscono con l'influsso del Na+ durante la rapida depolarizzazione. Sono farmaci non specifici in quanto non interagiscono con un determinato recettore ma direttamente sulla membrana, provocando variazioni elettrofisiologiche sul miocardio. In pratica si ha un impedimento della Antiaritmici 3 conduzione e del flusso di Na+ mediante penetrazione della membrana cellulare con conseguente occlusione dei canali ionici. L'antiaritmico si intercala nei componenti cellulari creando una compressione che chiude i canali ionici. Tale processo è simile a quello degli anestetici locali. A prova di questa ipotesi sono: 1) L'assenza di stereoselettività riscontrata per gli enantiomeri di farmaci Chinidino-simili recettoriale che esclude mostrerebbe l'interazione al contrario con una un sito elevata stereoselettività; 2) Generalmente l'attività antiaritmica aumenta all'aumentare della lipofilia del farmaco e ciò è in perfetto accordo con un processo di penetrazione della membrana; 3) I requisiti strutturali dei farmaci antiaritmici non specifici sono simili a quelli necessari per gli anestetici e ciò indubbiamente fa pensare ad un meccanismo di azione identico per le due classi di composti. Sebbene la struttura dei composti interferenti con il canale del Na+ sia molto diversa da composto a composto, è possibile schematizzare nel modo seguente le parti che sembrano indispensabili per l'attività antiaritmica: un residuo aromatico connesso con un gruppo amminico terziario o secondario mediante un ponte etereo, estereo, ammidico o idrossialchilico. Antiaritmici 4 Residuo aromatico Parte Lipofila responsabile della penetrazione nella membrana (ancoraggio alla membrana) Antiaritmici Ponte etereo, estereo, ammidico e idrossi-alchilico Parte Polare possibile formazione di un legame idrogeno Azoto amminico 3° o 2° Parte Ionica Azoto protonato a pH fisiologico, possibile ruolo nell'impedimento del trasporto ionico mediante idratazione e/o repulsione degli ioni 5 I farmaci antiaritmici "non specifici" più comunemente usati sono: Chinidina, Lidocaina e derivati. CH H CH2 H HO N H H3CO N Chinidina O NH C H3C C2H5 CH2N CH3 C2H5 Lidocaina Relazioni struttura attività. La Chinidina è un isomero della Chinina ed è il composto più attivo dei vari analoghi strutturali ad eccezione della Diidrochinidina che è risultato più potente evidenziando la non rilevanza dell’insaturazione per l’attività. Antiaritmici 6 Un altro antiaritmico usato in terapia è la Lidocaina, sebbene tale sostanza sia stata sviluppata come anestetico. Con lo scopo di aumentarne l’attività tale molecola è stata sottoposta a modifiche strutturali quali l’introduzione di gruppi alchilici e arilici in posizione X e gruppi alcossi e alchilici sull’anello aromatico. R R' O 2 N C R'' CH 6 Y N X R La rimozione dei gruppi metilici (R) in 2 e 6 determina una caduta di attività mentre 1’introduzione di gruppi voluminosi (es. t-butile) la sostiene. Ciò può essere dovuto alla posizione del fenile rispetto al gruppo ammidico. Si è visto che maggior attività si ottiene quando i due gruppi non sono coplanari e ciò si verifica solo quando vi sono sostituenti ingombranti in orto al fenile. H N C O ingombro sterico Generalmente le variazioni strutturali fatte di recente non hanno portato alla scoperta di composti più attivi della Lidocaina. Sebbene molti farmaci quali la Chinidina, Lidocaina e altri Chinidino-simili sono estesamente usati in terapia, essi presentano numerosi effetti collaterali tra cui Antiaritmici 7 ipotensione, disturbi gastrointestinali, reazioni allergiche, ecc. In genere si hanno gli stessi effetti collaterali riscontrati per alcuni anestetici locali. Chinidina CH H CH2 H HO N 9 H H3CO N E' un alcaloide naturale che si ottiene da diverse piante di Chincona. La Chinidina è il diastereoisomero della Chinina, dove il carbonio in posizione 9 è assiale mentre nella Chinina è equatoriale. I sali usati sono i solfati, poligalatturonato e gluconato. La dose è di 0,2-0,4 g per os e poi 0,2 g ogni 2 ore fino all'ottenimento dei risultati. Può essere usata anche per via endovenosa 100-200 mg 1-4 volte. Si usa come antiaritmico nel trattamento della tachicardia ventricolare e nella fibrillazione atriale: la sua azione è quella di prolungare il periodo refrattario del cuore riducendo in questa maniera la velocità delle successive contrazioni. Come effetti collaterali si può avere diarrea, nausea, vomito, mal di testa e disturbi visivi. Per idrogenazione della funzione vinilica si ottiene la Diidrochinidina, più attiva. Antiaritmici 8 Lidocaina O NH H3C C C2H5 CH2N CH3 C2H5 I metili in orto proteggono l'ammide dall'idrolisi ed impediscono la libera rotazione. Se invertiamo la funzione ammidica l'attività antiaritmica diminuisce. La sua azione principale è quella di anestetico locale. Ha una azione breve e rapida: 25-50 mg endovena e poi 1-2 mg per minuto per infusione. E' inattiva per via orale. Usata solamente in ambiente ospedaliero. Antiaritmici 9 Farmaci della classe II - Farmaci che bloccano i recettori adrenergici Anche i -bloccanti sono attivi nelle aritmie indotte dal sistema adrenergico. A dosi terapeutiche, l'effetto dei -bloccanti si manifesta attraverso l'inibizione del recettore -adrenergico a livello cardiaco diminuendo il numero dei canali del calcio disponibili, probabilmente attraverso un meccanismo AMP ciclico-dipendente. Questi farmaci provocano una riduzione del consumo di O2 nel miocardio, diminuendo la frequenza cardiaca e la forza di contrazione del cuore. E' evidente quindi la necessità di disporre di farmaci cardioselettivi (1) per minimizzare l'effetto sui bronchi (2). Il prototipo di questa classe di farmaci è il Propanololo. Propanololo OCH2CHCH2NHCH OH CH3 CH3 Pur non essendo un 1 selettivo può essere utilizzato in pazienti asmatici. Antiaritmici 10 Farmaci della classe III – Bloccanti del potassio I farmaci che agiscono bloccando i canali del K+ producono un prolungamento del potenziale d’azione. L’aumento di quest’ultimo porta ad un aumento della refrattarietà, un effetto efficace nel trattamento delle aritmie da rientro. Sperimentalmente il blocco dei canali del K+ producono una serie di effetti favorevoli: l’utilizzo di minore energia per la defibrillazione elettrica, l’inibizione delle fibrillazioni ventricolari in seguito ad ischemia e l’aumento della contrattilità. Il prototipo di questa classe di farmaci è il Bretilio. Bretilio tosilato SO3 Br CH3 +N CH3 C2H5 CH3 Il Bretilio tosilato è un sale ammonico quaternario, inizialmente sviluppato per uso antiipertensivo. Il suo impiego come antiaritmico è limitato alle situazioni di emergenza potenzialmente fatali e nelle quali si sono dimostrate inefficaci sia la Lidocaina che la Chinidina. Generalmente il Bretilio è usato soltanto nelle unità di terapia intensiva. Il farmaco può essere somministrato sia per via endovenosa che intramuscolare ed è eliminato nelle urine in gran parte non modificato: l’emivita è di circa 10 ore. I maggiori effetti sfavorevoli associati a questo farmaco sono dati da ipotensione, compresa quella ortostatica. Antiaritmici 11 Farmaci della classe IV - Calcio Bloccanti o Calcio Antagonisti Il processo di contrazione muscolare è governato dal Ca++. Nelle stimolazioni delle fibre della muscolatura liscia si ha inizialmente un afflusso di Ca++ verso l'interno delle cellule. Un'elevata concentrazione di Ca++ porta ad una maggiore reattività del sistema contrattile. Nella trasmissione dell'impulso nervoso nel cuore si verifica un movimento di ioni, principalmente Na+, K+, Ca++e Cl-. Il Na+ è lo ione responsabile della depolarizzazione delle cellule cardiache, però a sostegno del Na+ c'è il Ca++ il quale contribuisce al movimento della fase di plateau del potenziale di azione. I calcio bloccanti provocano un'inibizione dell'afflusso di ioni Ca ++ nella cellula, sia agendo sulla stabilizzazione di questi ioni di membrana, che bloccando il canale lento del Ca++. Il Ca++ è, in parte, già presente all'interno della cellula, però l'ingresso dall'esterno è indispensabile, perché nelle cellule cardiache l'ingresso del Ca++ extracellulare è importante per iniziare la contrazione delle cellule più che nella muscolatura liscia (dove ha un ruolo il Ca++ intracellulare). La concentrazione extracellulare di Ca++ è elevata, circa 10.000 volte più di quella intracellulare. Tale gradiente è mantenuto dalle pompe di membrana. Una volta che il Ca++ è entrato, questo si lega alla Troponina (proteina contrattile) e si innesca il meccanismo che porta alla contrazione muscolare. L'inibizione dell'afflusso di Ca++ porta ad una diminuzione di Ca++ nel citoplasma, quindi ad una diminuzione della funzionalità del sistema contrattile, ad un abbassamento del tono muscolare ed una diminuzione della contrattilità cardiaca (effetto inotropo). L'azione vascolare è a carico delle coronarie, arterie ed arteriole. A livello cardiaco risulta importante la diminuzione del Antiaritmici 12 consumo di ossigeno dovuto alla riduzione del metabolismo dell'ATP. L'azione sul cuore è dunque duplice: 1) Un'azione diretta dovuta alla diminuzione del consumo di ossigeno ed alla dilatazione delle coronarie; 2) Un'azione indiretta dovuta allo sgravio delle resistenze periferiche per vasodilatazione arteriosa. I calcio bloccanti più noti sono la Nifedipina ed il Verapamil. Verapamil CN H3CO C CH3 (CH2)3 N (CH2)2 OCH3 CH H3CO H3C CH3 OCH3 Il Verapamil riduce l'entità della corrente ionica del Ca++ attraverso il canale lento provocando anche una diminuzione della velocità del recupero del canale; inibisce inoltre l'ingresso veloce del Na+, portando così ad un effetto inotropo negativo diretto. Relazioni struttura attività del Verapamil Nella molecola del Verapamil la presenza di un carbonio chirale non è essenziale, però lo è la presenza di un carbonio quaternario (così definito in analogia con i composti ammonici quaternari). La demetilazione dell'azoto basico porta ad una diminuzione dell'attività. Il gruppo isopropile e il CN possono essere sostituiti senza perdita dell'attività. Una Antiaritmici 13 buona attività si ha con una appropriata distanza fra l'azoto ed i benzeni. I gruppi OCH3 sugli anelli aromatici aumentano l’affinità per i canali del Ca++. Il Verapamil mostra enantioselettività (l’enantiomero destrogiro è 10 volte più attivo di quello levogiro) ed ha una flessibilità conformazionale; infatti interagisce, oltre che con il canale del Ca++, anche con il recettore adrenergico e colinergico. Nifedipina O2N H3COOC 5 6 H3C 4 1 N H COOCH3 3 2 CH3 La Nifedipina ha un'azione vasodilatatrice, fa aumentare l'afflusso di sangue coronarico. Diminuisce la pressione, la contrattilità e la funzionalità del ventricolo migliorano, mentre la frequenza e la gittata cardiaca aumentano solo di poco. L'aumento della gittata è provocato dall'effetto combinato della diminuzione delle resistenze periferiche artereolari con l'azione inotropa positiva conseguente all'aumento della risposta simpatica riflessa. Antiaritmici 14 Relazioni struttura attività della Nifedipina L'introduzione di gruppi non polari in posizione 4 dell'anello 1,4diidropiridinico aumenta l'attività. Il fenile in 4 può essere sostituito solamente in orto, qualche volta in meta, ma mai in para perché questo comporta la coplanareità tra i due nuclei. La conformazione attiva richiede la non coplanarità degli anelli fenilico e 1,4-diidropiridinico. I gruppi esterei in posizione 3 e 5 sono importanti per l’attività, uno dei due residui può essere sostituito con gruppi contenenti una funzione aminoalcolica, ottenendo una serie di prodotti con caratteristiche di potenza e selettività spesso migliori della Nifedipina. La sostituzione dei gruppi metilici in 2 e 6 nella Nifedipina, con gruppi più voluminosi diminuisce l'attività. L'azoto in 1 non deve essere sostituito perché deve partecipare alla formazione di un legame idrogeno importante per l'interazione con il canale del Ca++. Antiaritmici 15