Un aneddoto su Tirteo Poiché i Lacedemoni erano sul punto di schierarsi contro i Messeni e volevano vincere o morire in battaglia, affinché ciascuno venisse riconosciuto dai familiari nello sgombrare i morti, scrissero il nome in delle verghette, e portandole nella mano sinistra, volendo Tirteo abbattere i Messeni che erano al corrente di ciò, ordinò di non sorvegliare gli Iloti che (potevano) disertare. Quelli che disertarono senza ritegno mentre nessuno li controllava avvertirono i Messeni dell'impeto lacedemone; ... Pindaro Pindaro di Tebe, figlio di Scopelino, di Daifonte secondo alcuni, cosa che è anche più veritiera…alcuni anche ne parlano come figlio di Pagonda. Discepolo della donna Mirtide, si piazzò sessantacinquesimo alle olimpiadi, essendo fra gli anni quaranta dopo la spedizione di Serse. E aveva un fratello di nome Erotione e figlio di Diofante., Eumete e Protomaca come sorelle. E la fine della sua vita avvenne tra le preghiere: , di morire in compagnia nel teatro innalzandosi verso le ginocchia del suo amato Teosseno, tra gli anni cinquantacinque. Scrisse in settanta libri, in dialetto dorico, cose come le vittorie olimpioniche, quelle a Pizio, la prosodia, la verginità, le consacrazioni, inni di Bacco, la dafneforia, le peana, le iporchema, i canti ditirambi, la scolia, gli encomi, i canti lugubri, settanta drammi tragici, epigrammi epici, e consigliò agli Elleni come si parla nel discorso militare, ma anche di più. Eschilo L'Eschilo delle tragedie era di stirpe ateniese, Eleusinio del popolo, figlio di Euforione, fratello di Cinegiro, di natura eupatride. Iniziò con le tragedie da giovane, e (innalzò sopra di sé) si interessò molto della poesia e della disposizione del palcoscenico, della gravità corale e dell'abbigliamento degli interpreti, della serietà del coro...Dicono che partecipò da valoroso alla battaglia di Maratona col fratello Cinegiro, alla battaglia navale a Salamina con il giovanissimo Amenia tra i fratelli, e alla battaglia per terra a Platea...Si allontanò presso Ierone, secondo alcuni sollecitato dagli ateniesi e superato da Sofocle che era giovane, secondo altri battuto da Simonide negli elogia per quelli che erano morti a Maratona; . Dopo aver preso la strada per la Sicilia, poiché Ierone stava allora colonizzando l'Etna, gli mostrò i territori del monte augurando bella vita agli abitanti della città. E essendo stato assai onoroato dal tiranno Ierone e dai Geloni, dopo aver sopravvisuto per altri tre anni essendo vecchio morì in questo modo: un'aquila dunque catturò una testuggine, poiché la forza non riusciva a ricavarne una preda, la scagliò contro le rocce rompendo il guscio, essendo questa stata portata al poeta lo uccise. Sofocle Nacque quindi Sofocle di famiglia ateniese, del demo di Colono, e noto per la sua vita e per la poesia, che venne educato egregiamente e fatto crescere nell'abbondanza...Allenato in tutto anche in palestra e nella musica, dove in entrambe due le cose (era incoronato) era un campione, come dice Istro. Venne istruito alla musica a Lampro, e dopo la battaglia per mare a Salamina essendo gli ateniesi vicini alla vittoria dopo essersi cosparso d'olio da nudo iniziò per primo con la lira i peana per i vincitori. Imparò la tragedia da Eschilo. e portò molte novità nelle competizioni, . Dicono che dopo aver impugnato la cetra qualche volta suonò davanti al solo Tamuride, per cui nelle varie stoà si scrisse di lui anche per la cetra. Satiro dice che proprio lui inventò anche il bastone ricurvo per appoggio. Istro dice anche che inventò lui i calzari bianchi che indossano gli attori e i coristi, e sull'origine dei quali scrissero dei drammi...Insomma per dirla in breve, la bellezza del costume divenne tanto grande che per tutto e da tutti viene ricordato. “Ipotesi” dell’Antigone di Sofocle Creonte dopo aver buttato via senza sepoltura Polinice che era stato ucciso nel duello corpo a corpo contro il fratello proclamò che nessuno l’avrebbe dovuto seppellire, minacciando la morte come castigo. La sorella Antigone prova a seppellirlo. E dopo essersi nascosta alle guardie lo mise su una tomba; a queste Creonte promise (minacciò) la morte, se non avessero trovato colui che aveva fatto ciò. Quelle pulendo la cenere che era stata cosparsa non smisero di vegliare (vegliavano non meno). Giungendo Antigone dopo aver trovato il morto spoglio scoppiando in lacrime si rivela. Creonte dopo che venne catturata dalle guardie la condanna e la rinchiude viva (facendola vivere) in una tomba. Dopo questi avvenimenti Emone, il figlio di Creonte, che continuava a pensare a lei, essendo turbato si uccide per la ragazza (ormai) morta per soffocamento, e (dopo che) Tiresia aveva vaticinato tutto ciò; afflitta per l’accaduto Euridiche, moglie di Creonte, si uccide. E alla fine Creonte piange la morte del figlio e della moglie. Euripide Euripide il poeta figlio di Mnesarchide il truffatore e di Clito figlia di un venditore di ortaggi, nacque ad Atene (lett. Nacque ateniese). Fu generato a Salamina sotto l’arconte Callide intorno alla 75esima Olimpiade, quando gli Elleni combattevano per mare contro i Persiani. Si allenò sia negli “archas” sia nel pancrazio o pugilato (Si allenò/esercito ACC. Principi men pancrazio oppure pugilato – cercare meglio), suo padre consultò l’oracolo che (disse che) avrebbe vinto gare con corone in premio, e si dice avrebbe vinto ad Atene. Saffo Saffo, figlia di Simone (secondo altri di Eunomino, secondo altri di Erigio, secondo altri di Eccito, secondo altri di Semo, secondo altri di Camone, secondo altri di Etarco, secondo altri di Scamandronimo), e di Clido, Lesbia, di Ereso, poetessa lirica, nata nel periodo della 42esima Olimpiade, era contemporanea di Alceo, Stesicoro e Pittaco. Aveva tre fratelli: Laraco, Carasso ed Eurigio. Fu sposata da un ricchissimo uomo di nome Cercila, convinto da Andro, e generò una figlia da lui, la quale fu chiamata Clido. Le sue tre etere, Attide, Telesippe e Megera, per le quali ebbe anche un’imputazione riguardo quei turpi amori, diventarono anche amiche. Inoltre furono sue allieve Anagora Milesia, Gongila Colofonia, Eunica Salaminia. Scrisse nove libri di versi lirici, e inventò il plettro. Scrisse anche epigrammi, elegie, giambi e monodie.