RIASSUNTO DELLA SEGUENTE LINEA GUIDA “ACC/AHA/ESC 2006 Guidelines for Management of Patients With Ventricular Arrhythmias and the Prevention of Sudden Cardiac Death” EPIDEMIOLOGIA DELLE ARITMIE VENTRICOLARI E DELLA MORTE CARDIACA IMPROVVISA L’epidemiologia delle aritmie ventricolari e della morte improvvisa cardiologica spazia dai battiti ectopici ventricolari ( BEV ) alla tachicardia ventricolare non sostenuta (TVNS) alla morte cardiaca improvvisa ( MCI) da tachiaritmie ventricolari in cuore patologico o normale. BEV E TVNS: sono state studiate sia in soggetti normali che in cuori patologici. I BEV non portano ad aumentata mortalità in pazienti con cuori esenti da patologie. Invece i BEV durante sforzo sembrano incrementare la mortalità. Nei pazienti con patologie cardiache i BEV e le TVNS portano ad un aumento di mortalità legato alla patologia di base. Dopo IMA una presenza continua di BEV e TVNS porta ad aumentata mortalità se la frazione di eiezione è ridotta. TV ed FV dopo cardiopatia ischemica acuta : se avvengono nelle prime 24-48 ore non incrementano la mortalità. Ma nei pazienti con NSTEMI tale mortalità è invece incrementata probabilmente per una propensione del miocardio ischemico alle tachiaritmie. MORTE CARDIACA IMPROVVISA: in USA ci sono 250000-300000 morti improvvise, idem in Europa. L’incidenza varia con le regioni e con i criteri vari di inclusione. Infatti il criterio temporale varia nei diversi studi: morte a 1 ora dai sintomi o a 24 ore dai sintomi. PREDITTORI DEL RISCHIO DI MCI: Tempo: entro 18 mesi si ha il rischio massimo dopo evento ischemico Età : la morte improvvisa cardiaca aumenta con l’età fino a 80 anni poi decresce Sesso: più colpiti in età giovanile i maschi Ereditarietà: stanno emergendo geni che favoriscono il formarsi della placca aterosclerotica. Razza: è più alta tra gli Afro Americani Non esistono , oltre a quelli usati nella stratificazione del rischio coronarico, altri metodi per stratificare il rischio della morte improvvisa cardiaca. MECCANISMI E SUBSTRATI Tre quarti delle morti cardiache improvvise sono in coronaropatici. Ma il restante quarto coinvolge la cardiomiopatia ipertrofica, la cardiomiopatia dilatativa, la cardiomiopatia del ventricolo destro, anomalie congenite ( ad esempio anomalie coronariche ), spasmi coronarici e altro. L’obesità, il fumo, l’ipertensione e il diabete sono fattori di rischio. In età giovanile pre coronaropatia, la cardiopatia ipertrofica e la cardiomiopatia destra sono le cause più frequenti. Il prolasso della mitrale non ha mai dimostrato essere legato a MCI mentre il WPW dà MCI nello 0.15% dei casi legato a Fa parossistiche. In un 5% dei casi la MCI avviene in assenza di anomalie cardiache . In questo gruppo sono presenti: La sindrome del QT lungo La sindrome del QT corto La sindrome di Brugada TV catecolaminergica Si stanno studiando i canali del sodio e del potassio nel sarcolemma miocardico che possono portare a alterazioni tali da generare aritmie e si pensa che in questo campo la ricerca porterà ad individuare altri gruppi di pazienti a rischio. MECCANISMI DI MCI FV nell’80% dei casi, bradi-asistolia nel restante 20%. QUADRO CLINICO DI PRESENTAZIONE VALUTAZIONE GENERALE DEL PAZIENTE CON SOSPETTA O ACCERTATATA ARITMIA VENTRICOLARE. Cardiopalmo,sincope e presincope sono i tre sintomi sospetti per aritmia ventricolare. Il cardiopalmo con inizio e termine improvvisi, la sincope senza prodromi sono ad alto rischio. Spesso si associano a dispnea, toracalgia e astenia. Una attenta indagine farmacologica e famigliare è utile visto che possono coesistere familiari deceduti per MCI. L’esame obiettivo, in assenza di aritmia è spesso nei limiti. VALUTAZIONE NON INVASIVA ECG A RIPOSO : deve essere eseguito in tutti i pazienti ( classe I ) permettendo di escludere la sindrome di Brugada, del QT lungo e corto, la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro, alterazioni aspecifiche da disionie, deficit di conduzione.. Un QT calcolato maggiore di 440 msec o minore di 300 msec è associato a una maggior mortalità. TEST DA SFORZO: è utile nei pazienti con rischio intermedio-alto di ischemia miocardica o nei pazienti con aritmie indotte dallo sforzo come la TV catecolaminergica ( classe I ). E’ pure utile per dimostrare l’avvenuta ablazione di una via anomala o l’effetto terapeutico( classe IIa ) REGISTRAZIONE CONTINUA DELL’ ECG: è utile per mettere in relazione sintomi ed ECG. Se gli episodi sono frequenti basta una registrazione di 24-48n ore altrimenti occorre impiantare un loop recorder. MISURAZIONI E TECNICHE ELETTROCARDIOGRAFICHE: ci sono molte modalità per individuare dall’ ECG i pazienti a rischio di MCI ma due sono state accettate dal U.S. Food and Drug Administration (FDA): SAECG ( signal-averaged electrocardiography) TWA ( T-wave alternans ) Comunque la sensibilità baracettoriale e il HRV (heart rate variability) hanno dato buone indicazioni. La SAECG è una registrazione fine dell’ECG di superficie per evidenziare potenziali tardivi. Questi favoriscono i circuiti di rientro ventricolari. La TWA è invece un continuo cambio di morfologia della onda T che si associa a una più alta percentuale di morti improvvise sia nelle cardiopatie ischemiche che nelle dilatative e ipertrofiche. La HRV è una continua variabilità della durata del ciclo cardiaco legata ad una maggior incidenza di morte improvvisa nei pazienti post IMA ECOCARDIOGRAFIA: ha diversa utilità a seconda delle patologie. RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE: particolarmente utile nella diagnosi di cardiopatia aritmogena del ventricolo destro. TAC: scarsa importanza visto l’uso dell’ecocardiografia CORONAROGRAFIA: viene eseguita in tutti i pazienti a rischio moderato-alto di cardiopatia ischemica. TEST ELETTROFISIOLOGICO: viene usato per indurre eventualmente aritmie ventricolari ed eseguire eventuali ablazioni del circuito di rientro. Nelle forme ischemiche è utile per valutare alcune dubbie aritmie ventricolari accompagnate da sincope o cardiopalmo. E’ pure consigliato in caso di sincope in pazienti con FE < 40% o con patologie cardiache. TERAPIA DELLE ARITMIE VENTRICOLARI La terapia della BEV, TV non sostenuta, TV sostenuta monomorfa, polimorfa, FV presuppone la conoscenza della loro genesi, delle condizioni cliniche che le favoriscono, il rischio della aritmie e degli eventuali farmaci da utilizzare. TERAPIA FARMACOLOGICA ANTIARITMICA BETABLOCCANTI: utili nel ridurre i BEV, le aritmie ventricolari e le MCI. Agiscono riducendo la frequenza cardiaca SOTALOLO E AMIODARONE: non hanno dimostrato ridurre i casi di MCI . Inoltre il sotalolo ha determinato episodi proaritmici e l’amiodarone ha causato ipertiroidismo e fibrosi polmonare. L’amiodarone e il sotalolo sono da usare in pazienti con ICD in quanto riducono il numero di scariche. In pazienti a rischio aritmico ma senza indicazione all’ ICD i betabloccanti sono da preferire e se non sono sufficienti aggiungere l’amiodarone con attenzione agli effetti collaterali. In pazienti con ICD con frequenti episodi di TV l’associazione amiodarone - betabloccanti è migliore del sotalolo perchè quest’ultimo riduce la FE e tutti questi pazienti hanno di base una FE ridotta. TERAPIA FARMACOLOGICA NON ANTIARITMICA ELETTROLITI: l’uso di potassio e magnesio iv in acuto e per os in cronico riduce la MCI .in quanto altera il substrato fisiologico dei circuiti di rientro. Sono particolarmente utili in cosa di carenza elettrolitica ma pure in caso di non carenza. Il rimodellamento miocardico dopo cardiopatia ischemica o dilatativa favorisce i circoli di rientro e farmaci come acei, bloccanti i recettori dell’aldosterone e dell’angiotensina II bloccano questo rimodellamento. ASA E ANTICOAGULANTI: riducono la MCI di origine ischemica miocardica ACIDI GRASSI omega3 : non ci sono studi risolutivi ma sembra che si comportino come antiaritmici STATINE: riducono la MCI stabilizzando le membrane TERAPIA NON FARMACOLOGICA CARDIOVERTITORI INTERNI ED ESTERNI ICD (Implantable Cardioverter-Defibrillator): ha portato a una riduzione della mortalità del 35-55 % a seconda della patologia di base. DEFIBRILLATORE AUTOMATICO ESTERNO: viene consigliata la presenza sui luoghi di lavoro con personale addestrato all’uso. DEFIBRILLATORE AUTOMATICO INDOSSABILE : si usa sotto i vestiti e serve come misura tampone in attesa dell’ ICD, in caso di ablazione dell’ ICD per sepsi, in caso di momentaneo rischio aritmico. ABLAZIONE E’ indicata in pazienti con TV monomorfa sostenuta non dominata da farmaci, in pazienti con ICD e frequenti shock, in pazienti con WPW ed episodi di fa con un episodi di RCP. TRATTAMENTO ACUTO DI PARTICOLARI ARITMIE ARRESTO CARDIACO: è una improvvisa perdita di flusso cardiaco con conseguente perdita di coscienza. La causo più frequente e con miglio prognosi è la TV-FV ma pure bradiasistolia e PEA sono responsabili con prognosi peggiore. TV ASSOCIATA A INFARTO MIOCARDICO ACUTO A BASSA TROPONINA: il trattamento è simile a quello della TV con infarto miocardico con troponina non elevata TV MONOMORFA SOSTENUTA: una tachicardia a QRS larghi è una TV presunta. Una cardioversione elettrica è indicata in ogni momento in caso di compromissione emodinamica. L’amiodarone è ragionevole ( IIa) in caso di TV monomorfa instabile refrattaria alla cardioversione. La lidocaina è ragionevole ( IIb) in caso di cause ischemiche miocardiche. I calcioantagonisti non diidropiridinici non vanno usati in caso di tachicardie a QRS largo (III) TV MONOMORFA RECIDIVANTE: Amiodarone, betabloccanti sotalolo sono indicati in tali situazioni ( IIa) TV POLIMORFA: la cardioversione è indicata in qualunque momento. I betabloccanti sono indicato se la causa è ischemica ( I ) Anche l’amiodarone se il paziente non ha un QT lungo congenito a acquisito (I).La lidocaina è invece in classe IIb. TORSIONE DI PUNTA: interruzione di tutti i farmaci e anomalie elettrolitiche che causano torsione di punta. Il pacing è indicato in caso di torsione in seguito a bradicardia. Il magnesio è utile in caso di QT lungo ( IIa). Il potassio è ragionevole ( IIb ) come la lidocaina ( IIb) TV INCESSANTE: sono plurimi episodi di TV che necessitano defibrillazione. Una variante è quella data da plurime scariche consecutive di un ICD. Rivascolarizzazione, betabloccanti, amiodarone sono raccomandati ( I ), dopo la risoluzione l’amiodarone è da usare per ridurre le recidive ( IIa ). Un overdrive pacing è utile ( IIb ) . ARITMIE VENTRICOLARI E MCI COLLAGATE A SPECIFICHE PATOLOGIE ARITMIE ASSOCIATE A PRECEDENTE SINDROME CORONARICA ACUTA: si manifestano 3 tipi di tachiaritmie ventricolare: TV non sostenuta: 3 o più battiti ventricolari ma per meno di 30 secondi TV sostenuta Arresto cardiaco da TV-FV La TVNS non necessita di terapia a meno che non abbia compromissione emodinamiche. In tal caso si usa amiodarone o sotalolo. La TV sostenuta che non degrada in arresto cardiaco, se rara, può essere trattata con l’ ICD. Se frequente sono utili studi elettrofisologici e l’ablazione del circuito Un episodio di TV-FV dopo 24-48 ore dall’ IMA è un segno prognostico negativo e il paziente deve essere trattato con ICD. ARITMIE ASSOCIATE A VALVULOPATIA : devono seguirsi le linee guida su ciascuna patologia valvolare. Non è ben stabilita ( II b ) la terapia nel caso di prolasso mitralico, rigurgito mitralico severo con aritmie severe. ARITMIE ASSOCIATE A PATOLOGIE CARDIACHE CONGENITE: i pazienti con cardiopatie congenite sopravvissute a un arresto cardiaco con prospettive di vita > 1 anno devono essere trattate con ICD. Se invece hanno sperimentato un TV sostenuta devono essere sottoposti a studio elettrofisiologico e terapia ablativa. ARITMIE ASSOCIATE A MIOCARDITI, ENDOCARDITI E PATOLOGIE REUMATOLOGICHE: In caso di BAV avanzato in corso di miocardite è indicato un pacing temporaneo, in pazienti con pregressa miocardite ed episodio di aritmia ventricolare a rischio di vita e con una prospettiva di vita > 1 anno è indicato l’impianto di un ICD ( classe IIa ) , in caso invece di miocardite acuta in corso può bastare una terapia antiaritmica in quanto durante l’episodio acuto il posizionamento di un ICD è classe III. La miocardite è un processo infiammatorio acuto miocardico, di solito di tipo infettivo ma può essere dovuto ad altre cause ( radiazioni, sostanze chimiche). Gli agenti infettivi più comuni sono i virus, poi vengono i batteri, miceti, protozoi, spirochete, rickettsie. L’evoluzione varia come i sintomi di esordio. Ci possono essere forme asintomatiche riconoscibili solo all’ECG con alterazioni dell’ST-T a forme che simulano l’attacco ischemico miocardico. Le aritmie associate vanno da un difetto lieve di conduzione ad aritmie ventricolari a rischio di vita. Il decesso avviene per scompenso cardiaco o per aritmie includenti il BAV di grado elevato. Il pacing è indicato in caso di BAV avanzato sintomatico. L’evoluzione può essere la cardiomiopatia cronica, che se associata ad aritmie ventricolari necessita di ICD con le stesse indicazione dello scompenso cardiaco e delle miocardiopatie. La miocardite a grandi cellule idiopatia è tipica dei giovani ,è rara ma mortale se non trattata. La diagnosi basa sulla biopsia miocardica. La miocardite di Lyme da borelliosi risponde bene alla terapia antibiotica. Altre forme di miocardite sono quelle da HIV e da tripanosoma cruzi ( patologia di Chagas). La febbre reumatica acuta si associa ad interessamento miocardico, pericardico ed endocardico con alterazione dell’ ST-T non specifici, BAV di vario grado, QT lungo Le endocarditi infettive possono essere subacute o acute. Le forme subacute sono per lo più dovute a streptococco di partenza urinaria o gastrointestinale e si instaurano su valvole alterate. Le forme acute sono dovute a stafilococco aureo che si impianta su valvole sane. Se non trattata l’endocardite è mortale, soprattutto se interessa la valvola mitrale ed aortica con embolizzazione e occlusione coronarica. Rare sono le aritmie ma un ascesso del setto può portare a BAV di grado elevato. L’antibioticoterapia è di 1° scelta ma in caso di ascesso non rispondente è utile la terapia chirurgia come nel caso di grave insufficienza aortica. In caso di aritmie il trattamento non differisce dall’usuale. ARITMIE ASSOCIATE A CARDIOMIOPATIE INFILTRATIVE : La sarcoidosi colpisce il cuore nel 25% dei casi con una sintomatologia che mal si correla con il quadro anatomopatologico. La MCI può essere il primo sintomo cardiaco. Le aritmie sopra e sotto ventricolari sono frequenti e nel 65% dei casi si presenta BAV. I corticosteroidi riducono le aritmie e la MCI ma possono favorire la fibrosi e l’insorgenza di circuiti da rientro. Non esistono trials prospettici ma in casi selezionati un ICD o un pacemaker possono essere indicati. Nell’amiloidosi miocardica la prognosi è sempre infausta con una sopravvivenza a 3 anni del 6%.La morte è per scompenso cardiaco. La sindrome di Fabry è una patologia ereditaria legata al cromosoma X con carenza di galattosidasi ed accumulo lisosomiale. Negli uomini con ipertrofia ventricolare sinistra inspiegata la sindrome di Fabry ha una incidenza del 3-6%. Nelle femmine le manifestazioni sono molto più sfumate visto che possiedono due cromosomi X. Si manifesta con alterazioni all’ ECG ma la MCI è rara. Con una terapia di rimpiazzo si sono ridotti i casi di ipertrofia ventricolare e le anomalie di conduzione. L’emocromatosi interessa il miocardio nel 30% dei casi ma una terapia appropriata rende le lesioni iniziali reversibili, la MCI non è mai stata indagata. La malattia non trattata porta a scompenso cardiaco. PATOLOGIE ENDOCRINE E DIABETE: la patologie endocrine possono creare aritmie e MCI per un eccesso di attività recettoriale miocardica ( feocromocitoma, ipotiroidismo), per alterazioni miocardiche ( acromegalia ), per alterazioni elettrolitiche ( iperpotassiemia nell’ Addison, ipopotassimia nel iperaldesteronismo ), per peggioramento di patologie preesistenti cardiovascolari. La tireotossicosi causa aritmie atriali, rare le aritmie ventricolari a meno che non ci siano alterazioni elettrolitiche concomitanti. TV e MCI sono più frequenti nell’ipotiroidismo in relazione a un QT allungato. La terapia è di correzione dell’anomalia ormonale. Il feocromocitoma può presentare TV/MCI ma l’incidenza è sconosciuta. La terapia con alfa betabloccanti riduce la pressione ed evidenze aneddotiche parlano di riduzione di episodi di aritmia ventricolare. Il trattamento in questi casi è chirurgico. Nell’acromegalia la MCI è frequente in relazione alla massa miocardica nell’ Holter le aritmie ventricolari sono frequenti . La terapia chirurgica e ormonale con somatostatina e similari riduce ne giovani la massa miocardica le aritmie ventricolari. L’iperaldosteronismo primario, l’iposurrenalismo, causando disionie, portano ad aritmie ventricolari e MCI. La terapia di correzione elettrolitica ed ormonale riduce le aritmie. Nel diabete la patologia vascolare predispone a cardiopatia ischemica, aritmie ventricolari e MCI; la terapia è simile ai pazienti non diabetici. In aggiunta la neuropatia autonomica, gli episodi di iperglicemia,l’insufficienza renale con episodi di iperpotassiemia aumentano il rischio di MCI. Anche gli episodi di ipoglicemia aumentando il tono simpatico, favoriscono le aritmie ventricolari anche con un incremento del QT. I beta bloccanti, pur mascherando i sintomi dell’ipoglicemia, hanno mostrato aumentare la sopravvivenza come gli ace inibitori e i bloccanti i recettori dell’aldosterone. INSUFFICIENZA RENALE IN STADI AVANZATI: il 40% delle morti sono per cause cardiovascolari e il 20% sono MCI. Durante le 4-5 ore dopo la dialisi le aritmie sono frequenti. Le cause sono disioniche ma non ci sono dati utili per un efficace trattamento. OBESITA’, DIETE, ANORESSIA: disordini alimentari estremi e diete estreme sono associate a un incremento di MCI. Nei forti obesi il rischio di MCI è 40-60 volte superiore, causato da alterazioni del sistema di conduzione (QT allungato e aumentata dispersione del QT). La cardiomiopatia dell’obeso è la causa più frequente di MCI, anche in pazienti normotesi. Anche le apnee ostruttive notturne sono causa di aritmie ventricolari nell’obeso. IL calo ponderale riduce il rischio di MCI riducendo l’ipertrofia ventricolare nelle forme iniziali e quindi una dieta deve essere iniziata ma ben bilanciata. Infatti diete ipocaloriche prolungate aumentano il rischio di aritmie ventricolari e MCI con plurimi meccanismi. L’anoressia-bulimia causa una alta percentuale di morti ma non sempre di origine cardiaca. L’anoressia prolungata causa atrofia miocardica, versamenti pericardici, bradicardia sinusale, QT lungo I pazienti con BMI basso o rapidamente ridotto presentano alte percentuali di QT lungo. Tutte queste alterazioni scompaiono dopo rialimentazione. Nella prima settimana di rialimentazione in pazienti anoressici cronici possono comparire aritmie ventricolari da ipofosfatemia. PATOLOGIE PERICARDICHE : la MCI può avvenire per plurimi motivi legati a processi restrittivi o costrittivi. Le cause sono traumatiche, neopastiche, flogistiche. Fenomeni aritmici particolari non sono segnalati per cui si pensa soprattutto a forme di MCI da tamponamento. IPERTENSIONE POLMONARE: la MCI è la responsabile del 30-40% d morti, maggiormente nelle ipertensioni polmonari primitive che per tromboembolia. La causa principale è l’ipossia ma pure l’ischemia miocardica da compressione dell’arteria polmonare principale dilatata sull’ostio coronarico. Il cateterismo cardiaco è ad alto rischio aritmico e la profilassi antiaritmica non ha dato benefici, anzi si è notato una alta percentuale di effetti farmacologici pro aritmici per cui la profilassi è classe III. ARITMIE TRANSITORIE DA CAUSE REVERSIBILI: le cause reversibili più frequenti sono le distonie e l’ischemia miocardica. Cause meno frequenti sono l’effetto pro aritmico di farmaci antiaritmici. Non ci sono studi randomizzati sulla TV/FV ma studi osservazionali riferiscono che una TV monomorfa in pazienti con precedenti IMA non risente della rivascolarizzazione. La rivascolarizzazione è efficace in pazienti ripresi dopo FV e ischemia miocardica acuta con funzione ventricolare nei limiti. La mortalità intraospedaliera in pazienti con FV durante IMA è alta ma quelli con IMA-Q hanno , se ripresi, la stessa sopravvivenza dei pazienti senza FV, mentre nei IMA – non Q la mortalità è maggiore. Le alterazioni di potassiemia e magnesemia devono essere prese in considerazione in caso di arresto inspiegabile. L’uso di antiaritmici che allungano il QT causa aritmie ventricolari che scompaiono sospendendo il farmaco ma se il paziente ha patologie miocardiche è indispensabile un attenta valutazione specialistica. ARITMIE VENTRICOLARI ASSOCIATE A CARDIOMIOPATIE CARDIOMIOPATIA DILATATIVA: la mortalità a 5 anni è del 20% di cui 1/3da MCI con FV /TV , embolia polmonare, bradicardia, DEM. Frequenti le sincopi e le aritmie ventricolari. Non esiste un modo validato per individuare i pazienti a maggior rischio di MCI. La frazione di eiezione non si è dimostrata utile mentre la sincope è stata associata a più alto rischio. Studi elettrofisiologiche che riescono ad indurre TV dimostrano un alto rischio di MCI ma la non induzione non esclude la MCI. La forma idiopatica è pari al 40% di tutti i casi di cardiopatia dilatativa ed è autosomica dominante, sfortunatamente anche gli studi genetici non sono utili nella stratificazione della MCI. Il trattamento farmacologico con betabloccanti e ace inibitori ha ridotto la mortalità e pure le MCI. L’amiodarone è il più usato nel trattare le aritmie per i suoi scarsi effetti emodinamici. Si è dimostrato utile però nel ridurre la MCI solo nelle cardiomiopatie dilatative non ischemiche. L’uso dell’ ICD è controverso. Svariati trial randomizzati controllati hanno fallito nel dimostrare in modo statistico una minor mortalità rispetto alla terapia con amiodarone. L’analisi genetica ha fallito nell’indicare la probabilità di MCI ma individua eventuali parenti che potranno essere successivamente seguiti nella progressione della cardiomiopatia. CARDIOMIOPATIA IPERTROFICA: molti pazienti sono asintomatici e il primo sintomo è la MCI dovuta ad aritmie ventricolari con trigger quali una ischemia, una ostruzione al flusso aortico, una fa. La mortalità annuale è dell’ 1% anche se altri studi parlano del 6%. Si è cercato di individuare i fattori che aumentano il rischio di MCI. Lo studio elettrofisiologico può individuare pazienti a rischio di MCI ma è stato messo in classe IIb in quanto anche un esito negativo non escute la possibilità di MCI. L’amiodarone è il farmaco di scelta nella prevenzione delle aritmie ventricolari ma non sono stati eseguiti trials con grossi numeri e non si è dimostrato una riduzione di MCI. Nei pazienti asintomatici la terapia non è utile ma in pazienti giovani con alto gradiente e severa ipertrofia i betabloccanti e i calcioantagonisti vengono somministrati. Nei pazienti con TV/FV l’ICD è stato usato con scariche annuali pari all’ 11%. L’impianto di ICD profilattico in pazienti con plurimi fattori di rischio per MCI ha dato una minor percentuale di scariche pari a 5% anno. L’analisi genetica favorisce l’individuazione di pazienti asintomatici e in alcuni casi la stratificazione del rischio di MCI. CARDIOMIOPATIA ARITMOGENA DEL VENTRICOLO DESTRO: si inizia con episodi di sincope - presincope. L’aritmia ventricolare è tipo BB partendo da BEV, TV non sostenuta, sostenuta e FV. Occorre fare diagnosi differenziale con la TV idiopatica del ventricolo destro che però colpisce per lo più il sesso femminile, non è associato ad anomali elettrocardiografiche ed è iniziato dall’isoproterenolo e non da test elettrofisiologici.. L’ECG nella cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro mostra T negative in V1-V3 e una durata del QRS > 110 msec. Spesso la MCI è il primo sintomo della patologia. I pazienti deceduti mostrano di solito alterazioni evidenti al ventricolo destro ma ci sono pure casi di microlesioni. L’attività fisica è spesso correlata ma si sono avuti casi di MCI a riposo. L’allargamento del ventricolo destro è legato a questa patologia. I test elettrofisiologici riescono a indurre TV solo nei pazienti che già hanno avuto episodi di TV. La terapia con ICD ha dato ottimi risultati con plurime scariche appropriate. Il posizionarlo pure in pazienti con pregresse sincopi e familiarità è ancora dibattuto. La terapia medica non ha dimostrato di ridurre la mortalità, il trapianto cardiaco è utile in caso di problemi biventricolari. L’analisi genetica non contribuisce alla stratificazione ma è utile nel monitoraggio. DISORDINI NEUROMUSCOLARI: sono patologie che possono predisporre ad aritmie ventricolari e MCI. Nella tabella vi è un elenco con le principali patologie a rischi di vita. La più alta percentuale è nella distrofia di Duchenne per cui studi elettrofisiologici e un eventuale ICD deve essere presi in considerazione. In generale in pazienti asintomatici un ICD non viene posizionato. SCOMPENSO CARDIACO: Raccomandazioni di classe I: L’ ICD è raccomandato nei sopravvissuti da TV instabile e FV, nei pazienti con sincope da TV con polso e FE < 40% e una sopravvivenza superiore a un anno L’ICD è raccomandato nei pazienti con FE <40% con buona aspettativa di vita L’ICD è raccomandato nei pazienti con FE <35% con buona aspettativa di vita Il sotalolo e l’amiodarone sono farmaci di ausilio nei pazienti con ICD riducendo gli episodi di TV asintomatici. SINDROMI ARITMICHE GENETICHE La sindrome del QT lungo ( QTLS ), la sindrome di Brugada, la TV polimorfa catecolaminergica sono patologie congenite a rischio aritmie ventricolari e MCI con miocardio cardiaco strutturalmente nei limiti. Tutti gli studi epidemiologici fin qui eseguiti non hanno dimostrato la storia naturale della malattia mentre lo studio dell’ ECG ha dimostrato nella QTLS un QT> 500 msec, nella Brugada un ST elevato in V1 V2, nella TV catecolaminergica una TV indotto dall’esercizio fisico. L’uso dell’ ICD in questi pazienti è imperativo nei sintomatici , da valutare per gli asintomatici in quanto sono tutti pazienti giovani. Per la QTLS e la TV catecolaminergica i betabloccanti hanno dimostrato ridurre la MCI, invece non c’è terapia per la Brugada per cui l’ICD viene usato per la prevenzione primaria maggiormente. La familiarità per MCI è fondamentale nella stratificazione del rischio . L’attività fisica è negata da alcuni specialisti, ignorata da altri SINDROME DEL QT LUNGO: è una patologia dovuta a una lunga ripolarizzazione con aritmie ventricolari che portano a sincope. Possono avvenire durante esercizio o a riposo. La componete genetica è stata ben studiata inserita nello studio del rischio. I sintomi variano da sincope a MCI. Sesso, difetto genetico e lunghezza del QT stratificano il rischio di MCI. I pazienti a maggior rischio sono gli LQT1 e LQT2 con un QT > 500msec e le femmine LQT3 indipendentemente dal QT. Gli LQT3 sono un sottogruppo a maggior rischio. I betabloccanti sono protettivi per gli LQT1 , meno per gli LQT2 e LQT3. La sincope da aritmia ventricolare è la più frequente nei pazienti con LQTS. Lo stimolo scatenante varia con i vari sottotipi: LQT1 : esercizio fisico, in particolare il nuoto LQT2 : riposo, stimoli acustici LQT3 : riposo, sonno Risultano quindi ovvie delle modifiche dello stile di vita: LQT1 deve evitare il nuoto e lo sforzo fisico in generale LQT2 deve evitare rumori durante il sonno staccando allarmi e telefono. Tutti devono evitare farmaci che allungano il QT. L’analisi genetica in questa sindrome è quindi fondamentale. SINDROME DEL QT CORTO: il QTc è minore di 300 mmsec. All’ECG si accompagna ad alterazione dell’onda T che è appuntita asimmetrica con branca discendente molto ripida. Sono solo 23 i casi noti con alta mortalità. Non sono stati individuati fattori scatenanti. Lo studio elettrofisiologico induce l’aritmia ventricolare ma non è noto se è un fattore prognostico. L’indagine genetica non ha dimostrato stratificare il rischio. SINDROME DI BRUGADA: ha alterazioni ECGrafiche specifiche associata ad alto rischio di MCI. Vi è un punto J alto in V1 V2 V3 e un BB destra, ma tale alterazioni possono essere presenti periodicamente. La MCI o una sincope appaiono per lo più nel sesso maschile verso la 3°- 4° decade di vita. L’iperpiressia è un fattore predisponente la MCI. Visto che l’ICD è l’unica terapia la stratificazione del rischio è fondamentale. La storia familiare non è utile nella stratificazione, l’ECG con alterazioni sembra indicare un maggio rischio rispetto a quello normale con alterazioni indotte da un bloccante i canali del sodio. I test elettrofisiologici sono dibattuti nella stratificazioni del rischio e una risposta certa non è nota. Il difetto genetico del gene del canale del sodio non ha dato ulteriori indicazione nella stratificazione. Ecco le raccomandazioni di questa linea guida: Classe I: l’ICD è indicato nei pazienti con Brugada sopravvissuti all’arresto cardiaco con probabilità di sopravvivenza oltre l’anno. Classe IIa: nei pazienti con alterazioni all’ ECG tipo Brugada, sincope con o senza alterazioni genetiche tipiche è indicato l’ICD. Se invece le alterazioni ECGrafiche sono indotte farmacologicamente si consiglia il monitoraggio dell‘ ECG. E’ consigliato l’ ICD per i Brugada con documentati run di TV senza arresto Classe IIb: il test elettrofisiologico può essere considerato nello stratificare Brugada asintomatici con o senza alterazioni genetiche ed ST elevato. TACHICARDIA VENTRICOLARE POLIMORFA CATECOLAMINERGICA: è una TV che compare durante stress fisico o emotivo con ECG a riposo nei limiti. Il primo episodio si manifesta da bambini ma sono documentati casi tardivi. L’origine è genetica autosomica dominante o recessiva.. I betabloccanti sono raccomandati per la prevenzione della TV ma se questa è documentata è utile l’ ICD. Il test elettrofisiologico non induce di solito l’aritmia e non è utile. Un test da sforzo mostra comparsa inizialmente di BEV e poi progressivamente TV non sostenute poi sostenute fino all’ FV. Visto l’utilità della terapia con betabloccanti lo studio genetico è qui utile. ARITMIE IN CUORE STRUTTURALMENTE NORMALE TACHICARDIA VENTRICOLARE IDIOPATICA: quella che origina dal ventricolo destro è la più frequente ed è benigna se non è associata a patologie cardiache. Ha una morfologia tipo BBsx. E indotta dall’esercizio fisico. La tachicardia che origina dall’area di eflusso aortico ( LVOT ) o polmonare ( RVOT) è rara e origina in cuori strutturalmente normali. La LVOT è più frequente negli uomini. La terapia efficace è con betabloccanti e calcioantagonisti non diidropiridinici, nell’RVOT gli antiaritmici Ic sono utili. Nei pazienti che rimangono sintomatici l’ablazione del focus aritmogeno è fondamentale con un successo nell’ RVOT del 90%. ALTERAZIONI ELETTROLITICHE: alterazioni nel potassio intracellulare, nel magnesio intra ed extracellulare e nel calcio intracellulare sono associate ad alterazioni elettrofisiologiche aritmogene. Attenzione però che in cuori strutturalmente alterati una aritmie ventricolare non deve essere imputata a cause elettrolitiche, ma in un cuore strutturalmente normale l’iperkaliemia, l’ipomagnesemia sono cause aritmogene e di MCI. L’ipomagnesemia a associa a torsioni di punta, l’ipokaliemia con o senza ipomagnesemia è responsabile di aritmie ventricolari in ipertesi,scompensati, in pazienti in terapia con antiaritmici di classe I , intossicazione acuta d’alcool, in pazienti in terapia digitalica. L’ipocalcemia allunga il QT. AGENTI TOSSICI: è noto che alcool e MCI sono in relazione ma la natura è controversa. Non sembrano completamente correlati alla cardiomiopatia alcolica. L’alcool è inotropo negativo parzialmente compensato dallo stimolo catecolaminergico. Visto che l’alcool induce rimodellamento miocardico probabilmente è la fibrosi a causare aritmie ventricolari e MCI. Il fumo aumenta di 4 volte il rischio di MCI. . I lipidi, in particolare le VLDL , le LDL, le HDL, i trigliceridi e le apolipoproteine B sono associate a MCI. Le statine riducono tale rischio. Gli omega3 riducono invece il rischio di MCI. ARITMIE VENTRICOLARI E MCI IN PARTICOLARI POPOLAZIONI ATLETI: tra gli atleti la MCI eccede la media per cui attenzione deve essere posta in questa categoria. Queste le raccomandazioni della linea guida : Classe I: in tutti gli atleti si deve fare l’anamnesi familiare in cerca di MCI, cardiomiopatia e anomalie ioniche. In caso di sospetta alterazione cardiaca devono essere trattati come gli altri individui tenendo conto però della loro attività. Se un atleta riferisce sincope deve essere attentamente valutato, in attesa devono sospendere l’attività agonistica. SESSO E GRAVIDANZA: le donne hanno un QT più lungo degli uomini e tale differenza aumenta a frequenze più basse. Dopo i 50 anni il QT di uomini e donne è uguale. Nelle donne con LQTS il periodo peggiore è il post partum dove la frequenza cardiaca rallenta. I betabloccanti possono essere usati a scopo profilattico durante e dopo la gravidanza, creando solo una lieve riduzione di frequenza nel feto. Durante la gravidanza il cardiopalmo è frequente, per lo più dovuto a aritmie sopraventricolari, ma TV di nuova insorgenza sono frequenti, pure in cuori strutturalmente normali, correlate ad alti dosaggi di catecolamine. In fase acuta la lidocaina è il farmaco di scelta, visto che l’amiodarone crea ipotiroidismo, disturbi nella crescita del feto e parti prematuri. I betabloccanti hanno un ruolo profilattico. Nelle donne con cardiomiopatia note la gravidanza è sempre un periodo a rischio. MCI, edema polmonare o stroke sono presenti nel 13% dei casi. Beta bloccanti, amiodarone ( ma attenzione agli effetti teratogeni ) sono la terapia da considerare mentre la cardioversione elettrica si usa nella fase acuta. PAZIENTI ANZIANI: sono quelli che maggiormente vanno incontro a MCI per cardiopatia ischemica, ipertrofica, dilatativa. La terapia farmacologica preventiva è basata sull’amiodarone ( pesando gli effetti collaterali ) e i betabloccanti ( scarsamente usati negli anziani ) . L’associazione potenzia la prevenzione. Anche l’ ICD deve essere impiantato con le stesse indicazioni del giovane ma con attenzione all’aspettativa di vita che deve essere almeno di un anno. PAZIENTI PEDIATRICI: colpisce 4 bambini ogni 100.000 contro i 100 adulti ogni 100.000. Il 70% delle MCI nei pazienti pediatrici sono di origine cardiaca . Visto i numeri scarsi non ci sono studi randomizzati e quindi tutte le raccomandazioni sono di classe C. Vi è un sottogruppo di bambini con un rischio di MCI maggiore degli adulti: quelli con LQTS, con anomalie cardiache congenite, cardiomiopatie, anomalie delle arterie coronariche. La terapia è uguale agli adulti. Il WPW nei bambini è raro. I BEV sono frequenti e sono presenti nel 15% dei neonati. Tale percentuale cala a meno del 5% nei bambini ma risale al 10% a 10 anni e al 25 % nella adolescenza. In tali casi occorre escludere cause organiche che hanno un significato prognostico; in assenza di anomalie strutturali cardiache i BEV non hanno significato prognostico. Una aritmia ventricolare sostenuta può essere presente nei neonati, di solito come ritmo idioventricolare accelerato, in assenza di anomalie cardiache strutturali; si risolve nel 1° mese di vita. Invece una TV persistente può essere presente in neonati con tumori cardiaci o cardiomiopatie. Si dibatte riguardo la relazione tra SIDS ( sudden infant death sindrome ) e LQTS. Fino ad ora si è dimostrato che il 40% delle morti si è ridotta evitando la posizione prona durante il sonno, quindi con una genesi respiratoria. Circa a un anno di vita molti bambini hanno episodi di TV sostenuta ben tollerata e con buona prognosi. Non esiste terapia efficace. La RVOT e LVOT sono spesso diagnosticate durante l’adolescenza e sono a prognosi benigna grazie all’ablazione previo studio elettrofisiologico mentre la TV polimorfica catecolaminergica è a prognosi peggiore con rischio di MCI. L’ ICD nei bambini è poco indagato, negli adolescenti si usano le indicazioni degli adulti. La terapia nelle aritmie a rischio di vita nei bambini è la seguente: Betabloccanti nel LQTS Nella TV focale l’ablazione chirurgica o con catetere Nelle cardiomiopatie terminali il trapianto cardiaco PAZIENTI CON ICD: la presenza dell’ ICD riduce le conseguenze ma non il numero degli episodi aritmici. Nelle tachicardie sopraventricolari ad alta frequenza posso indurre la scarica di un ICD che interpreta prioritariamente la frequenza. Una terapia con betabloccanti può evitare l’entrata in azione dell’ ICD. Gli ICD con due camere ( atriale e ventricolare) riescono ad analizzare e confrontare il ciclo atriale e ventricolare riducendo le scariche errate che attualmente sono al 1015%. Può avvenire il cosiddetto “arrhythmia storm”, cioè una serie di scariche ripetitive dovute a un circolo vizioso tra scarica e alterazione cardiaca La terapia è la stessa della TV incessante. FARMACI CHE INDUCONO ARITMIA Sono casi sporadici non sottoposti a studi randomizzati Farmaci ad alti dosaggi o interazioni fra farmaci sono le cause più frequenti. Di solito un farmaco viene eliminato attraverso una via e un secondo farmaco interagisce con tale via. TOSSICITA’ DIGITALICA: causa una incrementata automaticità atriale, ventricolare e giunzionale con blocchi AV. Si accompagna a iperkaliemia e alterazioni del sensorio con nausea e disturbi visivi. Ipotiroidismo, l’ipokaliemia e l’insufficienza renale sono concause. La terapia per casi di media gravità è la sospensione con controllo della kaliemia. Per casi più gravi gli anticorpi antidigitale. FARMACI CHE ALLUNGANO IL QT: nel sito www.torsades.org vi è l’elenco aggiornato di tutti i farmaci coinvolti . Nell’ 1-10% dei pazienti che ricevono farmaci che allungano il QT si ha un tale allungamento da causare torsione di punta, meno frequentemente con farmaci non antiaritmici. Spesso tali farmaci mettono in evidenza una LQTS. La terapia si basa sull’attento monitoraggio dei pazienti a rischio, mantenere una potassiemia tra 4.5 -5 mEq /L e somministrare magnesio 1-2 g ( anche la tossicità da magnesio con ariflessia e arresto respiratorio può presentarsi ma è rara a questi dosaggi ). Se non sufficienti il pacing può essere iniziato. TOSSICITA’ DA BLOCCANTI IL CANALE DEL SODIO: gli antiaritmici sono i più frequenti ma anche gli antidepressivi triciclici sono tossici con lo stesso meccanismo. La flecainide, il propafenone e la chinidina aumentano la durata del QRS pure a dosaggi terapeutici e sembrano incrementare la mortalità in fase post IMA. Inoltre rendono meno facilmente risolvibile una FV con la defibrillazione e favoriscono le TV recidivanti. Inoltre possono trasformare una fa in un flutter 1:1. Possono inoltre evidenziare una sindrome di Brugada. Da qui ne segue che ne è sconsigliato l’uso nella fase post IMA ( includendo pure gli antidepressivi triciclici ). Dal punto di vista terapeutico studi su animali hanno dato buoni risultati con il sodio bicarbonato e con i betabloccanti. OVERDOSE DI ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI: si manifestano con tachicardia sinusale, allungamento del QRS,ed ECG tipo Brugada. Ipotensione iperpiressia e coma sono pure presenti. L’alcalosi metabolica iatrogena è la sola terapia. PATOLOGIE NEUROLOGICHE E PSICHIATRICHE E MCI: è noto che negli epilettici e nei schizofrenici la percentuale di MCI è aumentata. Non è noto se è legato a un incremento del QT farmacologico, da disfunzioni autonomiche o da una incrementata incidenza di patologie cardiovascolari. ALTRI FARMACI CHE INDUCONO ARITMIE 5-FLUOROURACILE: causa aritmie maligne non rispondenti alle normali terapie durante l’infusione acuta, soprattutto la prima infusione, indipendentemente dalle patologie coronariche sottostanti. Durante a 1° infusione il paziente dovrebbe essere monitorizzato e in caso di sintomatologia, di solito simile all’attacco anginoso, il farmaco va sospeso e non più somministrato. La terapia può essere conservativa o convenzionale con nitrati, eparina, calcioantagonisti e betabloccanti.