I DEFIBRILLATORI I defibrillatori cardiaci impiantabili (ICD=Implantable Cardioverter Defibrillator) sono dispositivi deputati all’identificazione e alla terapia delle tachiaritmie ventricolari, una varietà di alterazioni e accelerazioni del ritmo cardiaco ventricolare. L’obiettivo della terapia ICD è di rilevare ritmi cardiaci di natura patologica, pericolosamente rapidi (tachiaritmia) e di erogare opportune terapie per ripristinare una normale frequenza cardiaca. Tali dispositivi sono in grado di distinguere la tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare. Inoltre, garantiscono anche una funzione antibradicardica per gestire i ritmi lenti patologici (come fanno anche i pacemaker). È da più di 30 anni che esiste la terapia antiaritmica con ICD e che continua a svilupparsi di pari passo con l’evoluzione tecnologica. I numeri Si stima che a livello mondiale siano alcuni milioni i pazienti affetti da aritmie ventricolari e che ogni anno più di un milione di persone tra Europa e Stati Uniti siano colpite da arresto cardiaco. La fibrillazione ventricolare, spesso anticipata da una tachicardia, rappresenta la causa di arresto cardiaco nell’80% dei casi (nel 50% preceduta da tachicardia ventricolare, nel 20% da torsione di punta e nel 10% insorta primitivamente). In Italia il mercato dei defibrillatori supera le 8 mila unità all’anno (dato riferito all’anno 2004, ASSOBIOMEDICA), mentre a livello europeo è di 20 mila unità e in Usa è di circa 100 mila unità. Come interviene il defibrillatore sui ritmi veloci del cuore: - Tachicardia ventricolare In questo caso il defibrillatore eroga sul ventricolo brevi treni di impulsi di stimolazione (impulsi di bassa energia). Questo tipo di terapia è nominato stimolazione antitachicardica (ATP). Se necessario questa prima terapia può essere seguita da una terapia di shock elettrico (cardioversione: singolo impulso a energia programmabile). - Fibrillazione ventricolare Se il ritmo cardiaco identificato è la fibrillazione ventricolare, che può condurre a morte certa il paziente, il defibrillatore eroga uno o più shock elettrici (defibrillazione) per “resettare” e dunque resincronizzare lo status elettrico di tutte le cellule del miocardio. Cos’è esattamente un defibrillatore cardiovertore impiantabile? L’ICD è un dispositivo in grado di riconoscere le aritmie cardiache ed erogare terapie per terminare le tachiaritmie ventricolari (TV / FV). Impiantato sottocute nel corpo umano opera in modo autonomo e permanente: rileva e analizza i segnali elettrici naturali del cuore attraverso gli elettrocateteri (speciali fili elettrici, posizionati all’interno delle camere cardiache) e sempre attraverso gli elettrocateteri eroga la terapia più opportuna. La tecnica dell’impianto si è enormemente semplificata ed è ormai acquisita da parte di quasi tutti i reparti delle cardiologie italiane. L’ICD può essere programmato dall’esterno, regolando diversi parametri per ottimizzare il riconoscimento delle aritmie e l’erogazione della terapia. Con tale programmazione è possibile quindi personalizzare il funzionamento del dispositivo in base alle esigenze del singolo paziente. I COMPONENTI DEL SISTEMA ICD Il sistema ICD è composto fondamentalmente da due parti: il dispositivo ICD e uno o più elettrocateteri. Il dispositivo ICD La “cassa” dell’ICD, in titanio, contiene la batteria, un microprocessore (la parte “intelligente”) ed alcuni componenti elettronici. Gli elettrocateteri Sono speciali fili elettrici isolati, che vengono inseriti lungo un circuito venoso sino all’interno del cuore e collegati al dispositivo ICD. Rilevano i segnali elettrici dell’attività spontanea del cuore (funzione di sensing), trasferiscono gli impulsi elettrici dall’ICD alle camere cardiache (funzione di pacing) e rilasciano lo shock elettrico all’interno del cuore, quando necessario. Il dispositivo ICD ha la capacità di memorizzare importanti informazioni cliniche riguardanti lo stato aritmico del paziente (episodi di aritmie cardiache) e lo stato di funzionamento del dispositivo. Durante le visite di controllo (follow-up) il medico esamina tali informazioni tramite un “programmatore” per valutare gli interventi effettuati automaticamente dall’ICD.