Inserto Salute e Sanita Settembre 2014

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Soria di copertina
Servizio di
Cassio Caracciolo
Foto di
Francesco Greco
IL GIUSTO
BATTITO
DEL CUORE
La Morte Cardiaca Improvvisa
si verifica a causa di un'aritmia
maligna (tachicardia ventricolare,
fibrillazione ventricolare),
cessando così di pompare il sangue
al corpo e al cervello. In assenza
di un immediato intervento, può
portare al decesso in pochi minuti
L
La Morte Cardiaca Improvvisa (MCI) è un fenomeno di
una certa rilevanza sociale, che può colpire pazienti affetti da cardiopatie congenite o acquisite, così come
soggetti apparentemente sani, anche atleti giovanissimi. Ma andiamo per ordine. . Ne parliamo con il dottore Saverio Iacopino, Calabrese, responsabile dell’unità
operativa elettrofisiologia e cardiostimolazione all’Anthea Hospital di Bari, al città di Lecce Hospital di Lecce,e opera altresì
all’ ICC di Roma e a Villa Torri Hospital di Bologna, ospedali della
rete GVM Care & Research.
Dottore Iacopino, cos’è un aritmia?
«Per Aritmia si intende un qualsiasi disturbo del normale ritmo
cardiaco. Alcune di esse sono congenite, le più diffuse tra i giovani
ed avvengono in persone con il cuore sano, rappresentando
l’unico problema clinico. Altre sono invece secondarie ad un’altra
patologia cardiaca, in genere un infarto miocardico, una cardiopatia o una malattia delle valvole cardiache, e colpiscono prevalentemente pazienti adulti o gli anziani».
Quali sono i sintomi di un attacco cardiaco?
«Generalmente si avverte un improvviso senso di vertigine e si
perde coscienza prima ancora di riuscire a chiedere soccorso».
Quali sono le cause che provano un arresto cardiaco?
Calabrese, 45 anni, vive a Lamezia Terme e presta la sua attività professionale presso Anthea Hospital di Bari, Centro per Alta
Specialità del Cuore e per la Cura delle Aritmie Cardiache, uno tra i Centri Aritmologici italiani più prestigiosi nel panorama
nazionale ed europeo.
Il suo interesse scientifico è stato da sempre incentrato sullo studio delle aritmie cardiache e della morte cardiaca inaspettata
in vari sottogruppi di popolazioni a rischio, quelli affetti da sindromi congenite e quelli con pregresso infarto miocardico
e scompenso cardiaco.
Ha dato un importante contributo culturale con la sua produzione scientifica sul ruolo dei defibrillatori impiantabili nella
prevenzione della morte cardiaca inaspettata e sulla efficacia e sicurezza dell’ablazione transcatetere delle tachiaritmie
cardiache. è membro delle maggiori societá scientifiche in campo cardiologico nazionale e delle più prestigiose società
europee e americane di cardiologia, ottenendo per le competenze professionali e i meriti scientifici il riconoscimento
di FELLOW della Società Europea (European Society of Cardiology) e della Società Americana di Cardiologia
(American College of Cardiology).
«Negli ultimi anni le morti cardiache improvvise sono aumentate a dismisura (si stimano 250.000 - 450.000 arresti cardiaci improvvisi ogni anno nella sola Europa). Ciò deriva da un nuovo
scenario sociale e da stili di vita che si fanno sempre più frequenti,
soprattutto nella popolazione giovanile. I fattori di rischio sono:
- Il fumo: Il rischio di insorgenza della morte improvvisa cardiaca, aumenta del 20-30% nei soggetti che fumano in media 20
sigarette al giorno. Il grado di pericolo, si riduce fino ad un livello
molto simile a quello dei non fumatori per chi cessa di fumare, ad
1-5 anni dalla cessazione, indipendentemente dal periodo di tabagismo, dall’età, dal sesso e dal paese di origine.
- Uso di cocaina: è sempre più diffuso, soprattutto nei più giovani, in cui questa sostanza può scatenare eventi cardiaci potenzialmente letali. La capacità aritmogena della cocaina è
assolutamente indipendente dal quantitativo assunto, dalla modalità di assunzione, dalle precedenti assunzioni, dalla presenza
di cardiopatie sottostanti o fattori di rischio associati.
- Utilizzo delle metamfetamine: Risulta aumentato tra i più giovani negli ultimi 10 anni. Hanno un effetto biologico molto simile
a quello della cocaina, ma con proprietà vasocostrittrici minori.
- Ipokaliemia (ridotti livelli di potassio nel sangue): è sicuramente aritmogena, soprattutto verso aritmie ventricolari maligne,
modificando la ripolarizzazione delle membrane ventricolari. Nei
giovani è molto difficile riscontrare un abuso di diuretici, mentre,
non è raro imbattersi in gravi disordini alimentari come l'anoressia
e la bulimia nervosa, che portano ad importanti squilibri elettrolitici, quindi ad una possibile arresto cardiaco.
- Dieta: Soprattutto quella aterogena rappresenta un importante fattore di rischio. Il consumo di pesce, almeno 1 volta la set-
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Dott. Saverio IACOPINO
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timana, e il supplemento di acidi grassi “omega3” rappresentano
un fattore di protezione per l’insorgenza della MCI grazie alle loro
proprietà antiaritmiche, antitrombotiche e antinfiammatorie. Un
regime alimentare con meno del 30% delle calorie proveniente
dai grassi è generalmente più consigliato, mantenendo comunque un introito calorico necessario per il mantenimento del peso
ideale.
- Attività fisica: Molti specialisti, sostengono che l’intenso sforzo
fisico sia causa di morti cardiache improvvise in soggetti anche
sani. Per quanto il rischio di morte improvvisa durante attività fisica sia effettivamente basso (1 su 1.5 milioni di persone), alcuni
dati evidenziano come il rischio di un arresto cardiaco aumenti di
16 volte nei primi 30 minuti di attività fisica intensa. L’abituale attività fisica sostenuta rappresenta in generale un fattore di protezione; ne deriverebbe che una regolare attività fisica
moderata/intensa può ridurre la frequenza di mortalità e morbilità.
- Stress emotivo: Soprattutto uno stato di collera può essere
considerato un fattore predisponente e/o precipitante l’insorgenza della MCI, in rapporto ad una maggior scarica adrenalinica.
Anche i cambiamenti recenti degli stili di vita nell’ambito della salute, del lavoro, della casa, generalmente avvenuti nei 6 mesi precedenti, possono associarsi, in maniera significativa, all’insorgenza
di MCI. è chiaramente consigliato uno stile di vita il più rilassato
possibile, cercando di prendersi almeno 20 minuti al giorno per
se stessi o comunque un momento di pausa completa.
- Uso illecito di steroidi anabolizzanti: La modalità di assunzione
è a fasi intermittenti per diverse settimane o addirittura mesi; sostanze come il testosterone, lo stanozolo e il nandrolone vengono
assunte in associazione e con dosi che superano di gran lunga
(anche 100 volte superiori) le dosi mediche.
- Alcol: L’assunzione di alcol riduce l’incidenza di patologie cardiovascolari, ma per dare effetti benefici l’assunzione di etanolo
deve essere moderata; gli studi indicano questo limite compreso
tra le 3 e le 9 bevande alla settimana (un bicchiere di vino rosso a
pasto a pasto), mentre il consumo eccessivo ha effetti totalmente
opposti, compromettendo seriamente il meccanismo di eccitazione/contrazione, riducendo di conseguenza la contrattilità del
miocardio. Da studi dettagliati è emerso che l’abuso cronico di 80
g di alcol al giorno aumenta di circa 3 volte l’incidenza di mortalità
rispetto al consumo giornaliero di una quantità minore.
- Patologie cardiache: Analizzando le casistiche autoptiche, risulta che la maggior causa, e quindi fattore di rischio per MCIi, sia
la cardiopatia ischemica, seguita dalle cardiomiopatie primitive
(10-15%) e dalle cardiopatie valvolari (5%). Sopra i 30 anni di età
la causa più frequente di MCI è la cardiopatia ischemica su base
aterosclerotica, mentre sotto i 30 anni è frequente il riscontro di
cardiomiopatie ed anomalie delle arterie coronariche.
Tutti questi elementi possono portare direttamente o indirettamente, singolarmente o in interazione a un improvviso attacco
cardiaco».
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triche (vie accessorie) a ponte tra atri e ventricoli. Alcuni dei soggetti portatori di tale anomalia elettrocardiografia vanno incontro
a episodi di tachicardia, con frequenza cardiaca elevata, di insorgenza improvvisa e repentina cessazione. L’eventualità più sfortunata è l’insorgenza di MCI, che può degenerare in fibrillazione
ventricolare con esito infausto; questa eventualità è considerata
rarissima al di sotto dei 12 anni se non vi è concomitante una cardiopatia organica.
La morte improvvisa è un evento imprevedibile in base all’elettrocardiogramma. Nei pazienti sintomatici, è possibile prevedere
un rischio pari allo 0,0025 per anno, il che vuol dire che un giovane sintomatico di 15 anni di età ha un rischio di morte improvvisa pari al 5% in 20 anni; per gli asintomatici tale rischio a 20 anni
è pari allo 0,5-1,25%».
Dottore, come devono comportarsi tutti coloro che intendono eseguire attività sportiva?
Quale fascia di età è a rischio?
«Questa patologia colpisce la popolazione sotto i 40 anni di età,
anche se, ultimamente, è strettamente influenzata non solo dalla
razza e dall’età dell’individuo, ma anche dallo stile di vita, dai fattori psicosociali, dalla dieta, dalle strategie di prevenzione e dalle
reti assistenziali sanitarie, che sono, inevitabilmente, diverse da
paese a paese. Per cercare di avere un quadro più chiaro e completo del fenomeno, è utile valutare anche la distribuzione delle
cause del decesso per arresto cardiaco, legate alla presenza di cardiopatie sottostanti. La cardiomiopatia ipertrofica rappresenta
la causa sottostante più comune di morte improvvisa nei giovani
atleti, a differenza della popolazione generale dove le cause sono
delle più varie (cardiopatia ischemica, difetti valvolari, altro). L’incidenza di MCI secondaria a cardiomiopatia ipertrofica nella popolazione giovanile si aggira intorno al 6-8%, rappresentando
quindi la causa più frequente di MCI, nei giovani così come negli
atleti al di sotto di 35 anni di età. La miocardiopatia/displasia aritmogena del ventricolo destro è responsabile di molte MCI in
soggetti apparentemente sani: alcuni studi evidenziano come il
3-4% delle MCI associate all’attività fisica nei giovani sia dovuto
alla presenza di questa miocardiopatia, mentre da altri studi risulta che la stessa sia la causa del 25% di tutte le MCI non traumatiche. Anche le miocarditi, riscontrabili in un numero
considerevole in età giovanile, possono portate a MCI: reperti istologici identificanti miocarditi sono stati riscontrati nel 10-44%
nelle giovani vittime di MCI. Infine le tachicardie ventricolari polimorfe idiopatiche sono a prognosi sfavorevole per MCI. Queste
comprendono la fibrillazione ventricolare idiopatica, la torsione
di punta con QT normale e la tachicardia ventricolare catecolaminergica».
il tipico aspetto “a sella”. La “Sindrome di Brugada” sembra responsabile di episodi di fibrillazione ventricolare (FV) idiopatica in una
percentuale variabile tra il 3 e il 60% dei casi. Gli eventi aritmici
della malattia si presentano solitamente di notte, caratteristica
per la quale questa patologia viene chiamata con nome diverso
in varie regioni asiatiche: “Lai Tai” (morte nel sonno) in Thailandia,
“Bangungut” (urlo seguito da morte improvvisa durante il sonno)
nelle Filippine, “Pokkuri” (morte improvvisa ed inaspettata durante la notte) in Giappone. Anche questa patologia, che si può
manifestare in varie forme, è familiare e in genere viene riportata
una morte improvvisa in un membro della famiglia in età giovanile.
La Sindrome del QT lungo (LQTS) e quella del QT corto sono
anch’esse malattie ereditarie che determinano un aumentato rischio di morte improvvisa dovuta ad un’aritmia maligna e facilmente evidenziabili con un elettrocardiogramma.
La Sindrome di Wolff-Parkinson-Whyte (WPW) è una patologia congenita caratterizzata dalla presenza di anomale fibre elet-
«Potrebbe sembrare impossibile che un atleta, simbolo della
parte fisicamente sana della popolazione, possa essere colpito da
una patologia così fatale. La morte cardiaca improvvisa, ha un'incidenza annuale di 2/3 atleti per 100.000 in età compresa tra i 12
e 35 anni. Da notare che esiste una sostanziale disparità tra il sesso
maschile e quello femminile. Questa diseguaglianza ha un origine
probabilmente multifattoriale: è ormai indubbio che vi sia una
maggiore partecipazione dei maschi, rispetto alle femmine, negli
sport e che il sesso maschile rappresenti un fattore di rischio non
modificabile per MCI. In Italia tutti coloro che intendono effettuare attività sportiva di tipo agonistico, devono sottoporsi ad un
programma di screening pre-diagonistico, il quale prevede un accertamento mirato dello stato di salute, con un attenta valutazione della funzione cardiovascolare. Questo programma ha
permesso di registrare in questi ultimi anni una riduzione della
frequenza di decessi improvvisi tra gli atleti.
Come prevenire e curare la MCI?
«è fondamentale la prevenzione di tutti quei fattori di rischio
che incidono sulla probabilità che l’evento accada, oltre ad un
controllo attento e mirato di coloro, come gli atleti, che rientrino
nelle categorie definite a rischio. Importante e fondamentale è
anche la velocità e l’efficacia dell’intervento sul soggetto in MCI,
cioè l’attivazione della catena della sopravvivenza. La rianimazione cardio-polmonare (RCP) associata a defibrillazione precoce gioca quindi un ruolo chiave nella sopravvivenza del
soggetto colpito da MCI: molti studi mostrano che raddoppia le
possibilità di sopravvivenza post-evento, anche se condotta da
un laico; inoltre tanto più velocemente viene effettuata, tanto più
saranno alte le possibilità che la vittima sopravviva.
Nei soggetti considerati ad alto rischio,
l'impianto di un defibrillatore nel cuore del
paziente permette di ovviare a ritmi cardiaci
pericolosamente veloci offrendo una protezione costante contro la morte cardiaca improvvisa aritmica.
Per chi volesse maggiori informazioni su questa patologia, cosa consiglia?
«In prima istanza è opportuno rivolgersi
al proprio medico di famiglia ed esporre i sintomi e qualora necessario è indicato un consulto con il cardiologo
e, più in particolare, con l’aritmologo, il medico specialista delle
aritmie cardiache.
Si possono attingere informazioni medico-scientifiche su internet da diversi siti delle società scientifiche nazionali ed internazionali e professionali, ma appare necessario diffondere quanto
più possibile e con tutti i mezzi di informazione e campagne di
sensibilizzazione nelle scuole la conoscenza di questo fenomeno.
A tal proposito ho inteso realizzare una vera e propria finestra
aperta sul web (www.aritmiecardiache.com) che ha lo scopo di
“Promuovere la conoscenza e la cura delle aritmie cardiache, per
migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
I Pazienti possono trovare informazioni utili circa l’aritmia di cui
soffrono e le possibili cure disponibili. I Medici possono esplorare
uno spazio utile ai fini dell’approfondimento della conoscenza
dei meccanismi delle aritmie e delle novità in campo farmacologico, nonchè delle più attuali indicazioni alle tecniche dell’ablazione transcatetere, all’impianto di pacemaker e defibrillatori».
Fibrillazione ventricolare
Si possono verificare in soggetti sani, associate ad un rilascio di
catecolamine durante uno stress emotivo o fisico. La Sindrome
di Brugada è una patologia del sistema di conduzione elettrico
del cuore che può causare in età giovanile, prevalentemente tra
20 e 40 anni, svenimenti e MCI. L’aspetto elettrocardiografico è tipico con la forma più diffusa e più temuta di tipo 1 che presenta
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