IL COLPO DI CALORE
Il colpo di calore è un aumento non febbrile della temperatura corporea interna al di
sopra dei 41°C.
A differenza del rialzo termico febbrile, in quello non febbrile il cane cerca di mettere
in atto una serie di meccanismi per cercare di raffreddare il suo corpo; in tutti gli
organismi sono presenti dei meccanismi di termoregolazione che consentono di
mantenere la temperatura corporea all’interno di determinati ranges fisiologici,
nonostante le variazioni di temperatura dell’ambiente esterno. Nell’uomo i principali
meccanismi di termodispersione sono la vasodilatazione cutanea e la produzione di
sudore che evaporando raffredda il corpo, ed è in grado di farlo perché provvisto di
milioni di ghiandole sudoripare disposte su tutta la superficie cutanea. Nel cane
invece, le ghiandole sudoripare sono presenti solo a livello di polpastrelli delle zampe
e non hanno questa funzione.
Il cane perciò deve mettere in atto un altro meccanismo di dispersione che è quello di
aumentare la ventilazione polmonare, aumentando la frequenza respiratoria e tenendo
la bocca aperta. In condizioni climatiche normali l’iperventilazione è in grado di
mantenere la temperatura corporea entro certi limiti; esistono però delle condizioni
particolari per cui il sovraccarico di calore esterno diventa eccessivo, i meccanismi di
termodispersione non sono in grado di compensare e la temperatura corporea tende
così ad aumentare. Questo vale sia per i cani in perfetto stato di salute sia, a maggior
ragione, per i cani che non hanno un meccanismo di ventilazione efficace, o per
problemi di conformazione delle vie respiratorie superiori (es. cani brachicefali, cioè
con muso “schiacciato”) o per patologie che ne alterano il normale funzionamento
(es. paralisi laringea), o anche per problemi di obesità.
In genere quindi il colpo di calore si verifica dopo un esercizio fisico intenso con
temperature elevate, soprattutto in cani non allenati, o per l’esposizione a temperature
ambientali alte; tipico è la situazione di confinamento in un ambiente chiuso,
surriscaldato e con scarsa ventilazione, come può essere l’abitacolo di una macchina.
Nel colpo di calore la polipnea (aumento della frequenza respiratoria) diventa
eccessiva e, a seconda della gravità del danno, il cane può avere anche difficoltà a
stare in stazione, alterazioni dello stato mentale,convulsioni fino al coma.
L’aumento della temperatura corporea interna al di sopra di determinati valori
provoca una serie di danni causati da una necrosi cellulare generalizzata che
coinvolge diversi apparati; la temperatura critica in cui ha inizio l’alterazione degli
organi interni è intorno ai 42°C.
In primo luogo la forte disidratazione può portare ad un aumento della viscosità del
sangue e ad una scarsa perfusione a livello renale e quindi ad un’insufficienza renale
acuta; l’aumento della temperatura interna determina inoltre un danno epatico, danni
alla mucosa intestinale che può esitare in endotossiemia (passaggio di tossine nel
sangue) e alterazioni a livello vascolare, tra cui disordini della coagulazione. La
necrosi può interessare anche i muscoli, compreso quello cardiaco, determinando
scompensi ed aritmie; notevoli danni si possono manifestare anche a livello cerebrale.
Da tutto ciò si deduce che il colpo di calore è una vera e propria emergenza che,
se non trattata tempestivamente, può avere anche esiti letali sull’animale. Per
questo se il proprietario sospetta un colpo di calore deve avviare lui stesso il primo
trattamento: cercare di abbassare gradualmente la temperatura corporea, tramite una
docciatura o un’immersione in acqua fresca ma non ghiacciata (che può ottenere
l’effetto contrario), per poi portalo immediatamente dal proprio Medico Veterinario
per le terapie successive e per l’assistenza necessaria.
La prevenzione rimane comunque il trattamento più efficace e bastano pochi piccoli
accorgimenti: evitare assolutamente il confinamento in ambienti chiusi e
surriscaldati, evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata, evitare gli sforzi
fisici intensi, assicurarsi che l’animale abbia sempre acqua fresca a disposizione e che
possa ripararsi dalla luce solare diretta permettendogli di avere accesso a delle aree
ombreggiate; quest’ultimo punto vale anche per le cosiddette “specie non
convenzionali” (es. cavie, criceti, coniglietti), lasciati spesso, in estate, nelle loro
gabbie esposte al sole per diverse ore.
La stagione calda è ormai alle porte e, seguendo questi pochi suggerimenti, si può
evitare che delle banali distrazioni possano mettere a repentaglio la salute e, a volte,
anche la vita dei nostri animali.