OMOFOBIA E RAZZISMO
– Diritti umani riconosciuti e negati http://serelp.altervista.org/TESINA/index.html
DIRITTO
Da qualche anno si sente parlare, su fatti di cronaca, discussioni, proposte di legge, sempre più
spesso di omofobia. Il termine deriva dal greco ed è stato introdotto negli anni Settanta del secolo
scorso ( “omo-”, vuol dire “stesso”, qui indica le persone omosessuali in generale, e “-fobia”,
significa “paura”, “avversione”). Omofobia è dunque un insieme di comportamenti e azioni che
mostrano avversione nei confronti delle persone omosessuali o per l’omosessualità.
Una delle definizioni più utilizzate del termine la si ritrova nella risoluzione del Parlamento europeo
del 2006 dedicata proprio al tema. Il Parlamento europeo afferma che l’omofobia è “una paura e
un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e
transessuali (LGBT), basata sul pregiudizio”. Prosegue dicendo che l’omofobia è “analoga al
razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo”.
Stabilendo questa analogia tra omofobia e razzismo si evidenzia ciò che l’omosessualità ha in
comune rispetto al concetto della razza: il fatto di essere una caratteristica della persona che non ha
niente a che vedere con le scelte di un individuo.
Giuridicamente parlando, quindi, l’orientamento sessuale fa parte di quelle caratteristiche
considerate “innate”, proprie della persona. In questo senso l’omosessualità è come la razza.
A differenza di questa, però, non è riconosciuta e tutelata dalla legge italiana anche se pur
considerata “innata” al contrario, per esempio, della religione o delle opinioni politiche che, pur
considerate modificabili dall’individuo, sono esplicitamente tutelate dall’ordinamento italiano.
La normativa emanata il 18 gennaio 2006 dal Parlamento Europeo a favore delle coppie
omosessuali chiede, in particolare, ai singoli stati membri dell’Europa di condannare con forza le
discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e assicurare che le persone omosessuali siano
protette da discorsi omofobi e sollecita gli stati ad attuare una lotta contro l’omofobia al fine di
condannare chi incita odio o violenza verso gli LGBT.
La stessa Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che vincola tutti gli stati membri,
nell’articolo 21 paragrafo 1 vieta “qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul
sesso, sulla razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la
lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura,
l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le
tendenze sessuali”.
L’articolo 29 della Costituzione afferma che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come
società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare”.
Un’interpretazione che può essere data a tale articolo afferma che esso tutela le coppie sposate ma
la Costituzione non dichiara mai che il matrimonio deve essere per forza tra un uomo e una donna
per questo in linea teorica il matrimonio potrebbe essere contratto anche tra persone dello stesso
sesso e, quindi, un riconoscimento civile dei diritti, secondo alcuni, non sarebbe, incostituzionale.
Però ci sono articoli del c.c. come il 107 che fanno esplicito riferimento al sesso dei coniugi
affermando che in sede di celebrazione del matrimonio assumono rispettivamente il ruolo di Marito
e Moglie pertanto è possibile mutare tale situazione con una riforma del diritto di famiglia e
assicurare, così, anche alle coppie omosessuali, il riconoscimento di alcuni diritti, come quello al
matrimonio.
VISIONE EUROPEA
I paesi colorati di arancione scuro sono i paesi che contemplano i matrimoni di coppie dello stesso
sesso (il rito civile viene esteso anche alle coppie dello stesso sesso).
I paesi colorati di giallo sono quelli che riconoscono le unioni civili (forme di riconoscimento della
coppia diverse dalle nozze. Si definiscono tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate
da vincoli affettivi ed economici, che possono riguardare sia coppie di diverso sesso,sia coppie dello
stesso sesso).
I paesi di arancione sono quelli hanno annunciato l’introduzione del matrimonio gay (Inghilterra).
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Le razze o le etnie sono le suddivisioni, scientificamente errate (come dimostrato dalla genetica
delle popolazioni), della specie umana stabilite in conformità a certe caratteristiche ereditarie del
corpo (colore della pelle, forma del cranio, statura, tipo di capelli…) e caratterizzate da diverse
capacità intellettive, con la conseguente idea che sia possibile determinare una gerarchia di razze.
L'ONU ha condannato il razzismo con la “Dichiarazione sulla razza” dell'UNESCO (1950) e con
una Convenzione del 1965 che ha definito discriminazione razziale ogni differenza, esclusione e
restrizione dalla parità dei diritti in base a razza, colore della pelle e origini nazionali ed etniche.
Nel nostro ordinamento esistono delle norme penali a tutela della discriminazione per motivi
razziali, etnici o religiosi. È la legge Mancino del 1993 che predispone “misure urgenti in materia di
discriminazione razziale, etnica e religiosa”: afferma che è punito con la reclusione sino a tre anni
chi “diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero
incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o
religiosi”. È perciò una legge che, secondo alcune interpretazioni, limiterebbe, da una parte, la
libertà di pensiero.
Le manifestazioni d’odio, che siano razziste, sessiste o religiose, rappresentano negazioni della
persona e su questo fronte la nostra Costituzione riconosce e tutela la persona come pilastro del
nostro ordinamento costituzionale principalmente negli articoli 2 e 3:
Art. 2La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia
nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
La Costituzione italiana espone un elenco più ristretto delle discriminazioni vietate, a differenza
della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea in quanto, essendo entrata in vigore nel
1948, non sussistevano ancora le necessità di tutelare certe caratteristiche della persona.
Sulla base di questi principi fondamentali un individuo che risiede, quindi, nel territorio italiano,
indipendentemente dalle tendenze sessuali, dal colore della pelle, dalle opinioni politiche o
religiose, è tutelato sotto vari aspetti: ad esso vengono riconosciuti molte libertà come quella
personale (art. 12 Cost.), di religione (art.19 Cost.), di pensiero (art. 21 Cost.).
Da tempo l'antropologia ha abbandonato il concetto di razza come legato ad esigenze pratiche di
classificazione scientifica. Ora si ammette che non esistono particolari attitudini esclusive di una
determinata razza, che la rendono superiore a un'altra. Le maggiori capacità di un gruppo sono da
attribuire a circostanze storiche, geografiche, sociologiche, non certamente a congenite differenze
intellettuali e morali. Il concetto di razza andrebbe quindi sostituito con quello di gruppo culturale.
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STORIA
Nell'antichità le caratteristiche biologiche di ogni individuo non venivano considerate come fattori
discriminanti.
Gli uomini potevano essere, tuttavia, perseguitati per motivi religiosi, politici, sociali, culturali...
Nella Grecia, Aristotele giustificava la schiavitù dicendo che "per natura" alcuni comandavano e
altri obbedivano (schiavi cioè si nasce non si diventa), ma questa differenza era, secondo lui,
determinata dal "caso".
I "Barbari" erano considerati tali, dai Greci e dai Romani, per motivi culturali non biologici.
I Greci e i Romani, più che legare il sangue alla razza, davano importanza al concetto di
cittadinanza che veniva concessa soltanto a chi accettava i valori della civiltà greco-romana e da
questa civiltà veniva riconosciuto idoneo. Era un privilegio sociale, politico e giuridico, non certo
biologico. In virtù di questo privilegio il cittadino poteva guardare con disprezzo le altre culture e
civiltà.
Nel Medioevo i cattolici europei si consideravano superiori a tutte le altre popolazioni del mondo
non solo per motivi culturali ma anche e soprattutto per motivi religiosi: di qui il disprezzo e le
persecuzioni di ebrei, musulmani, eretici, pagani.
Le prime teorie razziste, basate sulla superiorità biologica e culturale di una razza sull'altra,
comparvero e si svilupparono nel '500, col sorgere dei grandi imperi coloniali.
Nel 1700 si formò una vera e propria ideologia razzista. Essa partiva dalla differenza dei tratti
somatici e del colore della pelle per affermare una differenza di carattere biologico ereditario e
quindi una inferiorità intellettuale e morale, oltre che genetica.
La teoria dell'inferiorità razziale era stata creata per giustificare lo sfruttamento dei neri da parte dei
bianchi. Fu solo nell'Ottocento che gli schiavisti cominciarono a perdere le loro battaglie con
l’abolizione della schiavitù a partire da Inghilterra, Francia e Olanda.
Nel 1800 si passò a interpretare la storia come una competizione tra razze forti e razze deboli.
Queste tesi furono adottate dal nazismo, che mirò all'eliminazione fisica delle così dette "razze
inferiori", (ebrei, slavi, zingari, pazzi, handicappati, omosessuali...). Ciò però non vuol dire che il
nazismo credesse nel valore scientifico di queste tesi ma le riteneva utili per sconvolgere l'assetto
del mondo, determinato a ovest dal potere di Gran Bretagna e Francia; a est dal potere dell'URSS;
oltre oceano dal potere degli USA. La Germania si sentiva tagliata fuori dalla possibilità di
dominare una parte del mondo (essa ad es. non aveva potuto partecipare alla spartizione delle
colonie).
Hitler, nel libro “Mein Kampf”, affermò che l'incrocio delle razze determina il decadimento fisico e
spirituale della razza superiore che è quella che riesce a dimostrare d'essere la più forte e la migliore
in ogni campo.
A tale scopo occorreva realizzare dei lager di lavoro e di sterminio delle razze inferiori e di
sperimentazione scientifica (trapianti, operazioni senza anestesia, inoculazione di malattie, ecc.). Le
razze da sopprimere erano principalmente quella slava, ebraica, zingari, e tutti gli uomini deboli o
malati.
Per quanto riguarda il fascismo italiano, Mussolini era convinto dell’esistenza delle razze umane
come concetto puramente biologico e sosteneva che l'unione era ammissibile solo nell'ambito delle
razze europee dato che queste appartenevano a un ceppo comune e differivano solo per alcuni
caratteri. Questo lo portò considerare gli slavi e i neri come dei popoli sottosviluppati da
sottomettere e, in seguito all'alleanza con la Germania, a perseguitare gli ebrei.
I più recenti studi dimostrano che le differenze tra le razze sono minime, inferiori a quelle tra gli
individui di una stessa razza, e soprattutto che l'intelligenza è uguale in tutti gli individui senza
distinzione di colore o di genere.
RACISM IN BRITAIN
Between 7 and 11 May 2002, the ICM Research conducted a survey interviewing 1,576 people aged
18 and over who resided in Britain.
The people interviewed were from different ethnic groups (whites, blacks and Asians).
More than half of British people believe they live in a racist society and also 44% of interviewed
people believe that immigration has damaged Britain over the last 50 years, even if the society is
more tolerant on racism than ten years ago.
Many people believe that immigrants don't give a real contribution to the country also finding
many obstacles in integrating themselves.
73% said that white people would avoid living in non-white areas, while most blacks and Asians
said that they had experienced discrimination in the workplace or schools, and many others think
they have lost a job for their ethnicity.
As for justice, the British population believes that there aren't discrimination.
FONTI DIRITTO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/06/lomofobia-e-razzismo/36870/
http://www.governo.it/rapportiparlamento/normativa/costituzione.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino
http://www.circolopink.it/_img/direttiva_omo.pdf
http://www.adonaj.net/old/oggi/oggi6.htm
http://www.treccani.it/enciclopedia/razzismo/#
http://it.wikipedia.org/wiki/Razzismo
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/codici/codiceCivile/indice/articolo.635.0.5.2.3
.1.html
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110713113848AA7l1Mx
FONTI INGLESE
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/1993597.stm
http://news.bbc.co.uk/hi/english/static/in_depth/uk/2002/race/survey.stm
http://news.bbc.co.uk/hi/english/static/in_depth/uk/2002/race/what_the_survey_reveals.stm
FONTI STORIA
http://www.homolaicus.com/teoria/storia_razzismo.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_razziali_fasciste#Il_.22Manifesto_della_Razza.22
Serena Madiai 5° C Mercurio 2012-2013